The Penguin, recensione: il ritorno di Colin Farell è trionfale

Colin Farrell torna a interpretare Oz in The Penguin, spin-off/sequel di The Batman, ideale per gli appassionati de I Sopranos, Breaking Bad e Gomorra.

Autore: Domenico Bottalico ,

Gli universi condivisi, sopratutto quelli cinematografici, sono diventati posti stantii e claustrofobici. Quando invece si cerca di espandere gli universi, visitarne i meandri più grigi e malati, con il piglio autoriale da cui si è partiti il risultato non può che essere stupefacente. È con questi presupposti che The Penguin in cui Colin Farrell riprende il ruolo di Oswald "Oz" Cobb detto il Pinguino così come magistralmente interpretato in The Batman.

La serie TV in 8 episodi arriverà dal 20 settembre, in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW. Disponibile on demand. Dalla seconda settimana andrà in onda tutti i lunedì sera su Sky Atlantic.

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The Penguin è stata sviluppata da Matt Reeves (regista del summenzionato The Batman), Dylan Clark, Colin Farrell, Lauren LeFranc (anche sceneggiatrice e showrunner), Craig Zobel (che dirige i primi tre episodi) e Bill Carraro.

Di cosa parla The Penguin

È passata una settimana dal folle piano dell'Enigmista. Solo l'intervento di Batman ha evitato il peggio ma gran parte di Gotham City è ancora allagata. Ma è passata una sola settimana anche da quando Carmine Falcone è stato ucciso lasciando un vuoto di potere importante nel sottobosco criminale di Gotham City.

Oz è ovviamente interessato a colmarlo, a sfruttare le zone ancora più grigie di una città che faticosamente sta cercando di rimettersi in piedi. È proprio Oz a mettere in moto però un domino di eventi che coinvolgono sia la famiglia Falcone che quella Maroni ma anche una serie di improbabili personaggi come il giovane Victor che, intento a rubare l'auto di Oz, si ritrova suo malgrado catapultato nel mondo del crimine, e Sofia Falcone detta L'impiccata che, dopo 10 anni rinchiusa ad Arkham, è tornata libera. 

Una serie di doppiogiochi e precarie alleanze creano un esplosivo mix in cui gli anelli più deboli nella catena alimentare del crimine di Gotham si rivoltano contro quelli più forti. Oz e Sofia sono agguerriti e spietati e vogliono rovesciare lo status quo. Attraverso degli episodi in analessi vediamo le loro origini ma, ancora una volta, quello che stiamo vedendo è davvero la realtà?

Cosa accade infatti quando per rovesciare questo status quo bisogna mentire e non guardare in faccia a nessuno? Oz è costretto a respingere tutti gli attacchi, anche quelli più personali, a cadere e rialzarsi e, ancora una volta, a mentire e monovrare dietro le quinte per diventare il Re di Gotham. 

The Penguin: c'è del marcio e solo del marcio in Oz

L'espressione "giungla urbana" ben si adattava alla Gotham piovosa e nera come la pece di The Batman. Quella che incontriamo in The Penguin però assomiglia più ad una foresta: più ci si addentra, più la vegetazione si fa così fitta da diventare inesplicabile.

Il personaggio di Oz si trova sinistramente a suo agio in questo ambiente anche quando per foga scatena una nuova guerra fra famiglie mafiose da cui in più di una occasione sfugge per il rotto della cuffia. Le sue armi sono le parole: la capacità di negoziare e mentire. Con esse olia e fa girare ingranaggi che però esplodono creando voragini.

Ma chi è davvero il Pinguino? Matt Reeves e la showrunner Lauren LeFranc ripartono da Fredo, personaggio de Il Padrino a cui è ispirata questa versione dell'iconico villain batmaniano, e da lì lo decostruiscono. Tanto astuto quanto pusillanime, tanto spietato quanto macchiavellico, Oz è tanto appariscente quanto capace di muoversi senza farsi notare.

La sua scalata al potere passa quindi attraverso l'apparenza e le menzogne che racconta e si racconta. L'idea d'altri tempi dell'uomo d'onore è solo una facciata per nascondere arroganza e una certa dose di avidità. Di fronte a questi sentimenti nulla si può mettere fra Oz e il potere. Oz è abile affabulatore ma anche vittima delle sue stesse bugie. Crea situazione da cui difficilmente riesce ad uscirne illeso e con lui trascina, o già ha trascinato, tutta una serie di personaggi fra cui il giovane Victor, Sofia Falcone ma soprattutto la madre malata.

Se è pur vero che Oz a causa del suo aspetto è denigrato e deriso, non è questo a renderlo un mostro. In questo senso questa versione del villain è diametralmente opposta a quella di Danny DeVito in Batman Il Ritorno. Oz è un personaggio al di là di ogni possibile redenzione per quello che fa, a chi lo fa e come lo fa.

