L'addio a Charles Xavier era il capitolo finale de Gli Insuperabili X-Men, serie animata cult degli anni ’90 con cui i mutanti di Marvel Comics conquistarono una nuova generazione di appassionati. Vennero poi i film di Synger, altre serie animate e ora si attenda con ansia l’esordio dei Figli dell’Atomo nel Marvel Cinematic Universe, ma la versione animata degli anni 90 è rimasta nel cuore dei fan. Una passione che viene ora rinnovata con X-Men 97, nuova serie animata in arrivo su Disney Plus dal 20 marzo, erede spirituale di X-Men: The Animated Series.
Riprendendo la storia dagli eventi dell’ultimo episodio di X-Men: The Animated Series, X-Men 97 ci porta indietro nel tempo, raccontando come i mutanti guidati da Ciclope, Tempesta e Wolverine affronteranno le nuove minacce privi della guida del Professor X.
X-Men 97: la serie mutante raccontata dal produttore Jake Castorena
Prima di addentrarci nella visione della serie, abbiamo incontrato il produttore e regista della serie, Jake Castorena, che ci ha accompagnato alla scoperta delle vene ispiratrici di X-Men ’97.
Serie che nasce non solo per soddisfare la passione degli appassionati dei mutanti marveliani, ma anche sfruttare una certa nostalgia di chi è cresciuto con la serie originale. Necessario quindi trovare un punto di contatto tra il richiamo nostalgico e l’avvicinare un nuovo pubblico, che potrebbe in seguito voler recuperare la serie originale, disponibile su Disney+ .
Castorena non nasconde che questa è stata uno degli aspetti centrali nella lavorazione di X-Men 97:
Questa è un'ottima domanda. Per fortuna, molte di quelle cose sono state capite da Beau de Mayo, e dal team. Molto prima di me, che fossi invitato a giocare con gli X-Men. Sai, grazie a Brad Winderbaum, decisero di farlo. Furono loro voler r far rivivere la serie degli X-Men, non facendo un reboot, ma un revival spirituale. Quindi, quando lo fai, quando giochi con queste storie, che già un po’ ti danno parametri su cosa fare e cosa non fare, il mio lavoro era entrare, lavorare in tandem con la visione e aiutare a definire quei parametri della storia. Ciò che è troppo elegante, ciò che sembra troppo tecnologicamente avanzato per quella serie, per quel periodo, cos' è che sembra troppo datato, dove possiamo trovarlo?
La scelta di proseguire la narrazione dagli eventi di Xavier, addio ha portato a cercare una particolare cifra stilistica.
Pur rispettando il canone visivo della serie originale, era impensabile non adeguare lo stile di un prodotto degli anni ’90, che già all’epoca aveva affrontato problematiche realizzative, alle esigenze non solo contemporanee, ma anche agli stilemi dell’evoluzione dell’animazione di quegli anni, come ricorda Castorena:
Fare un po' di modernizzazione, mentre per lo storytelling, la coreografia, i linguaggi cinematografici, ma sai che, tutto si riduce alla scrittura per avere i personaggi che sanno come parlarsi, il dialogo che hanno senso, il modo in cui trasportano il peso, il modo in cui si parlano, sai, anche questa è una parte importante.
E anche come giriamo, come filmiamo, guardando un sacco di cinema e animazione e TV dell'epoca, tra il 96 e il 98. Cosa c'era di interessante in quel momento? A cosa ci si ispirava allora? Cos'era, cosa c'era di innovativo, quello che era considerato un punto fermo, ciò che era cinematografico, nell’animazione? Ciò che veniva spinto, che tipo di anime veniva fatto in quel periodo e prendere tutto questo in considerazione per aiutare a spingere il mezzo dello spettacolo ma mentre continui a farlo sentire come se fosse lo spettacolo che ami e ricordi.
X-Men: The Animated Series era nata non solo come serie animata sugli X-Men, ma aveva attinto ad alcune delle saghe essenziali dell’universo mutante, come Giorni di un futuro passato o la Saga di Fenice. Storie figlie del loro tempo, che rendevano al meglio il ‘mondo fuori dalla finestra’ che tanto stava a cuore a Stan Lee.
Il nuovo corso di X-Men ’97 mantiene questa tradizione, andando a cercare racconti cult degli X-Men. Nei primi tre episodi visti in anteprima abbiamo ritrovato atmosfere vicine a caposaldi fumettistici come Il Processo di Magneto, Vitamorte o Inferno. Storie dal tono più duro rispetto al passato, molto più violente sul piano emotivo, ma come ci ha spiegato Castorena, questi X-Men sono cresciuti e devono affrontare momenti più duri, rispecchiando ancora una volta il mondo contemporaneo e le sfide che quest’ultimo ha vissuto dai tempi della fine della vecchia serie:
Sono cresciuti come vecchi fan, assolutamente. Sono adulti. Certo. E sono davvero contento che tu ne abbia parlato perché era una dichiarazione d'intenti che Beau de MAyo e il suo team hanno messo nella Bibbia fin dal primo giorno. La Bibbia, come quando mi hanno portato al colloquio e mentre chiacchieravamo. Mi mostrarono la Bibbia che tipo di spettacolo avrebbero fatto e che, sì, era lì. È così, sai che ci siamo passati, voglio dire, abbiamo superato Pandemia, 11 settembre. Così tanti solo da lì. Sai che ci sono così tante cose in questa linea temporale, giusto, che la nostra generazione ha appena vissuto. Quindi l'età dell'innocenza che la trattiene è perduta? Sai qual è lo scopo? Sai dov'è la mia trappola? Tutte queste domande che tutti ci poniamo sono giuste. Come individui, come persone. Come umani. Era radicato negli X-Men, nella Bibbia, nei personaggi, nella storia, nella la scrittura dal primo giorno.
Perché è vero. Siamo cresciuti, le lenti sono cambiate. Siamo così esposti, molto di più in questi giorni. Molto di più. La voglia di nostalgia è molto reale e quindi perché no. Approfittatene e appoggiatevi a questo per le persone che vogliono avere qualcosa da dire e parlare, sai, perché ci siamo passati tutti. Ci siamo cresciuti.
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