Five Night's at Freddy's, recensione: la furiosa nostalgia di un mistero animatronico

Five Night's at Freddy's è uno di quei film che, pur citando le sue origini orrorifiche, preferisce rielaborarne il contenuto verso molto particolare...

Autore: Nicholas Massa ,

L'idea di adattare la saga videoludica di Five Night's at Freddy's in un lungometraggio ha certamente suscitato l'interesse dei fan fin dai primi annunci. Stiamo parlando di una serie di videogiochi che nel corso degli anni sono riusciti a conquistare un posto indelebile nei cuori degli amanti dell'horror, offrendo un'esperienza narrativa che è stata discussa, analizzata e ancora oggi dissezionata dai videogiocatori sul web. Oltre al gameplay semplice e immediato, i lavori di Scott Cawthon hanno attirato una grande schiera di giocatori grazie anche a una lore particolare (insieme dei dettagli narrativi che supportano l’esperienza ludica), fatta di nomi, dettagli intricati e leggende metropolitane.

Il film di Emma Tammi, in uscita nei cinema italiani il 2 novembre 2023, sarà riuscito a catturare lo spirito unico e suggestivo di questa serie di videogiochi che ha plasmato l'immaginario dell'horror survival fino ad oggi, con le sue trovate semplici ma profondamente impattanti? L'interesse generale per Five Night's at Freddy's resta saldo, sia per l'esperienza che offre da sempre, con i suoi jumpscare e momenti spaventosi, che per tutto ciò che ruota attorno alle varie azioni e contesti nel gioco, alle storie che cercano di giustificare gli eventi e i traumi a cui il giocatore è sottoposto, tentando costantemente di alimentare una paura che va oltre ciò che si può vedere e toccare. Tuttavia, il film adotta un approccio tutto suo, perfettamente giustificabile nel contesto cinema, poiché parliamo pur sempre di due linguaggi ben distinti.

Five Nights at Freddy's: sopravvivere al proprio lavoro

Al centro di Five Nights at Freddy's troviamo il personaggio di Mike (Josh Hutcherson), un giovane uomo alle prese con una vita difficile, impegnato a prendersi cura della sorellina Abby (Piper Rubio) mentre cerca di fare chiarezza su un passato familiare piuttosto traumatico. Quando lo conosciamo, infatti, non sta passando un periodo facile, avendo già cambiato un paio di lavori per "insubordinazione" e altre situazioni simili, cercando di portare un minimo di equilibrio nel proprio quotidiano, anche se pare non essere troppo concentrato sul presente. Quando era bambino, infatti, suo fratello Garrett è stato rapito da un uomo sconosciuto durante una gita di famiglia, facendo sparire per sempre le tracce del bambino.

Questo evento traumatico ha cambiato per sempre Mike e la sua percezione del mondo, gettandolo in un abisso di sensi di colpa, nostalgia distorta e un senso di giustizia che ancora non trova alcuna spiegazione logica o giustificazione al di là del dolore personale. Portando con sé tutto questo e pressato dalle attenzioni di una zia (Mary Stuart Masterson) che vorrebbe sottrargli la sorella per interessi puramente personali, lo vediamo accettare, in extremis, un lavoro come guardiano notturno alla pizzeria Freddy Fazbear's, famosa negli anni '80 e ancora ricordata soprattutto per la presenza di alcuni pupazzi animatronici personalizzati come mascotte.

Mike si ritroverà a fare il custode in un locale abbandonato da anni, attorno al quale circolano alcune leggende particolari di cui è completamente ignaro. E ciò che doveva essere un semplice ripiego per guadagnare qualche soldo in più si trasforma in un viaggio all'interno di un mistero dall'aspetto terrificante e sanguinoso, rimasto silente e nascosto per troppo tempo.

Five Night's at Freddy's e l'inevitabile confronto con i videogiochi

Guardando il Five Night's at Freddy's cinematografico, risulta impossibile evitare un confronto con la serie di videogiochi omonima. Curiosamente, in questo esperimento sul grande schermo, è possibile individuare numerose citazioni e omaggi al lavoro videoludico di Scott Cawthon, cercando di rimanere, se non fedelissimo, comunque sempre vicini allo spirito che da sempre caratterizza l'esperienza videoludica. Tuttavia, appartenendo a un medium linguistico differente, il film di Emma Tammi cerca di reinterpretare il tutto in una storia che, pur essendo horror, si ammanta di sfumature più leggere, giocando con elementi che disturbano più dal punto di vista narrativo che in modo diretto.

