Quando si parla di yokai, l’eterna domanda è: "Sono reali?" La risposta solitamente è "Sì", malgrado vi sia un certo margine di ambiguità, in quanto i confini tra reale e immaginario tendono a dissolversi quando ci si immerge nel folclore. In particolar modo, siamo tutti concordi nell'asserire che la cultura giapponese abbia una lunga tradizione di racconti sugli yokai, esseri soprannaturali che spaziano dai mostri temibili alle entità divertenti, e questo sottotesto folcloristico stenta a svanire tutt'oggi.
- Yokai moderni: l’immaginazione di Yukinobu Tatsu
- Gli yokai di Dandadan: tra tradizione e novità
- Leggende metropolitane e amuleti: il confine tra storia e mito
- L’influenza dell'ufologia: Serpo e il folklore moderno
- Le creature leggendarie: Kuchisake Onna e Jibakurei
Yokai moderni: l’immaginazione di Yukinobu Tatsu
Artisti contemporanei quali Yukinobu Tatsu, creatore di Dandadan, hanno contribuito a mantenere viva la tradizione degli yokai, creando figure nuove ma altrettanto reali agli occhi degli appassionati: Tatsu, difatti, ormai è noto per intrecciare nelle sue storie leggende metropolitane oscure e figure misteriose, donando al suo lavoro un alone di autenticità che affonda le radici nelle credenze popolari.
Gli yokai di Dandadan: tra tradizione e novità
Brace yourselves—strange new entities are about to shake things up in #DANDADAN!
— DAN DA DAN Anime EN (@animeDANDADANen) September 16, 2024
Introducing:
⛩️ Ryuzaburo Otomo as the Flatwoods Monster, a sumo-like alien.
🩰 Kikuko Inoue as Acrobatic Silky, a yokai with silky, long hair and a peculiar interest in Aira.
💥 Tomokazu Seki as… pic.twitter.com/bpvLDUqHYm
Come già accennato, Dandadan è una serie che brulica di creature bizzarre, ciascuna con origini peculiari e spesso inaspettate. Tra gli yokai più affascinanti spiccano Turbononna e Acrobatic Silky, che incarnano l’equilibrio tra leggende esistenti e il genio creativo di Tatsu.
Turbononna (Turbo Bachan)
Questa figura, proveniente dal monte Roku nella prefettura di Hyogo, è un esempio di yokai giocoso, famoso per apparire improvvisamente e spaventare i viaggiatori. Si racconta che, attraversando i tunnel di montagna, si possa sentire un colpo secco al finestrino e vedere una vecchia con un ghigno spettrale che corre accanto all'auto con velocità incredibile. La maggior parte della sua leggenda è basata su questo elemento, mentre l’aspetto più bizzarro della sua personalità, come il suo interesse per i gioielli di famiglia maschili, è opera di Tatsu.
L'origine della leggenda è incerta, ma si crede sia nata come avvertimento sui rischi della guida pericolosa e aggressiva: pur essendo una figura immaginaria, Turbononna è diventata parte integrante della cultura popolare giapponese, diffusa tramite racconti e forum online. Ha ispirato anche opere letterarie e film, rafforzando la sua presenza nella società contemporanea.
Acrobatic Silky (Akurobatiku Sarasara)
Inquietante e moderna, questa figura è la risposta giapponese a Slenderman. Nata come creepypasta nel 2008, la storia di Acrobatic Silky (il nostro demone-ballerina) fu condivisa per la prima volta da uno studente universitario su una bacheca online, diventando rapidamente virale.
Questo yokai incarna il terrore moderno, combinando elementi di leggende urbane e folklore, tant'è che la sua leggenda risulta particolarmente diffusa nella prefettura di Fukushima e narra di un incontro inquietante con una figura chiamata Sara Sara, una donna che incrocia il cammino di un gruppo di amici o di un singolo individuo in luoghi isolati.
Sara Sara si finge, poi, smarrita o bisognosa di aiuto, stupendo successivamente i presenti con incredibili acrobazie, come arrampicarsi sugli alberi o fare verticali spettacolari. A volte, sfida i suoi osservatori a replicare le sue imprese, sfida che risulta impossibile per chiunque altro.
