Le Bizzarre Avventure di JoJo: quando Hirohiko Araki ridipinse il mondo

Autore: Elisa Erriu ,

Questo è un viaggio tra famiglie problematiche, tra antiche maledizioni e legami di sangue maledetti. Potreste aver già visto Le Bizzarre Avventure di JoJo oppure avete aperto questo articolo incuriositi dal titolo dell’opera, ignari di cosa voglia dire "avventura" e soprattutto quanto di "bizzarro" ci sia.

Il capolavoro di Hirohiko Araki è un caposaldo della storia fumettistica giapponese, talmente rivoluzionario da cambiare, fra le altre cose, il proprio target di riferimento in corso d’opera.

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Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

Artisticamente e narrativamente JoJo è senza ombra di dubbio uno dei manga più influenti e sperimentali mai creati, un’opera talmente “avanti” da essere stata snobbata per anni perfino nella sua terra natia. Sono moltissimi gli elementi che fanno di JoJo un manga assolutamente unico nel suo genere, noi proveremo a elencarvi tutti i motivi. Pur sapendo che sarà MUDA, MUDA, MUDA.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: storia, mito e Stand

La storia editoriale de Le Bizzarre Avventure di Jojo

La storia editoriale di JoJo inizia il 1 gennaio 1987 su Weekly Shōnen Jump, storica rivista del gruppo editoriale Shūeisha.

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Le Bizzarre Avventure di JoJo nasce come shōnen e tale resterà fino al 2004, mentre dal 2005 l’opera in Giappone è pubblicata su Ultra Jump, rivista dedicata ai seinen. In Italia, JoJo è pubblicato dal 1993 da Star Comics. 

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Hirohiko Araki ha da sempre cercato di essere un autore originale e creativo, pur prendendo spunto da una marea di fonti differenti. La stessa struttura narrativa di JoJo è… bizzarra. JoJo è a tutti gli effetti, almeno nella saghe iniziali, uno shōnen di combattimento, ma è anche una storia avventurosa.

I suoi personaggi esplorano tanti luoghi e Paesi diversi, pur vivendo una storia crudele e triste in cui le morti illustri si sprecano. Una serie talmente violenta da sfociare spesso nello splatter più sanguinolento, il tutto condito da un senso dell’umorismo costante che sdrammatizza anche alcuni momenti particolarmente difficili.

È pertanto difficile individuare il target  editoriale di Jojo all'interno di un unico contesto, proprio per via della sua trama così come della sua storia editoriale. L'unica certezza è che da un momento in poi, gli editori hanno (ben) deciso di inquadrare l'opera dentro un contesto più maturo rispetto al pubblico di riferimento iniziale.

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Helymore Maschera di Dio de Le bizzarre avventure di JoJo

Ammirate questa bellissima riproduzione della maschera di pietra di Dio, l'acerrimo nemico di JoJo dell'anime Le bizzarre avventure di JoJo! Realizzata in resina e munita di gancio appendibile, è consigliata per sola esposizione.

Le bizzarre fonti di ispirazione di JoJo

Araki si ispira ad altri mangaka, illustratori di moda e artisti. Iniziamo con Tetsuo Hara, autore delle illustrazioni di Hokuto no Ken, che ha ispirato direttamente diverse tavole di JoJo, soprattutto della prima saga. Alcuni personaggi del suo manga, per esempio Jotaro Kujo, fisicamente ricordano un po’ Kenshiro nei tratti così come negli atteggiamenti (basti pensare al suo grido di battaglia “Hora Hora Hora”… che ricorda inevitabilmente i versi del Successore di Hokuto, a sua volta ripreso dall’urlo di Bruce Lee).

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Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

Il Maestro Araki si avvale poi, per le sue illustrazioni, di illustri fonti di ispirazione; la prima fra queste, come ricorda lo stesso Araki, è l’arte dell’impressionista Paul Gauguin e del suo periodo nella corrente del Sintetismo, in particolare. Queste opere sono piatte, bidimensionali, e caratterizzate da colorazioni irreali, mentre i bordi sono particolarmente spessi.

Anche la scultura rinascimentale influenza il lavoro del Maestro, che ha dichiarato spesso di aver usato numerosi libri d’arte per studiare direttamente dalle sculture di Michelangelo Buonarroti l’anatomia dei suoi corpi, in modo da adattarla alla sua illustrazione. Inoltre, l’influenza della fotografia e delle illustrazioni di moda sullo stile di Araki è imprescindibile. Nessun altro mangaka celebre come lui ha mai mostrato un tale amore per il mondo della moda, un amore che si riflette nell’uso dei colori, nelle pose e in generale nello stile grafico in sé.

