Doomsday Clock: a che ora è la fine del mondo?

Autore: Manuel Enrico ,
Attualità
9' 51''

Il monito della fine del mondo è presente in diverse opere, un segnale che dovrebbe spingere l'umanità a cambiare rotta prima che sia troppo tardi. Ma quanto tempo resta effettivamente alla razza umana prima del punto di non ritorno? Per rispondere a questa domanda, è stato creato il Doomsday Clock, un orologio nato nel 1947 come strumento di sensibilizzazione per i potenti del mondo. Il Doomsday Clock è figlio diretto della minaccia atomica nata sul finire della Seconda Guerra Mondiale, una presenza che ha pesantemente influenzato la società post-bellica. 

Il progetto dell'atomica, guidato da Robert Oppenheimer, è stato uno dei più importanti della storia moderna. La pellicola di Christopher Nolan ha dato voce alla figura di Oppenheimer e al suo profondo coinvolgimento nel progetto (leggi qui la nostra recensione di Oppenheimer). Tuttavia, l'idea di una catastrofe nucleare era già stata anticipata da un gruppo di scienziati consapevoli delle conseguenze dell'era atomica. La preoccupazione di Oppenheimer per le conseguenze catastrofiche dell'uso dell'arma nucleare ha portato alla creazione dell'orologio dell'apocalisse da parte del Bulletin of the Atomic Scientists, un simbolo della minaccia globale rappresentata dalle armi nucleari.

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Immagine di Oppenheimer

Oppenheimer (2023)

19/07/2023 (en)
Dramma, Storia,

La storia del ruolo di J. Robert Oppenheimer, i quali studi condussero alle scoperte legate alla bomba atomica, con il conseguente utilizzo durante le stragi di...

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Doomsday Clock: a che ora è la fine del mondo?

Dalla bomba atomica al Doomsday Clock

Il Doomsday Clock è stato reso necessario in parte dai membri del Progetto Manhattan, il gruppo di ricerca scientifica segreto del governo americano che portò alla creazione della prima bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale. Non tutti i ricercatori erano consapevoli delle vere velleità del progetto, ma tra coloro che lo sapevano, non mancarono voci di dissenso.

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Nomi illustri come Leo Szilard e Albert Einstein avevano avvisato il governo americano nel 1939 che il regime nazista avrebbe potuto avere a disposizione una bomba nucleare. Questo timore diede vita al progetto atomico americano, che pochi anni dopo aveva raggiunto l'obiettivo scientifico di teorizzare la costruzione di un'arma nucleare.

Tuttavia, l'idea stessa di poter impiegare una simile arma, considerata dagli stessi scienziati come un insulto alla vita, spinse molti di loro a redigere nel 1945 il Rapporto Franck, in cui chiedevano al governo di fare una dimostrazione di forza all'interno di una zona disabitata, usandola più come arma psicologica per spingere il Giappone alla resa. La richiesta non venne accolta, spingendo quasi tutti i membri del Progetto Manhattan a firmare una nuova richiesta di non utilizzare l'arma atomica, ma questa supplica cadde nel vuoto.

L'uso di armi atomiche in Giappone nell'agosto 1945 fu un duro colpo per gli scienziati coinvolti nel Progetto Manhattan. La reazione di Oppenheimer, che commentò il primo lancio dicendo "I fisici hanno conosciuto il peccato", è ben nota, ma anche la reazione di un gruppo di studiosi del Progetto Manhattan, noti come Chicago Atomic Scientist, fu significativa.

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Profondamente turbati dalle conseguenze dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, questi scienziati sentirono la responsabilità morale di creare consapevolezza sociale riguardo a quanto era accaduto, affrontando le conseguenze delle loro azioni. Con questo obiettivo, diedero vita a una pubblicazione chiamata Bulletin of the Atomic Scientists, sulla cui prima copertina apparve un orologio stilizzato, segnato a sette minuti prima della mezzanotte. Questa fu la prima apparizione del Doomsday Clock.

Il ruolo fondamentale del Bulletin of the Atomic Scientists fu sottolineato da John Simpson, che, dopo aver partecipato al Progetto Manhattan, divenne il primo presidente del Bulletin:

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Per la prima volta, nella storia moderna, gli scienziati stanno avvisando che è necessario aver giudizio su come vengono impiegare le loro invenzioni

Doomsday Clock, la mezzanotte incombe

L'aspetto grafico del Doomsday Clock fu creato da Martyl Langsdorf, artista e moglie di uno dei membri del Bulletin, su richiesta del fondatore dell'organizzazione, Hyman Goldsmith. Dopo una serie di primi tentativi poco riusciti e privi di un forte impatto visivo, Goldsmith decise di introdurre un elemento distintivo per la pubblicazione, sperando di diffonderla maggiormente.

