Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice - recensione: Zack Snyder non cambia il tiro su Netflix

Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice è arrivato su Netflix, forse proprio con l'obiettivo di sviluppare quanto fatto in precedenza.

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Autore: Nicholas Massa ,

Dopo quanto visto e provato con il suo primo capitolo, non è stato affatto facile tornare e dare nuova fiducia al mondo fantascientifico e cinematografico nei piani di Zack Snyder. Se nel precedente Rebel Moon - Parte 1: Figlia del Fuoco si erano fin da subito fatti notare alcuni limiti e dimenticanze connessi sia con la scrittura che con la costruzione visiva, con il secondo capitolo la situazione prova a migliorare ma ancora non si applica del tutto. Così, in Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice ritroviamo, a malincuore, i difetti che non avevano convinto nell’esposizione del racconto primario, forgiando sull’attuale percorso dei protagonisti principali uno scontro violento tanto quanto prevedibile nel suo insieme, e lanciando pure qualche idea interessante nell’insieme di una ingombrante derivazione che non lascia troppe emozioni, se non una particolare amarezza di fondo.

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Proseguendo gli eventi visti nel primo capitolo (qui trovate la nostra recensione di Rebel Moon Parte 1) , Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice, su Netflix dal 19 aprile 2024, cerca di concretizzare quanto mostrato, distaccandosi dalla dimensione introduttiva di prima per proseguire lungo una strada che continua a citare, senza però approfondire troppo quello che scorre sul piccolo schermo.

A nulla vale l’epica romantica di alcune sequenze in slow-motion (prima fra tutte quella del grano, praticamente indelebile), quando il citare e riportare diverte ma non nel modo che ci si aspetterebbe. L’universo narrativo di Snyder cita continuamente e mescola in un connubio artificiale e superficiale, in cui rimandi palesi alla fantascienza classica e al fantasy di maniera si incontrano e si uniscono alla ricerca di una voce abbastanza flebile.

Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice sembra tutto troppo semplice

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Dopo un breve riassunto che rimanda, inevitabilmente, alle modalità narrative e introduttive viste nei film di Star Wars, Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice riporta il pubblico casalingo al viaggio che i protagonisti hanno compiuto dopo gli eventi visti, e da lì sviluppa quello che vedremo. Le conseguenze dello scontro con l’ammiraglio Atticus Noble (Ed Skrein) si manifestano più impetuose che mai dopo il suo ritorno dall’apparente e precedente morte. Sul pianeta Veldt, quindi, luogo di rifugio dei nostri eroi e dei contadini che hanno tentato, invano, di proteggere, giunge il messaggio dell’imminente arrivo, a distanza di qualche giorno, dei cattivoni (senza sapere dell’ammiraglio).

Courtesy of Netflix/© 2024 Netflix, Inc.
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L’unica strada plausibile e logica che i protagonisti si sentono di seguire è quella della ribellione e della rivolta armata più diretta possibile. Riuscirà un villaggio di contadini, seppur equipaggiato, a contrastare la violenza e la prepotenza di un impero che non guarda in faccia a nessuno pur di raggiungere i propri obiettivi, mantenendo il potere indiscusso con la violenza, la rabbia e soprattutto la paura? Nella recondita ipotesi di una rivolta dai tratti raffazzonati, troviamo nuovamente la voglia di rivalsa di un gruppo di persone che ha deciso di unire le proprie forze per sé stessi e per rispondere una volta per tutte a un male che infesta la loro galassia da troppo tempo.

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Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice: premesse non mantenute

Con delle premesse del genere, ovviamente, Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice sembra promettere una storia dai tratti epici, politici e soprattutto guerriglieri. Peccato che Zack Snyder, ancora una volta, non riesca mai a trovare un equilibrio nella narrazione del film, alternando sequenze in cui un particolare e anti-climatico romanticismo formale (come la scena del grano e simili) rallenta ogni cosa con l’intento di farti entrare in contatto coi protagonisti, riuscendo invece soltanto ad appesantire pure alcuni momenti di vita estremamente semplici.

La pellicola ce la mette tutta per far connettere ed empatizzare coi protagonisti positivi, con i cosiddetti "buoni della situazione" che si preparano a sacrificare tutto quello che hanno in favore della libertà dalla tirannia.

Partendo da uno dei più grandi difetti visti nel primo film, la superficialità generale nella caratterizzazione dei personaggi principali, in Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice sembra quasi che vogliano “metterci una pezza”, offrendo brevi, ripetitivi e semplici approfondimenti gettati addosso agli spettatori con una serie di flashback sequenziali, nel modo più noioso e strutturato possibile.