Il primo fra questi artisti che hanno influenzato moltissimo il particolare stile grafico di Hirohiko Araki è Tony Viramontes, illustratore di moda che ha realizzato moltissime illustrazioni nel corso della sua breve vita, incluse le copertine di album di artisti come Donna Summer e Janet Jackson. L’uso spregiudicato dei colori, le labbra carnose e colorate, l’espressività dei volti e l’audacia delle pose dei personaggi creati da Araki, hanno una somiglianza davvero impressionante con i lavori di Viramontes.

Perfino una delle pose più iconiche di JoJo, presente sulla copertina originale del volume 4 del manga, è ispirata a un’illustrata realizzata da Viramontes sempre nel 1983!

Un altro artista fashion molto apprezzato da Araki e da lui usato come fonte di ispirazione è Antonio Lopez, che rivoluzionò questa arte fra gli anni ’60 e ’80. Le sue illustrazioni sono caratterizzate da un particolare gusto per l’eleganza, colori vivaci e pose artistiche quantomeno audaci.

Ci sono anche riferimenti a monumenti, edifici e sculture di tutto il mondo ispirate direttamente alle opere d’arte presenti nei luoghi in cui è ambientata la storia. Quelli mostrati sono davvero solo pochissimi esempi, per cui se volete uno sguardo ancora più approfondito su ogni singolo spunto creativo di Araki, vi consigliamo di consultare questa pagina.

Le citazioni e le pose (bizzarre)

Altri due tratti caratteristici di Le Bizzarre Avventure di JoJo sono le pose e le citazioni. Iniziamo dalle pose, talmente leggendarie che vengono organizzati eventi dedicati e che esiste perfino una scuola che insegna le iconiche pose di JoJo. Eppure, uno dei tratti distintivi dell’opera di Hirohiko Araki anche in questo caso trae la propria origine dalle riviste di moda e riprendono molto fedelmente le pose assunte dai modelli.

Gucci, Moschino, Versace e le copertine di Vogue sono fra le principali fonti di ispirazione per le iconiche pose di JoJo e non solo, come abbiamo già visto. Hirohiko Araki è stato il primo mangaka al mondo con cui abbia mai collaborato una casa di moda, Gucci. Solo un altro suo collega un po’ più giovane ha goduto dello stesso privilegio: Eiichiro Oda, creatore di quello che ancora oggi, a distanza di oltre 20 anni dalla pubblicazione del suo primo numero, resta il manga più venduto al mondo: One Piece.

Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

La collaborazione di Hirohiko Araki con Gucci si è concretizzata in diversi modi, il più importante dei quali è stata di certo la sua prima mostra italiana, che nel 2013 ha raccolto le sue illustrazioni all’interno dello showroom di Gucci a Firenze:

Araki ha anche realizzato nel 2011 uno spinoff di JoJo intitolato proprio Rohan Kishibe Va da Gucci., mentre un altro successivo, Jolyne, Gucci de tobu, è del 2013.

Quanto alle citazioni, richiederebbe davvero un mare di tempo menzionarle e spiegarle tutte, ma in generale è evidente che Araki trasferisca nella sua opera anche un altro suo grande amore, oltre alla moda: la musica. Nelle prime saghe i riferimenti al mondo della musica erano decisamente più vaghi. Ad esempio, pensate alla famiglia Zeppeli, chiarissimo riferimento ai Led Zeppelin, o a Wamuu, il cui nome è la traslitterazione in katakana di Wham!, la band pop conosciutissima negli anni ’80 in cui militava inizialmente George Michael.

In seguito, però, Araki ha preferito essere decisamente più esplicito: così troviamo nomi di band come Metallica, King Crimson e titoli di brani come Killer Queen. Più si va avanti nella storia, poi, più noterete che questi nomi non sono stati scelti a caso, ma sono in realtà un preciso riferimento alla persona o al suo particolare potere.

L'arte di Hirohiko Araki

Prima di parlare nel dettaglio dell’opera, occorre una sintetica analisi dello stile artistico del creatore di JoJo, Hirohiko Araki, un autore dedito a qualsiasi tipo di sperimentazione, sia artistica che narrativa.