Presentare un personaggio così oggi, in cui si cerca sempre di "giustificare" anche i comportamenti più deplorevoli attraverso traumi o situazioni di disagio, è incredibilmente affascinante. Al netto di tutto c'è poi un gigantesco Colin Farrell che sembra non curarsi del pesante strato di trucco che lo copre offrendo una prova stupefacente per la capacità di rimanere fortemente espressivo e per una gestualità e un linguaggio del corpo capaci di sposare ora l'aspetto più remissivo ora quello più aggressivo del personaggio. L'ultimo dei perdenti che ottiene la sua "rivincita" seppur in un bagno di sangue in cui non si fanno prigionieri.

The Penguin: Sofia Falcone ruba la scena

The Penguin ha lo stesso approccio di The Batman quando si parla del materiale a fumetti originale: rielaborare e rimaneggiare. In questo senso showrunner e sceneggiatori prendono tutto il meglio che la mitologia batmaniana ha da offrire e lo piegano alla storia che devono raccontare.

Le grandi famiglie mafiose vengono ristrutturate, viene dato loro un piglio moderno e vengono creati nuovi intrecci. In tal senso Colin Farell e il suo Oz trovano in Cristin Milioti e nella sua Sofia Falcone un degno corrispettivo e un personaggio che in più di un frangente ruba letteralmente la scena per audacia e incisività. Apparsa originariamente nel classico Vittoria Oscura, anche lei viene decostruita e ricostruita - operazione che trova nel quarto episodio della serie il suo apice portandoci per la prima volta davvero all'interno dell'Arkham Asylum - completamente rinnovata rispetto alla sua controparte fumettistica e diventando la nemesi, se così si può dire, di Oz.

C'è anche da sottolineare come uno dei grandi punti di forza di The Penguin sia anche la capacità di mantenersi autonomo da The Batman. Questa serie è stata concepita ad uso e consumo dei cacciatori di easter-egg: le atmosfere sono simili e la presenza di Batman aleggia costantemente nei momenti di massima tensione ma 

The Penguin: una Gotham arrugginata stile neo noir

Uno dei punti forti di The Batman è stato senz'altro l'estetica e la fotografia. La Gotham City di The Penguin vira in maniera decisa verso altre atmosfere. La serie infatti si svolge pochissimo fra i grattacieli della metropoli preferendo ambientazioni industriali, interni vintage che richiamano la Las Vegas del ratpack ma soprattutto una periferia fatta di edifici bassi e sprangati e degrado dilagante che tratteggia una città più simile alla cittadine spopolate del midwest americano spesso protagoniste dei neo noir di Taylor Sheridan.

Una fotografia quindi più realistica, più diretta e meno deformata e deformante dove non c'è una notte perenne ma anche un giorno freddo e asettico in cui i protagonisti non si sentono a loro agio ma non rifuggono del tutto. Bella anche la colonna sonora. Anche qui l'approccio è l'opposto di quello di The Batman. La martellante soundtrack di  
Michael Giacchino viene solo riproposta in sinistri e soffusi richiami mentre fanno capolino spezzoni di brani pop rock dal forte impatto come The Forest dei The Cure.

Vale la pena vedere The Penguin?

Se avete amato The Batman, non potrete che amare The Penguin. La serie TV mantiene il taglio autoriale e ricercato del film traslandolo nel format televisivo per un drama che partendo dalla più classiche delle trame a sfondo crime basa tutto su personaggi tanto fumettosi quanti credibili nel mondo in cui si muovono sempre molto ancorato con la realtà. Ecco quindi che immagini strappate dai fumetti si fondono a situazioni e interazioni che rimandano a I Sopranos o Breaking Bad mentre le brusce e violente accelerate ricordano il primissimo Gomorra.

The Penguin si candida non solo a essere una delle migliori serie dell'anno ma anche uno dei migliori prodotti tratti e ispirati ad un fumetto uscendo dal seminato degli appassionati e proponendosi anche al grande pubblico grazie al tratto autoriale e verosimile.

Commento

Voto di Cpop

90
Se avete amato The Batman, non potrete che amare The Penguin. La serie TV mantiene il taglio autoriale e ricercato del film traslandolo nel format televisivo per un drama che si rifà a I Sopranos, Breaking Bad e Gomorra. La serie si candida non solo a essere una delle migliori dell'anno ma anche uno dei migliori prodotti tratti e ispirati ad un fumetto uscendo dal seminato degli appassionati e proponendosi anche al grande pubblico grazie alle stupefacenti interpretazioni di Colin Farell e Cristin Milioti.

Pro

  • Colin Farrell stupefacente
  • Cristin Milioti e la sua sorprendente Sofia Gigante
  • la capacità di tratteggiare personaggi cattivi, davvero cattivi
  • una Gotham diversa da quella gotica a cui solitamente siamo abituati

Contro

  • qualche passaggio è eccesivamente prolisso e teatrale
  • non tutti gli intrecci nel plot vengono tratteggiati con la stessa efficacia
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