Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Scott Snyder. Il pluripremiato autore vincitore di ben tre Eisner Awards, un Harvey Award e un Eagle Award, è stato ospite di Star Comics in occasione di Lucca Comics & Games 2024 coranando lo Scottobre ovvero il mese in cui l'editore perugino ha lanciato ben 4 volumi autoconclusivi che ha l'autore ha firmato con altrettanti disegnatori. Si tratta di We Have Demons, Clear, Barnstormers: A Ballad of Love and Murder e Night of the Ghoul.
Con l'autore abbiamo parlato del progetto dietro questi volumi, del suo processo creativo con i disegnatori con cui ha collaborato e di scrittura ma anche a sorpresa di manga e della loro influenza nel mondo dei fumetti in generale.
Conoscevo Tula [Lotay - la disegnatrice di Barnstormers - NdA] così sono andato da lei e le ho chiesto cosa avrebbe voluto disegnare. Mi ha detto che le sarebbe piaciuto fare qualcosa di romantico, ambientato negli anni 20. Gli anni 20 piacciono anche a me soprattutto la cultura legata all'aeronautica dell'epoca - come le persone giovani tornate dalla guerra avessero trasformato il volare in una forma di intrattenimento, il barnstorming appunto - a Tula è piaciuta molto l'idea di unire le due cose ed è nato il fumetto che ora abbiamo qui davanti.
È stato un processo creativo molto diverso rispetto a scrivere Batman dove la sceneggiatura deve essere approvata da DC e così via... qui l'idea era fare qualcosa che piacesse ad entrambi, lavorare in team ma dall'inizio.
È interessante perché scrivere una storia di fantascienza significa scrivere di quello di cui hai paura ma ambientato in un futuro ipotetico, possibile. Confrontandomi con Francis abbiamo capito che avevamo paura della stessa cosa, la mancanza di sicurezza e di certezze. È una cosa molto sentita da noi negli Stati Uniti, ognuno si costruisce la propria realtà o verità... se fai una ricerca su internet o cerchi una canzone, gli algoritmi ti danno di più di quello che già ti piace amplificando il senso di bolla anziché farti scoprire cose che non pensavi ti sarebbero potute piacere, allargando i tuoi orizzonti.
È il mondo descritto in Clear in pratica, dove le lenti - gli innesti neurali - ti fanno vivere la realtà che vuoi e solo quella.
Le origini di Night of the Ghoul risalgono al COVID, sia io che Francesco siamo amanti dei classici monster movies della Universal. Ne abbiamo visti entrambi tanti durante il lockdown e così messaggiando abbiamo pensato: "e se volessimo fare un fumetto creando un nuovo classic monster o magari per raccontare un film su di esso?". È stato molto divertente.
Alla fine l'ho chiamato e gli ho spiegato che semplicemente dovevo imparare e che scrivere Batman era abbastanza spaventoso. Lui ha capito e così pian piano mi ha mostrato come scrivere la sceneggiatura per un fumetto in maniera più efficace per un disegnatore. Mi sono sciolto e sono diventato più flessibile, ora posso scrivergli "Greg da pagina 2 a pagina 5 succede questo e il mood è questo, questi sono i dialoghi... fai tu!" prima invece tendevo a fare troppo il regista... stringi questo, allarga quest'altro e così via... Questa cosa si nota credo da Batman #5 (2011) in poi.
Siamo diventati grandi amici, ci sentiamo tutti i giorni ed è un fantastico partner con cui lavorare.
Sono accessibili, ci sono piattaforme in cui è possibile leggerli in binge-reading in digitale con un abbonamento fisso e riesco a catturare l'attenzione di lettori molto giovani grazie a personaggi ben studiati.
Le case editrici di supereroi per esempio hanno molto da imparare in questo senso: l'offerta per esempio, volumi con più pagine dal costo più accessibile, starting point da cui poter partire senza dover sapere tutto su un personaggio.
È l'approccio che sto provando con Absolute Batman e lo stile di Nick Dragotta è molto influenzato dal manga...
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