Tokyo Revengers: scopriamo uno degli anime più di successo del 2021

Autore: Silvio Mazzitelli ,

Il 2021 è stato un anno pieno di anime e manga di successo, prosecuzione naturale di quel 2020 che ha visto Demon Slayer dominare in entrambe le sue versioni. Il successo della serie di Koyoaru Gotouge continua a essere costante grazie all’arrivo della seconda stagione al momento ancora in corso.

Quest’anno un altro importante manga ha visto un’enorme crescita di popolarità proprio grazie alla sua versione animata: stiamo parlando di Tokyo Revengers. Il successo, sia del manga che dell’anime, è stato enorme, tanto che nella classifica Oricon, ente giapponese che monitora ogni anno le vendite di libri e fumetti, la serie realizzata da Ken Wakui si è classificata al terzo posto con 24 milioni di volumi venduti in totale.

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Dopo essere approdato sul servizio streaming Crunchyroll, Tokyo Revengers è sbarcato anche su che ne ha acquisito i diritti di pubblicazione. Proprio analizzando la controparte animata andiamo a scoprire i segreti del successo di Tokyo Revengers.

Le origini di Tokyo Revengers

La storia di Tokyo Revengers affascina perché riesce a unire dei generi all’apparenza molto lontani tra loro in un intreccio narrativo unico. L’opera creata da Ken Wakui infatti è in parte una classica storia sulle bande di teppisti motorizzati giapponesi conosciuti anche come Bousuzoku.

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Queste bande di motociclisti erano molto in voga in Giappone tra gli anni ’80 e gli anni ’90, tanto che il loro numero in quel periodo in tutto il paese nipponico ruotava intorno ai circa 40 mila membri. Il numero calò con il tempo e l’inasprirsi delle leggi contro le bande motorizzare soprattutto a partire dai primi anni del 2000, tanto da andare molto sotto i 10 mila membri in totale. Sembra però che negli ultimi anni questi gruppi stiano lentamente ritornando popolari.

Sono tanti i manga che ne hanno dipinto le gesta, tra i tanti ricordiamo Shonan Junai Gumi (prequel di GTO), Crows, Worst e molti altri. Il fascino dei Bousuzoku ha sempre ammaliato gran parte del pubblico giapponese, perché questi personaggi erano un po’ degli antieroi e non soltanto dei semplici teppisti di strada. Certo, sicuramente non mancavano i criminali tra le fila di queste bande, ma molti dei giovani che entravano a farne parte erano un po’ dei ribelli che non volevano sottostare alle rigide regole sociali giapponesi.

I vari gruppi inoltre, avevano una gerarchia tra i membri molto marcata e diverse regole ferree, tra cui anche il non coinvolgere chi non centrava in liti con altre bande di motociclisti o non recar danno ai civili. Proprio per questi motivi, nonostante la dura guerra delle forze dell’ordine giapponesi contro queste bande in passato, la figura dei Bousuzoku ancora oggi rappresenta un po’ un archetipo dell’antieroe della società giapponese.

Di cosa parla Tokyo Revengers

In Tokyo Revengers una delle bande di motociclisti chiamata Tokyo Manji Gang, sarà il fulcro dell’intera storia insieme a tutti i suoi membri. Ma non è finita qui. Se le vicende di una banda di giovani ribelli rappresenta un classico nel mondo dei manga giapponesi, l’autore ha voluto inserire un elemento unico all’interno della trama: i viaggi nel tempo.

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Il protagonista del manga è Takemichi Hanagaki, un ragazzo di 26 anni che vive un po’ alla giornata lavorando part time in un negozio di noleggio video, con molti rimpianti riguardo al suo passato. Un giorno, guardando il telegiornale, scopre che l’unica ragazza che ha mai avuta nella sua vita, Hinata Tachibana, è morta in un incidente provocato proprio dalla Tokyo Manji Gang. Banda che frequentava ai tempi delle medie proprio quando stava insieme ad Hinata.

Mentre ripensa al passato su una banchina della metro, Takemichi viene spinto improvvisamente sui binari proprio quando il treno è in arrivo pronto a travolgerlo, ma invece di morire il giovane si ritrova nel suo corpo del passato, più precisamente 12 anni prima quando era ancora alle scuole medie. Ben presto Takemichi capirà di essere realmente finito nel passato, e che le sue azioni hanno delle ripercussioni anche nel presente da cui è arrivato.

Per un motivo misterioso infatti, stringendo la mano del fratello di Hinata, Naoto Tachiabana, è in grado di viaggiare tra il presente e il passato. Naoto nel presente è un poliziotto e capito il misterioso potere del ragazzo decide di aiutarlo a salvare la sorella dalla morte. Takemichi decide quindi di entrare nella Tokyo Manji Gang e di cambiarla in modo che non diventi la pericolosa organizzazione che ha provocato la morte della sua amata.

I motivi del successo di Tokyo Revengers

Tokyo Revengers, oltre al gran successo di pubblico, ha vinto il premio Kodansha come miglior shonen manga del 2020. I motivi dietro al successo stanno dietro a una complessa alchimia che regge alla perfezione tutte le parti da cui la serie è composta. L’idea di unire due tipologie di storie così distanti tra loro funziona alla perfezione in Tokyo Revengers.