Nonostante naturalmente lo stile, la “mano” di Araki sia sempre distinguibile, la sua ricerca lo ha portato a evolvere e modificare alcuni suoi tratti. Ad esempio, Jotaro nel manga e nell’anime di Stardust Crusaders è molto diverso al Jotaro di Diamond Is Unbreakable… e ancora più diverso dal Jotaro di Stone Ocean.

Il tratto dei suoi personaggi diviene sempre più morbido e meno spigoloso col passare delle serie, il che rende più delicati i tratti del viso. Anche la colorazione cambia da saga a saga: non solo l’abito da nero diviene bianco, ma in generale Araki cambia anche la colorazione delle tavole, che passano da colori vicini alle tonalità calde e tendenzialmente più scuri a colorazioni sempre più vivide, fino ad arrivare a scelte audaci come un cielo giallo, in perfetto stile Pop Art, fra l’altro.

Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

Hirohiko Araki nutre, come abbiamo visto, un profondo amore per l’arte e il mondo della moda che lo spinge a sperimentare, a osare sempre, pur restando fedele al suo unico e distintivo tratto, che gli consente di creare tavole meravigliose che uniscono la cura per i dettagli estetici alla violenza più sanguinaria, al punto che una saga specifica dell’anime di JoJo è stata quasi del tutto censurata. Ma ne parleremo più nel dettaglio in seguito. Probabilmente, non esistono altri manga così curati graficamente e così violenti al tempo stesso, al punto che sembra quasi di vedere dei modelli di Gucci che si sbudellano.

Il particolarissimo connubio fra eleganza e ultraviolenza è un altro tratto caratteristico del manga Le Bizzarre Avventure di JoJo.

Quante sono le serie di JoJo?

E dopo essere riusciti a parlare un sacco di JoJo senza parlare di JoJo, cerchiamo di addentrarci ora nella saga generazionale che bizzarramente interessa i discendenti del primo JoJoJonathan Joestar. 

Se non conoscete l’opera probabilmente vi starete chiedendo perché le “J” presenti nel nome JoJo siano maiuscole. Questo vezzo è dovuto al fatto che, per un motivo o per un altro, i membri della famiglia Joestar che animano le vicende del manga vengono chiamati con questo nomignolo formato dalle lettere iniziali di nome e cognome: in questo caso, Jonathan Joestar.

Le Bizzarre Avventure di JoJo è una saga generazionale, suddivisa in diverse serie, tutte al contempo collegate fra loro e autonome. Tutte riguardano membri diversi della famiglia Joestar, ognuno dei quali è protagonista della sua storia. Dunque, iniziamo dal principio. Naturalmente, eviteremo spoiler massicci sulla storia di ogni saga, soffermandoci sulle premesse e presentandone la maggior parte dei personaggi principali, incluse eventuali citazioni.

Un paio di ultimi appunti: Hirohiko Araki ha l’abitudine di cambiare spesso le carte in tavola, introducendo poteri, oggetti particolari ed elementi della narrazione che poi non trovano più riscontro altrove, o di cui non vengono spiegate precisamente le funzioni o le origini. Non vi preoccupate, è tutto normale, tant’è che ormai questa “abitudine” ha anche assunto un nome: “Araki forgot“.

Partiamo allora dall'inizio: le sigle della serie animata di JoJo hanno una caratteristica particolare. Man mano che vengono svelati nuovi dettagli sulla storia e nuovi personaggi, questi vengono aggiunti alle immagini mostrate durante le sigle, a volte alterando profondamente le scene.

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Per festeggiare i trent’anni dell’arrivo in Italia della monumentale serie del maestro Hirohiko Araki, Star Comics porta finalmente nel nostro Paese il leggendario romanzo ispirato all’universo de Le bizzarre avventure di JoJo! Un appuntame...

Phantom Blood (manga: 1 gennaio – 12 ottobre 1987; anime: 8 ottobre 2012 – 1 dicembre 2012)

Sinossi: George Joestar I appartiene a una ricca famiglia che vive a Liverpool, in Inghilterra, nell’Età Vittoriana. Un giorno tale Dario Brando (il cognome è un riferimento all’attore Marlon Brando) sta per rapinarlo, ma George, convinto che invece gli abbia salvato la vita, si sente in debito con lui. Così, qualche anno dopo, George salderà quel debito adottando il figlio di Dario, DIO (richiamo a Ronnie James DIO, storico cantante di Rainbow e Black Sabbath. Sì, in questo caso DIO si scrive così, con tulle le lettere maiuscole), rimasto solo in seguito alla morte di suo padre. Ed è qui che inizierà l’Inferno di Jonathan Joestar, figlio di George.