La scelta di un orologio fu guidata dall'idea di rappresentare un conto alla rovescia verso il punto di non ritorno e, allo stesso tempo, trasmettere un senso di possibilità concreta, a condizione che si agisca in modo deciso per "fermare" il tempo. Come spiegò uno dei co-fondatori del Bulletin, Eugene Rabinowitch:

L’Orologio del Bulletin non è una valvola con cui indicare alti e bassi della lotta di potere internazionale. È stato concepito per riflettere i cambiamenti, anche minimi, del livello di pericolosità in cui vive l’umanità durante l’era atomica

Nel 1947, l'era atomica era vista come una possibile minaccia alla fine dell'umanità, portando gli scienziati a posizionare le lancette dell'orologio molto vicine alla mezzanotte. La scelta precisa dell'orario, ovvero le 23:53, fu casuale, poiché Langsdorf riteneva che questa posizione fosse esteticamente piacevole.

Ma perché fu scelta la mezzanotte? Questa decisione fu guidata dall'idea che la mezzanotte rappresentasse la fine del tempo, ovvero la conclusione del lungo giorno durante il quale l'umanità si era evoluta. Non era solo la minaccia di una guerra a coincidere con la mezzanotte, ma anche altre cause che potevano portare le nazioni a creare situazioni pericolose: politica, crisi energetiche, inquinamento e diplomazia furono presto inserite tra i fattori considerati.

Tutti questi fattori contribuiscono a far avvicinare o allontanare le lancette dall'orologio dalla temuta mezzanotte per l'umanità. Sul Doomsday Clock, il tempo non scorre come su un normale orologio, ma in base all'ultimo movimento delle lancette, spingendo gli scienziati che lo gestiscono a considerarlo come un enorme countdown, determinando quanto tempo rimane prima della fine.

Col passare degli anni, le cause che possono influenzare il comitato del Bulletin a modificare la posizione delle lancette sono naturalmente aumentate. La decisione di avvicinarsi o allontanarsi dalla mezzanotte viene presa durante due sessioni annuali in cui il comitato analizza tutte le minacce potenziali e decide come aggiornare il Doomsday Clock. Ciò può comportare aggiornamenti non sempre tempestivi, come accaduto durante la Crisi di Cuba del 1962, che si verificò tra le due sessioni di confronto del comitato.

L’ultimo minuto del Doomsday Clock

Fino al 1973, la decisione di spostare o meno la lancetta sul Doomsday Clock era responsabilità di Eugene Rabinowitch, redattore del Bulletin. Rabinowitch sfruttava anche la sua posizione di figura di primo piano nei movimenti per il disarmo nucleare, il che gli permetteva di interagire con i capi di stato e di avere una visione chiara delle minacce potenziali.

Dopo la morte di Rabinowitch, questo compito è stato assegnato al Comitato per la Scienza e Sicurezza del Bulletin, un organo composto da 18 studiosi con diversi background, permettendo una visione globale della situazione dell'umanità. Ecologisti, politologi, scienziati nucleari e analisti militari fanno parte di questo gruppo di riflessione, le cui valutazioni determinano come muovere le lancette del Doomsday Clock.

Pertanto, non solo il rischio atomico, ma ogni possibile fallimento dell'umanità viene preso in considerazione. Ogni potenziale invenzione umana che possa portare all'apocalisse, come intelligenze artificiali o nuove tecnologie, viene esaminata. Ciò porta a chiedersi: cosa succederà quando il Doomsday Clock segnerà la mezzanotte? In una parola: Armageddon. Tuttavia, come afferma Daniel Holtz, astrofisico e membro del Comitato per la Scienza e Sicurezza, le nuove tecnologie e i nuovi pericoli rendono, in un certo senso, più difficile posizionare le lancette rispetto agli inizi del Doomsday Clock.

Il numero di modi in cui possiamo avviarci verso l’Armageddon è davvero alto. Ma questo è un qualcosa con cui tutti noi possiamo aiutare a impedire. Se agiamo ora, possiamo evitare alcune delle peggiori, inquietanti minacce alla nostra civiltà. Muovetevi per un cambiamento, non è troppo tardi

Anche il collega di Holtz, Robert Rosner, condivide questa visione, paragonando il Doomsday Clock al canarino utilizzato dagli operai nelle miniere: un segnale d'allarme che richiede una risposta immediata.

