Da sovrano ad anima perduta, da avatar divino a schiavo dei capricci e degli inganni di spietati déi, questa è la summa dell’esistenza di Elric di Melnibonè, una delle migliori saghe fantasy da leggere. Eppure, dietro questa apparentemente rassegnata esistenza vive un personaggio tormentato ma indomito, capace di appassionare milioni di lettori che lo hanno consacrato come uno dei simboli del fantasy. Un ruolo che Mondadori ha celebrato con Elric - Il Primo Ciclo: Melnibonè, affascinante volume a fumetti pubblicato sotto l’etichetta Oscar Ink.
In casa Mondadori, Elric godeva già di un ottimo trattamento, come dimostrano i due Draghi che raccolgono il ciclo letterario di Michael Moorcock. Elric di Melniboné, come detto, è amato dagli appassionati di fantasy, ma non sembra avere goduto delle meritata fama fuori da questo circolo ristretto. Riconosciuto come uno dei migliori archi narrativi del genere anche da nomi del calibro di Frank Miller o Mike Mignola, in un periodo in cui il fantasy sembra aver fatto breccia nel grande pubblico, la saga dall’Albino rimane ancora un territorio inesplorato per il mondo dell’entertainment.
- Elric di Melnibonè, l'anti-eroe del fantasy
- L'imperatore che divenne avventuriero
- Decadenza, violenza e speranza
- Come leggere Elric - Il Primo Ciclo
Elric di Melnibonè, l'anti-eroe del fantasy
Il motivo è facilmente intuibile: Moorcock non ha creato un’epica eroica tradizionale. La Saga di Elric di Melnibonè non vede guerrieri indomiti che salvano paesi in pericolo, non ci sono figure positive o elementi morali che consentano di creare produzioni facilmente vendibili. Il melniboneano di Moorcock è l’antitesi dell’eroe, dove solitamente troviamo eroismo alberga la cupidigia, la violenza spietata domina e il peggio dell’animo umano è il motore di questa avventura.
Un telaio narrativo che è figlio della concezione stessa della saga. Moorcock scardina la tradizione dello sword & sorcery, prende la lezione di Howard e la assimila amalgamandola a caratteristiche tipiche dell’epica scandinava, creando una crasi narrativa in cui compaiono tratti della narrativa pulp. Ne risulta un personaggio ambiguo e spietato, contrapposizione perfetta del tradizionale eroe fantasy e proprio per questo motivo incredibilmente affascinante.
L'imperatore che divenne avventuriero
In una Terra primordiale, nulla è più pericoloso del temuto Impero Fulgido, il regno che dall’Isola di Melniboné si espande per il resto del mondo. Temuta per la spietatezza dei suoi guerrieri e della sua incredibile flotta di navi da guerra, Melniboné è patria di esseri che non si considerano umani ma esser semidivini, i soli degni di comandare su tutte le terre note.
Ultimo di una lunga dinastia di re-stregoni, Elric siede sul trono melniboenano nonostante una forte opposizione da parte di alcuni membri della sua stessa famiglia. La sua cagionevole salute viene curata da droghe e alla magia della sua amata Cymoril, ma questo non pare bastare a renderlo un degno sovrano, almeno secondo le accuse del fratello della sua sposa, Yyrkoon.
L’approccio più isolazionista di Elric non viene apprezzato dalla mentalità violenta e guerrafondaia del fratello, sostenuto da gran pare della società melniboneana, sino a quando Elric non accetta di scendere in guerra contro una potenza straniera, ignaro che sia tutta una macchinazione del fratello, che non esita, nel momento più intenso della battaglia, a eliminarlo.
Tratto in salvo da una divinità marina, Elric viene ricondotto a Melnibonè, dove prende vita una sanguinosa lotta per il potere con Yykroon, che termina con la fuga di quest’ultimo, che rapisce la sorella Cymoril, infliggendo un duro colpo ad Elric. Questi, disperato, non esita a rivolgersi al dio Arioch, Signore del Caos, promettendogli eterna fedeltà in cambio del suo aiuto per ritrovare Cymoril.
