Il Confine: misteri e incubi tra le vette delle Alpi

Il confine: Sergio Bonelli Editore si affida a Giovanni Masi e Mauro Uzzeo per una storia che unisce thriller e paranormale

Autore: Manuel Enrico ,

Negli ultimi anni, Sergio Bonelli Editore ha vissuto un'epoca di rinnovamento che ha radicalmente trasformato questa istituzione storica del fumetto italiano. Questa metamorfosi si è manifestata attraverso una serie di pubblicazioni che, superando i tradizionali schemi narrativi seriali tipici dell'editore milanese, sono state indirizzate a un pubblico più sofisticato, desideroso di un approccio più maturo e di narrazioni stimolanti.

In passato, esperimenti come I Romanzi a Fumetti o Le Storie avevano già mostrato nuove strade, ma questo nuovo slancio ha portato in libreria storie profondamente articolate e illuminate da concetti narrativi innovativi per la casa editrice. Opere come Dragonero Senzanima, Nero o Mr. Evidence sono emerse grazie a questo fervore creativo. Tuttavia, tra questa variegata offerta, spicca particolarmente Il Confine, un avvincente racconto dal sapore thriller, ideato da Mauro Uzzeo e Giovanni Masi, che  si distingue per la sua capacità di catturare l'attenzione del pubblico con trame avvincenti e una narrativa coinvolgente.

Il Confine: quale mistero si nasconde tra le Alpi al confine con la Francia?

Il Confine rappresenta probabilmente il simbolo più tangibile di questa trasformazione all'interno dell'universo bonelliano. Questa evoluzione ha preso le mosse nell'ambito tradizionale della casa editrice, ovvero l'edicola, con titoli come Orfani, ha proseguito con Attica e si è poi concretizzata attraverso esperimenti crossmediali come Monolith. Questo rinnovamento non si è limitato alla sfera narrativa, ma ha abbracciato anche lo stile editoriale, trovando la sua massima espressione nella presentazione de Il Confine, caratterizzato da un carisma senza eguali.

Sergio Bonelli Editore
Il Confine

Produzioni di tale levatura richiedono personalità creative in grado di adattare un concetto di base ai molteplici linguaggi dei media, identificando un punto d'incontro flessibile che possa plasmarsi per esaltare al meglio le peculiarità delle diverse forme narrative. Quest'obiettivo ha richiesto una rivisitazione delle storie, inserendole nella collana Audace, una serie distribuita in librerie che si è rapidamente trasformata nel cuore pulsante di una nuova era editoriale per Bonelli.

All'interno di questa collana, Il Confine diventa l'esempio per eccellenza di come la tradizione possa aprirsi a una nuova concezione della narrazione a fumetti, indirizzata verso i lettori italiani.

Rivoluzione bonelliana

Uzzeo e Masi, le due menti dietro Il Confine, hanno dimostrato una profonda comprensione nel creare un universo che possa espandersi su diversi mezzi di comunicazione. Questo progetto non nasconde le influenze di serie cult come Twin Peaks, X-Files o Dark, ma va oltre il semplice emulare, sviluppando in modo distintivo questi moderni archetipi narrativi con una personalità e una determinazione ben definite.

Il Confine abbraccia le suggestioni caratteristiche del thriller paranormale, adattandole in un contesto italiano in cui il concetto di 'confine' assume una molteplicità di significati cruciali per la definizione di questa storia. Si basa su una radice narrativa concreta e personale, il risultato di un processo di rielaborazione di conoscenze acquisite come appassionati del genere, reinterpretate in chiave autoriale, come ha spiegato Mauro Uzzeo in un'intervista:

Siamo appassionati di serie mistery, da X-Files a Lost, passando ovviamente per sua maestà Twin Peaks. Quando ci è stato chiesto di presentare un progetto in Bonelli abbiamo puntato dritti a quelle che sono le nostre passioni come fruitori, oltre che autori, e abbiamo proposto una storia che, partendo da un singolo mistero, si dipanasse a poco a poco nello svelamento di un vero e proprio mondo. Un mondo che avrebbe potuto permetterci, oltretutto, di mettere in scena dei personaggi costretti a fare i conti con le che hanno caratterizzato le vite. Personaggi in un certo senso compromessi, che avevano superato un confine con cui poi sarebbero stati portati a confrontarsi. A farci i conti.


