Devilman e Cyborg 009: come Shotaro Ishinomori e Go Nagai rivoluzionarono lo shonen

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Autore: Federica Polino ,

Devilman, Ufo Robot Goldrake, Musashi Miyamoto, La Divina Commedia, Cyborg 009: non solo mostri, diavoli e poeti, l'universo creato dai maestri Shōtarō Ishinomori e Go Nagai è una babele di storie immense e critiche sociali.

Padri di due anti-eroi per eccellenza, i maestri del manga anni 70 sono senz'altro pietre miliari dell'illustrazione nipponica che, pur avendo trattato il target shonen in maniera totalmente differente, hanno dato vita a capolavori di successo, veri e propri cult dell'animazione (e non solo).

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Tuttavia, cosa accade quando questi due Mondi entrano in collisione? Il crossover del 2015, intitolato Cyborg 009 vs Devilman (di cui CPOP è media partner), disponibile nei cinema italiani 9-10-11 settembre, offre agli spettatori non solo uno scontro tra due antieroi, bensì un conflitto tra ideologie agli antipodi.

Ishinomori e Go Nagai, attraverso le loro opere, elaborano un confronto tra due filosofie, due generazioni e due modi differenti di vedere il mondo: in un’epoca in cui gli eroi sono sempre più grigi, ambigui, complessi, le storie narrate dai due autori ci rammentano quanto temi quali eroismo e spirito sacrificio siano sempre stati di vitale importanza per la narrativa giapponese. 

Cyborg 009 e Devilman, antieroi a confronto

Un tratto morbido, un disegno pulito, un lavoro certosino di contrasti di luci ed ombre ed una storia innovativa sono le caratteristiche stilistiche del maestro Shotaro Ishinomori che, nel 1964, dà alla luce CyBorg 009. 

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Al centro della storia c’è Joe Shimamura, il Cyborg 009, un giovane dal cuore puro, trasformato in un'arma da individui malvagi ed amorali, che lotta strenuamente per salvare la Terra.

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Dopo la fine della seconda guerra mondiale, le due superpotenze Usa e Urss diedero vita a un’intensa produzione di armi nucleari allo scopo di minacciarsi a vicenda.

In questa situazione di paura e incertezza, l’organizzazione criminale Black Ghost tenta di sovvertire l’ordine mondiale e di conquistare il potere. Per ottenere questo, si serve dell’aiuto dei migliori scienziati del pianeta, i quali sperimentano su persone vive i loro studi sui cyborg.

Privati della libertà di vivere come esseri umani “normali”, i nove cyborg che escono dal laboratorio hanno caratteristiche e peculiarità diversissime, ma tutte indirizzate per fini bellici. Sono stati creati per servire fedelmente l’organizzazione Black Ghost e di realizzarne i piani criminosi, ma i loro cuori umani rifiutano tali ordini e si ribellano…

Di contro, Devilman è frutto della mente di Go Nagai: il celebre manga vede la luce nel 1972 e la storia ruota attorno alle disavventure di Akira Fudo, un ragazzo mite che si fonde con il potente demone Amon per ottenere il potere necessario a combattere contro una razza di demoni risvegliatasi per distruggere l'umanità.

Akira diventa così Devilman, emblema di una figura tragica, spezzata tra natura demoniaca ed il cocente desiderio di proteggere l'umanità.

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Akira Fudo è uno studente timido e pauroso. La sua vita cambia completamente quando un giorno gli fa visita Ryo Asuka, un suo ex-compagno di scuola, che gli confida che il padre è morto in un modo terribile e misterioso.

Ryo riesce a persuadere Akira a seguirlo nella sua villa, dove gli mostra l’orribile eredità lasciata da suo padre: un terrificante “libro” di storia dei demoni, una stirpe vissuta sulla Terra prima dell’avvento degli esseri umani e che ora si sta risvegliando dal suo millenario sonno nei ghiacci.

I demoni sono dotati di poteri straordinari e l’unico modo per affrontarli è dotarsi degli stessi poteri. Ryo propone ad Akira un metodo disumano per ottenere questo obiettivo… accetterà Akira di seguire Ryo in un destino di morte e violenza?