Dopo la sua esibizione, Sara Sara scompare all'improvviso, lasciando i presenti perplessi e terrorizzati. La leggenda narra che chi assiste alle sue acrobazie venga colpito da una maledizione che porta sfortuna o, nei casi più estremi, la morte.
Questa donna è spesso descritta come una figura altissima, con lunghi capelli neri, pelle pallida, un vestito rosso, orbite oculari incavate e cicatrici sul braccio sinistro, si dice che si lanci dai tetti degli edifici per poi scomparire prima di toccare il suolo: proprio come Acrobatic Silky!
Leggende metropolitane e amuleti: il confine tra storia e mito
Oltre agli yokai, l'opera di Tatsu esplora anche il potere protettivo degli amuleti tradizionali, addentrandosi nell'universo dell'occulto.
Tra tanti, spicca quello raffigurante Gazan Daishi, conosciuto anche come Tsuno Daishi: Ryogen, un abate del X secolo e figura centrale del buddismo Tendai, si trasformò in una forma oni per combattere gli yakubyogami, gli spiriti portatori di pestilenze. Questo evento lo rese una figura protettiva, invocata durante le epidemie come hosogami, e ancora oggi i suoi amuleti sono esposti nelle case giapponesi per proteggere dagli spiriti maligni.
Difatti, immagini di Gazan Daishi e del cacciatore di demoni Shoki erano spesso poste sopra le porte delle abitazioni per tenere lontani gli spiriti malvagi, una pratica che continua ancora oggi, testimoniando la resilienza delle credenze tradizionali.
L’influenza dell'ufologia: Serpo e il folklore moderno
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— Netflix Anime (@NetflixAnime) December 6, 2024
🐄
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Tra le influenze moderne, Tatsu inserisce riferimenti all’ufologia con il Serpo, che abbiamo approfondito in un articolo dedicato (Serupo Seijin), ipotetico pianeta presente nel sistema di Zeta Reticuli. I personaggi sono connessi anche al Serpo Project, un presunto programma di scambio tra umani e alieni gestito dagli Stati Uniti. Il Serpo, inoltre, ha legami con eventi iconici come l'incidente di Roswell e gli avvistamenti di Betty e Barney Hill.
Il mostro di Flatwoods
Il Mostro di Flatwoods è un alieno e UMA (Unidentified Mysterious Animal) che compare come un antagonista minore in Dandadan. In questo contesto, la creatura appare imponente, alta tre metri, con un aspetto fisico simile a un lottatore di sumo, indossando solo un tsuna, un accessorio tradizionale del sumo.
La sua somiglianza con un lottatore di sumo non è casuale, ma piuttosto una scelta deliberata che richiama il sumo come elemento culturale giapponese e simbolo della tradizione. Tuttavia, l'ispirazione per il Mostro di Flatwoods proviene da una reale leggenda: nel 1952 a Braxton County, West Virginia, una strana creatura è stata avvistata. Quest'ultima è diventata una figura simbolica e iconica popolare in Giappone tra gli anni 60 e 80, comparendo in giochi come The Legend of Zelda: Majora's Mask.
Demone di Dover
ダンダダンのドーバーデーモン、何回見てもドーバーデーモンに見えなくて「オカルンは何を以てしてコイツをドーバーデーモンだと認識したんだよ!」と思ってたんですが、今日ついに理解したので共有します これ凄いドーバーデーモンだ!#ダンダダン pic.twitter.com/NtBWtuxP1u
— 追放Charge Foton (@tsuihouPOYO) December 16, 2024
Il Demone di Dover, noto anche come Peeny-Weeny o Mr. Mantis Shrimp, è un alieno bizzarro: presenta un aspetto umanoide con una testa che richiama quella di un crostaceo e una pelle giallastra. Indossa guantoni da boxe e una cravatta, il che lo rende comico e pericoloso al tempo stesso.