Nelle Alpi, al confine tra Italia e Francia, un pulmino che trasporta una scolaresca in gita sparisce misteriosamente. La tragedia scuote profondamente la piccola comunità degli studenti, costringendo le autorità italiane e francesi a collaborare nella speranza di trovare sopravvissuti. Tra gli investigatori italiani spicca Laura Denti, rinomata come la migliore risorsa dell'Interpol nell'ambito delle ricerche di persone scomparse ma nota per il suo carattere spigoloso, mentre le autorità francesi si affidano a Antoine Jacob, un consulente esperto delle foreste locali, un uomo riservato che ha scelto di isolarsi dal resto della società.

Inizialmente, durante le operazioni di ricerca, compromesse da difficoltà nella collaborazione tra le diverse squadre coinvolte, si teme che i giovani siano stati travolti da una valanga che ha colpito il loro pulmino durante il viaggio. Tuttavia, dopo una nuova tragedia che colpisce la comunità, il pulmino viene ritrovato distrutto, senza traccia dei corpi al suo interno, ma con un enigmatico simbolo disegnato su una delle fiancate. La situazione si fa ancora più inquietante con il ritrovamento dell'autista del mezzo, che vaga nella foresta in uno stato di confusione evidente e completamente nudo.

Cosa sia realmente accaduto ai ragazzi scomparsi rimane un mistero avvolto nell'oscurità.

Dare vita a Il Confine

Una dichiarazione di Giovanni Masi pone immediatamente in evidenza come Il Confine rappresenti un prodotto in continua evoluzione all'interno della casa editrice Bonelli. Etichettarlo come un'opera di rottura risulterebbe riduttivo, poiché l'intento non è semplicemente quello di infrangere le convenzioni non scritte dell'editore, ma piuttosto di trasformare e arricchire il tradizionale concetto narrativo proprio delle opere bonelliane, aprendolo a nuove influenze.

In Bonelli, una collana porta (quasi) sempre il nome del protagonista, pensa a Tex, Zagor o Nathan Never. Durante la lavorazione di una serie a fumetti, si stabilisce un nome ‘di cortesia’, usato durante i primi passi. Credo di avere ancora la primissima cartella di lavoro con il nome ‘Il Confine’, e per me e Mauro questo primo nome di cortesia è diventato sin da subito il titolo della storia. Era perfetto, per quello che volevamo raccontare: il confine è geografico, ma è anche quello tra sanità e follia, tra tradizione e innovazione. Così azzeccato, che in Bonelli ci hanno consentito di tenerlo

La dichiarazione trova concretezza nel primo volume de Il Confine, intitolato Neve Rossa. Il primo capitolo di una serie a fumetti costituisce sempre un passo cruciale, difficile da gestire. È necessario fornire al lettore le informazioni basilari sull'ambientazione, costruendo un legame emotivo che lo spinga ad andare avanti nella lettura, trovando l'equilibrio giusto tra rivelazioni e mistero. Neve Rossa, nel caso de Il Confine, si avvicina più al concetto di episodio pilota di una serie televisiva e viene configurato di conseguenza: è veloce, presenta in modo essenziale storia e personaggi, e pone più domande di quante fornisca risposte. Questa scelta può sembrare insolita, ma considerando il modo in cui Uzzo e Masi intendono sviluppare il loro progetto, si rivela essere la direzione corretta.

In particolare, è essenziale considerare che gli autori devono operare entro un preciso quadro di paginazione, il che comporta una precisa gestione dei tempi narrativi bilanciando le esigenze della storia con i limiti imposti dal formato. Essendo esperti del mondo seriale, Uzzeo e Masi dimostrano astuzia nel giocare con maestria il cliffhanger, quell'evento mozzafiato tipico della fine di un episodio che lascia il lettore con il fiato sospeso, in attesa delle risposte nell'episodio successivo.