Da questo momento, DIO sarà il crudele antagonista di Jonathan, facendo di tutto per metterlo in cattiva luce con suo padre e mostrandosi spesso violento con lui, che è invece un ragazzo educato e di classe. DIO è giovane, ma molto ambizioso, e fa tutto questo perché in mente ha come unico obiettivo quello di impadronirsi della fortuna dei Joestar.

Dove trovarlo? Il manga di Phantom Blood è stato raccolto in 5 tankōbon, mentre l’anime è composto da 9 episodi. Tuttavia, quando l’anime fu pubblicato l’anime per la prima volta includeva insieme le prime due saghe, ma è comunque possibile distinguerle. L’anime di Phantom Blood e Battle Tendency su VVVVID, in streaming legale e gratuito, oppure su Netflix, previo abbonamento alla piattaforma.

Battle Tendency (Manga: 2 novembre 1987 – 27 marzo 1989 anime: 8 dicembre 2012 – 6 aprile 2013)

Sinossi: siamo nel 1938 e questa volta il protagonista della storia è Joseph Joestar, nipote di Jonathan, che dovrà avere a che fare nientemeno che con dei misteriosi esseri immortali ben più antichi dell’uomo, che però hanno due punti deboli: la luce del Sole e le Onde Concentriche, una particolare tecnica di combattimento. Fra New York, Messico, Svizzera e Italia il nostro Joseph dovrà cercare di fermarli usando sia le Onde Concentriche che la sua astuzia e il suo acume, per i quali Hirohiko Araki ha dichiarato di essersi ispirato a Sherlock Holmes. Ma non sarà solo.

Con lui il fedele amico Caesar Antonio Zeppeli e Lisa Lisa, una donna bellissima in grado di insegnare a Joseph a controllare le Onde Concentriche.

Dove trovarlo? Il manga di Battle Tendency è stato raccolto in 7 tankōbon, mentre l’anime è composto da 17 episodi. Trovate l’anime di Phantom Blood e Battle Tendency su VVVVID, in streaming legale e gratuito, oppure sempre su Netflix.

Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

Stardust Crusaders (manga: 5 dicembre 1989 – 4 agosto 1992; anime: 4 aprile 2014 – 19 giugno 2015)

Sinossi: Siamo nel 1988 e il protagonista questa volte è Jotaro Kujo, nipote di Joseph. Nonostante il ragazzo abbia solo 17 anni non si tira certo indietro quando c’è bisogno di lui, anche se è un po’ un attaccabrighe. Se fisicamente Jotaro può ricordare ancora una volta il modello di Kenshiro, il suo carattere freddo e il suo viso quasi inespressivo sono ispirati a Clint Eastwood, come testimoniano le dichiarazioni di Araki e alcune fotografie scattate mentre il Maestro consegna nella mani del suo idolo Eastwood una tavola a colori che rappresenta il personaggio ispirato a lui. 

Jotaro, che fra l’altro da bel tenebroso qual è ha anche molto successo con le ragazze, ha da poco scoperto di possedere, come suo nonno e gli altri amici che lo accompagneranno nelle sue bizzarre avventure, uno Stand.

Con Stardust vengono introdotti per la prima volta gli Stand, così chiamati per via del significato del verbo in inglese, perché sono vincolati ai loro portatori. Gli Stand sono manifestazioni fisiche dell’essenza spirituale di chi li possiede, per questo sono diversi da individuo a individuo.

Esistono diverse sottocategorie di Stand, come ad esempio quelli a corto raggio (è il caso di Star Platinum di Jotaro, uno scazzottatore eccezionale… e non solo!), a lungo raggio e ad attivazione automatica. Se siete dei fan di My Hero Academia, Dark Shadow di Tokoyami si comporta esattamente come uno Stand a corto raggio, mentre il Quirk di Shigaraki Tomura, che può utilizzare solo rispettando una condizione (l’oggetto o la persona toccata si deteriora solo se il contatto avviene con tutte e 5 le dita di una mano) funziona in modo molto simile a uno Stand ad attivazione automatica.

Piccola curiosità: mentre in Stardust i nomi degli Stand sono ispirati ai Tarocchi, successivamente Araki ha preferito usare citazioni musicali, come nomi di band e titoli di album e canzoni.

