Nel 2015 l'universo cinematografico Marvel ha accolto un nuovo supereroe, molto particolare. Stiamo parlando di Ant-Man, un personaggio molto importante nei fumetti della Casa delle Idee che ha fatto il suo debutto nel franchise in una pellicola interamente dedicata a lui. Un progetto che ha avuto una gestazione molto lunga e complessa, passata attraverso modifiche, discussioni e cambi di regista fino all'eventuale arrivo nelle mani di Peyton Reed, che ha portato questo eroe sul grande schermo.
Un film particolare, racchiuso nella cronologia del MCU tra due capitoli su grande scala come Avengers: Age of Ultron e Captain America: Civil War. Ant-Man entrò in punta di piedi nella serie, ottenendo peraltro un risultato non esaltante al box office. A livello mondiale infatti ha raccolto poco più di 500 milioni di dollari: una cifra non certo irrilevante, ma che a confronto degli altri titoli del franchise è piuttosto ridotta. Tuttavia da allora l'eroe si è ritagliato un posto sempre più importante nel cuore dei fan, anche grazie al ruolo centrale di Scott Lang nello scontro con Thanos che ha portato alla conclusione della Infinity Saga.
Ant-Man è stato uno dei pochi grandi volti del MCU a essere assente da Avengers: Infinity War, ma nel seguito è tornato, svolgendo una funzione chiave. L'idea di tornare indietro nel tempo per riportare in vita le vittime dello schiocco di Thanos è sua, così come la tecnologia che permette di vare questo viaggio nel passato. Grazie al suo contributo fondamentale la sua posizione nel franchise si è consolidata e ora il suo terzo film promette di essere uno dei più importanti della Fase 5.
In attesa di maggiori novità su questo atteso progetto, andiamo quindi alla riscoperta del debutto di questo piccolo grande eroe. Un viaggio nel tempo all'epoca dell'uscita nelle sale di Ant-Man (e anche prima) per scoprire i retroscena e le curiosità su questo film che anche gli appassionati Marvel potrebbero non conoscere. Prendiamo un paio di fialette di Particelle Pym e partiamo!
1) All'inizio fu Edgar Wright
La storia di Ant-Man al cinema parte da lontano, quando ancora il Marvel Cinematic Universe era solo un sogno e i Marvel Studios non si chiamavano ancora così. Era infatti il 2003 quando Edgar Wright, grande appassionato del personaggio, cercò per la prima volta di portare l'eroe sul grande schermo. Quel primo tentativo piano piano si trasformò in un film parte del MCU, potenzialmente già nella Fase 1, con l'eroe chiamato a fare parte della formazione originale degli Avengers cinematografici, esattamente come nei fumetti.
Tuttavia, gli impegni di Wright portarono a un rinvio e a un cambio dei piani. Il regista chiese (e ottenne) anche che il personaggio non comparisse in The Avengers, neanche in un cameo, per poterci lavorare in libertà assoluta. Si decise quindi che Ant-Man sarebbe uscito nel 2015, ma con l'avvicinarsi dell'inizio delle riprese emersero sempre più crepe nel rapporto tra Edgar Wright e i Marvel Studios. Le cause precise non furono mai chiarite del tutto, ma tra le divergenze creative pare ci fosse un disaccordo sul livello di integrazione del film con il resto del MCU. Fu necessario trovare rapidamente un nuovo regista e fortunatamente Peyton Reed fu pronto a raccogliere il testimone. Il risultato fu talmente convincente che quest'ultimo tornerà sia per il sequel Ant-Man and the Wasp che per il terzo capitolo in arrivo prossimamente.
2) Cambia la regia, ma non i volti
Come per tante versioni alternative di film, anche per l'Ant-Man di Edgar Wright non si sanno troppi dettagli su come sarebbe stato. Stando ad alcune voci, il prodotto finale è simile a quello originale nella struttura, con differenze soprattutto nei dettagli e nei dialoghi. Pare infatti che l'idea stessa di organizzare la pellicola intorno a un furto risalga agli autori originali, così come l'avere Scott Lang come protagonista invece che il primo Ant-Man fumettistico Hank Pym, chiamato a un ruolo da mentore. Altri tuttavia sostengono che le differenze fossero più sostanziali e profonde, tanto appunto da spingere Wright al ritiro.
Probabilmente il dubbio in merito non sarà sciolto mai del tutto, ma c'è un aspetto su cui la firma del primo regista è rimasta: la scelta del cast. Avendo abbandonato la produzione a poche settimane dall'inizio delle riprese, Wright infatti aveva già selezionato attentamente il grosso del cast e modificarlo senza rinviare il progetto sarebbe stato difficile. Michael Douglas, Evangeline Lilly, Corey Stoll, Michael Peña, David Dastmalchian... Tutti nomi selezionati dall'autore originale. In particolare Wright riuscì a spuntarla nella scelta del protagonista. La selezione si era infatti ridotta a Paul Rudd e Joseph Gordon-Levitt, con quest'ultimo più apprezzato dai Marvel Studios.
