Yu Yu Hakusho: le differenze tra anime e live action

Autore: Federica Polino ,

Eccoci qui con un elenco dettagliato delle differenze sostanziali tra l’anime e il nuovo Live-action targato Netflix di Yu Yu Hakusho, una delle primissime opere del maestro Yoshihiro Togashi, di cui abbiamo già ampiamente discusso in un articolo dedicato (recupera la recensione Yu Yu Hakusho, recensione: Netflix prova a ripetere il successo di One Piece)

Malgrado dal nostro punto di vista l’adattamento risulti godibilissimo, il risultato finale è ben lontano dalla “perfezione” a causa di innumerevoli problemi già citati: uno fra questi è la “condensazione” della trama originale, che subisce numerosi tagli, semplificando eventi canonici, significativi e spogliando di profondità alcuni interessantissimi personaggi.  

La storia originale di Yusuke Urameshi e i suoi compagni si dilata a macchia d'olio, si espande, mostrandoci nel dettaglio l'immenso Mondo creato dal maestro Togashi, e per farlo si suddivide in Quattro grandi Archi Narrativi, degno di uno shonen che si rispetti: l'Arco del Detective degli Spiriti, l'Arco del Torneo delle Arti Marziali Nere, l'Arco del Capitolo Nero e Sensui, l'Arco dei Tre Re.

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La prima stagione della serie live-action propone l'adattamento più o meno fedele dei primi due archi (che coprono più della metà della trama originale), ma le differenze sono “lampanti”, e ai più attenti non saranno certamente sfuggite: alcune ci si sono palesate dinanzi agli occhi come un treno in pieno volto, altre, più subdole, sono da ricercare nei meandri dell’anime del lontano 95. 

Yu Yu Hakusho, le differenze tra anime e live-action:

Il doppiaggio italiano

Partiamo con una nota a favore del live-action, perché in questo adattamento il doppiaggio italiano non risulta raffazzonato e casuale come quello del vecchio anime.

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 Il re-casting dei doppiatori funziona, i dialoghi non sono stati stravolti del tutto, nulla risulta fuori contesto o fuori sincrono (perché sì, accade anche questo), e questo restituisce spessore ai discorsi tra personaggi.

L’età degli interpreti

Yusuke e Keiko, nell’opera originale, sono due ragazzini di appena quattordici anni. Nel live-action tutti i personaggi hanno qualche anno in più: dai sedici ai diciassette anni, a riprova dell’idea che si tratti di un prodotto più “maturo” rispetto all’opera originale.

Yusuke torna immediatamente in vita

Nell’anime, Yusuke è costretto a portare a termine una serie di “prove” prima di poter resuscitare: deve “dimostrare di avere un cuore puro”.

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Mentre nel live-action, quando Botan lo informa che la sua dipartita ha creato scompiglio nel Regno degli Spiriti, propone immediatamente al giovane di tornare in vita.

Un piccolo Enma non tanto “piccolo”

Il figlio del re del Mondo degli Spiriti, il Piccolo Enma, colui che nomina Yusuke “Detective del Mondo degli spiriti”, nell’anime ci viene presentato come un lattante (corredato di ciucciotto).

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Nel live-action, invece, il piccolo Enma si presenta al pubblico nella sua forma adulta (sempre corredato di ciucciotto), il ché non ci è dispiaciuto affatto.

Lo Yokai-parassita

La prima vera differenza di rilievo tra anime e live-action scaturisce dalla presenza, durante il primo episodio, dello “yokai insetto”: nell’opera originale, questi disgustosi parassiti vengono inviati nel Mondo degli Umani (Ningenkai) dalle Quattro Venerabili Bestie, demoni potenti che intendono gettare il mondo nel caos.

L'assenza del torneo di Genkai 

Dopo essere diventato Detective del mondo degli spiriti, a Yusuke viene richiesto di partecipare al torneo di arti marziali indetto dall’anziana Genkai per scegliere il suo “successore e allievo”: il giovane dovrà sconfiggere il temibile demone Randa, e impedirgli di diventare allievo della maestra, poiché il suo oscuro intento è ucciderla per impadronirsi della sua tecnica.

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Dopo una serie di sfide, è Yusuke a diventare allievo di Genkai ed è sottoposto ad un duro allenamento di sei mesi (nella versione inglese, un mese nella versione giapponese del manga)i: alla fine apprende la tecnica micidiale della maestra, il Reigun.

L’assenza del Torneo è stato un duro colpo, poiché è proprio nel corso dell’evento (e del successivo addestramento) che si sviluppa e matura il rapporto tra i due: nell’anime pari a quello tra una madre e il proprio figlioccio, nel live-action tristemente ridimensionato.

Le innumerevoli sottotrame filler

Oltre al recupero dei tre tesori dell’oltretomba, nel nuovo adattamento mancano gli altri casi portati a termine da Yusuke. Un peccato (da un lato), considerando che sarebbero serviti a trasportare lo spettatore neofita nel vivo della narrazione e a fargli apprezzare il worldbuilnding creato da Togashi.

L'assenza delle Quattro Venerabili Bestie

Spicca tra i “Grandi Assenti” del Live-action l’Arco breve, ma intenso, dei demoni Gembu, Byakko, Sairyu e Suzaku. Nell'anime Yusuke dovrà affrontarli, ma non lo farà da solo: ad aiutarlo ci saranno Kurama e Hiei, oltre all’immancabile Kuwabara, ed è proprio durante questi episodi che i rapporti tra personaggi principali si fortificheranno.