Forma mentis autoriale, quando l'ottimismo si scontra con il nichilismo

Come già accennato, CyBorg 009 e Devilman incarnano due visioni molto diverse dell’eroismo e della concezione della mitologica lotta del bene contro il male

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Nel mondo ideato da Ishinomori, i protagonisti sono individui che, malgrado abbiano perso loro umanità, lottano strenuamente contro il male per trarre in salvo gli esseri umani. I cyborg del mangaka tentano di agire eticamente, combattendo per la giustizia: Joe e i suoi compagni non hanno scelto il loro destino, ma nonostante ciò cercano di preservare ciò che resta della loro umanità lottando per un ideale di pace e libertà.

Questa visione ottimistica, oltretutto, riflette il periodo storico in cui la serie è stata creata: un’epoca in cui si credeva ancora nella possibilità di un progresso umano, nonostante le sfide tecnologiche e le piaghe sociali, un'epoca in cui battersi per ciò che è giusto non era considerato un inutile sforzo, bensì un gesto encomiabile.

Tutta un'altra storia, invece, la forma mentis di Go Nagai: l'universo di Devilman è oscuro e pessimistico, sicché la visione dell'autore si presenta a noi come profondamente nichilista.

La linea di demarcazione tra bene e male è sempre offuscata, mai marcata: Akira, diventato Devilman, non rappresenta l'essere umano pronto a tutto per debellare il male, bensì un individuo dall'animo spaccato in due, costretto a sporcarsi le mani, indotto a rinunciare alla propria umanità per sopravvivere. 

Devilman offre ai lettori una chiara riflessione sulla debolezza dell’umanità di fronte a forze che non può controllare, ma anche sulla natura intrinseca del male: Nagai è convinto che in tutti noi esista già un lato oscuro pronto a prendere il sopravvento.

Pertanto, Akira, in veste di Devilman, non agisce come il Cyborg Joe dell'opera di Ishinomori: il giovane antieroe di Nagai preferisce abbracciare l'oscurità, forte dell'idea che sia necessario venire a patti con Diavolo.  

Il crossover: Cyborg 009 vs Devilman, idealismo e pragmatismo

Nel 2015, per la prima volta queste due visioni contrastanti della concezione di eroismo ed umanità si scontrano nel crossover intitolato Cyborg 009 vs Devilman: nel corso del lungometraggio, le due famigerate serie entrano in collisione e si battono in circostanze ostili, scatenando un epico scontro tra ideali e poteri di natura differente

Il contrasto principale emerge nel confronto tra i due protagonisti Joe Shimamura (Cyborg 009) e Akira Fudo (Devilman): come già accennato in precedenza, mentre Joe rappresenta l’eroe classico, simbolo di speranza e determinazione, Akira è l’antieroe per eccellenza, disposto persino a compiere atrocità per sopravvivere.

Uno scontro che mette in luce la lotta tra idealismo, ottimismo, fiducia nel futuro, mentalità tipica dell'eroe shonen dedito al sacrificio, e pragmatismo, una concezione disincantata e disillusa dell'umanità, tipica delle opere degli anni 70: non solo un conflitto epico tra due Giganti dell'animazione, ma anche e soprattutto un confronto generazionale, una riflessione sulle differenze tra due modi agli antipodi di intendere il concetto di eroe

Go Nagai e Shōtarō Ishinomori: maestri dello shonen, ma fuori dagli schemi

Leggende, maestri, divinità dell'universo di china, Ishinomori e Nagai sono figure di spicco che, attraverso una visione anticonvenzionale ed innovativa del manga, hanno impresso il loro nome sulla Walk of Fame del Fumetto, sfidando le regole dello shonen classico sin dagli anni 60.

Shōtarō Ishinomori, pioniere del Supereroe e del Tokusatsu

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Shōtarō Ishinomori, nato Onodera nel piccolo villaggio di Ishinomori, il 25 gennaio del 1938, è spesso considerato un pioniere nell’ambito dei manga e dell’animazione giapponese: discepolo del re dei manga Osamu Tezuka, Ishinomori ha portato avanti l’eredità del suo maestro creando opere che combinano azione, profondità, dramma e corsa all'eroismo

Affascinato dalle opere di Osamu Tezuka, decide di trasferisci a Tokyo in uno degli appartamenti dei manga, i Tokiwa-so, vantando dirimpettai quali Fujiko Fujio (Doraemon). Nel 1955 avrà l'onore di collaborare con Tezuka in persona alla realizzazione di Astro Boy: il tratto e l'uso di luce ed ombra dell'autore, difatti, devono molto allo stile del maestro, malgrado riesca a trasparire la sua personalità oltremodo originale, fuori dagli schemi, capace di dar vita a personaggi celebri. 