Anche Holly Joestar, figlia di Joseph e madre di Jotaro, possiede uno Stand, che però non riesce a controllare. Quando questo succede, lo Stand prende il sopravvento, uccidendo il suo portatore, alla fine. Obiettivo di Jotaro è dunque quello di salvare la vita di sua madre, viaggiando fino in Egitto, ma dovrà farlo entro un tempo limite, un po’ come i Cavalieri dello Zodiaco devono salvare la reincarnazione della Dea Atena, Lady Isabel, percorrendo in fretta tutte e 12 le Case dello Zodiaco.

Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

Diversamente dalle saghe precedenti, in Stardust Crusaders il gruppo di personaggi che si mette in viaggio è più nutrito. Oltre a Jotaro e a Joseph, che già abbiamo conosciuto, ci sono anche:

Mohammed Avdol, indovino egiziano in grado di controllare Magician’s Red, uno Stand a corto raggio che manipola il fuoco, il cui aspetto è ispirato a quello del dio Horus.

Noriaki Kakyoin è inizialmente un avversario che si scontra con Jotaro, ma i due ragazzi diventeranno presto amici. Kakyoin, oltre a dimostrarsi cruciale nello scontro finale, è il Portatore di Hierophant Green, Stand a lungo raggio dal corpo elastico che produce propaggini in grado di avviluppare i nemici.

Jean Pierre Polnareff, un ragazzo francese affabile, spavaldo e istintivo, che grazie a queste caratteristiche si caccia spesso nei guai , ma questo crea anche situazioni spesso molto divertenti. Il suo Stand si chiama Silver Chariot ed è uno spadaccino in armatura che brandisce un fioretto. I suoi movimenti sono incredibilmente rapidi.

Iggy è l’ultimo Portatore di Stand che si unisce al gruppo ed è… un cane! Sì, anche gli animali possono avere uno Stand! Inoltre, se state pensando a Iggy Pop, fate bene: la sua espressione è infatti ispirata proprio al celeberrimo frontman degli Stooges. Il suo Stand a corto raggio è emblematicamente Il Matto, uno Stand a corto raggio che non è dotato di una forma fisica propria, ma che è in grado di assumerla manipolando la sabbia; per questo, può assumere diverse forme, in base ai desideri del suo Portatore.

Poiché parlare dei diversi villain e di quello principale sarebbe un enorme spoiler, ci fermeremo qui, aggiungendo solo che da molti appassionati di JoJo Stardust Crusaders è considerata ancora oggi come la saga migliore. Nell’epicissimo scontro finale, poi, verrà rivelato il misterioso potere di The World, lo Stand a corto raggio del villain di turno, che oltre a essere fisicamente fortissimo, è anche in grado di manipolare qualcosa di molto particolare, e che per questo introduce una tipologia di Stand davvero letali.

Per quanto invece riguarda l’anime, oltre alla serie targata David Producion è andata in onda fra il 19 novembre 1993 e il 25 gennaio 2002 una serie di OAV composta da 13 puntate che ha adattato unicamente Stardust Crusaders. La serie, curata da Studio APPP, quando uscì era composta da soli 6 episodi, dedicati alla parte finale di Stardust. Così, si decise in seguito di aggiungere altri 7 episodi prequel. Yamato Video ha distribuito in Italia gli OAV di Le Bizzarre Avventure di JoJo.

Dove trovarlo? Il manga di Stardust Crusaders è stato raccolto in 16 tankōbon, mentre l’anime è composto da 48 episodi. L'anime è invece disponibile su Netflix. Purtroppo, però, l’anime è pesantemente censurato perché si tratta delle versioni delle puntate andate in onda sulla TV Giapponese, non di quelle originali. Questo problema non sussiste però per le serie che sono state trasmesse in simulcast.

Diamond Is Unbreakable (manga: 21 aprile 1992 – 13 novembre 1995; anime: 1 aprile – 23 dicembre 2016)

Sinossi: Finalmente, Con Diamond Araki si è deciso a rendere le sue citazioni musicali decisamente esplicite! Lo Stand del protagonista, ad esempio si chiama Crazy Diamond, riprendendo il titolo di un meraviglioso brano del 1975 dei Pink Floyd, Shine on You Crazy Diamond. Si tratta di uno Stand a corto raggio in grado di scomporre e ricomporre persone e oggetti a suon di pugni. In pratica, può anche curare chiunque dalle ferite. Chiunque, tranne se stesso. E i suoi pugni fanno davvero malissimo, quasi quanto quelli di Star Platinum. Ma chi è il suo Portatore?

