Frankenstein Jr. : come un progetto folle divenne un cult

Autore: Manuel Enrico ,

Creare una parodia è sempre una sfida complessa, soprattutto quando si decide di prendere spunto da tematiche profondamente radicate nell'immaginario collettivo. Questa difficoltà è stata affrontata più volte da Mel Brooks, un nome celebre nel mondo del cinema parodistico, autore di film amati come Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Balle Spaziali e Dracula – Morto e contento. Nonostante il successo di queste pellicole, il genio di Brooks è particolarmente associato a un film del 1974 che ha parodiato uno dei più iconici personaggi dell'horror: Frankenstein Junior (Young Frankenstein).

Ancora oggi, dopo più di quarant'anni, Frankenstein Junior rimane la parodia più celebre e amata di Mel Brooks, ma è anche considerata una delle commedie più riuscite del cinema americano. Oltre alle battute diventate parte integrante della cultura popolare, il successo di questo film è dovuto a una sceneggiatura impeccabile e a un cast di attori capaci di incarnare personaggi divertenti e pieni di umanità.

Frankenstein Jr: storia di un cult immortale

Nonostante il nome di Frankenstein Junior sia strettamente associato a Mel Brooks per tutti, il merito della creazione di questo capolavoro va condiviso con colui che ebbe l'idea originale: Gene Wilder.

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Dalla vacanza al set

Gene Wilder, attualmente acclamato come un talentuoso attore comico, ha attraversato un periodo di flop prima di conquistare la celebrità, passando per film come Per favore non toccate le vecchiette" e Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, che sebbene successivamente siano diventate famose, inizialmente passarono quasi inosservate al loro debutto. Il primo ruolo di successo di Wilder è arrivato con il film Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere) di Woody Allen.

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Dopo questo successo, Wilder si prese una pausa durante la quale ha iniziato a scrivere una sceneggiatura che aveva come protagonista un discendente del dottor Frankenstein creato da Mary Shelley. Tuttavia, Wilder stesso ammetteva di non essere un abile sceneggiatore. Durante una conversazione con il suo agente, Mike Medavoy, gli venne consigliato di girare un film con due suoi amici, Marty Feldman e Peter Boyle. Wilder colse l'opportunità per condividere la sua idea con l'agente e inviò a Medavoy un breve riassunto di quattro pagine nei giorni successivi.

L'agente apprezzò l'idea e suggerì a Wilder di coinvolgere nel progetto Mel Brooks, ritenendo che fosse la scelta ideale per realizzare il film. Nel 1974, Mel Brooks era già un nome affermato nel mondo della commedia, con alle spalle diverse collaborazioni, tra cui anche alcune con Gene Wilder. Tuttavia, inizialmente, Brooks non sembrava entusiasta delle idee proposte da Wilder e non le appoggiava. La svolta avvenne sul set di Mezzogiorno e mezzo di fuoco (Blazing Saddles), una parodia western diretta da Brooks in cui Wilder aveva accettato di partecipare con l'accordo di essere coinvolto anche nella prossima produzione di Brooks.

Durante una pausa delle riprese di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Wilder trovò l'occasione per sollevare nuovamente il discorso riguardante il suo progetto, come ricordato anni dopo in un'intervista da Mel Brooks. È proprio grazie a questo momento sul set che Wilder ebbe l'opportunità di presentare a Brooks in modo più convincente l'idea che aveva in mente per il loro prossimo film insieme.

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Eravamo nel pieno delle ultime settimane di lavorazione di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, in qualche angolo della Antelope Valley, e mentre ci stavamo bevendo un caffè Gene mi disse che poteva esserci un altro Frankestein, al che io dissi ‘Non un altro! Abbiamo già avuto il figlio, la moglie, il cugino e il cognato, non ci serve un altro Frankestein!’. Ma la sua idea era semplicemente geniale: cosa sarebbe accaduto se il nipote di Frankenstein non avesse voluto aver niente a che fare con la sua eredità, ma anzi se ne vergognasse? Ecco, quello sarebbe stato divertente


Da quel colloquio informale davanti a una tazza di caffè, nacque l'ispirazione per Frankenstein Jr. Brooks collaborò con Wilder per perfezionare la sceneggiatura, cercando di interessare la Columbia Pictures alla produzione. Tuttavia, la Columbia non era intenzionata a investire nelle spese previste, costringendo Brooks a cercare supporto dalla 20th Century Fox. Per fortuna, in quel periodo, un nuovo dirigente di nome Alan Ladd Jr. era appena giunto alla guida della major e mostrava un interesse maggiore per progetti innovativi e audaci, come Frankenstein Jr., di cui Ladd divenne un sostenitore fervente.

