L'essenza di una Musa, recensione: l'arte di raccontare il bello e il brutto della vita

Miyu ha due sogni: frequentare l'Accademia di Belle Arti e imparare ad amarsi; dopo Adolescenza Maledetta, Aya Fumino torna con L'essenza di una Musa!

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Autore: Livia Soreca ,

A volte ci sembra di non riuscire ad amare noi stessi senza che gli altri siano i primi ad apprezzarci, che mostrando la nostra vera natura nessuno sappia accettarci per ciò che siamo... Ma cosa siamo, in effetti? Cosa ci definisce o meno "noi stessi"? Sono domande che anche la giovane Miyu si è posta da sempre, una giovane donna che sa essere ben oltre il mero personaggio di un manga.

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Dopo il successo di Adolescenza maledetta (qui la recensione), la talentuosa Aya Fumino torna con un nuovo seinen: L'essenza di una Musa è una delle ultime novità di J-POP Manga, una miniserie in 3 volumi che parla dell'arte bella e maledetta, della fragilità dei sogni e delle speranze. Dal 17 luglio 2024 potete acquistare il BOX con la serie completa, che abbiamo avuto il piacere di leggere, avendo così già un quadro completo di questo drammatico racconto.

Di cosa parla L'essenza di una Musa

Da quando ha fallito l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti, Miyu si accontenta di obbedire in tutto e per tutto alle indicazioni della madre: nell’abbigliamento, nel lavoro, persino in amore. Anche a costo di sacrificare i suoi desideri e la passione per la pittura. Poi, a una cena tra amici, incontra Kairi Nabeshima, l’unica persona che sembra capirla. O, almeno, così crede…

Mentre in Adolescenza maledetta il lettore si è interfacciato con personaggi femminili in età adolescenziale, in L'essenza di una Musa l'artista decide di raccontare il mondo visto con gli occhi dei giovani adulti, che come quelli da poco incontrati in Magilumiere (qui la recensione) sentono l'ansia di rendersi utile per la società come un macigno sul cuore.

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Miyu Seno sente il peso di non essere riuscita a superare l'esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti: un sogno infranto, un fallimento per sé e per sua madre, che nel tempo sembra abbia fatto di tutto per condizionare le scelte della figlia, quantomeno secondo il punto di vista di Miyu.

La chiave di L'essenza di una Musa, infatti, è il cambio di prospettiva con cui, piano piano, il racconto si erge in piedi. Più di una volta, infatti, muta il punto di vista della narrazione, non solo per mettere a fuoco il background di più personaggi, ma anche per evitare che anche il lettore cada nei malintesi che gli stessi protagonisti vivono. Anche la linea temporale è cangiante, rendendo il ritmo narrativo frammentato, talvolta spasmodico quasi ad assecondare lo stato d'animo di Miyu, ma mai confusionario.

Qui Aya Fumino si interfaccia con una sceneggiatura di più ampio respiro, allontanandosi dalla formula dell'antologia - adottata in Adolescenza maledetta: mentre nella precedente opera non sempre la scrittura risultava a fuoco, qui si ha una buona gestione dell'azione, del tempo e dello spazio, in una struttura nient'affatto lineare che, però, riesce a funzionare.

J-POP Manga, Livia Soreca
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L'essenza di una Musa - Miyu

L'essenza di una Musa riflette su cosa voglia dire "essere se stessi". Durante la lunga e faticosa corsa alla realizzazione di un sogno, Miyu si divide costantemente tra ciò che è stata finora e chi vorrebbe essere. Alla fine, però, chi è veramente Miyu? Talvolta il desiderio di cambiare per riscoprirsi e sentirsi più autentici finisce con la ricerca di sé in qualcun altro: sembrerebbe una contraddizione, ma forse non lo è poi così tanto.

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Si è abituati a pensare che essere se stessi significhi essere unici, diversi da chiunque altro. Questo porterebbe a pensare che qualunque tipo di ispirazione o emulazione non sia possibile.

Però dai... Non ho mica fatto qualcosa di tanto grave, no? Il wolfcut o i capelli neri... non li ha mica inventati la Tsukioka!

Esorcizzando una smania con la cura dell'aspetto esteriore, e quindi con un cambiamento che sia tangibile, Miyu asseconda un desiderio, un'esigenza - dare un taglio con il passato e tutto ciò che le è sempre stato stretto - e non è questo, in fondo, essere veri? Perché cercare autenticità nell'unicità senza precedenti anziché nell'ascoltarsi e nel capirsi, anche quando la forza ci arriva guardando qualcun altro?

In questa riflessione controversa, per cui non esiste certamente una riposta univoca, Miyu agisce cercando un modo per amarsi, che non derivi però dall'approvazione degli altri. Tutto sembra ricondurre all'arte, un rapporto di amore e odio, di devozione e dipendenza, l'unico mezzo che l'abbia mai fatta sentire viva nel bene e soprattutto nel male.

