Buon Compleanno Martin Scorsese! I suoi film migliori per festeggialo

Da Taxi Driver a Toro Scatenato, da The Departed a The Wolf of Wall Street: sono alcuni dei migliori film del maestro Scorsese, che oggi compie gli anni.

Immagine di Buon Compleanno Martin Scorsese! I suoi film migliori per festeggialo
Autore: Emanuele Zambon ,

Domenica in chiesa, lunedì all'inferno. Gangster in abiti sgargianti e antieroi maledetti. Squilli di trombe e condanna all'oblio. È il cinema dei chiaroscuri, quello a cui ha dato vita Martin Scorsese. Ascese colorate di dollari fumanti e cadute rovinose, il più delle volte bagnate dal sangue.

Advertisement

Vi è tanto venerdì di passione e poca domenica di resurrezione nella filmografia del regista che oggi 17 novembre festeggia il suo compleanno! Un regista che assieme a Coppola, Peckinpah, Altman e De Palma ha imposto un cambiamento radicale a partire dalla metà degli anni 60 attraverso la rottura di schemi fino allora consolidati e la contaminazione con la Nouvelle Vague e il cinema di genere che all'epoca andava affermandosi in Italia.

La New Hollywood ha costretto il cinema a stelle e strisce ad affacciarsi oltreoceano, a imparare la lezione del Neorealismo e a divenire più sensibile alle forti tensioni sociali di quel periodo, squarciato dalla Guerra del Vietnam e dal tramonto inesorabile del sogno americano.

Nessuno come Martin Scorsese ha saputo coniugare cinema indipendente e logica mainstream, storia personale e suggestioni europee. Nel cinema del cineasta cresciuto nella Little Italy esplodono come in preda alla schizofrenia memorie giovanili - la dura vita di un ragazzino asmatico alle prese con fede, gangster di quartiere e settima arte - e lucida analisi della realtà, con particolare attenzione a fotografare figure borderline di bassa estrazione sociale.

Il regista impone il proprio marchio già a partire dal corto in 16mm La grande rasatura del 67, storia di un uomo che si rade fino a tagliarsi la gola. I riferimenti al Vietnam sono già evidenti, così come un certo gusto per lo splatter.

Advertisement

Dopo la parentesi nella factory di Roger Corman - celebre produttore di horror a basso costo - Scorsese inaugura il 'suo' cinema, che unisce il sacro al profano e che diviene Vangelo (artistico, s'intende) per le nuove generazioni: è in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno che affiorano l'infanzia caratterizzata da una forte credenza religiosa e la giovinezza spesa nella Little Italy. Il film segna l'inizio della prolifica collaborazione fra Scorsese e Robert De Niro. I due gireranno 10 film insieme.

Il cineasta, che nel corso della sua attività professionale ha saputo trasportare su celluloide la migliore tradizione tragica e melodrammatica, ha segnato un'epoca con una serie di titoli indimenticabili, il cui denominatore comune è rappresentato dalla raffigurazione impietosa di emarginati statunitensi. Ed è proprio il drop out più famoso della storia del cinema - il Travis Bickle di Taxi Driver - che consente a Scorsese di aggiudicarsi la Palma d'oro al Festival di Cannes del '76.

Seguiranno altre pellicole permeate da una latente tragicità: da Toro scatenato - vincitore di due Premi Oscar - a Re per una notte, dai gangster movie Quei bravi ragazzi e Casinò a L'età dell'innocenza.

Scorsese graffia il grande schermo con uno stile che trova una precisa identità nell'iperrealismo, nell'utilizzo reiterato del piano-sequenza e in alcuni movimenti virtuosi della macchina da presa, valorizzati in pieno da scenografie sontuose e da una fotografia impeccabile.

Advertisement

Per certi versi, il filmaker di origini italiane si impone agli occhi del pubblico cinematografico allo stesso modo di quanto farà contemporaneamente Gianni Versace nella moda: rompe gli schemi, satura di eccessi le sue pellicole, fa trasparire nelle opere esperienze e gusti personali.

Se Fuori orario, pellicola indipendente divenuta nel tempo un vero e proprio cult, può sembrare quasi un unicum nel panorama scorsesiano, il trittico ideale formato da L'ultima tentazione di Cristo, Kundun e Silence rispecchia fedelmente la sacralità che permea il pensiero del regista classe '42, declinata in un'altalena di peccato ed espiazione, in un continuo valzer di Bene e Male che soffoca quasi sempre i personaggi dei suoi film.

Spogliate di qualsivoglia aspetto religioso, sono parabole cristologiche pure quelle che hanno per protagonisti l'Henry Hill di Quei bravi ragazzi, l'aviatore tormentato Howard Hughes e il broker Jordan Belfort di The Wolf of Wall Street, l'ultima collaborazione tra Scorsese e il suo 'De Niro degli anni 2000', vale a dire Leonardo DiCaprio, vero e proprio feticcio grazie a titoli come The Departed, Gangs of New York, Shutter Island e The Aviator.

Non vi è (quasi) mai redenzione nel cinema scorsesiano, sempre in bilico tra spiritualità e materialismo. La violenza - che esplode quasi sempre in maniera improvvisa e scioccante - è invece una presenza costante (si pensi alle uccisioni di Billy Batts e Tommy DeVito in Quei bravi ragazzi oppure alla sanguinosa faida sulla neve in Gangs of New York), al pari delle grandi metropoli e del rock’n’roll, altro grande attore non protagonista all'interno della filmografia del cineasta.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!