Heartstopper 2, recensione: una stagione innamorata dell'amore

L'amore è nell'aria e non è mai troppo. Heartstopper 2 ha in serbo tante, tantissime storie d'amore da scoprire ed esplorare.

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Autore: Livia Soreca ,

Tra le novità di Netflix di agosto 2023 spicca Heartstopper 2, la seconda stagione del teen drama che l'anno precedente ha attirato una marea di fan, soprattutto appartenenti alla comunità LGBTQA+. Heartstopper, infatti, è la storia di Nick Nelson e Charlie Spring (interpretati da Kit Connor e Joe Locke), due adolescenti destinati a vivere la loro prima storia d'amore.

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La serie di Netflix, tratta dal graphic novel di Alice Oseman, tratta diverse tematiche legate al mondo queer: identità di genere, orientamento sessuale, la paura del coming out e tanto ancora. Heartstopper 2 entra molto più a fondo, introducendo nuove tematiche sempre più approfondite e, talvolta, delicate, non necessariamente legate all'appartenenza alla comunità LGBTQA+. 

La seconda stagione, scritta proprio da Alice Oseman e diretta da Euros Lyn, è prodotta da See-Saw Films. Essa è disponibile su Netflix dal 3 agosto 2023 e conta 8 episodi dalla durata di 35 minuti ciascuno. Anche stavolta, la serie si lascia divorare in un batter d'occhio, in un dolce viaggio alla riscoperta di sé e dell'amore.

Cosa succede in Heartstopper 2?

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Ormai Charlie e Nick sono innamorati l'uno dell'altro, ma esporsi sulla loro relazione è ancora complicato per Nick, che ha difficoltà a dare coming out con i suoi vecchi amici. Mentre Tara e Darcy (impersonate da Corina Brown e Kizzy Edgell) affrontano nuovi passi nella rapporto, Elle e Tao (rispettivamente Yaasmin Finney e William Gao) hanno difficoltà ad ammettere i propri sentimenti reciproci. La tanto attesa gita a Parigi si rivelerà fondamentale per tutti loro, nel bene e nel male.

Nella stagione precedente, lo spettatore ha subito chiaro chi siano i veri protagonisti. Charlie, timido ragazzo vittima dei bulli, affronta le conseguenze del suo coming out come omosessuale, mentre l'amicizia con Nick si trasforma pian piano in qualcos'altro. Qui i due si passano la staffetta, e la serie vede proprio quest'ultimo come protagonista principale, alla riscoperta dei nuovi sentimenti e del proprio orientamento sessuale.

Gli altri personaggi, non certamente meno importanti, restano in secondo piano. La seconda stagione di Heartstopper, però, cambia le carte in tavola, diventando un racconto molto più corale e variegato. Tara e Darcy non sono più soltanto le amiche di Elle, ma affrontano problematiche importanti nella loro relazione, non meno interessante delle altre. Per non parlare, poi, dell'amicizia di Elle e Tao, che a volte ruba persino la scena alla storia di Nick e Charlie.

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Questa varietà di personaggi e di nuovi intrecci rende Heartstopper un racconto di formazione molto più pieno e intenso, ancor più ricco di spunti per lo spettatore di ogni genere ed età. Si parla di problematiche veramente impegnative, che danno anche la possibilità a Kit Connor e Joe Locke di esplorare le proprie capacità attoriali e d'interpretazione. In Heartstopper, tuttavia, anche il dolore e la drammaticità vengono trattati con la giusta dose di dolcezza.

Tutti possono guardare Heartstopper 2

Anche quando la serie TV di Netflix parla di tematiche negative, come il bullismo, a fare da cuscino ci sono i dolci personaggi. Questi, infatti, vogliono comunicare positività e forza a chi si ritrova nei loro panni, o ci si ritroverà, senza dover per forza spaventare lo spettatore una volta a contatto con una società ancora troppo intollerante e omofoba.

Heartstopper non è mai stato uno specchio non veritiero della realtà, tutt'altro. Semplicemente ha sempre voluto parlare della comunità LGBTQA+ con una sorta di "filtro rosa", veicolando messaggi che incitassero a vivere la propria identità o sessualità affrontando le sfide a testa alta, sapendo su chi poter contare.

Non è propriamente vero che un pubblico maturo non possa rivedersi in questo teen drama, a meno che non sia allergico all'amore. Spesso le storie dei protagonisti sono comunque un grande spunto per adulti che, nella loro adolescenza, avrebbero desiderato tanto uno show televisivo che parlasse loro in certi termini, senza paura e senza censura.