Così il sentimentalismo di uno sviluppo che vuole avvicinare in qualche modo le persone coinvolte nell’azione, in un momento di calma, diventa un artificio narrativo estremamente anti-filmico o anti-cinematografico nel suo porsi e nel legarsi al resto. A tutto ciò si affianca un ritmo estremamente prolungato e ripetitivo, caratterizzando il film con due facce distinte e facilissime da individuare: la lentezza abbastanza vuota di eventi concreti, e la guerra a tutto spiano. 

Courtesy of Netflix/© 2024 Netflix, Inc.
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Potremmo quasi arrischiarci a dividere Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice in tre parti distinte: la preparazione allo scontro contro i cattivi, in cui vediamo questi contadini prendere in mano le armi e diventare militari in soli cinque giorni, la battaglia, e il finale. Tre atti che avrebbero potuto benissimo essere snelliti in ogni cosa, specialmente alla luce di quello che hanno da offrire e raccontare in termini di narrazione e tematiche.

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Come in ogni epica fantasy che si rispetti, pure in questo caso tornano i modelli e gli archetipi narrativi più classici che ci si possa immaginare: gli eroi tormentati, il mondo governato da un impero tiranno, la resistenza che non si arrende e combatte, e la rivolta come simbolo di rivalsa. Tutto molto interessante se non sapesse di già visto, o comunque se almeno fosse accompagnato da qualche guizzo a rinnovarne le ragioni sul piccolo schermo.

La prevedibilità di Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice

Se dal punto di vista strutturale Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice non si distacca troppo dal capitolo precedente, anche in termini di scrittura non ci sono troppi passi avanti. Mentre la spettacolarità degli scontri a fuoco e all’arma bianca prendono via via il sopravvento su ogni cosa, la caratterizzazione abbozzata dei protagonisti viene veicolata da frasi piuttosto casuali e momenti fin troppo semplici da prevedere, anche quando la tensione vuole salire al massimo.

Così le esplosioni di un conflitto armato prendono il sopravvento sulla storia in corso, lanciando su un campo di battaglia continuamente altalenante nel suo porsi agli spettatori. Al di là di qualche sequenza e campi lunghi interessanti, la violenza di alcune coreografie non convince fino in fondo, come anche il dramma di alcuni sviluppi e i sentimenti che potrebbero ispirare.

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Come avvenuto in passato, anche in Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice risulta semplicissimo cogliere le citazioni da Star Wars, I sette samurai, Il Signore degli Anelli e tante altre pellicole che ritornano senza troppo lasciare spazio a una scrittura per immagini ancora una volta incapace di trovare la propria voce, non riuscendo a concretizzare un potenziale narrativo sempre e comunque sulla superficie di una prevedibilità invadente.

Le problematiche passate ritornano pur nei tentativi di cancellarle, sostituendo al viaggio uno scontro in campo aperto in cui il caos generale ha la meglio su tutto il resto. Nel proseguire qualcosa di incerto fin dall’inizio, questo secondo capitolo lascia nuovamente con l’amaro in bocca, soprattutto alla luce delle premesse che il progetto cinematografico di Snyder sembrava avesse dovuto avere.

Commento

Voto di Cpop

50
Con Rebel Moon – Parte 2: la Sfregiatrice Zack Snyder cerca di proseguire nella sua epopea fantascientifica, seguendo le gesta di uno scontro la cui epicità viene inevitabilmente frenata da alcuni elementi formali e dalla scrittura generale. Come avvenuto in precedenza, anche in questo caso è la semplicità derivativa a prendere il sopravvento, pure laddove avrebbero potuto esserci guizzi interessanti. Partendo da un impianto narrativo, tematico e simbologico estremamente classico, questo secondo capitolo lascia nuovamente l'amaro in bocca, proponendo un racconto di nuovo piuttosto prevedibile nel suo insieme.

Pro

  • Alcuni guizzi narrativi interessanti (come l'arco narrativo di Jimmy il robot).
  • Alcuni momenti della colonna sonora.
  • Alcune coreografie in fase di battaglia.

Contro

  • L'antagonista principale (lo stesso del film precedente), sempre piatto e banalmente cattivo.
  • Alcune scelte in termini di struttura narrativa e scrittura (il modo in cui vengono utilizzati i flashback è un esempio, come anche la caratterizzazione dei protagonisti e del loro rapporto).
  • L'utilizzo dello slow-motion che da romantico diventa estraniante in alcuni momenti del film.
  • La prevedibilità di alcuni sviluppi.
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