Come si conclude Il Trono di Spade? Il finale spiegato

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Autore: Silvia Artana ,

Quello affrontato dalla serie TV Il Trono di Spade è stato un lungo viaggio che i fan hanno quasi sperato non giungesse mai a destinazione. Ma come è risaputo, ogni cosa ha una fine e dopo otto stagioni è arrivata anche la conclusione di uno degli spettacoli più amati di sempre.

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Una conclusione giunta infine nel 2019 che non è tuttavia riuscita ad accontentare tutti, soprattutto al netto della evidente volontà di condensare troppi eventi in soli sei episodi. Le scelte dei due autori David Benioff e D. B. Weiss, sono quindi davvero riuscite a dare tutte le risposte alle domande rimaste in sospeso e chiudere il cerchio narrativo?

In questo articolo facciamo un riepilogo per ricordare come si è conclusa la serie TV de Il Trono di Spade, cercando di capire se ogni tassello è infine andato al suo posto nella stagione finale. Ecco quindi alcune considerazioni in merito, con la doverosa avvertenza che rappresentano il pensiero di chi scrive.

Il Trono di Spade (2011)

17/04/2011 (en)
Sci-Fi & Fantasy, Dramma, Action & Adventure,

Nell'immaginario mondo di Westeros, in un tempo dal sapore medievale, s'intrecciano le vicende di alcune casate che lottano per la supremazia: i Baratheon, i La...

Il destino di Daenerys

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Nel finale de Il Trono di Spade Daenerys Targaryen ha sconfitto Cersei Lannister e ha conquistato Approdo del Re con "fuoco e sangue", come recita il motto della sua famiglia. La trasformazione della Madre dei Draghi nella Mad Queen è una delle scelte narrative che i fan hanno criticato maggiormente, giudicandola non coerente con il personaggio. Eppure a ben guardare, i segnali della deriva folle e tirannica della Khaleesi c'erano se non da sempre, di certo da molto tempo.

Probabilmente almeno una stagione in più della serie TV, avrebbe dato modo di approfondire tutto ciò che ha portato Daenerys a diventare tale, senza far sentire i fan spaesati dal suo improvviso cambio di rotta. D'altra parte vale la pena ricordare che sebbene il finale de Il Trono di Spade è stato a cura di David Benioff e D. B. Weiss, si è comunque basato su indicazioni ricevute da George R.R. Martin, autore dei romanzi da cui la stessa serie è tratta.

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Sullo schermo la trasformazione di Daenerys in un tiranno comporta un profondo e disturbante scarto nel suo concetto di libertà, giustizia e compassione. La Madre dei Draghi vuole ancora distruggere la ruota. Ma come fa giustamente presente Tyrion Lannister a Jon Snow, per sostituirla con un'altra che sarà lei a far girare.

Straniera in terra straniera e ancora di più in quella natale, la giovane Targaryen si ritrova sola, respinta dall'uomo amato e dalla gente che voleva salvare. Per questi motivi Daenerys sceglie il terrore e sprofonda in una distorta convinzione messianica di costruire un mondo migliore. La Madre dei Draghi non ha pietà per chi ha combattuto contro di lei e non prova empatia per le vittime innocenti. Non è più capace di perdonare chi l'ha tradita e attribuisce la responsabilità del suo massacro, alla mancata volontà di Cersei di trovare un accordo di pace.

Daenerys ormai riconosce soltanto un tipo di giustizia e una visione unica del mondo: la sua. E la condivide con Jon, l'uomo che ama e nelle cui vene scorre il suo stesso "sangue di drago", provando in tutti i modi a convincerlo a regnare al suo fianco. Un disperato appello di una donna innamorata, di una regina che ha perso la misura del proprio potere e di una ragazzina ingannata dagli echi di antiche profezie e diritti di sangue. Ma come le aveva mostrato la visione nella Casa degli Eterni, arriverà vicina al Trono di Spade senza tuttavia riuscire mai a sedercisi sopra.

Il tradimento di Tyrion e Jon

I fan de Il Trono di Spade hanno molto speculato sul reale amore di Jon per Daenerys, in quanto Snow non ha mai dato l'impressione di provare per lei un sentimento totalizzante come quello di Ser Jorah. Ma a prescindere dal tipo di relazione intercorsa tra i due, è innegabile il fatto che Jon proprio per via dell'affetto nutrito verso Daenerys, non abbia colto per tempo i segnali del suo cambiamento.

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Tuttavia nel suo sentimento, si nota che per Jon l'onore pesava di più della passione. Al di là delle implicazioni morali insite nelle sue vere origini, il giovane rinuncia al proprio diritto di nascita e ribadisce a più riprese lealtà alla sua regina. Ma il senso del dovere per Jon è un passo pesante che non lo abbandona mai e lo accompagna ovunque.