I quattro impareranno a fidarsi gli uni degli altri, tra momenti divertenti, battutacce e combattimenti al cardiopalma, divenendo a tutti gli effetti un team. Il Team Urameshi.

Il finto rapimento di Keiko

Nell’anime, Hiei rapisce realmente Keiko, con l’obiettivo di tramutarla in demone. Nel live-action, invece, ciò non accade: è Toguro maggiore che, assunte le sembianze di Hiei, rapisce la ragazza, consentendo a Yusuke di allearsi immediatamente con il demone-spadaccino.

Netflix
Hiei e il drago nero
Hiei

L'assenza del torneo delle arti marziali nere e il Nero Nero Club

Ed eccoci qua, giunti alla nota dolente che ci ha provocato maggiore dolore: l’assenza del Torneo delle arti marziali nere. Nel live-action il Torneo collima con il salvataggio di Yukina (e Keiko), ed è ridotto a mera operazione di soccorso, con qualche scazzottata (ben coreografata) qua e là.

Nell’anime, invece, ci troviamo dinanzi ad un Torneo vero e proprio, con tanto di Ring e divisione dei partecipanti in squadre: un torneo indetto dai membri miliardari del Nero Nero Club (il gruppo di miliardari scommettitori che vediamo nel corso del live-action), tra cui spicca per spietatezza il terrificante Sakyo, un umano dal passato particolare e l'ossessione per la morte.

Sebbene i quattro yokai con cui si scontrano i nostri protagonisti nel live-action siano a tutti gli effetti i componenti del team di Sakyo (Karasu\Corvo, Bui e i fratelli Toguro), l’assenza della struttura del Torneo e le splendide e sanguinosissime battaglie sono state un duro colpo per gli appassionati. 

Unica nota a favore del live-action, in tal caso, è stata l'aver adattato in parte il tremendo scontro tra Kurama e Karasu: in particolare la scena in cui le radici di una pianta iniziano a farsi strada tra le membra del nemico, condannandolo ad una morte atroce.

L'accenno al passato di Toguro e Genkai

La “presunta” storia tra Toguro minore e la maestra Genkai è stata sempre frutto di non poche ipotesi e congetture. Detto ciò, nel corso degli episodi dell’anime\manga veniamo a conoscenza del loro rapporto di profonda amicizia, del loro passato trascorso assieme, e dell’affetto che nutrono l’uno per l’altra.

Toguro, nell’anime, uccide Genkai poco prima dell’incontro con Yusuke: la donna ha donato al giovane tutta la sua forza, e nulla può contro un mostro del suo calibro.

Ma Toguro prende il suo gracile corpo e lo porta al cospetto del piccolo Enma, pregandolo di custodirlo: se il Team Urameshi dovesse vincere il Torneo delle arti marziali Nere, Yusuke e i suoi potrebbero esprimere il desiderio di farla tornare in vita (ed è, probabilmente, anche il motivo che spinge Toguro a non uccidere Kuwabara durante il loro combattimento).

Un vero peccato che nel live-action siano stati solo vagamente accennati sia il loro rapporto, sia la profondità di entrambi i personaggi. Bella, però, la scena finale tra i due, in cui appare una giovane Genkai in lacrime ad attenderlo nell’oltretomba per dirgli Addio.

Toguro minore: il sacrificato

Avrete ormai capito che personaggio incredibile sia il nostro caro yokai, ex umano, delineato minuziosamente da Togashi sia nel manga, che nell’anime: alla luce della storia del loro passato, vien’ da se pensare che il motivo che aveva spinto Toguro ad affrontare Urameshi fosse semplicemente quello di confrontarsi col potere che Genkai aveva donato al suo allievo e successore.

Lo spessore di un villain così profondo, tormentato dall’erronea idea di “non essere abbastanza forte” (a causa del trauma subito anni prima, quando un demone di nome Reikan ebbe trucidato i suoi compagni e lui, ancora in forma umana, non era riuscito a salvarli), divenuto demone per superare i suoi “limiti” e, soprattutto, per mettere a tacere quel suo lato sentimentale, “debole”, viene totalmente meno nell’adattamento live-action, nonostante l'ottima performance attoriale di Go Ayano, già noto per Rurôni Kenshin e Lupin III.

I ruoli ridotti di Botan e Keiko  

La prima relegata a macchietta poco divertente, la seconda a mero love-interest di Yusuke: nell’opera originale Keiko ha un carattere forte, e spesso tira al povero Yusuke delle sberle micidiali (addirittura più forti di quelle di Kiki in Dragon Ball).

La fine di Sakyo

Sakyo, giovane membro del Nero Nero Club, è un individuo sadico e un sociopatico che spesso mette la sua vita in gioco solo per avvertire un brivido. Nell'anime è lo sponsor del Team Toguro e si prefissa, come obiettivo, di usare i soldi della vincita del Torneo delle Arti Marziali Nere per costruire un portale che colleghi il Mondo degli Umani e quello dei Demoni.

Il motivo? Solo ed esclusivamente per "assistere a cosa accadrà". Convinto di vincere, mette anche stavolta la sua vita in gioco, ma i suoi piani vanno in fumo con la sconfitta di Toguro Minore: Sakyo, allora, fa esplodere la sede del torneo, morendo nell'impatto.

Nel live-action, invece, vediamo non solo il portale già in costruzione, ma il sadico personaggio si pianterà una pallottola in testa dopo aver assistito alla sconfitta di Toguro Minore, tenendo fede alla scommessa fatta in precedenza con il Piccolo Enma.

 

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