L'esorcista - Il credente, recensione: niente di nuovo sul fronte infernale

L'esorcista - Il credente riporta nei cinema una saga discussa, tenendo in estremo conto le sue origini per poi tentare di rinfrescarle. Ci sarà riuscito?

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Autore: Nicholas Massa ,

Era il 1973 quando L'Esorcista (The Exorcist, in lingua originale) di William Friedkin uscì nelle sale, cambiando per sempre la storia del cinema e di un genere cinematografico che da lì in avanti avrebbe fatto di tutto pur di superare i suoi stessi limiti, in ogni senso. Dopo alcuni esperimenti successivi al primo capitolo e ripensamenti, la saga ritorna al cinema - precisamente dal 5 ottobre 2023 - con L'Esorcista - Il credente. Le redini della pellicola, non a caso, sono state affidate a David Gordon Green, un regista che conosce bene cosa significhi toccare opere iconiche all'interno del panorama horror del passato, cercando di "riesumarle" nel presente.

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L'idea di base è quella di ripartire da zero, cercando di evitare i tentativi precedenti nel continuare a costruire una saga cinematografica con alti e bassi. Affiancato dalla Blumhouse Productions, una nota casa di produzione statunitense che ha dimostrato più volte il suo amore e la sua attenzione per il genere horror, sia dal punto di vista storico che contemporaneo.

Il regista avrà l'arduo compito di creare una narrazione con chiari richiami al suo passato originario, cercando di rinfrescare le caratteristiche più classiche di una pellicola che ha fatto e continua a fare la storia del cinema. Green sarà riuscito in questa impresa così grande e complessa, specialmente alla luce dei risultati generalmente ottenuti da coloro che lo hanno preceduto in tal senso? Scopriamolo insieme.

L'esorcista - Il credente e la consapevolezza storica

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Fin dalle primissime inquadrature di L'Esorcista - Il credente è facilissimo notare chiari rimandi, non solo a livello narrativo, al film del 1973. Le sequenze e le immagini che aprono questo sequel sono molto attente nel richiamare le stesse sensazioni iniziali presenti anche nel film di William Friedkin, costruendo innanzitutto un'impostazione formale consapevole delle innovazioni registiche del passato, senza timore di citarle e di utilizzarle nel modo più diretto possibile.

La storia inizia in un contesto molto diverso dagli Stati Uniti, con un prologo estremamente esoterico e fugace ad Haiti. Qui incontriamo una coppia di turisti in viaggio per piacere e curiosità, intenti a esplorare il posto e a scattare alcune fotografie. Tutto cambia improvvisamente quando un gigantesco e terrificante terremoto colpisce la zona in cui si trovano, gettandoli nel caos generale e causando la morte della donna che, vittima della situazione, chiede al suo compagno Victor Fielding (Leslie Odom Jr.) di proteggere, a ogni costo, la bambina che porta in grembo. La gravità della situazione spinge l'uomo a compiere una delle scelte più importanti e difficili della sua vita, mettendo in gioco sia il presente che il futuro.

Courtesy of Universal Pictures
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Un salto temporale ci porta in America, dove scopriamo che Victor è diventato padre, con l'arduo compito di crescere da solo la piccola Angela (Lidya Jewett), una ragazza solare ed estroversa con cui è molto legato e verso cui si comporta in modo protettivo. Tuttavia, in modo ingenuo, la bambina si lascia coinvolgere in un strano e indefinito rituale dalla sua piccola amica Katherine (Olivia Marcum). La profonda assenza della madre, che Angela non ha mai conosciuto, la spinge in questa direzione, risvegliando o svelando qualcosa di oscuro e terribilmente pericoloso.

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Scomparse, per poi riapparire tre giorni dopo, le due ragazzine inizieranno a cambiare completamente rispetto a come le loro famiglie le conoscevano, manifestando una serie di comportamenti molto strani che metteranno in allarme la situazione, aprendo la strada a una serie di dinamiche horror ben note agli appassionati. Cosa è successo loro? Chi le ha trasformate così? Cosa hanno visto durante il rituale? Di che rituale si è trattato? Chi potrebbe mai aiutarle? Queste sono le domande centrali di una narrazione che oscilla continuamente tra terrore diretto e mistero intimo e personale.