Su un altro fronte c'è Tyrion, anche lui innamorato di Daenerys e che come Jon, decide di far prevalere il dovere sui sentimenti. Alla fine entrambi scelgono di tradire la loro regina, mantenendo fede alla propria indole e agendo per amore della giustizia, della libertà e dei legami di sangue e onore che muovono da sempre le loro azioni.

Il destino di Jon

Facendo un percorso a ritroso sulla storia di Jon Snow ne Il Trono di Spade, sembra che per lui e Daenerys non ci potesse essere un epilogo diverso da quello apparso sul piccolo schermo. Pur essendo il legittimo erede al Trono nelle sue vere vesti di Aegon VI Targaryen, Jon non ha mai voluto reclamare il proprio diritto a regnare sui Sette Regni sostenendo fino all'ultimo la sua regina Daenerys.

Un atteggiamento che Jon porta avanti anche quando le implicazioni morali delle sue vere origini hanno il sopravvento sui sentimenti per la Madre dei Draghi, mentre quest'ultima decide di incenerire Approdo del Re. Jon arriva a difendere l'indifendibile forse per amore, forse per onore o magari per entrambi. Ma le parole di Tyrion in qualità di politico navigato, abile oratore e consigliere oculato, mettono Jon di fronte alle sue responsabilità. Ovvero, regnare lui stesso oppure impedire a Daenerys di farlo.

Il richiamo al dovere e alla famiglia scavano in profondità nel giovane Stark/Targaryen. Ma quando si congeda da Tyrion, probabilmente Jon non ha ancora preso la decisione di uccidere Daenerys. Durante il dialogo con Daenerys nella sala del Trono, Jon cerca l'umanità, l'empatia e la pietà che spera siano ancora presenti nella Madre Draghi. Ma quando realizza che questi sentimenti non ci sono più, Jon ne resta distrutto e la triste consapevolezza di quanto lo attende inizia a farsi strada dentro di lui. Jon non può fare altro che decidere di proteggere le persone, la sua famiglia, il Nord e la stessa Daenerys.

In un certo qual modo sembra che Jon adempia anche alla profezia di Azor Ahai, il Principe che fu promesso. Forse l'oscurità annunciata dalle antiche leggende non era soltanto la minaccia del Re della Notte, ma anche quella portata dalla stessa Daenerys. Ma se profezie e leggende lasciano il tempo che trovano, di certo Jon non è completamente libero nella sua scelta. Le sue azioni sono guidate da onore, dovere e ragione. E da un profondo, annichilente senso di responsabilità.

Qualcosa che comprende bene Bran Stark, il nuovo Re dei Sette Regni, il quale non a caso sceglie infine di rimandare Jon tra i Guardiani della Notte. Così facendo lo libera dal girone di cui è sempre stato oppresso a Westeros, permettendogli di abbracciare la vita che ha sempre voluto. Come si apprende nel corso de Il Trono di Spade infatti, in nessun altro luogo come quello in cui vive il Popolo Libero, Jon si è mai veramente sentito a casa.

Drogon e il Trono di Spade

Nel finale di serie de Il Trono di Spade, il drago prediletto di Daenerys è sopravvissuto a sua "madre". Dopo che Jon pugnala al cuore la Khaleesi e la uccide, Drogon raccoglie delicatamente il corpo della giovane regina e si allontana in volo. Ma prima di fare ciò, il drago mette fine al "gioco del Trono".

Drogon non attacca l'uomo che ha ucciso sua madre. Forse perché riconosce in lui il sangue Targaryen o il legittimo erede. Forse perché sa che Daenerys lo amava. Forse perché capisce che la vera causa della morte della regina e di tutto il dolore di cui è intriso Westeros da secoli, è quello scranno di acciaio. Quel Trono che secondo la leggenda, è stato costruito con le spade delle migliaia di nemici sconfitti da Aegon I il Conquistatore.

Drogon scioglie il Trono di Spade e cancella il simbolo assoluto del potere del Continente Occidentale. Un manufatto che ha corrotto e distrutto chiunque gli si sia avvicinato. In un certo senso, è il "drago" - e dunque, in definitiva Daenerys - che contribuisce a rompere la ruota, aprendo la strada al nuovo ordine proposto da Tyrion. 

Bran e il nuovo ordine di Westeros

Per molto tempo i fan de Il Trono di Spade hanno creduto che Bran si sarebbe rivelato il villain della storia ovvero il Re della Notte. Invece non solo la stagione finale azzera questa teoria, ma addirittura ha reso il Corvo a Tre Occhi la chiave del nuovo ordine di Westeros.

Nel Concilio che riunisce le più importanti famiglie del Continente Occidentale di Westeros e gli ultimi alleati ancora fedeli a Daenerys, Tyrion fa una proposta a suo modo sensata. Secondo Tyrion il nuovo Re deve essere colui che rappresenta la memoria degli uomini, quindi di fatto Bran Stark alias il Corvo a Tre Occhi.