Il Confine: segreti e incubi per una grande storia

Oltre a queste valutazioni, è doveroso riconoscere che la storia creata da Uzzo e Masi possiede un'anima complessa e affascinante. La costruzione dell'ambientazione è intensamente realistica grazie alla presenza di personaggi che, nella loro singolarità, rappresentano perfettamente diversi aspetti dell'animo umano. Particolarmente interessante è l'interazione tra i due investigatori e il resto dei protagonisti coinvolti in questa tragedia. Gli autori hanno creato un contesto sociale che riflette la tendenza delle comunità umane a essere chiuse e inclini alla diffidenza verso l'esterno, animando tensioni latenti fatte di pettegolezzi e acrimonia in attesa di esplodere alla minima provocazione. Una tragedia come quella che innesca la trama de Il Confine funge da miccia perfetta, una bomba che, generando disperazione, diffonde anche sfiducia e risentimento.

Sergio Bonelli Editore
Il Confine

Uzzeo e Masi riescono a integrare queste fragilità umane all'interno di una trama che va ben oltre il semplice racconto di una tragedia. Fedeli a una tradizione narrativa di mistero e inquietudine che ha visto interpreti di spicco come Lynch, Carter o Lindelof, Uzzeo e Masi plasmano la loro visione dell'angoscia verso l'ignoto e il sovrannaturale. Quest'approccio non solo si adatta alla situazione narrata, ma pone l'angoscia al centro della vita stessa di una comunità.

La delineazione dell'ambientazione non mira a confondere il lettore, ma piuttosto a creare un sottofondo tagliente che susciti inquietudine e allo stesso tempo attiri, rendendo la storia coinvolgente e densa di rivelazioni e colpi di scena, come specificato da Masi. Si tratta di una definizione dell'ambiente sociale che, pur essendo ricco di segreti inconfessabili e celati agli estranei, mira a rendere la narrazione avvincente e complessa senza generare confusione nel lettore.

Le serie mistery (ma anche la letteratura Weird da cui nascono molte di esse) sono una grande passione, soprattutto le storie più complesse in cui lo spettatore viene coinvolto dagli eventi. Abbiamo però cercato di non rendere troppo complicata la lettura, se vuoi, puoi prendere appunti per seguire la storia, ma non crediamo sia necessario. Non vorremo mai che il lettore perdesse la visione emotiva della storia, perché magari troppo preso a cercare i collegamenti, ricordare i personaggi… Nel presentare Il Confine, volevamo un bel mistero ma anche una grande leggibilità, anche perché ci eravamo resi conto che all’interno del fumetto italiano mancava una storia di questo stampo, un’assenza che ci ha spinto a osare.


Leggendo Neve Rossa, si possono già cogliere elementi che suggeriscono come qualcuno nel paese abbia una conoscenza più approfondita di quanto ammesso, ma è soprattutto nei due volumi successivi, Sotto l'arco spezzato e Gli eroi non piangono, che questa sensazione si solidifica. Questo avviene anche grazie a un inserimento contestuale all'interno della storia stessa della comunità al centro degli eventi. In questo quadro, diventa significativo il titolo della serie: Il Confine.

Il termine "confine" suggerisce una separazione, indicando un elemento che distingue nettamente due entità diverse. Questa distinzione può essere geografica, come quella tra due nazioni, un concetto rappresentato dalla sfiducia e dalla reciproca diffidenza delle autorità francesi e italiane. Tuttavia, il confine può anche essere emotivo, delineando la separazione tra una comunità profondamente chiusa, intenzionata a erigere una barriera tra la propria cerchia ristretta e il mondo esterno. Infine, è evidente che esista un confine tra il mondo reale e quello irreale, che agisce come motore principale di questa storia, rendendola un'esperienza di lettura assolutamente imperdibile.
 