Nel 1961, in seguito alla dipartita dell'amata sorella (suo fondamentale supporto), decide di intraprendere un viaggio all'estero, un'esperienza illuminante: l'autore si accorge di quanto la tecnologia stesse fagocitando il mondo degli umani ad una velocità senza pari.

Cyborg 009, Ryu delle Caverne, Hokusai, Musashi Miyamoto, ma anche titoli quali Kamen Rider, serie TV live-action esempio lampante del tokusatsu [termine giapponese riferito a opere live-action che fanno ampio uso di effetti speciali - letteralmente tokusatsu = effetti speciali], tutte le opere di Ishinomori accolgono a braccia aperte le osservazioni che l'autore elabora durante il viaggio fuori dai confini nipponici. 

Tratto distintivo di Ishinomori-sensei è la sua capacità di mescolare l’azione tipica dello shonen con temi più maturi quali la ricerca dell’identità o la lotta agli oppressori. Pertanto, nonostante la struttura narrativa sia tipica di uno shonen ed accessibile anche a un pubblico giovane, le sue opere spesso esplorano situazioni complesse, riflessioni politiche, critiche sociali, spingendosi molto oltre la parabola offerta dalle opere di un target più giovanile.

Tuttavia, se Ishinomori è celebre, per aver contribuito ad elevare il genere shonen integrando temi profondi e dando vita al concetto moderno di Supereroe (Super Sentai), il maestro Go Nagai ha scelto di spingersi oltre i confini della censura nipponica, introducendo temi più oscuri, controversi.

Go Nagai, un sensei ribelle, tra controversie e critica sociale

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Nato Kiyoshi Nagai nel 1945 nella città di Najima, il battesimo di china del maestro Go Nagai è stato Lost World, di Osamu Tezuka.

Sin da subito, disegni e storia del volumetto lo rapiscono, ma è solo qualche anno dopo che il giovanissimo Nagai s'imbatterà nell'opera che decreterà una volta per tutte la sua passione per il mondo dell'illustrazione, ovvero il capolavoro della letteratura italiana, la Divina Commedia di Dante Alighieri illustrata da Gustave Doré.

In seguito, mentre frequenta la scuola preparatoria per accedere all'Università, viene colpito da una potente dissenteria (causata da una colite): la preoccupazione che ne deriva spinge Nagai a fare i conti con la propria esistenza, giungendo addirittura ad ipotizzare di star morendo e, pertanto, a chiedersi:

Se dovessi lasciare questo mondo, cosa resterebbe di me?

Terrorizzato dall'idea di poter morire, Nagai inizia a disegnare un primo embrione di manga: tuttavia, da qui in poi non potrà più farne a meno. Attenzionato dallo stesso Shotaro Ishinomori, Go Nagai diviene suo assistente.

Questo l'evento-chiave nella vita dell'autore: malgrado la carriera di Nagai abbia avuto inizio con racconti one-shot di matrice comica, è con Kuro No Shishi (malgrado sia stato pubblicato solo in seguito) ed il rivoluzionario Herenki Gauken che emerge la concezione dell'autore, seppure in forma embrionale.

Pur mantenendo un piglio comico da gag-manga, entrambe le storie sfidano apertamente i dogmi editoriali dell’epoca, firma autoriale di Nagai stesso.

L'autore, sin da subito, ha dato alla luce opere che affrontano a muso aperto violenza, sesso, morte e orrore, lacerate da un perenne sottotesto provocatorio nei confronti della società giapponese. Un modo di fare che gli provoca non pochi richiami e rogne, ma che culmina nel suo capolavoro più oscuro: Devilman.

Serializzato a partire dal 1972, è esempio lampante della sua verve ribelle: l'unicità dell'opera, piuttosto che nella trama, dev'essere ricercata nel nichilismo di Nagai, nella sua visione profondamente pessimistica dell’umanità, una critica feroce nei confronti di una società che, forse, non merita sempre di essere salvata

Due visioni distinte dello shonen

In conclusione, malgrado quasi coetanei ed immersi nel medesimo contesto culturale, Ishinomori e Nagai rappresentano due visioni molto diverse del genere shonen: Shotaro Ishinomori ha tentato di elevare il genere ed arricchirlo infondendo nelle sue storie tematiche sociali e profonde, mentre Go Nagai ha scelto di non uniformarsi, creando storie che riflettono le contraddizioni dell’epoca moderna, in particolar modo di quella giapponese.