Non fraintendete, i jumpscare (spaventi improvvisi) ci sono ancora, ma non costituiscono la matrice fondamentale degli eventi di fronte agli spettatori. L'ambientazione di Five Night's at Freddy's, per esempio, funziona alla grande, offrendo scenografie estremamente curate e inquietantemente nostalgiche, soprattutto all'interno del locale, capaci di coinvolgere il pubblico che ricorda davvero quei luoghi, e cercando costantemente di mescolare la dimensione della pura infanzia a quella della violenza, anche sanguinosa e totalmente ingiustificata.

Il risultato di questa fusione estetica è efficace, supportato da una regia attenta e da una messinscena che sa valorizzare anche i dettagli apparentemente insignificanti, in un racconto per immagini che si nutre di ombre personali e di momenti in cui la psiche umana prende il sopravvento su tutto il resto, coadiuvata dalla brutalità fredda e meccanica degli sviluppi più inquietanti.

Vale la pena vedere Five Night's at Freddy’s

In generale, Five Night's at Freddy's non è un brutto film, ma piuttosto un'esperienza horror dai toni leggeri in cui è facile riconoscere alcuni elementi della saga videoludica, anche se reinterpretati in un modo che potrebbe non soddisfare completamente (sicuramente un'alternativa interessante da vedere nella notte di Halloween, dato che uscirà in anteprima il 31 ottobre 2023). Gli elementi iconici rimangono comunque facilmente riconoscibili per i fan di lunga data, anche se non dovrebbero aspettarsi un semplice copia e incolla, ma piuttosto un racconto visivo che decide di citare e utilizzare alcune trovate per giocare con ciò che sembra conoscere bene e apprezzare, semplificando alcune dinamiche più intangibili e sfuggenti del medium videoludico.

Alcune delle tematiche principali restano comunque segnanti in questo caso, pur se sono affrontate in modo indiretto, preferendo edulcorare i momenti più difficili da digerire in generale. Pedofilia, violenza su minore e una specifica lettura della realtà condizionata dallo sguardo infantile, sono gli strumenti principali di un intreccio che fa del dolore e della perdita le matrici principali di un'esperienza oltre il semplice spavento, giocando continuamente con quello che si conosce della saga videoludica, ma risultando comunque e sempre e facilmente accessibile a tutti quanti.

Five Night's at Freddy's non è un film perfetto, ma piuttosto un esperimento intenzionato ad attrarre l'attenzione sfruttando alcune trovate horror che, purtroppo, si perdono in altre direzioni, inficiando su una narrazione fin troppo “trattenuta” nel suo insieme, in grado di portare sullo schermo alcuni elementi fondamentali delle proprie origini, senza però spingere l’accelerazione dell’inquietudine fino in fondo.

Commento

Voto di Cpop

65
Five Night's at Freddy's è un film che sembra conoscere bene le proprie origini videoludiche, tentando un approccio sia citazionista che indipendente, nell'insieme. Ne deriva un lungometraggio abbastanza edulcorato e dall'anima nostalgica ben impacchettato dal punto di vista formale, ma fin troppo semplicistico per tantissime altre cose strettamente connesse con la dimensione orrorifica. Una pellicola che sa intrattenere con una storia sia vicina che lontana ai fasti originari, in cui inquietudine personale e alcune svolte soprannaturali alimentano un mistero in attesa di essere svelato.

Pro

  • Messa in scena e regia parecchio curate, in grado di restituire perfettamente l'amore generale nei confronti del materiale originale.
  • La cura nei confronti della scenografia (specialmente quella della pizzeria), e nella credibilità dei pupazzi animatronici.

Contro

  • Fin troppo edulcorato dal punto di vista horror.
  • Pur intessendo una narrazione deviata, la pellicola non risulta mai incisiva fino in fondo, offrendo un racconto che avrebbe sicuramente potuto essere molto più nero di così.
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