Ovviamente, anche in questo caso è un membro della famiglia Joestar, ma non vi riveleremo i suoi legami di parentela per evitare spoiler. Questo sedicenne dalla pettinatura bizzarra (però non diteglielo, si arrabbia da morire) si chiama Josuke Higashikata. E allora vi starete chiedendo: come fa a essere un JoJo, se c’è solo un “Jo” nel suo ome? Ciò si spiega col fatto che il kanji “suke” si può leggere anche… “Jo”!

Questa serie è ambientata cronologicamente nel 1999 a Moriō-chō, cittadina giapponese immaginaria in cui giunge Jotaro per insegnare a Josuke come padroneggiare al meglio le straordinarie abilità del suo Crazy Diamond. Nonostante l’intera saga sia ambientata nella sola Moriō-chō c’è spazio anche per le vicende personali dei protagonisti e per diverse sottotrame, ma i fili conduttori sono principalmente due.

La prima questione riguarda l’Arco e la Freccia: chiunque venga trafitto dalla freccia viene premiato con uno Stand. O punito con la morte, se non dovesse sopravvivere al processo (impietoso come quello dei probabili Witcher).Trattandosi di strumenti molto potenti, i nostri eroi dovranno cercare di impedire che finisca nelle mani sbagliate. Ma cosa succede se chi viene colpito possiede già uno Stand? Scopritelo da soli!

Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

L’altra questione riguarda invece il serial killer Yoshigake Kira (altro probabile richiamo a JoJo presente in Death Note). Kira è un uomo schivo e introverso che si è creato una facciata di normalità per poter vivere tranquillo. Mentre ammazza gente, certo, ma il punto è che lui vuole solo starsene tranquillo. Ma poiché anche lui è un Portatore di Stand e i Portatori di Stand si attirano l’un l’altro, la tanto amata tranquillità di Kira verrà presto turbata.

Lo Stand di Kira si chiama emblematicamente Killer Queen (come il brano del 1974 dei Queen scritto da Freddie Mercury), è a corto raggio e riesce a trasformare qualsiasi cosa o persona che tocchi in un bomba. Ma c’è di più. Molto di più.

Killer Queen è dotato di un Sub-Stand automatico attivato dal calore, Sheer Heart Attack, che poi è il titolo dell’album in cui è inclusa Killer Queen, ma è anche il titolo di un brano presente invece su News of the World, del 1977.

E c’è pure Killer Queen Bites the Dust, che in questo caso nel suo nome riprende Another One Bites the Dust, brano sempre dei Queen del 1980. Per evitare spoiler massicci, saremo costretti a fermarci qui.

I già menzionati Josuke e Jotaro non saranno però gli unici protagonisti di questa nuova serie di Bizzarre Avventure di JoJo! Con loro ci sono anche:

Koichi Hirose è un compagno di classe di Josuke che possiede un cane di nome Police, come la band in cui militava Sting. Il suo Stand è Echoes e ha 3 diverse forme, le prime due delle quali sono una sorta di meta-manga: ACT1 è uno Stand a corto e lungo raggio lento e debole, ma che fa comparire le onomatopee dei suoni che produce su ciò che tocca, per poi riprodurle fino a far scoppiare la testa di chi le ascolta. Koichi può anche far scrivere ad ACT1 una frase sul corpo di qualcuno, influenzandolo.

Ma ci sono anche Act 2 e Act 3, di cui non vi parleremo. Il nome dello Stand è un chiaro richiamo a Echoes, brano del 1971 dei Pink Floyd che chiude l’album Meddle della durata di di oltre 23 minuti suddiviso in 3 parti.

Okuyasu Nijimura inizia come nemico dei nostri, per poi entrare nella loro banda, un po’ come Kakyoin in Stardust. Il suo Stand, The Hand, è in grado di cancellare ciò che tocca. Incluso lo spazio.

Rohan Kishibe è l’alter ego di Hirohiko Araki, un giovane mangaka di successo in grado di utilizzare Heaven’s Door (nome ispirato a Knockin’ on Heaven’s Door, brano del 1973 di Bob Dylan), Stand a corto raggio che trasforma chiunque tocchi in un manga, permettendo così a Rohan di sfogliarlo, leggerlo e perfino di scriverci su, alterando così il comportamento delle persone.

