Il Druido di Seoul Station 1, recensione: una pugnalata al petto

Il Druido di Seoul Station 1 è una delle novità targate Gaijin: un primo volume acerbo e pieno di difetti, soprattutto nella resa su carta.

Autore: Livia Soreca ,

Tra le novità di Gaijin, la nuova etichetta di ReNoir Comics, abbiamo letto Il Druido di Seoul Station 1, il primo volume di un manhwa fantascientifico scritto da Jin Seol Woo e illustrato da Mun Sung Ho e Livebear. Nato weebtoon, ha visto la sua prima edizione cartacea con la casa coreana YJ Comics, per poi giungere in Italia nel novembre 2023.

Rispetto alle altre opere di Gaijin che abbiamo avuto modo di leggere, Il Druido di Seoul Station 1 non è minimamente all'altezza delle aspettative, in quanto si tratta di un biglietto da visita acerbo, poco stimolante e pieno di elementi che ne compromettono la qualità sia narrativa che artistica: era forse troppo presto per un debutto cartaceo?

Il Druido di Seoul Station 1: ok l'idea, ma...

In seguito a un cataclisma che ha colpito la Terra, il giovane Suho Park sta per perdere la vita scontrandosi con un veicolo, ma in quel preciso istante viene catapultato in un'altra dimensione: qui il protagonista, lontano dal resto dell'umanità, ottiene abilità fenomenali e cerca ogni giorno di sopravvivere in una giungla piena di creature pericolose. Al suo ritorno nel mondo reale, tuttavia, scopre che non tutto è andato come ha sempre creduto.

A dirla così, sembra che Il Druido di Seoul Station 1 abbia una trama interessante, con un mix tra azione, horror e fantascienza che a tratti ricorda vagamente la lore di Gigantis di Star Comics (qui la recensione di Gigantis 1). Certo, la sinossi forse non fa pensare a qualcosa di lontano da certe convenzioni di questo genere, ma sicuramente incuriosisce i fan dell'horror sci-fi con mostri e oscure creature, ambientati in un mondo post-apocalittico.

Ecco, Il Druido di Seoul Station 1 è uno di quei casi in cui l'idea non è male ma è realizzata in modo rovinoso: mai come stavolta, si può parlare di un'occasione mancata, anzi sprecata. L'incipit è frettolosissimo e condensa in pochissime pagine una parte del racconto che sarebbe stato interessante narrare e analizzare con più cautela e attenzione.

Per essere poi un primo volume, compaiono troppi personaggi tutti insieme, alcuni dei quali nient'affatto sviluppati, rischiando che il lettore se ne dimentichi nelle pagine seguenti o non sia in grado di farsene già un'idea per scegliere se proseguire o meno la lettura del volume successivo. Tra l'altro, l'unico colpo di scena presente nell'ultimo dei 12 capitoli passa completamente inosservato e non suscita la minima empatia, proprio perché non viene offerto al lettore tempo materiale per iniziare a conoscere questi personaggi.

Oltre alla sceneggiatura a tratti acerba, il vero tasto dolente è l'aspetto artistico. Se siete affetti da astigmatismo, Il Druido di Seoul Station 1 non è una lettura adatta a voi, poiché in quasi ogni tavola ricorre un effetto di sfocatura, la cui motivazione è comprensibile ma inaccettabile: l'intento degli astisti, infatti, è intuibile, ossia rendere l'idea del movimento nelle scene di combattimento, particolarmente violente.

Il risultato? Diventa impossibile godere dei disegni e, addirittura, distinguerne gli elementi, nonostante se ne apprezzi una palette di colori molto elaborata. Si tratta di una bruttura che rovina l'esperienza e l'arte del fumetto - orientale o occidentale che sia - insegna tantissime tecniche ed espedienti grafici per rendere il dinamismo, qui sostituite da una voglia quasi spasmodica di rendere lo storyboard realistico e "cinematografico" ma con una tecnica tutt'altro che ben pensata.

Un colpo basso per gli amanti del cartaceo

Il weebtoon è generalmente noto per una certa cadenza dei singoli capitoli, dunque ha senso che ciascuno riprenda le redini del precedente, un po' come spesso fanno gli episodi settimanali di una serie TV che, dunque, mostrano nuovamente la scena finale del precedente per un "Dove eravamo rimasti?" che possa aiutare lo spettatore.

Tuttavia, se il formato cartaceo accorpa una serie di capitoli in origine pubblicati settimanalmente, vuol dire che la distanza tra l'uno e l'altro è ora contenuta in una o due pagine. Ecco, è quasi scioccante notare come non siano stati eliminati questi raccordi, che in un volume fisico costituiscono delle ridondanze e che, appunto, non hanno senso di esistere.

Ne abbiamo anche parlato nella recensione di Your Letter, anch'esso un manhwa nato webtoon, in cui per esempio c'è stato un lavoro madornale per rieditare l'opera nel passaggio dal digitale al cartaceo; qui, invece - ovviamente a partire dall'edizione di YJ Comics - il lavoro di adattamento a un diverso formato ha trascurato questo dettaglio rilevante, che ne compromette la leggibilità.

Così come per Cos'è che non va con la segretaria Kim? 1 (qui la recensione), la qualità della stampa non è all'altezza delle aspettative, ma stavolta sembra che addirittura ci sia una scarsa risoluzione di alcune tavole e persino dell'illustrazione sul retro della copertina, un problema sicuramente derivante da una bassa definizione di alcuni disegni originali - e considerando che il volume costa 12,90€, fa un po' male al cuore.

Infine, è un peccato che non sia stata inserita alcuna appendice con qualche approfondimento: un bestiario o un'aggiunta per comprendere meglio un world building che, a dirla tutta, non è poi così chiaro durante la lettura. L'unico bonus è una pagina dedicata a soli 4 personaggi, di cui si inserisce unicamente il nome e che, quindi, non serve a nulla.

Immagini su Amazon.

Commento

Voto di Cpop

35
Il primo volume di Il Druido di Seoul Station è un pessimo biglietto da visita dell'opera, il cui formato cartaceo evidenzia ancora di più i suoi aspetti più che acerbi.

Pro

  • Anche se mal sviluppato, il concept non è male
  • Elaborata palette di colori

Contro

  • Incipit sbrigativo
  • Troppi personaggi sviluppati frettolosamente
  • Disegni sgradevoli e a bassa risoluzione
  • Qualità della stampa non proporzionale al costo del volume
  • Assenza di approfondimenti che lo avrebbero reso più accessibile
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