Per inciso, alcuni anni più tardi, Ladd si fece notare all'interno della 20th Century Fox per essere stato un assertivo sostenitore di altri due progetti inizialmente poco favoriti dalla casa di produzione: Star Wars e Blade Runner. Una dimostrazione eclatante di lungimiranza.

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Con il finanziamento garantito, era arrivato il momento di portare in vita Frankenstein Jr., e per farlo Brooks scelse di attingere direttamente alla storia stessa del cinema.

Le origini cinematografiche di Frankenstein

Quando Wilder presentò la sua idea a Brooks, la reazione iniziale del regista fu quella di citare tutti i film precedenti dedicati al mostro di Frankenstein. A partire dagli anni '30, la Universal Pictures ha dato vita a quello che oggi è noto come il Monster Universe, una serie di film in cui molti dei personaggi iconici della letteratura dell'orrore, tra cui Frankenstein e Dracula, sono stati adattati per il grande schermo.

Frankenstein, in particolare, è stato oggetto di una ricca produzione cinematografica. Tutto ebbe inizio nel 1931 con il film Frankenstein diretto da James Whale, con il leggendario Boris Karloff nel ruolo del mostro. Da questo punto di partenza si è sviluppata una vera e propria saga, che include titoli come La moglie di Frankenstein (1935) e Il figlio di Frankenstein (1939), i quali hanno dato vita ad ulteriori sperimentazioni come Frankenstein contro l'Uomo Lupo (1943) o La casa degli orrori (1945).

Alcuni dei personaggi presenti in Frankenstein Jr. sono effettivamente tratti dai diversi film appartenenti a questo lungo ciclo. L'interpretazione dell'eremita da parte di Gene Hackman, ad esempio, richiama il personaggio apparso in La moglie di Frankenstein, mentre la figura di Igor è presa da Il figlio di Frankenstein. L'inclusione di tali elementi è diventata per Brooks una sorta di gioco di riferimenti, inserendo all'interno del film una dinamica che si ispirasse anche narrativamente ai film del Monster Universe della Universal dedicati alla creatura di Mary Shelley.

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Quando Brooks e Wilder decisero di realizzare Frankenstein Jr., scelsero di prendere ispirazione per l'ambientazione dai primi tre film di questo ciclo, diretti da James Whale. L'estetica di Frankenstein Jr. paga un omaggio profondo alla visione di Whale, tanto che Wilder e Brooks decisero addirittura di girare il film in bianco e nero, al fine di preservare lo spirito autentico e di creare quella familiarità con le opere originali, elemento fondamentale per il loro intento parodistico. Questa scelta era particolarmente significativa considerando che all'interno della serie dei film su Frankenstein c'era già una versione comica, Il cervello di Frankenstein (1948). Pertanto, era necessario lavorare con grande cura per creare una parodia che non si trasformasse in una sorta di replica del conclusivo capitolo comico della saga di Frankenstein realizzato dalla Universal.

Brooks prese molto sul serio l'accuratezza nell'aspetto dei monster movies degli anni '30. Non contento di aver richiesto a Peter Boyle, l'interprete della Creatura, di recitare con un cerone blu-verdastro sul volto per accentuare il colorito cinereo del mostro in un film girato in bianco e nero, il regista si impegnò nella ricerca di oggetti di scena dai film originali.

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Frankenstein Junior (Special Edition 40° Anniversario)

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Per fortuna, Kenneth Strickfaden, l'artefice delle scenografie e degli apparati pseudo-scientifici usati nei film degli anni '30, non solo era ancora in vita, ma aveva conservato la maggior parte delle sue creazioni in un garage. Brooks chiese e ottenne da Strickfaden il permesso di utilizzare questi oggetti di scena, e come riconoscimento per questa concessione, Brooks lo incluse nei crediti di Frankenstein Jr., tributando a Strickfaden un merito che non gli era stato riconosciuto ai tempi in cui realizzava i film degli anni '30. Dopo essere stati utilizzati in Frankenstein Jr., alcune di queste scenografie vennero impiegate in produzioni successive, come Terminator.

Realizzare Frankenstein Jr. 