3) Gli Ant-Man alternativi
Come è normale per un film di questa portata, ci sono stati tanti grandi nomi considerati per la parte, prima di arrivare alla scelta di Paul Rudd. Quello che ci è andato più vicino è stato, come si diceva, Joseph Gordon-Levitt che è stato scartato all'ultimo. Anche Ewan McGregor e Adrien Brody hanno mostrato interesse per il ruolo, sebbene non ci sia mai stata conferma di trattative ufficiali.
Per la parte del primo Ant-Man Hank Pym poi andata a Michael Douglas ci furono diverse ipotesi sul tavolo. Fra i candidati ci furono Sean Bean, Gary Oldman e Nathan Fillion. Quest'ultimo era molto vicino alla parte, ma si trattava di una versione precedente della pellicola, completamente incentrata su Hank Pym e non sul suo successore Scott Lang.
Per quanto riguarda la protagonista femminile inoltre, anche in questo caso è emersa un'importante alternativa. Al posto di Evangeline Lilly infatti avrebbe potuto facilmente esserci Jessica Chastain nei panni di Hope Van Dyne. Tuttavia l'attrice fu costretta a rinunciare alla parte, a causa di altri impegni cinematografici.
4) Dietro la macchina
L'improvviso divorzio tra i Marvel Studios ed Edgar Wright fu problematico per Ant-Man. Mancavano infatti poche settimane all'inizio delle riprese e fu necessario correre per trovare un regista che prendesse le redini del progetto. Fra i nomi considerati ci furono Rawson Mashall Thurber, Michael Dowse, David Wain, Nicholas Stoller e Ruben Fleischer che successivamente dirigerà Venom. Anche Adam McKay, che si è occupato insieme a Paul Rudd di una riscrittura della sceneggiatura, fu preso in considerazione. Il ruolo poi andò a Peyton Reed, che già era stato in lizza per Guardiani della Galassia. Quest'ultimo è un grande fan del mondo Marvel, tanto da aver cercato nei primi anni 2000 di portare sul grande schermo una propria versione dei Fantastici 4. Chissà che non abbia una nuova occasione nel prossimo futuro...
5) Un trailer piccolo piccolo
Le capacità di Ant-Man di rimpicciolirsi offrono innumerevoli possibilità creative. Questo non solo nell'affrontare i nemici o nell'approccio di un regista, ma anche dal punto di vista del marketing. La campagna promozionale ha infatti spesso giocato sulle abilità di questo eroe, creando iniziative pubblicitarie in scala ridotta, compresi i cartelloni. La mossa più memorabile però fu la pubblicazione di un trailer a dimensione di formica, tuttora disponibile online. Fu un modo originale e divertente per coinvolgere i fan e prepararli al debutto del vero promo, che sarebbe arrivato il giorno successivo.
6) Le regole severe del trenino Thomas
Una delle sequenze più iconiche della pellicola è lo scontro finale tra Ant-Man e Yellowjacket miniaturizzati, che avviene sulle rotaie di un trenino giocattolo. Una buffa rilettura delle battaglie supereroistiche (e anche di quelle tra cowboys) in linea con lo stile del film. Il mezzo su cui i due eroi si affrontano però non è uno qualsiasi bensì il trenino Thomas, un personaggio di libri e show televisivi inglesi molto celebre. La sua presenza in quella sequenza non fu semplice da ottenere. I detentori dei diritti infatti sono (come ogni azienda) molto attenti a proteggere il proprio marchio e imposero una serie di regole ben precise. Lo ha spiegato Peyton Reed in un'intervista:
Abbiamo dovuto fare tutto questo lavoro per fare una presentazione alle persone che hanno i diritti di Thomas. Grazie a Dio hanno accettato e l'hanno trovato divertente, ma c'erano stipulazioni precise. Per esempio, nessuno poteva essere legato ai binari e travolto da Thomas. Thomas non poteva fare nulla che i bambini potessero vedere come malvagio. Thomas doveva restare neutrale nella battaglia (che è sempre stata la nostra intenzione).
7) Look out, here comes the Spider-Man
Captain America: Civil War ha segnato l'ingresso ufficiale di Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe. Un debutto molto atteso dai numerosissimi fan dell'eroe, passato attraverso lunghe trattative con Sony che deteneva (e tutt'ora detiene) i diritti sul personaggio. In pieno stile Marvel però i primi accenni alla presenza di questo eroe nell'universo narrativo arrivano prima dell'apparizione vera e propria e infatti in Ant-Man si trova il primo riferimento a Peter Parker.
