"Dona un soldo al tuo Witcher..." per un'altra avventura. In attesa di capire come andrà a finire il percorso di Geralt di Rivia nella serie live-action, partita alla grandissima ma poi totalmente persa nel proseguo del suo cammino, il nostro amato strigo nato dalla penna di Andrzej Sapkowski ritorna su Netflix in versione animata, con un vestito che sembra calzargli davvero bene.
Negli ultimi anni, la piattaforma streaming ha investito tantissimo sul franchise fantasy, tanto da realizzare non soltanto la già citata serie live-action, ma anche diversi spin-off come la serie sul primo witcher, Blood Origin, e il lungometraggio animato Nightmare of the Woolf, dedicato a Vesemir. Con The Witcher: Le Sirene degli Abissi si propone direttamente una nuova avventura con protagonista Geralt, affiancato dall'irriverente bardo Ranuncolo.
Nel loro girovagare, nemmeno a dirlo, si troveranno presto a dover fare i conti con qualcosa di più rispetto ad un "canonico" (se mai ce ne siano) contratto da witcher: amore e guerra fra terra e mare, con tutti gli elementi pienamente caratteristici delle avventure dello strigo di Andrzej Sapkowski.
Il canto della sirena
The Witcher: Le Sirene degli Abissi adatta il racconto Un piccolo sacrifico, contenuto nella raccolta antologica La Spada del Destino (QUI per la guida alla lettura del mondo di The Witcher) e, di fatto, fra le prime avventure di Geralt di Rivia. Nel mondo Netflix, il film si colloca cronologicamente tra il quinto e il sesto episodio della prima stagione della serie live-action, intorno al 1256 e subito dopo l'esperienza di Geralt e Yennefer con il djinn. In questo senso, la datazione so differenzia da quella dei libri, dove questa avventura è collocata all'incirca nel 1262, dopo che Geralt e Yennefer erano già separati a causa degli eventi di Un frammento di ghiaccio.
Come spesso succede nei racconti di Sapkowski dedicati allo strigo, anche per questa trama lo scrittore polacco pesca dal folklore. Grazie ad un invito ottenuto da Ranuncolo, Geralt si trova insieme all'amico bardo alla corte di Bremervood, venendo ingaggiato per indagare su alcuni misteriosi omicidi e sparizioni sulle barche dei cercatori di perle. Accettando l'incarico per questioni economiche, lo strigo si rende subito conto che la sua vera missione non consisterà nell'uccidere un mostro, bensì nell'evitare una guerra fra terra e mare...avendo a che fare, nel frattempo, con un particolare amore che sembra davvero impossibile.
Unendo il classico schema narrativo delle avventure di Geralt di Rivia al folklore, attingendo in particolar modo a La sirenetta e a tutti i racconti popolari da cui la fiaba di Andersen ha origine, Un piccolo sacrifico ci presenta una classica storia d'amore impossibile, che si intreccia con tematiche come avidità, dinamiche familiari e sete di potere. The Witcher: Le Sirene degli Abissi adatta quindi perfettamente il racconto di Sapkowski, che si mostra davvero perfetto per un lungometraggio animato: in un'ora e mezza, ci presenta una breve ma intensa avventura dello strigo, proponendo tutti quegli elementi che rendono il mondo di The Witcher così affascinante.
Un piccolo sacrificio
Quando c'è di mezzo Geralt, come ben sappiamo, le cose non sono mai così facile: il witcher è costantemente messo davanti ad una scelta e sebbene la sua professione lo obblighi a fare la cosa necessaria, si interroga costantemente su quale sia la cosa giusta, proponendo nelle storie, a partire dalla sua prospettiva morale, le varie sfaccettature che esistono nel mondo. Nessuno è totalmente buono, come nessuno (e spessissimo sono proprio le creature a giocare questo ruolo) mai totalmente cattivo; pur affrontato in un contesto dove a dominare è uno scontro fra culture, acceso da una fiabesca storia d'amore, è proprio questo il cuore di The Witcher: Le Sirene degli Abissi, per una tematica che, di fatto, è costituente del personaggio di Geralt. Proprio per questo, il film animato potrebbe essere un approccio iniziale perfetto per i neofiti del mondo dello strigo.
A rendere ancora più poetica l'avventura di Geralt, oltre ai particolari focus sul rapporto con Ranuncolo e sul passato del bardo, i riferimenti ai turbamenti amorosi del nostro strigo; il rapporto con Essi mette in scena tutta la complessità della sfera sentimentale del nostro personaggio, facendo da contraltare alla storia d'amore principale che funge da motore per la narrazione. Yennefer è presente solamente grazie alle emozioni proiettate di Geralt: come un'ombra, resta sullo sfondo per colorare di nuove tinte i rapporti che invece vediamo attivamente evolversi sulla scena.
Che il racconto di Sapkowski fosse ben riuscito, comunque, non è di certo una novità, e non è un caso che sia parte integrante della mitologia costituente di Geralt di Rivia. Il grande merito di The Witcher: Le Sirene degli Abissi è stato quello di adattare sapientemente il materiale letterario, sfruttando l'animazione non soltanto per approfondire la psicologia di Geralt attraverso il mezzo, ma anche per far immergere lo spettatore (che, lo ripetiamo, potrebbe anche essere alla prima avventura col nostro strigo) nello splendore del mondo di Sapkowski.
Le scene marine e quelle notturne, curate nei minimi dettagli e realizzate con una qualità di assoluto livello della fotografia, sono essenziali per costruire quel contesto poetico e fiabesco necessario alla struttura narrativa; allo spettacolo visivo, nel quale non mancano vibes da The Witcher 3: Wild Hunt, va poi aggiunta la colonna sonora (arricchita dalla presenza in scena di Ranuncolo e comprensiva anche di uno straniante omaggio a La Sirenetta Disney), fondamentale per offrire un ulteriore coinvolgimento sensoriale. Promossa anche l'animazione, che rende fluide le scene di combattimento e l'utilizzo da parte di Geralt dei suoi segni.
The Witcher: Le Sirene degli Abissi non arriva su Netflix per proporre del nuovo materiale su Geralt, ma per il semplice piacere di godere delle sue avventure e di tutti i livelli di lettura che queste offrono; eppure, nell'adattare un racconto celebre in tutto il mondo, il lungometraggio riempie il cuore anche dei fan di vecchia data, aumentando la connessione col nostro amato Lupo Bianco.
Una fiaba dolceamara, complessa nella sua linearità e mai banale nella sua semplicità e che ci porta, come sempre, a voler seguire Geralt a cavallo alla fine dell'avventura. Dove vada, importa poco: per quanto dichiari di aver bisogno di "soldi, pace e tranquillità", sappiamo che infondo anche lui cerca molto di più e noi saremo al suo fianco per vedere dove lo porteranno gli eventi. Libri, serie tv, animazione, videogiochi e fumetti: il mondo di The Witcher sembra davvero non stufare mai.
Commento
Voto di Cpop
75Pro
- La caratterizzazione di Geralt è coerente e ben amalgamata nella narrazione
- L'animazione evoca gli sfolgoranti scenari dei videogiochi e mantiene fluidi i combattimenti
- La gestione della presenza di Yennefer
Contro
- Poco spazio dato a Ranuncolo ed Essi
- L'omaggio a La Sirenetta Disney, curioso ma fuori luogo
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