Alan Moore e Grant Morrison sono due tra i più grandi scrittori di fumetti di tutti i tempi. Entrambi hanno contribuito a plasmare il genere dei supereroi, ma le loro opinioni sul tema sono diametralmente opposte.
Moore, in particolare, è stato molto critico nei confronti dei supereroi negli ultimi anni. In un'intervista, ha dichiarato che il "sogno dei supereroi" è "essenzialmente fascista". Secondo Moore, i supereroi rappresentano una forma di oppressione, in quanto sono individui dotati di poteri sovrumani che vengono utilizzati per controllare e dominare gli altri.
Morrison, invece, ha una visione molto più positiva dei supereroi. In un articolo pubblicato sulla newsletter Xanaduum, ha risposto alle critiche di Moore, affermando che l'appello iniziale dei supereroi non aveva nulla a che fare con il loro potere di dominare i più deboli, ma piuttosto con il loro altruismo e la loro capacità di fare cose incredibili. Morrison conclude affermando che il sogno dei supereroi è "essenzialmente adolescenziale e romantico".
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Cosa sarebbe successo se i supereroi fossero esistiti davvero? Se un uomo, dopo un improbabile incidente, fosse diventato onnipotente e avesse preso il nome di Dottor Manhattan? Qualcuno ha ucciso il Comico, e i vigilanti dei tempi andati sono tornati in azione per indagare sul mistero. Nel frattempo il mondo scivola ogni giorno di più verso l’apocalisse sotto l’occhio attento dell’intelligentissimo Ozymandias.Le diverse prospettive
Le critiche di Moore si basano su una visione dei supereroi come figure autoritarie che rappresentano un pericolo per la democrazia. Moore sostiene che i supereroi sono spesso ritratti come individui infallibili e insuperabili, che possono fare ciò che vogliono senza essere tenuti a rispondere a nessuno. Questo, secondo Moore, può portare a una forma di pensiero totalitario, in cui le persone sono disposte ad accettare l'autorità di un individuo o di un gruppo senza discuterne.
La visione di Morrison, invece, è molto più positiva. Morrison sostiene che i supereroi sono figure positive che possono ispirare e motivare le persone. Morrison sottolinea che i supereroi sono spesso ritratti come individui che lottano per il bene e che sono disposti a sacrificare il proprio benessere per aiutare gli altri. Questo, secondo Morrison, può essere un messaggio importante per i giovani, che possono trovare nei supereroi dei modelli da seguire.
Una questione di interpretazione
In definitiva, la diatriba tra Moore e Morrison è una questione di interpretazione. Moore vede i supereroi come una minaccia, mentre Morrison li vede come una forza positiva. Entrambi i punti di vista sono validi e possono essere supportati da esempi concreti.
Tuttavia, è importante notare che la visione di Moore è più pessimista e cinica. Moore vede il mondo come un posto pericoloso, in cui le persone sono disposte a usare la violenza per ottenere ciò che vogliono. In questo contesto, i supereroi rappresentano una forma di oppressione, in quanto possono essere utilizzati per controllare e dominare gli altri.
La visione di Morrison, invece, è più ottimista e idealistica. Morrison vede il mondo come un posto pieno di possibilità, in cui le persone sono disposte ad aiutare gli altri. In questo contesto, i supereroi rappresentano una forza positiva, in quanto possono ispirare e motivare le persone a fare del bene.
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