L'esorcista - Il credente: elementi familiari e nuovi

L'insieme dei fattori narrativi che compongono L'esorcista - Il credente non introduce molte novità, specialmente agli occhi degli appassionati più esperti di storie del genere. La scelta di presentare due possessioni contemporaneamente è sicuramente interessante, anche se non innova in modo radicale nell'approccio puramente horror, presentando alcuni elementi disturbanti di matrice estremamente classica, accompagnati da vezzi creativi che senz'altro soddisfano. L'intero racconto si concentra su queste due bambine e sulle loro rispettive famiglie, creando un curioso contrasto tra i due modi di educare reciproci e le sfere personali che le hanno cresciute fino a quel momento.

Da un lato ci sono Victor e Angela, e il profondo dolore di entrambi per la perdita, da un lato dell'amore di sempre e dall'altro della figura materna, sempre immaginata ma mai veramente toccata o persino sfiorata. Dall'altro lato c'è la famiglia di Katherine, completamente diversa e fortemente legata alla fede cattolica (sono fedeli frequentatori della loro chiesa, credono fermamente in Dio e non vedono alcuna altra possibilità o interpretazione della loro vita al di fuori di quella professata nel personale circolo spirituale che vivono quotidianamente).

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Questi due "nuclei" quindi, si trovano ad affrontare una situazione completamente fuori dall'ordinario. Le due bambine presentano tutte le tipiche caratteristiche di un'ossessione demoniaca, ma... esiste anche la possibilità che stiano elaborando un profondo trauma, sconosciuto a tutti gli altri, in modo unico e complesso da leggere da fuori. Nello scontro diretto, doloroso e terrificante, quindi, emerge anche il conflitto delle persone a loro vicine, che cercano di aiutarle dando una lettura personale ed egoistica alla situazione, senza fermarsi mai abbastanza a lungo a comprendere le esigenze dell’altro.

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Così, L'Esorcista - Il credente si scaglia con tutti loro, contro la Chiesa cattolica in primis e le sue ipocrisie interne, e contro le incoerenze tipiche dell'animo umano che pensa prima di tutto a se stesso e poi agli altri suoi simili. In tutto ciò, ritroviamo la leggendaria Chris MacNeil (Ellen Burstyn) e la sua esperienza personale con Regan e tutto quello che ha portato nella sua vita negli anni successivi. Il suo contributo al film, purtroppo, oltre a emozionare per il suo valore nostalgico, non aggiunge molto, aprendo la strada a una serie di riflessioni e sviluppi potenzialmente futuri. Tuttavia, l'ombra del passato diventa anche uno strumento di trasformazione, specialmente quando i familiari delle due bambine cercano un modo per salvarle, attingendo non solo alla fede cattolica, ma anche ad altre pratiche che rompono il monopolio spirituale presente nella prima pellicola, favorendo un percorso di fede più aperto e legato alla dimensione personale e soggettiva.

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Conclusioni

L'Esorcista - Il credente è un film dalle caratteristiche non particolarmente originali e piuttosto prevedibili nel suo complesso, che utilizza alcune dinamiche spaventose e disturbanti per costruire una narrazione che si concentra direttamente sui protagonisti coinvolti, nel modo più introspettivo possibile (anche se questo non rappresenta una novità, effettivamente). L'obiettivo principale è riflettere sui legami tra gli esseri umani e sul sacrificio che siamo disposti a fare per il bene delle persone che amiamo, il tutto in un contesto che mette alla prova nel modo più coercitivo e agghiacciante possibile.

Commento

Voto di Cpop

70
L'esorcista - Il credente è un film sicuramente consapevole della propria storia. Un esperimento cinematografico che tenta di rinfrescare una saga coi suoi alti e bassi, offrendo una narrazione spaventosa e dai tratti familiari. Nel cercare la propria strada, rispettando la memoria degli appassionati, però, non osa mai fino in fondo, offrendo un'esperienza terrificante e disturbante non troppo originale, ma comunque interessante dal punto di vista orrorifico. Un horror ben calibrato che alterna momenti di angoscia disturbante a una storia forse troppo impegnata a guardare in altre direzioni per adesso.

Pro

  • Un buon impianto horror che sa come suscitare spavento e inquietudine.
  • L'attenzione alle proprie origini cinematografiche.
  • I tentativi di rinfrescare alcuni approcci alla narrazione di possessione.

Contro

  • Il racconto di fondo è fin troppo semplice e prevedibile.
  • Alcune piccole incertezze generali.
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