La colorazione riveste un ruolo fondamentale nella caratterizzazione del mondo de Il Confine. Il colore diventa un ulteriore strumento narrativo, adoperato in maniera tale da dipingere questa ambientazione in modo distintivo, evidenziando elementi spesso trascurati attraverso contrasti cromatici e enfatizzando particolari dettagli. È per questo che è stato coinvolto Emiliano Mammucari, vero e proprio nume tutelare della colorazione attuale di casa Bonelli:

I colori sono un aspetto fondamentale de Il Confine, per questo abbiamo fortemente voluto in squadra l’amico e collega Emiliano Mammucari. Emiliano, negli ultimi anni, ha cambiato la percezione del colore nel fumetto popolare, basti pensare al suo enorme lavoro su serie come Orfani o Mister No Revolution. In una casa editrice tradizionalmente legata al bianco e nero, dove i colori erano un extra legato a particolari ricorrenze, Emiliano ha portato una vera rivoluzione, valorizzando anche il colore come strumento narrativo. Per Il Confine, Emiliano ha studiato insieme alle talentuosissime Adele Matera e Alessia Pastorello un’impostazione cromatica stilosissima e incredibilmente adatta al tono della serie. Il Confine non sarebbe lo stesso senza i loro colori, poco ma sicuro.

Volumi de Il Confine

L'innovazione introdotta da Il Confine non si limita alla sfera narrativa, ma coinvolge anche l'aspetto editoriale. La linea editoriale di Audace trae ispirazione dal mercato francese, adottando un formato più ampio per gli albi, compensato da un minor numero di pagine. Questa scelta obbliga gli autori a strutturare le loro storie in archi narrativi che consentano l'evoluzione della trama, mantenendo un equilibrio tra la rivelazione di nuovi elementi e l'aggiunta di misteri che catturino l'attenzione del lettore, spingendolo a continuare la lettura.

La prospettiva di Masi e Uzzeo, influenzata dalla passione per la serialità televisiva autoriale, ha influenzato anche la veste grafica degli albi. Se il cliffhanger conclude spesso un episodio in termini narrativi, graficamente i volumi della serie offrono ulteriori dettagli caratteristici della serialità, come un'anteprima del prossimo episodio (un trailer) e un breve riassunto del precedente (un "previously"), realizzati attraverso vignette che rappresentano i momenti più intensi dei volumi.

Sergio Bonelli Editore
Il Confine

Questo risultato convincente è il frutto del lavoro di Fabrizio Verrocchi, che adotta un approccio minimale per la copertina, concedendo ampio spazio alla potenza espressiva di LRNZ, ma utilizzando un contrasto cromatico tra un rosso vivido e una tonalità più contenuta e fredda.

Fedele al concetto di rivoluzione narrativa, in Il Confine possiamo notare come Uzzeo e Masi abbiano deciso di cambiare le regole del fumetto bonelliano. Dato il lungo intervallo di pubblicazione tra i diversi volumi, le prime pagine dei volumi de Il Confine sono dedicate al ripasso dei precedenti capitoli, presentato tramite una presenza di scene prese dai volumi che aiutano a riscostruire gli eventi precedenti. Allo stesso modo, nei contenuti extra si passa da un momento di contatto con i lettori nei primi volumi, tramite una serie di contenuti scritti dagli autori che consentono di comprendere aspetti creativi della serie, alla presenza di aspetti dell'ambientazione che aiutano a percepire con maggiore definizione gli eventi cui assistiamo. 

La Neve Rossa

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In un piccolo villaggio al confine tra Italia e Francia, il pulmino che trasporta una classe di adolescenti in gita scolastica sparisce all'improvviso senza mai arrivare a destinazione. Sulle tracce dei ragazzi, due detective: Laura Denti, un'agente dell'Interpol specializzata nel ritrovare persone scomparse, e Antoine Jacob, il massimo conoscitore di quelle montagne, ritiratosi fra i boschi per non avere più a che fare con gli esseri umani. Una donna e un uomo che, oltrepassato quel confine che nessuno dovrebbe mai superare, saranno costretti a unire le loro forze e affrontare le conseguenze di tutti i loro errori passati. Creato da Mauro Uzzeo & Giovanni Masi, "Il confine" è un thriller dalle atmosfere oniriche e morbose, in cui nulla è quello che sembra e la linea sottile tra bene e male, così come quella tra realtà e incubo, si fa sempre più labile fino a svanire del tutto.