Un patto faustiano che segna per sempre il destino di Elric.
Decadenza, violenza e speranza
Le premesse della saga di Moorcock non sono state ignorate dal mondo dei comics, che sin dai primi anni Settanta trasporta Elric nella nona arte, concedendosi anche di renderlo protagonista di un team up con Conan durante la gestione di Roy Thomas e Barry Windsor-Smith in casa Marvel Comics.
Nonostante successive trasposizioni, la più affascinante rimane la più recente, su storie di Julien Blondel e disegni di Didier Poli, Jean Bastide e Robin Brect, che è raccolta nel volume di Oscar Ink, Elric – Il primo ciclo: Melnibonè.
Come spesso accade per simili operazioni, comprimere l’intensità della saga di Moorcock in un unico volume è uno sforzo infruttuoso. Pur dando merito a Blondel di aver cercato di rimanere fedele allo spirito autentico dell’opera, non si può ignorare come la scansione temporale degli eventi risulti sin troppo rapida, privando l’epopea di Elric di una gravitas che in ambito letterario era l’essenza della saga, che fortunatamente viene in parte recuperata nella seconda metà di questo primo ciclo.
Fragilità narrativa che viene più che compensata da uno strepitoso comparto grafico. Lasciandosi ispirare dall’attente dialettica di Moorcock in fase di world buliding, i disegnatori sono riusciti a interpretare attentamente la complessità delle architetture di Melniboneè, trasmettendo il senso di potenza decadente, riflettendo la dura mentalità di questo popolo anche in questo aspetto.
La cura nella caratterizzazione dei personaggi prende la forma di un serraglio di creature spesso truci e visivamente disturbanti, come nel caso dell’inquietante Dottor Scherzo. Un’interpretazione muscolare e volutamente urticante, capace di suggestionare il lettore con scene animate da ispirazioni body horror o battaglie cruente e dalla cinetica vivida, in cui il concetto di narrativa high fantasy trova piena realizzazione.
Compito non semplice, considerata la complessità dell’opera di Moorcock e la necessità di trovare una chiave espressiva che ne dia la giusta interpretazione. Gli artisti francesi mostrano tuttavia di aver assimilato perfettamente il mondo di Moorcock, veicolando al meglio non solo le ovvie caratteristiche della saga di Elric, ma trovano incarnazioni visivamente disturbanti ove necessario, con una composizione delle tavole che, pur rimanendo legate alla tradizione interpretativa della bande desiée, non si precluda un’anarchia che premi le situazioni più intense e drammatiche dell’epica melniboneana.
Apprezzabile anche il lavoro svolto con la fisicità dei personaggi, dove le numerose scene di nudo non sono trattate con morbosità, ma sono sempre inserite in modo ragionato e come veicolo di tratti culturali o personali dei personaggi coinvolti. Si passa dalla sorprendete tenerezza tra Elric e Cylmoril nei suoi sanguinosi riti curativi alla più violenta ed edonistica oggettificazione del corpo come strumento di affermazione di potere.
Come leggere Elric - Il Primo Ciclo
Il volume con cui Oscar Ink ripropone la prima parte del più recente ciclo fumettistico di Elric è un ottimo modo per conoscere questo personaggio senza addentrarsi nei più complessi ed impegnativi Draghi. Non una prima volta, considerato che in precedenza la stessa Mondadori aveva presentato alcuni di questi racconti in albi brossurati, ma l’idea di racchiudere il tutto in un volume di pregevole fattura rende pieno merito a quest’opera.
Operazione che ha consentito di pubblicare anche il racconto inedito La Città Sognante, oltre a proporre ai lettori un ricco comparto di extra, in cui, dopo due presentazioni di Alan Moor e Neil Gaiman, vengo presentati numerosi omaggi e una generosa gallery di bozzetti e studi sui personaggi.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Visivamente impeccabile
- Ottima edizione da parte di Mondadori
- Ricco comparto extra
Contro
- Compressione dei tempi narrativi eccessiva
- Alcuni personaggi mancano del giusto spessore
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