Il Corvo: i film e le serie TV e l'ordine in cui guardarli in streaming

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Autore: Manuel Enrico ,

Nel tumultuoso panorama del cinema degli anni '90, quando il genere dei fumetti stava ancora cercando di affermarsi, Il Corvo emerse come un'opera oscura e affascinante, dando il via a qualcosa di simile a un franchise. Sullo sfondo di tentativi poco convincenti nell'adattare personaggi dei comics dopo i successi di Superman e Batman, questo adattamento del graphic novel di James O'Barr si distinse, offrendo una narrazione cruda di vendetta e redenzione. 

Grazie a quel successo, Il Corvo perseverò, diventando un cult e preparando il terreno per un franchise. Mentre Blade inaugurava una nuova era per il genere dei cinecomics solo quattro anni più tardi, Il Corvo si impose immediatamente come un punto di riferimento per una narrazione più oscura e matura nel mondo del cinema, ancora oggi inarrivabile. 

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Il Corvo (1994)

Al vertice del franchise si erge un capolavoro cinematografico che trascende i confini del suo genere, spinto dall'indimenticabile interpretazione di Brandon Lee. Diretto da Alex Proyas, Il Corvo (The Crow) è un tour de force di eleganza gotica che immerge gli spettatori in un mondo intriso di oscurità e disperazione. L'attenzione meticolosa di Proyas ai dettagli visivi conferisce al film una ricchezza atmosferica, evocando un arazzo suggestivo e inquietante su cui si dipana la storia di vendetta.

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Al centro del successo del film c'è l'iconica interpretazione di Lee, una performance che risuona con un'intensità toccante. Sostenuto da un cast eccezionale, tra cui la presenza magnetica di Michael Wincott e la gravitas di Ernie Hudson, Il Corvo intreccia una narrazione che trascende la semplice fantasia di vendetta, esplorando con rara sensibilità temi come il dolore, la perdita e la redenzione. È in queste profondità emotive che il film trova la sua vera risonanza, toccando il pubblico con la sua umanità cruda e le sue intuizioni profonde.

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Inoltre, Il Corvo incanta con le sue sequenze d'azione esaltanti, infuse con l'energia cinetica che ricorda i tratti stilistici di John Woo. Ogni scontro vibra di intensità, coreografato con precisione per offrire momenti di emozione mozzafiato.

Eppure, in mezzo al caos adrenalinico, il film non perde mai di vista il suo nucleo emotivo, ancorando il suo spettacolo in una narrazione di profonda risonanza emotiva, complice una colonna sonora specchio del periodo. Mentre il corvo vola sul grande schermo, lascia un segno indelebile nella storia del cinema, un testamento senza tempo al potere duraturo della narrazione e allo spirito immortale della vendetta.

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Il Corvo 2 (1996)

Il Corvo 2 (The Crow: City of Angels) è un'eco cupa del suo predecessore, diviso tra ambizione artistica e interferenze dello studio. Inizialmente concepito dal regista Tim Pope come un'esplorazione contemplativa del dolore e della redenzione attraverso un nuovo protagonista, il film cadde vittima di una pesante rielaborazione da parte dello studio, che ne spogliò la profondità originaria.

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Ciò che doveva essere una storia sfumata di malinconia venne trasformata in una narrazione di vendetta convenzionale, una trasformazione che portò Pope ad abbandonare l'industria cinematografica per 20 anni.

Metà della storia fu rimossa, poiché ordinarono ai montatori di replicare la trama del primo film con dei flashback. Anche quando ero tornato nel Regno Unito pensando che l'incubo fosse finito, mi chiamarono per chiedermi se desideravo vedere il cosiddetto "director's cut," al quale non avevo avuto alcun ruolo. Rifiutai categoricamente di contribuire al DVD/Blu-Ray con un commento. Il risultato di questa esperienza fu che non volevo realizzare un altro film per molti anni.

Nonostante la sua travagliata storia di produzione e la narrativa frammentaria, The Crow: City of Angels custodisce dei barlumi di promessa nel caos. Ancorato da un cast formidabile, incluso l'enigmatica presenza di Iggy Pop, il film riesce a salvare momenti di brillantezza nel suo tumultuoso percorso.