Per questi motivi e per tanti altri, entrambi gli dei de manga hanno avuto un impatto forte e duraturo sulla cultura pop giapponese e mondiale.

Il punto di vista di Ishinomori ha influenzato il modo in cui vediamo gli eroi e i supereroi, mentre Nagai ha cambiato per sempre la percezione degli antieroi, mostrando al lettore la necessità di inserire temi più maturi all'interno del classico manga per ragazzi: entrambi gli autori hanno dimostrato che uno shonen può essere molto più di avventure, action e battaglie, elevandolo a mezzo per esplorare le profondità e complessità della mente umana.

L’amore del pubblico per Devilman e l’influenza dei Cyborg 009 nella Cultura Pop

Devilman e Cyborg 009 sono due capolavori che, sebbene diversi per tono e tematiche, hanno conquistato il pubblico grazie alla loro profondità narrativa e un considerevole impatto emotivo, eppure non sono gli unici motivi che hanno reso Ishinomori e Nagai due divinità dell'Universo di carta.

Pioniere dei Super Sentai

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Parallelamente all'opera di Nagai, Cyborg 009 di Ishinomori ha avuto un impatto duraturo nella cultura pop e nell'immaginario nipponico, non solo rinnovando il target shonen, ma anche definendo il concetto di supereroe nel contesto giapponese introducendo il modello del Super Sentai (che darà vita ai moderni Power Rangers).

Ciò che rende le opere dell'autore rivoluzionarie è il concetto di collaborazione tra singoli, unito ad una narrazione corale: ogni membro del team composto da cyborg, ad esempio, proviene da un background culturale e sociale differente, il che riflette l’idea che la cooperazione tra persone diverse può portare a risultati straordinari, inimmaginabili. 

Il contributo del sensei alla cultura pop, difatti, è vasto, nonché duraturo, ed abbraccia varie tipologie e generi di opere: la sua influenza si estende ben oltre il mondo del manga, arrivando a plasmare intere generazioni di appassionati genere supereroistico.

Il messaggio morale dell'autore, unito ad una capacità innata di bilanciare dramma e azione tipica dello shonen, ha creato una formula perfetta che ha ispirato opere successive: gli X-Men, la Justice League, ma anche i pirati di Cappello di Paglia in One Piece, i supereroi di My Hero Academia, ma anche i protagonisti de L'Attacco dei Giganti devono molto alla visione di Ishinomori (ma anche a Nagai, per quanto concerne Eren Jaeger).

La tragedia di un antieroe

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L’amore del pubblico per Devilman deriva in gran parte dalla sua audacia nel trattare temi mai trattati prima, con una crudezza ed un pessimismo tipiche di Nagai: la perdita, la crudeltà della guerra e la natura contraddittoria dell’umanità

L’opera, difatti, non offre ai proprio lettori alcun lieto fine, ma piuttosto una riflessione spietata sull’incapacità dell’umanità di superare rancore ed odio, rispondendo con la violenza. Questo pessimismo, unito a personaggi complessi e sfaccettati, ha fatto sì che il capolavoro di Nagai diventasse un classico intramontabile, influenzando generazioni di autori e artisti.

Il recente revival della serie, intitolato Devilman Crybaby (2018 e diretto da Masaaki Yuasa per Netflix), ha contribuito a riportare l’opera sotto i riflettori: una versione moderna e ugualmente brutale che, sebbene abbia mantenuto intatte le tematiche originali, le ha rappresentate in uno stile visivo unico, quasi sperimentale, il tutto accompagnato da una narrazione - se possibile - ancora più provocatoria

Gettando le basi per la rappresentazione di antieroi complessi e di storie profonde, brutali, nel mondo dei manga, decine di autori contemporanei quali il compianto Kentaro Miura (autore di Berserk) o Hideaki Anno (autore di Neon Genesis Evangelion) hanno dichiarato di essere stati ispirati da Go Nagai e dalla sua capacità di esplorare, tra le altre cose, il lato oscuro e malcelato dell’umana esistenza.

Immagine in evidenza via Cyborg 009 vs Devilman - il film

 

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