Nella scena conclusiva del racconto di Luis, una giornalista elenca alcuni supereroi in attività, chiacchierando con Falcon. L'elenco comprende "uno che rimbalza, uno che fluttua, uno che si arrampica sui muri". Quest'ultimo, pur se non esplicitamente dichiarato, richiama direttamente il giovane eroe che, interpretato da Tom Holland, diventerà uno dei personaggi più amati di tutto il Marvel Cinematic Universe.
8) Una lunga citazione a Star Wars
Disney/Lucasfilm Ltd.
C'è un omaggio alla saga creata da George Lucas che ricorre per tutta la Fase 2 dell'universo Marvel, di cui non tutti i fan sono a conoscenza. In ogni film o serie TV di questo periodo, c'è una sequenza in cui un personaggio perde un arto, richiamando il finale memorabile de L'impero colpisce ancora. Nonostante lo status di Ant-Man come film della Fase 2 sia stato spesso messo in discussione prima dell'uscita nelle sale, la prima avventura di Scott Lang mantiene fede a questa citazione ricorrente.
In questo caso a essere colpito è Ant-hony, la formica con cui Scott stringe amicizia che perde un'ala durante uno scontro. Successivamente anche il villain Yellowjacket porta avanti questa tradizione: il suo braccio è la prima parte del corpo a scomparire prima della sua definitiva sconfitta.
C'è inoltre un altro piccolo omaggio a Star Wars nascosto nel film: l'effetto sonoro dei laser utilizzati dall'antagonista è infatti lo stesso che accompagna i colpi sparati dagli AT-AT nella saga spaziale.
9) Come funzionano le Particelle Pym?
Gran parte del film ruota intorno alla tecnologia delle Particelle Pym. Queste sono state scoperte da Hank negli anni '60, che le ha sfruttate per diventare insieme alla compagna Janet i primi Ant-Man e Wasp. Grazie a esse è possibile rimpicciolire e ingrandire persone e oggetti. Il processo è piuttosto complicato e opera su due livelli. Da una parte le Particelle Pym riducono la distanza tra gli atomi, modificando le dimensioni del bersaglio. Dall'altra trasferiscono parte della massa del soggetto in una dimensione subatomica nota come Regno Quantico (o viceversa nel caso di ingrandimento).
Tramite questi due processi, è possibile non solo rimpicciolire persone e oggetti, ma anche fare in modo che mantengano la stessa forza che hanno a dimensioni normali. Come spiega Hope durante il film questo permette di avere "la forza di un uomo di 90 kg in un pugno di pochi millimetri", in pratica come un proiettile. Nel caso in cui ci si ingrandisca però il Regno Quantico fornisce ulteriore massa al soggetto, di modo che sia capace di sostenere le sue nuove dimensioni sebbene richiedendo uno sforzo notevole che lascia esausti dopo pochi minuti.
Le Particelle Pym non sono semplici da utilizzare per gli esseri umani. È necessaria una tuta protettiva come appunto quella indossata da Ant-Man e soprattutto un elmo che schermi dagli effetti sul cervello. È probabile che sia proprio per questo motivo che Darren Cross si vota sempre di più al male, influenzato dalle Particelle Pym sulla sua mente non sufficientemente protetta.
10) È un mondo piccolo
Mentre Ant-Man e i suoi alleati mettono in atto il piano per il furto della tuta da Yellowjacket, Luis ha un'idea "geniale" per passare inosservato: fischiettare disinvolto un motivetto. Nonostante Scott glielo sconsigli perché rischia di attirare ancora di più l'attenzione, l'uomo decide di farlo comunque e la canzone che sceglie di intonare non è casuale. Luis infatti fischietta "It's a Small World", che è nota per essere la colonna sonora di una delle più celebri attrazioni di Disneyland. Si tratta quindi di un richiamo a The Walt Disney Company, l'azienda che dal 2009 detiene il controllo di Marvel. Inoltre, il titolo della canzone (traducibile in "è un mondo piccolo") si sposa bene con le abilità di Ant-Man.
11) Un cameo riuscito e uno no
Nel corso della storia del cinema ci sono stati diversi film incentrati su persone che si rimpiccioliscono tramite l'uso della tecnologia. Uno di quelli che più ha segnato la cultura popolare è sicuramente Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi del 1989. Per questo motivo Peyton Reed ha cercato di coinvolgere il protagonista di quella pellicola Rick Moranis per un cameo in Ant-Man. L'attore tuttavia era all'epoca ritirato dalle scene e non fu possibile coinvolgerlo.
