E se fosse l’animazione a salvare il Marvel Cinematic Universe? Con l’uscita della prima stagione di Marvel’s What if…?, la prima serie animata del franchise dei supereroi marveliani si era mostrata come un gradito esperimento, rifacendosi ai What if…? fumettistici che avevano mostrato ai Veri Credenti come ci fosse ben altro oltre al multiverso. Tenendo presente che la dimensione cinematografica degli eroi della Casa delle Idee sta ancora cercando di trovare un uso concreto del tanto sbandierato multiverso, quella che era una dichiarazione di libertà dell’originale fumettistico è stato mutuato in una componente della grammatica multiversale del franchise.
Abbonati adesso a Disney Plus a partire da 5,99€ al mese
La prima stagione di Marvel’s What if…? arrivava in concomitanza con l’apparire dei primi momenti di crisi del Marvel Cinematic Universe, intento ad affrontare una Fase Quattro divenuta l’origin story dell’attuale crisi del franchise. In quella congiuntura, Marvel What if…? era divenuta un’esperienza quasi salvifica, che ci illudeva di come dietro questo funambolico progetto supereroistico ci fosse una progettualità in grado di trovare ancora delle idee su cui poter costruire una narrativa appagante. Ma ora che si sono accumulate numerose delusioni, da Ant-Man and the Wasp: Quantumania a Secret Invasion, con l’unica luce di Loki, possiamo ancora considerare la nuova stagione di Marvel’s What if…? un punto di svolta per un franchise in difficoltà? A dircelo potrebbe essere la seconda stagione della serie, arrivata per le festività natalizie su Disney Plus.
Marvel's What if...? seconda stagione, il ritorno degli universi possibili dell'MCU
Fedeli alla scintilla primigenia con cui erano nati i What if...? di carta, gli sceneggiatori guidati da A.C. Bradley, creatore della serie, hanno quindi mutuato dalla versione cartacea i tratti essenziali dello spirito dei What if...?, in primis chiamando in azione Uatu l’Osservatore, extraterrestre membro di una razza che testimonia eventi di grande importanza nell’Universo, senza mai interferire. A questo essere onniscente, vocalmente interpretato in originale da Jeffrey Wright, è consentito anche individuare i turning point della storia, quei momenti in cui la continuity si è trovata di fronte a un bivio, situazioni che creano infinite possibilità. Occasioni in cui, come ricorda nell’incipit di ogni episodio l’Osservatore, possiamo chiederci ‘E se…..?’.
Suggestione narrativa accattivante, che la serie animata Disney presenta con carattere e personalità, cogliendo una perfetta sintesi tra il rispetto della formula narrativa fumettistica e la contestualizzazione all’interno del Marvel Cinematic Universe. Senza togliervi il gusto di scoprire quali siano questi universi alternativi, ci limiteremo a confermare la bontà del lavoro degli sceneggiatori, che sono stati abili nel creare situazioni in cui l’indole dei personaggi noti viene mantenuta inalterata, con modifiche che avvengono in modo ragionato e per via di atteggiamenti che sono frutto di una sostanziale modifica nel corso degli eventi.
Questi tratti specifici della prima stagione di Marvel’s What if…? avevano reso la serie animata del Marvel Cinematic Universe uno dei prodotti di maggior interesse per i fan della saga. Una resa narrativa che viene impreziosita anche da una realizzazione tecnica appagante. Realizzati in cel-shaded, sotto la guida del responsabile dello sviluppo visivo Ryan Meinerding, i 9 episodi che componevano la prima stagione mostravano fluidità di animazione e cura del dettaglio, cogliendo con attenzione le sfumature dell’MCU cinematografico riproducendole con fedeltà e concedendosi i giusti spazi di libertà per mostrare una propria personalità.
Ogni episodio della prima stagione aveva deliziato per il suo rispetto alla continuity dell’MCU nel riproporre con attenzione maniacale location note e movenze dei personaggi, stupendoci con una colorazione viva e impeccabile, che concorre alla sensazione di trovarci nuovamente al cospetto di un prodotto di alta qualità dell’MCU, capace non solo di riprodurre le sensazioni visive dei capitoli cinematografici della saga, ma di realizzare situazioni cosmiche, specie nella presentazione, che echeggiano la maestria di maestri come Starlin e Shooter.