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Ambientato in una visione fumosa e desolata di Los Angeles, Il Corvo 2 affascina con la sua visionarietà e le sue estetiche inquietanti, offrendo uno spettacolo visivo per i sensi.

Purtroppo sotto questo splendore visivo si cela una storia segnata da incongruenze narrative e opportunità mancate. Sebbene  Il Corvo 2 abbia rari momenti di fascino, il suo vero potenziale rimane offuscato dalle ingerenze dello studio. 

The Crow: Stairway to Heaven (1998)

Come spesso accadeva a fine anni '90, un successo al cinema spingeva a tentare la medesima strada in ambito seriale. Nonostante insuccessi come la serie tratta da Robocop, anche Eric Draven fu considerato un potenziale soggetto per il pubblico televisivo. 

Interpretato da Marc Dacascos, in questa versione Eric ha la medesima origin story del fumetto, ma nei ventidue episodi che compongono l'unica stagione la narrazione si espande arrivando, purtroppo, a un finale pensato come cliffhanger per un secondo arco narrativo, mai realizzato causa chiusura della serie, nonostante un'ottima accoglienza da parte del pubblico. 

Il Corvo: Salvation (2000)

Inizialmente previsto per unìuscita cinematografica, Il Corvo: Salvation (The Crow: Salvation) prese una deviazione inaspettata verso il mercato del direct-to-video, uno spostamento che forse preannunciava la sua accoglienza tiepida.

Eric Mabius assume il ruolo del protagonista vendicatore, un uomo ingiustamente condannato a morte per un crimine che non ha commesso, solo per tornare dall'abisso in cerca di vendetta. Sebbene la partecipazione di Kirsten Dunst in uno dei suoi primi ruoli prominenti aggiunga un barlume di celebrità, il film fatica a ritagliarsi una propria identità all'interno del franchise.

Questo terzo capitolo rimane vittima dei tipici difetti della ripetizione sterile, somigliando più a una imitazione diluita che a una degna continuazione. Riciclando elementi della trama e archetipi dei personaggi dai predecessori, il film inciampa nel tentativo di percorrere nuovi sentieri.

Invece di costruire sul ricco arazzo della mitologia del franchise, il film ricorre a una superficiale imitazione, priva della scintilla innovativa che un tempo aveva acceso la serie. Inoltre, la sua propensione per la violenza gratuita, a volte al limite del sensazionalismo per mero shock, offusca ulteriormente il suo già sbiadito fascino.

Mentre Eric Mabius offre una performance degna di nota, infondendo al suo personaggio una intensa smania, Il Corvo: Salvation alla fine non riesce a elevarsi sopra la sua natura derivativa. La sua discesa nella mediocrità narrativa e nella banalità estetica serve da monito contro i pericoli della stagnazione creativa.

Il Corvo: Preghiera Maledetta (2005)

Non solo ultimo in ordine di uscita in sala, ma anche come gradimento da parte del pubblico: Il Corvo: Preghiera Maledetta (The Crow: Wicked Prayer). Considerato non solo il sequel più debole del , ma anche uno dei peggiori sequel mai realizzati, incarna una cascata di difetti. Edward Furlong, noto per il suo ruolo di John Connor in Terminator 2: Il Giorno del Giudizio, si ritrova tristemente fuori posto, cercando vanamente di dare spessore a un personaggio travolto da una trama dissonante.

In questo capitolo, il Corvo cerca vendetta per l'orribile omicidio della sua fidanzata per mano di satanisti, guidati dall'improbabile duo formato da Tara Reid e David Boreanaz. 

Il film si dipana come una cupa processione attraverso un paesaggio rovinato da sequenze d'azione deludenti, performance poco brillanti e una palpabile assenza del fascino crudo che aveva definito i suoi predecessori. Il Corvo: Preghiera Maledetta serve da monito che anche i franchise più duraturi non sono immuni ai pericoli di un'ambizione mal diretta.

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