Tuttavia c'è un altro cameo molto speciale che è andato a buon fine. Intorno al minuto 32.51 Scott, alla fine del suo test di prova con la tuta, atterra sulla macchina di un personaggio interpretato da Garrett Morris. Questo comico interpretò proprio Ant-Man in uno sketch del popolare programma americano Saturday Night Live nel 1979. Sebbene parodistica, questa fu la prima apparizione ufficiale in live-action del supereroe Marvel. Il suo cameo è quindi un simpatico omaggio a quel momento a suo modo storico.
12) Con chi parla Falcon?
Una delle sequenze che Paul Rudd e Adam McKay hanno introdotto nello script è la battaglia tra Falcon e Ant-Man nella sede degli Avengers. Una scena d'azione molto coinvolgente che da modo di osservare Scott sul campo prima della grande rapina. In questa sequenza vediamo più volte Falcon parlare in cuffia con qualcuno, spiegando l'andamento dello scontro. Una volta sconfitto chiede al suo interlocutore di non raccontare a Capitan America quanto avvenuto. Ma esattamente con chi stava parlando?
Ci sono voluti anni, ma finalmente a maggio 2020 Peyton Reed ha svelato il mistero. Rispondendo ha una domanda diretta su Twitter ha spiegato che si trattava di Natasha, nota ai più come Vedova Nera.
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13) Il destino del Mandarino
Il Mandarino è un importante villain dei fumetti Marvel, storico avversario di Iron Man. Nel terzo capitolo della trilogia dedicata a Tony Stark sembrava destinato a fare la propria comparsa, ma si è poi rivelato essere solamente un impostore. Tuttavia (complice anche l'accoglienza non proprio ottimale di questo colpo di scena) è stato poi rivelato nel cortometraggio All Hail the King che esiste effettivamente un vero Mandarino all'interno del MCU. Questo comparirà come avversario in Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, interpretato da Tony Leung. Tuttavia già ai tempi di Ant-Man c'erano evidentemente piani per il suo ritorno.
Si tratta di un indizio decisamente sottile, ma osservando con attenzione tra i possibili acquirenti invitati da Darren Cross alla presentazione della sua nuova tecnologia si può notare un uomo che sul collo ha tatuato il logo dei Dieci Anelli. Questa organizzazione terroristica fa capo direttamente al Mandarino ed era già presente nel primo film di Iron Man. Una piccola ma significativa testimonianza del fatto che il villain è effettivamente in attività e che è pronto a sfruttare ogni tecnologia per i suoi nefasti obiettivi.
14) La scelta giusta per Wasp
Ben prima dell'epoca in cui è ambientato Ant-Man, Hank Pym ha perso la propria amata Janet van Dyne in una missione. La scena viene mostrata in un breve flashback in cui la donna viene interpretata da Hayley Lovitt, in completo costume da Wasp. L'unica parte visibile erano gli occhi dell'attrice e fu proprio per questo che fu scelta. Come spiegato da Peyton Reed infatti:
Tutto si basava su 'Voglio che assomigli a Michelle Pfeiffer, perché avere lei come Wasp sarebbe un sogno'. Abbiamo scelto questa attrice per stare dietro alla maschera che aveva degli occhi brillanti, alla Michelle Pfeiffer.
All'epoca non c'erano ancora piani pubblici per un sequel di Ant-Man e il film si conclude senza accennare al fatto che Janet potesse essere sopravvissuta. Successivamente però, i Marvel Studios annunciarono l'arrivo di Ant-Man and the Wasp e il ritorno della compagna di Hank Pym. In una perfetta chiusura del cerchio, l'attrice scelta per il ruolo di Janet fu proprio Michelle Pfeiffer.
15) La fiducia di chi ti vuole bene
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Molto spesso gli attori che entrano in franchise fantasy o di supereroi raccontano di come siano stati i figli a spingerli ad accettare o quanto siano stati felici di avere un genitore nei panni del loro personaggio preferito. Così non è stato per Paul Rudd però. L'attore ha raccontato di come quando ha svelato il suo futuro ruolo al figlio di nove anni, il piccolo non sia stato particolarmente colpito dalla cosa:
Quando ho detto a mio figlio che avrei fatto un film di supereroi, mi ha chiesto quale fosse e io gli ho detto che avrei interpretato Ant-Man e lui non è rimasto impressionato da ciò. Per essere precisi quello che ha detto è stato: 'Non vedo l'ora di vedere quanto sarà stupido'. Giuro su Dio, è esattamente quello che ha detto.
Chissà se dopo aver visto il film e i ruoli successivi nel MCU del padre ha cambiato idea...
E su questa nota chiudiamo la nostra carrellata di curiosità su Ant-Man. Quante ne conoscevi già? Ne sai delle altre altrettanto interessanti?
- "Edgar Wright" by Gage Skidmore is licensed under CC BY-SA 2.0
- "Peyton Reed & Paul Rudd" by Gage Skidmore is licensed under CC BY-SA 2.0
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