Citazionismo o esplorazione di altre possibilità?
Potevamo dunque attenderci una seconda stagione meno appassionante? Le recenti delusioni del MCU e la creazione di una rudimentale continuity avevano lasciato ai fan la speranza di potere assistere alla creazione di una serialità sia fortemente verticale che aperta uno sviluppo orizzontale, con la chance di partecipare a quel multiverso di cui sappiamo ancora spaventosamente poco. E forse, visto l’andamento del Marvel Cinematic Universe, ne sanno poco anche i Marvel Studios.
L’incredibile successo della prima stagione di Marvel’s What if…? è anche parte della debolezza della seconda stagione. Non si critica l’impianto visivo, che rimane sempre a livelli altissimi, ma a pagare pegno è la fantasia, la mancanza di una cifra narrativa sorprendente e che mostri le potenzialità del concetto di ‘e se…?’. Il primo episodio, dedicato a Nebula, è il più intrigante, grazie a una visione da noir sci-fi che risente maggiormente delle atmosfere di Blade Runner che non del contesto fumettistico di casa Marvel. Il resto degli episodi sembra soffrire di un autocompiacimento che abbandona il concetto di visione alternativa per affidarsi a un più rodato abuso di citazionismo, con un minimo sforzo di variazione. Arrivando anche a imbastire un intero episodio che parodizza nientemeno che un cult natalizio come Trappola di Cristallo.
Che si tratti di lasciarsi influenzare da Thor: Ragnarok o da Black Widow, la seconda stagione di Marvel’s What if…? sembra soffrire della stessa mancanza di lucidità che affligge da troppo tempo l’intero franchise. Per quanto divertente, questa nuova infornata di episodi non riesce a mostrare sufficiente personalità per essere considerata un’aggiunta essenziale al Marvel Cinematic Universe, restando un divertissement pigro e troppo cauto, quasi compiaciuto di sé al punto di non voler spingere sull’avventura, pavidamente ancorato a punti fermi su cui, si spera, i fan siano indulgenti.
Il futuro del franchise è l'animazione?
Per quanto apprezzabile l’idea di farsi ispirare da cicli fumettistici poco valorizzati come 1602, la seconda stagione di Marvel What if…? si apprezza maggiormente per la migliora apportata al comparto visivo, già precedentemente di altissimo livello. La più grande e lodevole miglioria della seconda stagione di questa serie animata è rappresentata dalla migliore animazione e dalla qualità complessiva della produzione più elevata. Guardando indietro per confronto, l'animazione nella prima stagione sembra più rigida e economica. Anche la coreografia è stata notevolmente migliorata, con alcune impressionanti scene di combattimento che sembrano abbandonare l’ispirazione fumettistica avvicinandosi ulteriormente alla grammatica visiva degli anime.
La scelta di presentare la seconda stagione di Marvel’s What if…? come un dono natalizio ai fan può essere un meccanismo intrigante e funzionale a creare un legame emotivo tra prodotto e fandom, ma dall’altro lascia sorgere una domanda: dobbiamo trattarlo come un Holiday Special centellinato? Ripensando allo speciale dello scorso anno dedicato ai weirdo per eccellenza del franchise marveliano, questo approccio sembra indicare nuovamente una mancanza di direzione del franchise, che non ha più valorizzato appuntamenti fissi con i fan che possano crearsi delle tradizioni, perdendo di vista anche delle potenzialità come le Special Presentation.
Al netto delle varie speculazioni, non possiamo però ignorare che la seconda stagione di Marvel’s What if…? sia un contenitore di momenti adrenalinici e di schegge di poesia, che sono diluite in una narrazione non sempre all’altezza. Nel bene e nel male, questo rende Marvel’s What if…? uno specchio della condizione attuale del franchise, senza però soffocare la speranza di assistere alla ripresa della saga multiversale degli eroi marveliani.
Commento
Voto di Cpop
75Pro
- Visivamente appagante
- Alcuni episodi sono particolarmente avvincenti
- Convincerà i cacciatori di easter eggs
Contro
- Più citazioni che intuizioni
- Sembra mancare di inventiva
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!