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Heartstopper può rivelarsi educativo per i più grandi, ad esempio genitori che impareranno ad affrontare al meglio la vita di un figlio queer. Nella prima stagione, la scena del coming out di Nick con la madre (interpretata da Olivia Colman) rappresenta uno dei momenti più formativi ed emozionanti dell'intera serie TV.

Rispetto alla prima stagione, Hearstopper 2 non perde questa direzione, introducendo anche nuove tematiche, mai estranee ad alcun target d'età o di genere: famiglia, futuro, salute fisica e mentale. Vediamo per la prima volta molto più coinvolti i genitori dei protagonisti, proprio per riuscire a comunicare anche con chi non è più poi così "teen".

Heartstopper 2: dalla pagina allo schermo

La prima stagione di Heartstopper seguiva, più o meno di pari passo, i primi due volumi della serie di Oseman. Heartsopper 2, invece, racconta grossomodo le vicende del terzo volume, concentrandosi soprattutto sul viaggio a Parigi e sulle prime avvisaglie dei problemi di Charlie.

C'è da fare questa premessa: è normale che l'adattamento su schermo abbia tempi diversi, quindi non sarebbe un difetto scegliere di concentrarsi su alcuni elementi a discapito di altri, o di accorparli dove necessario. In Heartstopper 2, visto l'arco narrativo scelto, ci si concentra molto su alcuni dettagli, senza particolari balzi temporali - visti invece nella prima stagione.

Alcuni rapporti che nei libri tendono a procedere per gradi, tuttavia, qui trovano un velocissimo exploit, come se davvero qualcuno avesse spruzzato un filtro d'amore nell'aria di Parigi.

Preso per buono che si tratti di un teen drama con il filtro positivo e fiducioso di Alice Oseman, la seconda stagione sceglie di non andarci piano con l'esplosione dei sentimenti, a costo di far pensare ad una forzatura di trama nel momento di alcune "concomitanze amorose". Questo è da considerarsi un vero difetto? Forse non troppo per una serie come Heartstopper, che come punto di forza ha sempre scelto quello di essere una sdolcinata serie TV innamorata dell'amore.

Hearstopper 2 non perde mai i richiami alla propria natura di graphic novel, e una particolarità stilistica è quella di integrare le animazioni al live action per esprimere le emozioni. Se sfiorare una mano genera scariche elettriche e piccoli fuochi d'artificio, pensieri negativi si traducono con intensi scarabocchi tutt'intorno. Anche alcune transizioni tra un'inquadratura e un'altra, attraverso la giustapposizione di quadrature, ricordano esattamente le tavole originali.

Chiaramente la serie TV può giocare molto con la regia e la fotografia, offrendo talvolta curiose citazioni. Una scena in cui Tao e Elle si recano al cinema a vedere un film di Wes Anderson è girata come se appartenesse al film stesso, con la sua tipica simmetria simbolica.

Rispetto all'opera grafica, la serie TV può scegliere anche altri mezzi per comunicare: i colori e la musica. Con una soundtrack sempre cucita su misura - che stavolta spazia anche nella discografia francese - ogni scena si riempie di tinte che vogliono trasmettere un senso di dolcezza: palette di colori pastello sembrano essere le favorite, e richiamano i colori delle copertine dei volumi originali.

È davvero uno dei rarissimi casi in cui, con le dovute differenze per forza di cose, graphic novel e adattamento televisivo camminano sotto braccio costituendo un'unica identità coesa, e la presenza assidua di Alice Oseman nella produzione di Hearstopper significa davvero tantissimo. La seconda stagione ne resta una piacevole conferma.

L'immagine di copertina è stata offerta da Netflix.

Commento

Voto di Cpop

82
La seconda stagione di Heartstopper si conferma un porto sicuro in cui rifugiarsi. È un'esaustiva rappresentazione della comunità LGBTQA+ che, pur con un "filtro rosa", vuole trattare tematiche importanti senza inutili censure, senza riserve, veicolando quanto quanti più messaggi positivi possibili. A dispetto delle apparenze, si rivela essere adatta ad un pubblico di ogni età. Un racconto di formazione e di educazione a tutto tondo che, stavolta, decide di dare ancora più spazio ai personaggi secondari, diventando un'opera corale - così come concepita dalla stessa Alice Oseman.

Pro

  • Maggiore attenzione sui personaggi secondari
  • La trama prende un respiro più ampio
  • Sono introdotte nuove tematiche
  • Grande rappresentazione della comunità LGBTQA+

Contro

  • La concomitanza di alcune storie amorose sembra forzata
  • Solo 8 episodi alla volta sono troppo pochi
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