La realizzazione di Frankenstein Jr. è stata un viaggio creativo complesso, determinato dalla volontà di non creare semplicemente una parodia, ma di manifestare un autentico omaggio ai film horror degli anni '30. Questa determinazione ha spinto anche Wilder, desideroso di mantenere un certo tono comico, a chiedere a Brooks di evitare il suo consueto cameo nell'opera, poiché credeva che la sua presenza avrebbe potuto compromettere l'atmosfera del film. La richiesta di Wilder è stata accolta dal regista, il quale ha invece introdotto delle apparizioni vocali, come la voce del Dottor Frankenstein o il suono del gatto colpito da una freccetta durante la scena con l'Ispettore Kemp. Quest'ultima è stata improvvisata da Brooks per accentuare la comicità, prendendo spunto da Il figlio di Frankenstein.

Durante le riprese, la presenza di così tanti attori dotati di una forte personalità si rivelò essere il punto di forza principale del film. Un esempio è Marty Feldman nel ruolo di Igor, il quale, grazie al suo scherzo di spostare ogni giorno la posizione della caratteristica gobba, ispirò Brooks per una delle gag più memorabili del film. Un'altra improvvisazione degna di nota è stata quella di Cloris Leachman nel ruolo indimenticabile di Frau Blücher, che ha dato vita alla scena della buonanotte a base di orzata e brandy.

Naturalmente, ci furono momenti di tensione, come un acceso litigio tra Wilder e Brooks. La discussione si concluse con il regista che lasciò la camera d'albergo dell'attore, dove stavano rivedendo la sceneggiatura. Come raccontò in seguito Wilder, la situazione si risolse con una telefonata.

Gene, son Mel. Chi era quel matto nella tua stanza? Sentivo le urla da qua! Non devi mai far entrare dei pazzi in casa, sai? Potrebbero essere pericolosi!

Anche questi momenti conflittuali fanno parte dell'epica di "Frankenstein Jr.", nati dalla creatività di artisti che hanno regalato gemme alla storia del cinema. Il loro lavoro è stato arricchito dall'abilità delle maestranze italiane responsabili dell'adattamento e del doppiaggio. Maestri come Oreste Lionello e Mario Cidda hanno sapientemente interpretato alcune delle battute originali, complesse da tradurre, permettendoci di ridere ancora oggi di uno degli scambi di battute più paradossali di sempre:

Inga: Lupo ulula…

Dr. Frankenstein: Lupo ululà?

Igor: Là

Dr. Frankenstein: Cosa?

Igor: Lupo ululà e castello ululì

Frederick: Ma come diavolo parli?

Igor: È lei che ha incominciato!

Frederick: No, non è vero!I

gor: Non insisto, è lei il padrone!
 

Non soltanto Igor ha contribuito a creare momenti memorabili nel film. Sarebbe ingiusto non riconoscere a Frau Blücher il ruolo centrale come elemento ironico all'interno di Frankenstein Jr., grazie alla scenetta in cui i cavalli nitriscono ogni volta che viene pronunciato il suo nome. Molti spettatori, sapendo che in passato i resti dei cavalli venivano utilizzati per fare la colla, pensarono che in tedesco "blucher" significasse colla, trovando brillante questa gag. Tuttavia, come rivelato anni dopo da Brooks, questa interpretazione era completamente sbagliata, ma contribuì comunque al successo del film.

L'eredità di Frankenstein Jr. 

Sono trascorsi più di quarant'anni dall'uscita di Frankenstein Jr., eppure questa pellicola rimane ancora oggi una delle commedie più iconiche e amate nella storia del cinema. Il suo impatto culturale è stato così significativo che già dai primi giorni di proiezione nelle sale cinematografiche americane ha avuto un'eco importante. Basti pensare che proprio la visione di Frankenstein Jr. ha ispirato a Steve Tyler il titolo di uno dei brani più celebri degli Aerosmith, Walk This Way. Durante una pausa dalla lavorazione dell'album Toys in the Attic, Tyler ha visto il film e la scena in cui Igor guida Frederick e Inga nei sotterranei del castello dicendo loro "Seguite i miei passi (Walk this way). Questa frase ha dato al cantante l'idea che stava cercando.

Ma andando oltre la mera tendenza a citare, che ha trovato espressione in vari media, come nel caso del fumetto italiano Dylan Dog che rende omaggio alla pellicola nel numero Marty. Frankenstein Jr. è riuscito a garantirsi un posto di rilievo nella storia del cinema grazie alla capacità di Brooks e Wilder di creare situazioni esilaranti e divertenti. Queste situazioni sono diventate un patrimonio condiviso e spesso citato, come nel celebre dialogo Potrebbe piovere. Sono proprio questi piccoli, ma distintivi, dettagli che ancora oggi rendono Frankenstein Jr. un autentico cult.

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