Loki, seconda stagione: da dio dell'inganno a salvatore del Multiverso?

Autore: Manuel Enrico ,

Era il 2012 quanto Loki guidava i chitauri alla conquista della Terra, portando in modo inconsapevole alla nascita degli Avengers, gli Eroi più Potenti della Terra. Un villain sui generis, non animato da una cieca volontà di essere malvagio, ma figlio di esperienze e traumi comuni, certamente enfatizzati dal suo essere un dio asgardiano, ma comunque affini alle ferite quotidiane di un uomo comune. È forse questa la vera cifra emotiva del Dio dell’Inganno interpretato da Tom Hiddleston, capace di passare dal ruolo di villain a quello di anti-eroe, infine a quello di eroe salvatore. Un viaggio che culmina proprio con Gloriosi Propositi, ultimo episodio della seconda stagione di Loki, la serie del Marvel Cinematic Universe disponibile su Disney+.

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Nelle stesse ora in cui i cinema italiani accolgono i fan del franchise per The Marvel, Gloriosi propositi compare sul servizio streaming Disney. Non potrebbe esistere miglior rappresentazione delle potenzialità del famigerato multiverso del Marvel Cinematic Universe, che nel giro di una manciata di ore riesce a ribadire le oramai note difficoltà sul grande schermo salvo poi sorprendere con un finale di serie epico che ravviva la speranza degli appassionati: c’è ancora vita nel Marvel Cinematic Universe.

Loki, seconda stagione: l'ascesa del Dio delle Storie

Orfani di Cap e di Iron Man, abbiamo cercato ovunque un degno erede dei due pilastri dei Vendicatori per guidare gli eroi marveliani. Stephen Strange ha bruciato due ottime occasioni di ergersi a guide del mondo metaumano marveliano sul grande schermo (Spider-Man: No Way Home. Doctor Strange nel Multiverso della Follia) e Scott Lang è stato frenato da un terzo capitolo delle sue avventure tutt’altro che incoraggiante.

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Loki Stagione 2
Loki Stagione 2

In una condizione simile, sembra incredibile che il ruolo salvifico spetti nientemeno che al Dio dell’Inganno. Eppure, rivedendo il suo excursus nel franchise, Loki è indubbiamente il personaggio con la maggior crescita emotiva, capace di spiazzare gli spettatori con momenti di rara dolcezza (come nel caso del rapporto con la madre adottiva Freya) o di rivelarsi un istrionico imbroglione, tradendo comunque il suo unico punto debole: sentirsi amato, accolto. Questa crepa nella personalità di Loki è sempre stata sotto i nostri occhi, ha alimentato in conflittuale rapporto fraterno con Thor, conducendolo infine a un sacrificio di puro amore in Avengers: Infinity War.

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Il Loki protagonista dell’omonima serie è una variante nata durante gli eventi di Avengers: Endgame, non ha vissuto le ferite di Dark World o gli eventi della Infinity Saga, eppure forse proprio per questo motivo la sua umanità riesce a emergere con maggior intensità. Non possiamo infatti ignorare come nelle due stagioni di Loki, il Dio dell’Inganno considerato un villain assurge al ruolo di divinità salvifica facendosi prima uomo e accettando quanto di più umano possa esserci: le proprie paure.

Centrale in tal senso il quinto episodio della seconda stagione di Loki, Fanta/Scienza. Qui Loki confessa la sua più grande paura, rimanere solo, e al contempo ottiene un nuovo titolo, Dio delle Storie. In questo passaggio, Loki completa un’evoluzione intima che lo allontana dalla visione del villain con cui aveva invaso New York, ponendosi invece come il verso salvatore del Multiverso. E se a Iron Man era bastato uno schiocco di dita, per Loki questo intento salvifico si traduce nell’accettare la propria paura ma accoglierla, per arrivare a uno dei migliori finali dell’intero Marvel Cinematic Universe.

Un traguardo, ammettiamolo, raggiunto faticosamente. Le prime puntate, per quanto affascinanti, non sono esenti da alcune piccole imperfezioni, che sembrano conseguenze di una scrittura proiettata troppo sulla seconda parte della stagione, sacrificando il legame con la prima stagione. Considerata l’importanza di O.B sembra impossibile che nei precedenti episodi non si mai stato nemmeno menzionato, mentre pare eccessivamente sacrificata la figura di Sylvie, rivalorizzata nel finale di stagione. La sensazione è che i primi episodi siano stati concepiti come un nuovo inizio, un netto distacco dalla precedente stagione quasi a voler enfatizzare la caduta di Colui che Rimane e il nuovo ordine della TVA.

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LOKI st 2 episodio 5
LOKI st 2 episodio 5

Dove la seconda stagione di Loki prende piena potenza è a partire dal quarto episodio (Il cuore della TVA). Sorprende come ogni dubbio riscontrato nei precedenti episodi evapori completamente, lasciando  che la storia, o meglio le storie, raccontino di un dio meravigliosamente umano nella sua fallibità, capace di accettare le sue fragilità e dando un meraviglioso esempio di grande umanità.

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L'importanza dell'amicizia con Mobius, il suo voler creare una rete di rapporti vividi e vitali con il resto dei suoi colleghi della TVA trasforma la missione disperata di Loki in un atto di amore verso le persone a lui care, con uno slancio così appassionato verso tutte le vite del multiverso che difficilmente ci si aspetterebbe da un presunto villain. Complice l'immedesimazione perfetta di Hiddleston con il suo personaggio, Loki ci appare fragile e disperato, ironico e deciso, mai domo e capace di accettare infine il proprio destino per il bene di tutti. Non come un eroe, ma come un dio che ama i suoi amici.

Loki è un nuovo inizio per il Marvel Cinematic Universe?

L’arco narrativo finale di Loki è un continuo emozionare, scavare nell’anima dell’asgardiano e al contempo dare maggior struttura al traballante Marvel Cinematic Universe. In un momento in cui ci si interroga sulla salute del franchise, Loki mostra che nel MCU ci sono ancora grandi storie, capaci di emozionarci e di tenere fede a quell’umanità così strenuamente difesa da Marvel Comics nella sua lunga storia editoriale. 

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Loki Stagione 2
Loki Stagione 2

Con il finale di Loki, il Marvel Cinematic Universe non ha solamente mostrato l’ascesa di un nuovo dio, ma anche eventualmente risolto la questione della presenza di Kang. Le problematiche legali di Jonathan Mayors, che in Loki interpreta un non del tutto convincente Victor Timely, potrebbero complicare l’evolversi della saga multiversale del Marvel Cinematic Universe, liberando il franchise della presenza di Kang, contribuendo a ridimensionarne il ruolo in favore di altri personaggi. 

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Quale che sia il futuro del Marvel Cinematic Universe, dopo la lunga attesa di un capitolo del franchise che finalmente ci ricordasse i fasti della Golden Age dell’MCU, Loki ha dimostrato come sia ancora possibile trovare in questo multiverso di storie il modo di emozionarsi. 

 

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Commento

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85

L’arco narrativo finale di Loki è un continuo emozionare, scavare nell’anima dell’asgardiano e al contempo dare maggior struttura al traballante Marvel Cinematic Universe. In un momento in cui ci si interroga sulla salute del franchise, Loki mostra che nel MCU ci sono ancora grandi storie, capaci di emozionarci e di tenere fede a quell’umanità così strenuamente difesa da Marvel Comics nella sua lunga storia editoriale.

Pro

  • Tom Hiddleston è perfetto come sempre
  • Finale epico ed emozionante
  • Effetti speciali di alto livello

Contro

  • Primi episodi poco convincenti
  • Victor Timely poco definito
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