E’ sempre stata Agatha! Con questa rivelazione sconvolgente, accompagnata da una canzone divenuta subito una fan favorite, in WandaVision veniva tolta la maschera della spumeggiante vicina di Wanda presentando al mondo Agatha Harkness, strega tutt’altro che amichevole. Momento che risale agli albori della dimensione televisiva del Marvel Cinematic Universe, che ha dato il via alla presenza più massiccia del mondo magico nel franchise, che si arricchisce ora di una serie: Agatha All Along.
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Disponibile dal 19 settembre su Disney Plus, la nuova produzione del MCU vede come protagonista la strega interpretata da Kathryn Hahn, e non a caso sceglie come titolo proprio la canzone con si era presentata al mondo. Nella serie che ha dato i natali alla Scarlet Witch, Agatha veniva apparentemente sconfitta da Wanda, uscendo di scena. Tuttavia, non è passato molto tempo prima che i Marvel Studios mettessero in lavorazione Agatha All Along, anche se abbiamo dovuto pazientare anni prima di rivedere in azione la spumeggiante strega.
La magia dell'MCU
Prima di addentrarci nella nostra anteprima di Agatha All Along, di cui abbiamo visto i primi quattro episodi, è necessaria qualche precisazione, soprattutto per i Veri Credenti che ancora si ostinano a cercare una totale aderenza tra i fumetti di Marvel Comics e le produzioni dell’MCU.
La Agatha cinematografica non ha nulla a che spartire con la sua controparte cartacea. Nonostante la sua vicinanza a Wanda, il suo esser al centro di un mondo magico oscuro, la strega di Kathryn Hahn ha un peso specifico differente, non è, almeno al momento, una figura dai tratti positivi come ci ha abituati l’anziana fattucchiera apparsa inizialmente come bambinaia dei Fantastici Quattro in Fantastic Four #94.
Scelta ragionevole, considerato che il franchise non può fondare la propria necessaria componente magica solamente su Stephen Strange (e siamo sicuri Wanda sia davvero morta?), ma con l’apparizione di Lycantropus e le mai cessate speranze di vedere Blade al cinema la necessità di avere una figura cardine per i dark powers della magia marveliana è sempre più evidente. E Agatha potrebbe essere ideale in questo ruolo.
La nuova vita di Agatha
Dopo gli eventi di WandaVision, Agatha sembra essere divenuta la prigioniera di Westview. Una nuova realtà in cui i suoi poteri sono spariti, e la donna è divenuta un’agente di polizia dal carattere burrascoso e irriverente. Un nuovo caso, con una morte insolita, spinge la ribelle investigatrice a scoperchiare alcune verità a lungo celate nella piccola cittadina, che si collegano anche al suo passato.
Una rivoluzione che viene palesata dall’arrivo dell’agente speciale Vidal (Aubrey Plaza), che dietro la sua aria da composta investigatrice nasconde verità che potrebbero aprire ad Agatha una verità completamente diversa.
Tanto che in breve la donna ricostruisce la sua vera identità, quella di potente strega, seppur priva di poteri dopo lo scontro con la Scarlet Witch. Ritrovato il proprio io, Agatha decide di riappropriarsi della propria esistenza, componendo una congrega che la aiuti a ritrovare le sue capacità percorrendo la misteriosa ed insidiosa Strada delle Streghe.
Arrivare alla visione di una serie del Marvel Cinematic Universe negli ultimi tempi vuol dire approcciarsi con un misto di flebile speranza e vibrante timore. Le delusioni recenti, tanto al cinema quanto su Disney Plus, hanno segnato profondamente il fandom, che nonostante l’acclamazione popolare di Robert Downey Jr come futuro Dottor Destino non dimentica quanto la saga marveliana sia profondamente in crisi.
Poteri e identità
In questa congiuntura, una serie come Agatha All Along può essere un gradevole intermezzo. Il legame con la precedente WandaVision è sin troppo evidente, ma risente di una lunga parentesi temporale che può comunque esser sanata con un rapido rewatch della prima serie del MCU. Non trattandosi di un personaggio di prima fascia del pantheon marveliano o di un cardine del nuovo ordine del franchise, le libertà di cui gode Agatha All Along possono diventare importanti banchi di prova.
Il primo episodio sembra seguire l’imprinting di WandaVision, con una puntata metanarrativa in cui la serie omaggia e ironizza sulle serie investigative dai toni soprannaturali, citando cult come Twin Peaks o la più recente True Detective. L’intento è di continuare un inside joke legato alla dimensione in cui dimore Westview, ma questo richiamo viene rapidamente liquidato con intelligenza lasciando che la serie si muova in altre direzioni.
Va riconosciuto alla writing room di avere colto le potenzialità di Kathryn Hahn. Istrionica e spigolosa, spezzata e adamantina, la sua Agatha vive una seconda origin story, ripartendo dalla sua identità. Circondata da una parterre femminile divertente e ben allineato alla matrice da dark comedy della serie, la cerca dei poteri di Agatha diviene una terapia corale per questa congrega, in cui trovano spazio frustrazioni e rimpianti.
Spiazza come si passi rapidamente da battibecchi pungenti e frasi che colpiscono al cuore, segnali di anime più complesse delle semplici macchiette comiche che potrebbero inizialmente apparire. Una caratteristica che porta a sperare in una corretta gestione dei tempi narrativi nella seconda parte della serie, in modo da fornire una piena dignità a tutti personaggi, non solamente alla strega protagonista.
Cosa aspettarsi da Agatha All Along?
Una speranza che nasce dalla buona alchimia che si crea all’interno della congrega frettolosamente assemblata da Agata, che si fonda in primis sulla necessità e l’egoismo della strega, convinta di poter facilmente controllare e dominare sulle altre. L’emergere di segreti, rivalità e asti anima una progressione in cui trapela un’umanità sofferta, fatta di repentini cambi di umore, espressioni strazianti o atteggiamenti macchiettistici che risultano però in linea con la personalità di Agatha.
Come di consueto, dare un giudizio complessivo basandosi solo sulla prima metà di una serie sarebbe fuorviante, ma dalla visione dei primi quattro episodi di Agatha All Along portiamo a casa una sensazione incoraggiante, che fa ricordare approcci al cinema ‘magico’ come Hocus Pocus o Il mago di Oz riscrivendoli in una chiave più dark.
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- Ottima messa in scena
- Alchimia tra i protagonisti ben gestita
- Kathryn Hahn è una garanzia
Contro
- Troppo tempo dalla fine di WandaVision
- Può stancare chi vuole supereroi a ogni costo
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