La visione di Tyrion è ambiziosa ma allo stesso tempo anche pragmatica, in quanto suggerisce la creazione di un nuovo ordine basato sul monito eterno della storia e sulla conoscenza. Ma allo stesso tempo avvia una forma embrionale di democrazia dove nessuno sarà più eletto re soltanto per diritto di nascita, ma saranno Lord e Lady delle varie casate e scegliere il candidato più meritevole.

Non è dato sapere se con Bran al comando, che è sempre stato disinteressato ai giochi di potere degli uomini, la formula di Tyrion si rivelerà vincente. Ma di certo la memoria storica sarà sempre presente nell'opera dei Maestri e degli Arcimaestri della Cittadella, così come le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco hanno narrato gli ultimi drammatici eventi di Westeros.

Il destino di Tyrion

L'outsider de Il Trono di Spade è colui che pone le basi del nuovo mondo. Tyrion Lannister detto il Folletto, amante del buon vino e delle belle donne, compie un lungo viaggio in cui commette molti errori e si macchia di terribili crimini. Si lascia conquistare dal potere come confida a Varys, ma anche dal senso di vendetta. Per questi motivi uccide la sua amante e suo padre, tradisce potenzialmente la sua famiglia, condanna a morte il suo compagno di avventure e affida il destino dell'umanità a un tiranno. Infine tradisce la donna amata nonché regina che ha giurato di servire.

Di fronte a tutto questo, è chiaro perché l'oblio sia "quanto di meglio" Tyrion possa sperare per sé. Ma in ogni sua azione c'è un'urgenza di giustizia e un'umanità che rendono molto difficile, per non dire impossibile, giudicarlo un uomo sciocco o malvagio. Semplicemente il Folletto gioca sempre, senza risparmiarsi, tutte le mani che la vita gli mette davanti. In questo risiede la sua grandezza ed è questo che lo spinge a preoccuparsi della gente di Westeros (e non solo), mentre si ritrova in catene e la sua vita è appesa a un filo.

Bran tutto questo lo vede e lo sa, quindi gli chiede di essere il suo Primo Cavaliere. Un incarico con il quale Tyrion può continuare a dare tutto sé stesso nella ricerca di un mondo migliore, senza mai dimenticare chi è stato e cosa fatto. Un finale agrodolce e una condanna eterna.

Brienne, la memoria di Jaime e Cersei

L'arco narrativo di Jaime ne Il Trono di Spade ha appassionato i fan e li ha fatti molto discutere in seguito alla sua decisione di abbandonare Brienne e tornare da Cersei. Ma per quanto risulti essere triste e doloroso, il destino del Leone dei Lannister era l'unico possibile perché i due gemelli erano indissolubilmente legati.

Tuttavia la storia di Jaime non si conclude in quella sorta di ventre materno che rappresenta la Cripta della Fortezza Rossa. A scrivere la parola fine sul viaggio di Ser Lannister ci pensa Brienne, nuovo Lord Comandante della Guardia Reale di Approdo del Re, completando la biografia di Jaime nel Libro Bianco. La donna riconosce all'uomo amato quello che lui ha sempre voluto: l'onore.

Brienne descrive il sacrificio compiuto da Jaime nel proteggerla, il suo tenere fede al giuramento fatto a Catelyn Stark, il coraggio durante la battaglia a Grande Inverno e la decisione di restare al fianco della sua regina proteggendola fino alla morte. E nel fare ciò, Brienne cancella per sempre il disonore del cosiddetto Sterminatore di Re.

Il destino degli Stark

Alla fine de Il Trono di Spade, tutti gli Stark si trovano dove volevano essere, eccetto da un lato Bran che non ha mai voluto essere un Re. Ma tuttavia diventando il Corvo a Tre Occhi, Bran non è più la stessa persona di un tempo e soprattutto il potere acquisito non gli permette realmente di essere totalmente libero delle sue azioni.

Il trionfo vero e proprio è quello di Sansa. Non solo diventa Regina ma ottiene anche l'indipendenza del Nord. La giovane Stark non è più un "uccellino" ma si è trasformata in un lupo, abbandonando da tempo i sogni infantili per osservare con sguardo disincantato la realtà. Sarà una buona reggente? Molto probabilmente, sì. I suoi maestri erano spietati ma eccelsi, quindi Sansa ha imparato a proprie spese il valore della compassione e dell'equità. 

Anche Arya è dove voleva essere. La figlia più giovane di Ned e Catelyn non ha mai desiderato diventare una Lady. Simile nei tratti e nello spirito alla zia Lyanna, così come desiderava fare Arya sceglie di partire per scoprire cosa c'è a Ovest di Westeros.

Con Jon insieme al Popolo Libero, probabilmente destinato a diventare il nuovo Re oltre la Barriera, tutti gli Stark sembrano trovare il loro posto nel mondo. Ma non solo. Il mondo è nelle loro mani. Un finale che dopo la morte di Ned, Robb, Catelyn e Rickon, era davvero difficile immaginare.

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Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla serie TV Il Trono di Spade. Crediti: Television 360, Grok! Television, Generator Entertainment, Startling Television, Bighead Littlehead

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