Dove trovarlo? Il manga di Diamond Is Unbreakable è stato raccolto in 18 tankōbon, mentre l’anime è composto da 39 episodi, tutti disponibili su Netflix.

Vento Aureo (manga: 20 novembre 1995 – 5 aprile 1999; anime: 5 ottobre 2018 – 28 luglio 2019)

Sinossi: Se è tornato prepotente come non mai l’interesse intorno alle Bizzarre Avventure di JoJo gran parte del merito va proprio all’anime di Vento Aureo, trasmesso solo 3 anni fa. Questa volta l’azione si sposta in Italiana e ha inizio a Napoli, nel 2001. Il nostro protagonista questa volta si chiama Haruno Shiobana, ma poiché ora vive in Italia ha scelto di italianizzare il suo nome nel bizzarro Giorno Giovanna, e questo fa di lui il primo GioGio!

Il sogno di Giorno è quello di diventare una GangStar, ovvero un Padrino della mafia. Ma per riuscirci dovrà partire dal basso per arrivare in cima e soppiantare l’attuale boss locale, un uomo di cui nessuno sa nulla. Naturalmente, anche Giorno dispone di uno Stand: Gold Experience, titolo dell’album del 1995 di Prince. Il suo è un potere molto interessante e per certi versi simile a quello di Josuke: Gold Experience è in grado di donare la vita agli oggetti inanimati.

Naturalmente, non sarà solo nella sua missione: tanto per cominciare, infatti, il nostro Giorno si ritroverà ad avere a che fare con la gang mafiosa Passione e in particolare con uno di loro, un uomo a capo di un piccolo nucleo di mafiosi portatori di Stand. Ma diamo un’occhiata a questa banda di ragazzacci, il cui passato verrà svelato nel corso della serie.

Bruno Bucciarati, il cui cognome ricorda Buccellati, la nota marca di gioielli e orologi di lusso, è il sobrio uomo a capo di questo gruppo di scalmanati. Il suo è uno Stand a corto raggio in grado di combattere corpo a corpo, Sticky Fingers, che gli consente di creare cerniere ovunque, permettendogli così di sfuggire agevolmente ai suoi nemici in caso di pericolo. Ma può anche intrappolare gli avversari al loro interno.

Araki non sceglie a caso i nomi dei suoi Stand, per cui anche se sembra che delle “dita appiccicose” non abbiano nulla a che vedere con le cerniere, sappiate che non è così. E che ancora una volta c’entra l’hard rock. Sticky Fingers è infatti il titolo dell’album del 1971 dei Rolling Stones. Sulla copertina si vede un paio di jeans chiusi da una cerniera, ma ne esiste anche un’edizione da collezione in cui alla copertina è stata applicata una vera cerniera!

Guido Mista è il pistolero del gruppo, un ragazzo affetto da tetrafobia: odia il numero 4 e ritiene che porti una gran sfiga. Mista è il Portatore di Six Pistols, gioco di parole fra il nome della band punk Sex Pistols e il numero 6, poiché il suo Stand si manifesta nella forma di 6 piccoletti in grado di controllare la traiettoria dei proiettili. Sono numerati da 1 a 7 perché ovviamente manca il numero 4.

Leone Abbacchio è un uomo molto sospettoso, anche e soprattutto con Giorno, il novellino del gruppo. Il suo Stand riprende il nome della band rock The Moody Blues. Si tratta di uno Stand a corto raggio in grado di combattere e di “mostrare il passato”.

Anche in questo caso, il potere dello Stand si riferisce al titolo di un album della band che gli dà il nome. In questo caso, il riferimento più probabile è Days of Future Passed, del 1967.

Fugo Pannacotta è un ragazzo molto intelligente e sveglio, nonché braccio destro di Bruno Bucciarati. Tuttavia, è anche particolarmente irascibile e violento, tratti caratteriali che condivide con il suo folle Stand, che riflette incredibilmente a fondo la personalità del suo Portatore: Purple Haze, come il brano del 1967 di Jimi Hendrix. Purple Haze è uno Stand a corto raggio quasi incontrollabile in grado di rilasciare nell’aria un virus letale sotto forma di una “foschia viola”.

Il virus è in grado di sciogliere la carne e colpisce indiscriminatamente entro un raggio di 5 metri, uccidendo chiunque venga a contatto con lui per inalazione o per contatto. Vista la sua letalità e il fatto che il virus colpisca indiscriminatamente, Fugo lo utilizza pochissimo. Intrigante anche la sua bizzarra abitudine di pulirsi ossessivamente il costume quando ci sbava sopra dalla sua bocca semi-sigillata.