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In un piccolo villaggio al confine tra Italia e Francia, una classe di adolescenti sparisce all'improvviso durante una gita scolastica. Di loro si perde ogni traccia finché, in un luogo lontano da qualsiasi sentiero percorribile, viene ritrovato il pulmino sul quale viaggiavano. Le pessime condizioni in cui versa, le macchie di sangue di cui è ricoperto e gli strani simboli che lo circondano non lasciano presagire niente di buono. Laura Denti e Antoine Jacob si trovano a unire le loro forze mentre i misteri nel piccolo paese incastonato tra le Alpi aumentano a dismisura. Chi è l'uomo che si aggira pazzo nei boschi? Quali segreti nascondono i genitori dei ragazzi scomparsi e perché qualcuno non vuole che le ricerche proseguano? Quale antico potere si scatena proprio sotto l'arco spezzato? Creato da Mauro Uzzeo & Giovanni Masi, "Il confine" è un thriller dalle atmosfere oniriche e morbose, in cui nulla è quello che sembra e la linea sottile tra bene e male, così come quella tra realtà e incubo, si fa sempre più labile fino a svanire del tutto.

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Ancora sotto shock per quanto scoperto oltre l'arco spezzato, Antoine Jacob sembra aver perso ogni contatto con la realtà. Laura Denti, determinata a fidarsi delle sue parole, lo segue tra i boschi innevati e i sentieri che cambiano forma, alla ricerca delle rovine che custodiscono il più terrificante dei segreti. Corpi contusi. Schiene marchiate. Voci di bambini appena sussurrate. Figli scomparsi, nascosti e poi rivelati. Redentori lacerati, estirpati dai loro stessi crocifissi. Mentre oscuri patti vengono siglati all'ombra della montagna, una rete di risposte che celano nuove, inquietanti, domande si stringe intorno a Laura senza lasciarle via di scampo. A chi appartengono quelle spoglie insanguinate? E se si celasse proprio lì, nella cripta del romitorio abbandonato, la risposta al mistero nascosto oltre il Confine? Creato da Mauro Uzzeo & Giovanni Masi, "Il confine" è un thriller dalle atmosfere oniriche e morbose, in cui nulla è quello che sembra e il confine tra bene e male, così come quello tra realtà e incubo, si fa sempre più labile fino a svanire del tutto.

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Nell'ultima foto di gruppo, scattata prima della partenza per la gita, si nasconde un ragazzo senza nome. Nessuno sa chi sia né perché si trovi lì, quel maledetto giorno in cui tutti i compagni di Aurora sono scomparsi nel nulla. Intanto, i misteri su cui indagano Laura Denti e Antoine Jacob si moltiplicano, mentre la neve non smette di cadere imprigionando il piccolo paese al Confine tra Italia e Francia in un inverno senza fine. C'è chi però conosce la verità e sa perché l'Omo di Legno non ha preso fuoco e quest'anno non ha scacciato il gelo. C'è qualcuno che sa e non parla, qualcuno che non vuole che antichi misteri vengano rivelati e qualcuno che, sentendosi al sicuro nei boschi, passa tutte le sue giornate inginocchiato, di fronte a una vecchia porta rossa, solo per ascoltare ancora una volta la Voce che proviene dalla montagna con gli squarci.

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L’imprevisto ritorno di sei degli undici ragazzi perduti durante una gita scolastica non fa che esacerbare le tensioni già esistenti fra gli abitanti del piccolo paese al confine tra l’Italia e la Francia. Dov’è il resto della classe? Come mai tutti i ritornati sono in stato catatonico? E perché un uomo che porta marchiato sulla propria pelle il segreto di quei luoghi apparentemente tranquilli vuole essere il solo a sapere cosa sia davvero accaduto tra i boschi? Laura Denti, agente dell’Interpol specializzata nel ritrovare persone scomparse, e Antoine Jacob, il massimo esperto di quei sentieri alpini, sono convinti che le risposte risiedano nel cuore della montagna. Questo li porterà a scendere nelle profondità della cava e a osservare da vicino quelle che non sembrano altro che le viscere di un dio ferito. Ma c’è un altro dio che li sta aspettando al crocevia dei loro destini e il suo volto è impresso su una lapide annerita dal tempo. Una lapide che ben presto si macchierà di sangue

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