Good Night World, recensione: l'asso nella manica di Netflix

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Autore: Livia Soreca ,

Tra le novità di Netflix del mese di ottobre, ce n'è una per gli amanti degli anime che, fin da subito, ha saputo stuzzicare la curiosità e che, in seguito alla visione, si è rivelato un'incredibile sorpresa. Si tratta di Good Night World, una serie TV animata dello studio NAZ che nonostante l'enorme di mix di generi di appartenenza (avventura, drammatico, fantasy, sci-fi e non solo) ha dimostrato di avere un'identità precisa e interessante.

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Per chi non lo sapesse, Good Night World è nato tra le pagine di Uru Okabe: un manga shonen in 5 volumi che in Giappone è stato pubblicato tra il 2016 e il 2017. A partire dal 1 agosto 2023, lo stesso autore ha dato vita a un inatteso seguito con nuovi personaggi dal titolo Good Night World End, di cui si sa ancora pochissimo.

Dal 12 ottobre, dunque, è possibile guardare l'adattamento animato, scritto da Michiko Yokote e diretto da Katsuya Kikuchi. I 12 episodi di cui si compone la serie sono disponibili su Netflix in lingua originale (o se preferite con doppiaggio in inglese) e con sottotitoli in italiano.

Di cosa parla Good Night World

Good Night World è un racconto molto complesso che, tuttavia, si lascia digerire poco a poco in maniera completa. Narra la storia di una famiglia disfunzionale giapponese: il figlio più grande, Taichiro Arima, non ha più un buon rapporto con il fratello Asuma e soprattutto il padre Kojiro, mentre della madre non si ha più traccia da tempo.

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Ormai isolato a causa di un trauma, il protagonista trova rifugio in PLANET, un gioco online in cui egli vive in una realtà virtuale insieme ad altri giocatori che, in qualche modo, hanno sopperito alle mancanze della sua famiglia. Tuttavia, quello che sta per accadere è inimmaginabile e comprometterà l'equilibrio tra i due mondi.

L'anime di Good Night World è orientato verso una scrittura fortemente tecnica e specifica di giochi online, ma senza porre alcun tipo di limite nei confronti di chi non mastica questo genere di intrattenimento. Insomma, sicuramente non dovrete essere esperti di Genshin Impact o altri titoli simili per seguire le dinamiche di gioco che Taichiro (con lo pseudonimo di Ichi) e i suoi compagni di avventura adottano in PLANET.

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Il primo episodio è un potentissimo biglietto da visita che non perde neanche un secondo e vuole subito stupire lo spettatore con un colpo di scena raccontato in modo suggestivo. Se per qualcuno questo potrà sembrare così unico e irripetibile da risultare estremamente fittizio e quasi forzato, in realtà non ci vorrà molto per ricredersi e accorgersi che in questo racconto tutto è come dovrebbe essere.

Dall'inizio alla fine, Good Night World dimostra di possedere una fortissima carica emotiva, visibile proprio nella contrapposizione tra il mondo virtuale del gioco e quello reale. Il passaggio da uno stato all'altro è segnato dal semplice login-logout e dal gesto di indossare o rimuovere il visore VR indispensabile per giocare in prima persona.

Azioni così immediate e ormai automatiche, che sembrano di poco conto, segnano invece in modo indelebile il passaggio di Taichiro da un mondo all'altro, ormai così aggrappato alla sua famiglia virtuale da non riuscire a vivere all'interno di una realtà sempre più amara e insulsa, pervaso da un senso di infelicità.

Quel posto è un rifugio per il mio cuore.

Good Night World riflette in modo profondo sul potere che un universo alternativo può esercitare su chi prova una tremenda insoddisfazione a cui sembra non esserci un rimedio: una fuga dalla realtà che però, sin dalle pagine del manga, Uru Okabe non sente la necessità di giudicare.