I viaggi nel tempo

I puristi potrebbero storcere il naso di fronte al metodo utilizzato da Takemichi per viaggiare nel tempo, e ai cambiamenti che avvengono dopo ogni viaggio nel presente. Takemichi infatti viaggia in maniera strana avanti e indietro nel tempo e può viaggiare soltanto all’indietro nel giorno in cui si trova nel presente.

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Per esempio se decide di tornare indietro nel tempo il 2 agosto 2017, può tornare soltanto al 2 agosto 2005. Se decide di tornare al presente il 4 agosto 2005 potrà tornare soltanto al 4 agosto 2017. Nel frattempo il suo corpo continua a vivere la sua vita, anche se spesso Naoto veglia su di lui, almeno finché non avvengono grossi cambiamenti che cambiano la storia.

A ogni ritorno nel presente sembra che solo Takemichi e Naoto riescano a ricordare gli eventi originali avvenuti nella storia, mentre Takemichi non sembra avere ricordi dei 12 anni cambiati dalle sue azioni ogni volta che torna nel suo corpo originario.

Si può tuttavia chiudere un occhio su eventuali difetti, dato che alla fine quello dei viaggi nel tempo è soltanto un pretesto per mettere in scena una storia molto interessante, il cui punto forte è legato alle vicende che coinvolgono i vari personaggi. D’altronde si sa, è molto difficile riuscire a creare una storia in cui i viaggi nel tempo non creino qualche paradosso o buco di trama, persino Avengers Endgame non è esente da alcuni problemi di questo tipo.

La caratterizzazione dei personaggi

La storia di Takemichi Hanagaki è coinvolgente e ben scritta. Il protagonista è un ragazzo qualunque, non molto forte nelle risse e a volte anche piuttosto codardo. Quando però la posta in gioco è la vita delle altre persone, riesce a trovare una forza d’animo che non ha rivali e che impressiona anche alcuni personaggi molto più forti di lui, come ad esempio Mikey e Draken, Rispettivamente il capo e il vice capo della Tokyo Manji Gang.

Questi due personaggi sono estremamente carismatici sin dalla loro prima entrata in scena, e insieme formano una coppia in grado di trascinare a tutta forza la storia solo grazie alla loro personalità e al loro rapporto con il protagonista. Naturalmente non mancano dei comprimari di gran peso, come i compagni di classe di Hanagaki, i vari ufficiali della Tokyo Manji Gang e anche Hinata, tutti personaggi molto ben gestiti all’interno della narrazione.

Una grande storia ha però sempre bisogno di un antagonista degno di questo nome, e Tokyo Revengers non delude sotto questo aspetto. Sono diversi gli antagonisti minori che compaiono sia nel manga che nella prima stagione dell’anime, tutti ben riusciti, ma nessuno è all’altezza del nemico principale: Tetta Kisaki.

Questo personaggio riesce a farsi temere ancor prima di apparire ufficialmente, grazie a una freddezza e una capacità di manipolazione degli altri davvero inquietante. In tutta la storia si sentirà costantemente la sua presenza malvagia a tirare le fila degli eventi, anche quando sembrerà che non stia muovendo un dito. Kisaki con il suo carattere spietato è un degno antagonista che riesce a rendere ancor più completa la storia di Tokyo Revengers.

L'importanza della trama

La serie di Ken Wakui è dunque riuscito a conquistare il grande pubblico di appassionati di manga e anime di tutto il mondo grazie a una trama avvincente, sempre in grado di sorprendere grazie a colpi di scena inaspettati e all’originale trovata dei viaggi nel tempo, inseriti in maniera originale all’interno di una storia di giovani gang di teppisti. L’azione non manca mai, e i rapporti tra i vari personaggi sono ben gestiti. Forse un piccolo difetto è legato all’età dei personaggi. Sembra infatti poco credibile che ragazzini dell’età di 13-14 anni possano compiere alcune azioni descritte nella serie, tra cui alcune piuttosto brutali. L’autore avrebbe potuto tranquillamente renderli più adulti, tra i 16-18 anni e la storia ne avrebbe solo guadagnato in credibilità.

Tokyo Revengers: dal manga all’anime

La prima stagione di Tokyo Revengers è iniziata ad aprile 2021 e si è conclusa a fine settembre dello stesso anno per un totale di 24 episodi. L’anime, realizzato dallo studio Liden Films, è stato uno dei più popolari del 2021, tanto che ha spinto il manga a diventare uno dei più venduti di tale anno in Giappone, proprio com’era successo nel 2019 con Demon Slayer.

La serie animata è ben fatta ed è piuttosto fedele al manga. Ma se proprio bisogna trovare un difetto, è quello di farla finire con un cliffhanger così esagerato da dover essere considerato illegale in qualsiasi parte del mondo. Dopo l’ultima puntata non resisterete dalla voglia di sapere come la storia va avanti, e l’unico metodo per saperlo attualmente è il manga, almeno fino a che avrete visto anche la seconda stagione.

Se siete preoccupati che possa essere un manga infinito non preoccupatevi: in Giappone il manga è già giunto alla saga finale. Si può dunque sperare di avere nuove stagioni dell’anime dato che il materiale da adattare non manca. La prima stagione ha infatti coperto solo i primi 8 volumi circa. Tokyo Revengers inoltre sta avendo un grande successo anche in Italia. Il manga edito da J-Pop è spesso presente tra i volumi più venduti nelle classifiche di varie importanti librerie, dimostrando come questa storia sia riuscita a conquistare anche i cuori dei lettori italiani.

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