In occasione del Lucca Comics & Games, abbiamo avuto l'onore di intervistare Gou Tanabe, autore e illustratore nipponico noto per la sua eccezionale capacità di trasporre il mondo oscuro di H.P. Lovecraft nel linguaggio visivo del manga.
Advertisement
Con una straordinaria attenzione ai dettagli e un tratto grafico carico di tensione, Tanabe ha guadagnato ampi consensi internazionali per l'adattamento di opere classiche come Il richiamo di Cthulhu, Le montagne della follia e L'orrore di Dunwich, nonché il suo ultimissimo lavoro: I Gatti di Ulthar.
Ospite J-POP Manga, Tanabe ci accompagnerà dietro le quinte del suo processo creativo, condividendo assieme a noi come si sia avvicinato alla lettura di Lovecraft, quali siano le sue opere preferite e come si approcci ai suoi lavori: un’occasione rara per addentrarsi nella mente di un artista capace di incanalare l’orrore dell’ignoto con orrorifica maestria.
Gou Tanabe è un mangaka giapponese nato a Tokyo nel 1975, noto per la sua passione per la letteratura horror e weird. L'autore ha saputo trasporre in manga l’universo oscuro e claustrofobico creato dallo scrittore di Providence e, nonostante inizialmente poco noto, ha guadagnato grande apprezzamento internazionale negli ultimi decenni grazie a opere come Il colore venuto dallo spazio (2005), Il richiamo di Cthulhu (2019) e Le montagne della follia (2016-2017).
Advertisement
Il tratto di Tanabe è realistico e cupo, con un’attenzione estrema ai dettagli, tanto da riuscire a ricreare atmosfere opprimenti e ricche di tensione in linea con lo stile di Lovecraft: grazie a ciò, Tanabe riesce a trasmettere visivamente l’orrore cosmico, il concetto di paura dell'ignoto e dell’inconoscibile, centrale nell’opera di Lovecraft. Le sue storie esplorano l’impotenza dei personaggi umani di fronte a forze cosmiche e misteri insondabili, creando un senso di insignificanza che colpisce profondamente il lettore.
Grazie alle sue trasposizioni, Tanabe dimostra che Lovecraft può essere reinterpretato in nuovi formati e culture senza perdere il suo fascino disturbante. I suoi titoli permettono a una nuova generazione di lettori di riscoprire l’opera lovecraftiana, riaffermando l’universalità dei temi dell’orrore cosmico, perfetti per esplorare le domande più profonde dell’umanità.
Federica Polino
Buongiorno, Tanabe-sensei, benvenuto su Cultura POP e grazie di cuore per averci concesso questa straordinaria opportunità. Il suo lavoro è ormai riconosciuto e ammirato a livello internazionale, in particolare per le magistrali interpretazioni delle opere di H.P. Lovecraft. Il suo nome è diventato un punto di riferimento per chiunque apprezzi gli adattamenti a fumetti delle storie dell'autore di Providence. Per molti lettori, le sue versioni di classici come Il richiamo di Cthulhu, L'orrore di Dunwich e Le montagne della follia hanno offerto un nuovo modo, originale e personale, di avvicinarsi a questi racconti, rispettandone la cupezza e l'inesorabile tensione psicologica. Ci piacerebbe approfondire con lei questo percorso di evoluzione stilistica e comprendere meglio come si è avvicinato a Lovecraft e in che modo ha affrontato la sfida di tradurre in immagini i suoi universi così complessi e astratti: quando ha potuto mettere le mani - per la prima volta - sui racconti dello scrittore di Providence? E quando ha capito che sarebbe diventato un punto fisso nella tua vita artistica?
Gou Tanabe
Ho conosciuto le opere di Lovecraft grazie all'editor del tempo, ma prima di Lovecraft l'editore mi aveva affidato il compito di leggere le opere della letteratura europea, non racconti del terrore, ma storie che analizzassero la vita umana. Solo in seguito ho conosciuto Lovecraft, in cui ho trovato tutte le caratteristiche a me affini, elementi da trasporre attraverso i miei disegni. La prima opera che ho letto è stata Outsider (L'Estraneo) e Il Tempio, tant'è che dopo aver pubblicato il primo volume mi sono reso conto che le vendite non erano andate male, quindi ho voluto continuare.
Federica Polino
Ma facciamo un passo indietro: C'è un'opera o un titolo o un autore in particolare che l'ha spinta a creare le sue primissime opere originali?
Gou Tanabe
Le prime opere da cui ho preso ispirazione sono state le opere brevi come, proprio, Outsider, di cui mi ha colpito molto la storia.
Il suo lavoro su Kasane e Mr. Nobody ha mostrato una grande abilità nel creare atmosfere drammatiche e investigative. In che modo queste prime esperienze hanno influenzato il tuo approccio alle opere di Lovecraft?
Gou Tanabe
Anche Kasane è stata un adattamento, in particolar modo di una delle performance teatrali intitolate proprio rakugo in giapponese, in cui c'è una persona che parla inginocchiata: l'ho scritto come training, quindi per fare esperienza, poiché anche Kasane è una storia horror e, come per Lovecraft, si trattava della trasposizione di qualcosa di già esistente. Mentre Mr. Nobody l'ho scritto perché volevo creare qualcosa di mio, ma in patria non è andato molto bene.
Il rakugo è un genere teatrale giapponese basato su monologhi narrati da un artista chiamato rakugo-ka, che si esibisce inginocchiato (in posizione seiza) su un cuscino. Indossa un kimono e utilizza un ventaglio di carta (sensu) e un lembo di tessuto (tenugui) per rappresentare vari oggetti, dando vita ai personaggi e alle situazioni della storia. Nato nel XVII secolo durante il periodo Edo, il rakugo è caratterizzato da brevi storie, spesso farsesche. Si distingue in due principali scuole regionali, quella di Tokyo (Edo-rakugo) e quella di Ōsaka (Kamigata-rakugo), e in due generi: classico (basato su storie antiche) e moderno (con racconti nuovi).