Narancia Ghirga è un ragazzo di buon cuore, ma non troppo sveglio, motivo per cui litiga spesso con Fugo. Il suo è uno Stand a lunga gittata, Aerosmith, una specie di piccolo aeroplano dotato di armi da fuoco e telecomandato dal suo Portatore.

Dove trovarlo? Il manga di Vento Aureo è stato raccolto in 17 tankōbon, mentre l’anime è composto da 39 episodi più altri 3 riassuntivi. È l'unico anime di JoJo non disponibile su Netflix.

Hirohiko Araki
Le bizzarre avventure di Jojo

Stone Ocean (manga: 7 dicembre 1999 – 25 febbraio 2003; anime: dicembre 2021)

Sinossi: Siamo finalmente giunti all'ultima  saga di JoJo adattata in un anime. Protagonista di questa saga è Jolyne Cujoh, figlia, come suggerisce il suo cognome, di Jotaro, il JoJo di Stardust Crusaders. Siamo nella Florida del 2011 e la nostra Jolyne viene incastrata per omicidio. Anche lei è una Portatrice di Stand e il suo si chiama Stone Free, ancora una volte come un pezzo di Jimi Hendrix, datato questa volta 1966.

La serie è opprimente e psichedelica e senza voler spoilerare troppo, ha due difficili compiti: dare spazio (finalmente) a protagoniste dell'universo di Araki tutte al femminile e riscrivere la storia dei JoJo. Le animazioni sono pregevoli, seppur vengano "sporcate" ogni tanto da qualche occasionale innesto in computer grafica, un elemento su cui la David Production ha voluto insistere rispetto alle precedenti stagioni.

Dove trovarlo? Il manga di Stone Ocean è stato raccolto in 17 tankōbon. Trovate le uscite del manga di Stone Ocean, mentre l’anime è distribuito in esclusiva da Netflix.

Steel Ball Run (manga: 17 agosto 2004 – 19 aprile 2011) e JoJolion (manga: 19 maggio 2011 – 19 agosto 2021) sono le ultime due saghe di JoJo pubblicate finora, ma il Maestro Hirohiko Araki è pronto per dare vita anche alla Parte 9 di JoJo, quella che sarà la sua saga finale. Di queste ultime serie però preferiamo non dirvi nulla nulla, perché è da Steel Ball Run che JoJo è passato da essere pubblicato su una rivista shōnen a una seinen, e questo perché a un certo punto avviene qualcosa di davvero... "bizzarro".

Le JoJo "refences"

Le “JoJo references” sono innumerevoli, al punto da essere diventate anche dei meme. L’influenza culturale dell’opera davvero unica di Hirohiko Araki è innegabile e tangibile in tantissimi manga successivi, molti dei quali hanno omaggiato in un modo o in un altro il mondo di JoJo.

Naturalmente non è nostra intenzione menzionare tutte le citazioni, gli Easter Egg e gli omaggi a JoJo, ma sappiate che fra i manga che lo citano ci sono Mob Psycho 100HellsingKill la KillExcel Saga e il seguito Puni Puni PoemiAssassination ClassroomDemon SlayerHunter X HunterPokémonGintamaFairy TailSfondamento dei cieli Gurren Lagann e moltissimi altri.

Una maschera di pietra è inoltre presente in diversi videogiochi della storica saga di Castlevania, come anche Bloodstained: Ritual of the Night, insieme ad altri riferimenti alla saga di JoJo. Non mancano nemmeno alcuni nemici che ricordano determinati personaggi e Stand di JoJo anche in Bayonetta, Devil May Cry e nella saga di Dark Souls.

Una influenza piuttosto evidente di JoJo è riscontrabile poi in alcuni manga che prevedono la presenza di particolari abilità o superpoteri simili agli Stand di JoJo. Fra questi menzioniamo ad esempio Hunter X Hunter, poiché il Nen, l’energia di cui sono dotati gli esseri viventi, si suddivide in diverse sottocategorie che conferiscono abilità simili agli Stand di JoJo.

Abbiamo poi il già menzionato My Hero Academia, e non dimentichiamo One Piece! Alcuni poteri dei Frutti del Diavolo sembrano quasi usciti dalla penna di Araki! Infine, i tarocchi e le manifestazioni fisiche della propria essenza spirituale sono i cardini della serie videludica di Persona.

 

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