Miyu, infatti, non è un personaggio positivo, tanto da non suscitare subito simpatia nel lettore - forse, al contrario, dà molto fastidio. È una giovane donna estremamente contraddittoria, bisognosa di approvazione, fragile e soprattutto impulsiva ai limiti del patetico. In fondo, però, è un vero un essere umano, una persona comune che riflette il brutto e il bello della vita: le conseguenze devastanti dell'avere una passione, cosa e chi si perde quando ci si innamora finalmente di se stessi.

La stessa mangaka, nella postfazione, ha affermato quanto segue:

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In questa opera ho voluto rappresentare una protagonista a cui niente va per il verso giusto, nonostante agisca secondo i classici stereotipi degli shōjo e degli shōnen manga, cioè "se vivi la tua vita senza farti influenzare da chi ti circonda, piacerai agli altri (al sesso opposto)" e "se lavori duramente, il tuo talento sboccerà e avrai successo a dispetto dei fallimenti iniziali".

Per Aya Fumino questo è un grande atto di coraggio, poiché sarebbe stato molto più facile presentare al pubblico di lettori un personaggio a cui ci si potesse affezionare subito, una figura in cui riporre tutte le proprie speranze, un alter ego a cui la vita decide di sorridere. Miyu, invece, è una protagonista per cui si può provare ammirazione o pena al tempo stesso, empatia o repulsione, in un quadro perennemente contraddittorio.

I messaggi nascosti da Aya Fumino

Lo stile di Aya Fumino è ormai riconoscibile, dal tratto che sa essere delicato o, di contro, duro e sporco all'occorrenza, in grado di veicolare gli stati d'animo più inquieti. Non manca il suo occhio di riguardo per i personaggi femminili, con un focus perenne sugli sguardi.

Mentre in Adolescenza maledetta gli uomini ricoprivano un ruolo ampiamente secondario, in L'essenza di una Musa hanno una forte presa sulle donne, ma spesso semplicemente in quanto figure maschili con un'idea distorta di ciò che voglia dire essere donna: sembra, dunque, una scelta volontaria quella di comunicarne - di contro - un'importanza effimera, fasulla, scegliendo di non concentrarsi troppo sui dettagli.

Nelle tavole di Fumino c'è sempre qualcosa di non detto, indizi che l'artista sceglie di nascondere con un escamotage che, ormai, ne costituisce la vera firma: le stanze. Che siano camere da letto, luoghi di studio o di  lavoro, le ambientazioni sono sempre un'estensione dei personaggi e si dividono tra ciò che questi sono e ciò che invece vogliono mostrare.

Un quadro esposto in una cornice impolverata rappresenta una persona attenta alle apparenze ma che, in realtà, non si cura molto delle cose - o persone - che la circondano. Un ufficio ordinato, minimal, a tratti asettico, rappresenta una personalità ferma, rigida, equilibrata: una maschera rispetto a una camera da letto confusionaria, sporca, che comunica un malessere profondo, un senso di abbandono che non si vuole o non si può mostrare.

Se scegliete di acquistare il BOX di L'essenza di una Musa, vi suggeriamo di non leggere l'opera tutta d'un fiato, per evitare di bruciare un racconto che sarebbe meglio gustare a piccoli passi, non solo per immergersi più a fondo nella trama e metabolizzare al meglio l'emozionante epilogo, ma anche per poter godere delle suggestive tavole di Fumino senza farsi prendere dalla lettura famelica.

L'edizione è sicuramente da non perdere: oltre alla qualità di stampa sempre notevole, ciascun volume è completo di una tavola a colori e una prima pagina con una texure ruvida che ricorda proprio una tela su cui dipingere. Purtroppo, però, il contenitore risulta estremamente fragile e non è agevole tirare fuori e inserire facilmente 3 tankōbon entro uno spazio inaspettatamente ristretto: il rischio che si rovini o che possa rompersi al primo utilizzo è molto alto.

Commento

Voto di Cpop

80
L'essenza di una Musa è un'opera che, letta con ampio respiro, entra nel cuore del lettore lacerandolo, mostrando l'altra faccia della medaglia, quella che spesso non viene raccontata. La protagonista è difficile da amare, ma è proprio lei ad apprendere - e poi a insegnarci - che non si vive cercando di piacere agli altri. Aya Fumino fa un passo avanti rispetto al suo lavoro precedente, pur mantenendo quei tratti e quelle chicche che rendono il suo stile strettamente personale.

Pro

  • Le diverse prospettive stratificano e movimentano il racconto
  • Gli ambienti si rivelano un intelligente strumento narrativo
  • Il finale è davvero emozionante
  • Miyu è un personaggio autentico come pochi, anche se...

Contro

  • ...il lettore può arrivare a detestare la protagonista
  • L'edizione in cofanetto si rovina facilmente
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