Federica Polino
Il suo stile di disegno è noto per essere molto dettagliato, volto a catturare le atmosfere, le espressioni dei protagonisti: che si tratti di odio, rabbia, gioia (poca) o orrore, al lettore basta uno sguardo per captare le emozioni che stanno vivendo i personaggi. Come riesce a bilanciare la complessità del dettaglio con la creazione di un'atmosfera opprimente e misteriosa, quasi claustrofobica?
Gou Tanabe
La chiave è nella mia tecnica in 3D: dopo essermi creato un'immagine mentale e aver realizzato schizzi e bozze a mano libera, li rielaboro in 3D per per rendermi conto dell'equilibrio di tutti gli elementi. Inizio poi a studiare nei dettagli in che posizione collocare il mirino della telecamera, dopodiché li ridisegno a mano libera. Oltretutto, durante il passaggio in 3D, mi avvalgo anche dell'uso di un manichino, il che mi permette di avere tutti gli elementi al posto giusto e di capire anche dove posizionare le ombre dei miei personaggi.
Il colore venuto dallo spazio - Gou Tanabe, J-POP, Amazon
Federica Polino
Quindi è per questo che sono così realistici e che l'orrore è reale! E' per questo motivo che abbiamo avuto non pochi incubi durante la lettura delle sue opere, soprattutto per quanto riguarda L'Orrore di Dunwich: i tratti somatici del personaggio principale, a metà tra un essere umano e un demone.
Gou Tanabe
Che bello, grazie! Gli occhi, vero? E davvero lo avete sognato? Ne sono lieto! [ride]
L'orrore di Dunwich - Gou Tanabe, J-POP, Amazon
Federica Polino
Sì, assolutamente! Ha funzionato alla perfezione! Quale tra le creature partorite dalla mente di Lovecraft non vedeva l'ora di realizzare?
Gou Tanabe
Li adoro tutti, adoro tutti i mostri, a partire da Chtulhu, sino al vecchietto decrepito di una delle sue storie: adoro tutti i personaggi strambi.
Federica Polino
Riallacciandoci al discorso precedente, c'è stata un'opera in particolare che l'ha fatta spaventare a tal punto da tornare bambino?
Gou Tanabe
In realtà ti risponderei tutte, perché nel momento in cui disegno ho il batticuore e mi sembra di tornare bambino dando vita a queste creature.
L'orrore di Dunwich - Gou Tanabe, J-POP, Amazon
Federica Polino
Nel suo lavoro, utilizza spesso il forte contrasto che viene a crearsi dalla contrapposizione tra bianco e nero, e questo contribuisce ad alimentare paura e terrore: qual è il significato di questa scelta stilistica?
Gou Tanabe
Ho sempre amato i disegni con le ombre forti, anche in Kasane ho utilizzato molto questa tecnica e per Lovecraft credo sia perfetto questo stile di disegno.
C’è un racconto di Lovecraft che vorrebbe ancora adattare ma che non ha ancora avuto l'opportunità di affrontare? Se sì, cosa la attira particolarmente di quella storia?
Gou Tanabe
Sì, vorrei trasporre tutte le opere di Lovecraft in realtà, ma la decisione va sempre all'editor Shimizu-san, poiché è lui che riesce a capire se può avere o meno successo l'opera: io propongo i titoli, ma l'ordine di uscita lo decide Shimizu-san. Attualmente siamo impegnati in alcuni racconti brevi di Dreamland, però dopo quest'ultimo vorremmo pubblicare un'opera più lunga: con Dreamland, difatti, sto cercando di migliorare ulteriormente la mia tecnica di narrazione e scoprire altre tecniche di disegno, in quanto si tratta di storie dark fantasy e meno horror.
Le Dreamland di H.P. Lovecraft sono una dimensione onirica e fantastica ispirata a un mondo antico: tuttavia, questo luogo è accessibile solo a determinati sognatori, soprattutto giovani, mentre gli adulti perdono gradualmente la capacità di accedervi. È una realtà più collegata ai concetti di poesia e bellezza che alla logica terrena. Per entrare nelle Dreamland si scende una scalinata onirica che porta alla caverna della fiamma, sorvegliata dai sacerdoti Nasht e Kaman-Than, i quali testano la dignità del viaggiatore. Oltretutto, nelle Dreamland il tempo scorre in modo diverso e permette lunghe esistenze.
Federica Polino
Ci parli un po' de I Gatti di Ulthar, la sua nuova trasposizione illustrata di uno dei primissimi racconti di Lovecraft: avrà dovuto illustrare parecchi gatti! Qual è il tuo rapporto con gli animali? E cosa ti piace disegnare quando non stai lavorando a qualche manga?
Gou Tanabe
Io ho tre gatti! Ho dipinto una stanza completamente di bianco, sia le pareti che il pavimento, per far risaltare il colore dei miei gatti [ride]. Sono così morbidi! Tuttavia, non ho disegni in particolare che mi piace realizzare nel tempo libero, ma mi esercito a copiare le cose così come sono: ad esempio, se devo gettare via qualcosa, mi esercito prima a disegnarla. [procede a mostrare il suo sketch-book personale] Gli uomini disegnano supereroi muscolosi, mentre io...i rifiuti! [ride]
Maestro, la ringraziamo nuovamente per questa intervista e speriamo di poterla nuovamente incontrare in futuro: le auguriamo davvero tanta fortuna per I Gatti di Ulthar e per la sua carriera in generale.