Le esperienze passate ci hanno insegnato, durante i momenti peggiori della Guerra Fredda, che possiamo unire gli sforzi per affrontare certe sfide.

Si spera che questo auspicio sia ancora valido, dato che attualmente il Doomsday Clock segna 100 secondi prima della mezzanotte. Una posizione che è stata spiegata in modo molto chiaro dall'attuale direttrice del Bulletin, Rachel Bronson:

Le lancette del Doomsday Clock sono rimaste troppo vicine alla mezzanotte. La terribile epidemia del COVID-19 ha la funzione di campanello d’allarme: un ritratto preciso di come governi e organizzazioni internazionali siano attualmente incapaci di gestire serie minacce capaci di cancellare la nostra civiltà

Attualmente, per il Comitato per la Scienza e Sicurezza, uno dei rischi più tangibili che potrebbe far avanzare le lancette del Doomsday Clock verso la mezzanotte è il cambiamento climatico. Nonostante una riduzione dei livelli di CO2 a seguito dei lockdown degli ultimi due anni, il cambiamento climatico rappresenta ancora un grave pericolo per il futuro, come spiegato dalla dottoressa Susan Solomon, chimica e membro del Comitato per la Scienza e Sicurezza:

Nel prossimo decennio dobbiamo diminuire drasticamente l’uso di combustibili fossili, se vogliano evitare le peggiori conseguenze sul piano del clima. Al contrario, si prevede il loro aumento, con concentrazioni di gas serra nell’atmosfera record per il 2020, che rimane uno dei due anni più caldi mai registrati. I cicloni e gli incendi dello scorso anno son una riprova dei danni della devastazione futura, destinata ad aumentare se i governi mondiali non accresceranno gli sforzi per azzerare l’emissione di gas serra”

Oltre alla questione climatica, i membri del Comitato per la Scienza e Sicurezza individuano altre due possibili cause che potrebbero portare all'ultimo avanzamento verso la mezzanotte: la proliferazione nucleare e le tecnologie distruttive, che includono la sicurezza informatica e la manipolazione genetica.

Il Doomsday Clock nella pop culture

La presenza del Doomsday Clock nella cultura popolare è più a livello concettuale che citazionale. La fantascienza, soprattutto nella letteratura, ha adottato il senso di inesorabilità teorizzato da questo orologio, influenzando la narrativa di autori con una visione pessimistica dell'evoluzione sociale, come Dick. Tuttavia, ci sono state anche manifestazioni più esplicite del Doomsday Clock nella cultura popolare.

"The end is nigh" (La fine è vicina) è la scritta che appare sul cartello portato da Rorschach, in abiti civili, mentre vaga per le strade di New York in Watchmen. È un avvertimento con cui cerca di comunicare che il mondo si avvicina alla fine. Non è un caso che questo messaggio sia presente in un fumetto in cui la distruzione del mondo come lo conosciamo è centrale nella trama, e la minaccia principale è l'olocausto nucleare causato da una guerra atomica tra le due superpotenze. Questa imminente distruzione è rappresentata anche dalla presenza del Doomsday Clock nel fumetto di Moore e Gibbons, che compare anche nell'adattamento cinematografico di Zack Snyder e nella serie sequel.

Il Dottor Who ha avuto a che fare con il Doomsday Clock, che viene menzionato esplicitamente nell'episodio Four to Doomsday (1982), mentre in La Piramide alla fine del mondo (2017), tutti gli orologi della Terra mostrano il quadrante del Doomsday Clock, come segnale dell'imminente fine del nostro pianeta.

Nel campo musicale, il Doomsday Clock ha ispirato il titolo dell'album Minutes to Midnight dei Linkin Park, appare all'inizio del video di Russians di Sting ed è l'ispirazione della canzone 2 Minutes to Midnight degli Iron Maiden, che in Powerslave (1984) utilizzano il minor distacco dalla mezzanotte registrato dal 1953 al 1960.

Oggi, il Doomsday Clock potrebbe essere poco conosciuto e considerato quasi come un passatempo intellettuale attraverso il quale gli scienziati cercano di capire quanto la nostra civiltà sia vicina alla fine. Naturalmente, ci sono critici che trovano difetti negli strumenti di analisi utilizzati, ma è innegabile che il Doomsday Clock rappresenti un avvertimento che non dovrebbe essere ignorato così facilmente.

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