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Nonostante quello degli Hikikomori (letteralmente "stare in disparte") sia un tema sempre molto vivo nella cultura giapponese, qui viene trattato privo di un'accezione troppo negativa o positiva, soltanto con una profonda empatia verso chi può trovare spontaneamente rifugio in un ambiente che riflette i propri desideri.

Good Night World e il tema attualissimo delle AI

Senza chiaramente scendere nei dettagli del racconto, c'è da dire che Good Night World prende molto a cuore una tematica che, oggi come mai prima d'ora, è incredibilmente sentita dal pubblico: le AI, le tanto temute quanto ammalianti intelligenze artificiali.

Anche in questo caso, sembra che l'autore non abbia l'esigenza di assumere una posizione univoca, bensì a lui interessa riflettere su quelle domande che più di una volta abbiamo incontrato in libri, fumetti, film o videogiochi: "Le AI sono in grado di provare sentimenti umani?", "Le intelligenze artificiali sono una minaccia?" o ancora "Cosa prova un'AI quando viene distrutta?". Se da un lato questo è un tema non nuovo, dall'altro Good Night World riesce a trattarlo servendosi di espedienti inediti, come se l'autore avesse creato a sua volta un mondo tutto suo.

Certo, rispetto alle problematiche sollevate negli ultimi anni riguardo all'impiego dell'AI Good Night World offre ancora una visione legata più alla fantascienza che alla vita di tutti i giorni (come può essere l'impiego nell'arte o nella scrittura) ma non si può negare che la serie Netflix sia arrivata proprio nel momento di maggiore fervore a riguardo, sposandosi bene con il gusto del pubblico.

Good Night World: la grande sorpresa di Netflix

Nel corso dei 12 episodi, il tenore di Good Night World si evolve rapidamente, tant'è che dai tranquilli scenari di avventura si passa a momenti molto vicini al thriller/horror fantascientifico. Il racconto è molto articolato e talvolta si affaccia su piccole ma significative "sottotrame" che coinvolgono altri personaggi e che si congiungono al plot principale, creando una visione d'insieme armoniosa.

Spesso capita che negli anime sci-fi e psicologici l'intreccio finisca con il degenerare, lasciandosi divorare da una scrittura complessa da digerire, specie se subentrano esigenze di condensazione della storia nata tra le pagine di un manga. Good Night World, invece, nonostante la sua complessità è in grado di elaborare tutti i più piccoli ma significativi nessi logico-narrativi, in modo da non lasciare mai lo spettatore con questioni in sospeso.

Quasi sempre, infatti, quegli snodi fondamentali per comprendere i numerosissimi colpi di scena vengono mostrati al pubblico attraverso un forte equilibrio tra parole e immagini. Considerando la facilità con cui ci si può distrarre nel leggere i sottotitoli, la scelta di far pronunciare ai personaggi spiegazioni dettagliate di ciò che accade si rivela estremamente utile per non lasciarsi sfuggire dinamiche che, in altri contesti, non sarebbero immediate.

Rispetto all'opera originale, character design dei personaggi sia stato grossomodo rispettato e che la splendida animazione riesca a donare quel dinamismo di cui il racconto ha bisogno. Invece le atmosfere cupe e oscure sono più d'impatto nelle illustrazioni di Uru Okabe rispetto al lavoro dello studio d'animazione NAZ che, nonostante alcune immagini siano particolarmente raccapriccianti, ha in parte edulcorato questo aspetto essenziale.

Commento

Voto di Cpop

90
Good Night World è forse una delle novità più sorprendenti nel panorama degli anime, non solo su Netflix.

Pro

  • Particolare attenzione ai nessi logico-narrativi
  • Ottima caratterizzazione dei personaggi
  • Forte equilibrio tra i diversi generi coinvolti
  • Tematiche interessanti e attuali

Contro

  • Il primo grande colpo di scena può risultare forzato
  • Atmosfere cupe di minore impatto rispetto al manga
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