Questa scelta stilistica non è casuale: il colore giallo dominante intorno al Demone di Dover suggerisce energia e pericolo, simile alla presenza sinistra già vista con il mostro di Flatwoods, anticipando la minaccia rappresentata dai Serpo e dai loro alleati.
Il Demone di Dover è anche un richiamo alla criptozoologia, una pseudoscienza che studia presunte creature leggendarie la cui esistenza non è verificata, come il mostro di Loch Ness o il chupacabra. Tatsu mescola abilmente elementi della criptozoologia e della cultura popolare per creare un nemico memorabile e per omaggiare il genere sci-fi.
La curiosa creatura, difatti, si ispira chiaramente ai Kaiju Baltan, famosi antagonisti della serie giapponese Ultraman, noti per infiltrarsi tra gli umani. Tuttavia, l’estetica del Demone di Dover richiama l’avvistamento reale di una strana creatura a Dover, Massachusetts, nel 1977: tre adolescenti scorsero una creatura bizzarra alta circa 1,2 metri, con occhi arancioni luminosi e una testa simile a un’anguria.
Furono proposte diverse spiegazioni all'epoca: alcuni pensarono si trattasse di un puledro o un alce giovane, mentre lo scettico Joe Nickell suggerì che fosse un gufo delle nevi, il cui piumaggio riflettente avrebbe creato l'effetto arancione descritto. La polizia ipotizzò uno scherzo scolastico e Ben Radford sottolineò l’influenza culturale dei film Star Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo usciti nel 1977.
Nessie - Mostro di Loch Ness
Nessie, una gigantesca creatura acquatica simile a un plesiosauro, è rappresentata come un mostro feroce e distruttivo. Con un lungo collo, pinne per nuotare e una bocca piena di denti affilati, Nessie agisce come una bestia incontrollata, priva di intelligenza e che attacca tutto ciò che incontra, inclusi i suoi stessi alleati. Le sue abilità si basano sull’acqua, utilizzando branchie per assorbire acqua e lanciare potenti High-Compression Water Blasts, ma queste azioni la rendono temporaneamente vulnerabile.
La fusione di Nessie con il Dover Demon e l’ultimo sopravvissuto dei Serpo crea il mostruoso Serpo Dover Demon Nessie, combinando diverse caratteristiche per formare una minaccia senza precedenti. Nonostante la sua potenza, i protagonisti riescono a sconfiggerlo sfruttando la sua debolezza durante la ricarica degli attacchi d’acqua.
Tatsu utilizza la figura di Nessie per fare riferimento alla mitologia del Mostro di Loch Ness e al genere Kaiju.
Le creature leggendarie: Kuchisake Onna e Jibakurei
Kuchisake Onna
Non si può parlare di yokai moderni senza menzionare Kuchisake Onna, la donna dalla bocca tagliata, una figura nata come mito urbano nel 1978 nella prefettura di Gifu la cui leggenda si diffuse rapidamente, seminando il panico in tutto il Giappone. La sua storia è diventata emblematica dei nuovi yokai, poiché porta con sé elementi di terrore e mistero che continuano a evolversi con il tempo.
La leggenda della Kuchisake onna ha origini antichissime, tanto da farle risalire al periodo Heian: secondo la storia, una giovane e bellissima donna, famosa per la sua vanità, tradì il marito samurai che, accecato dalla gelosia, la sfregiò con la sua katana, tagliandole la bocca da orecchio a orecchio e urlandole
Chi dirà che sei bella, adesso?!
Da quel momento, la donna iniziò a vagare con il volto coperto da una mascherina, fermando i passanti per chiedere se la trovassero bella, dopodiché le reazioni della donna variavano: poteva divorare la vittima, ridere e sparire, oppure inseguire e uccidere chi tentava la fuga. Modi per sfuggirle erano rispondere in modo ambiguo per confonderla o gettarle della frutta per distrarla.
Nel 1979, la leggenda riemerse come storia metropolitana: una donna mascherata terrorizzava le città giapponesi, chiedendo ai passanti, spesso studenti, se la trovassero bella, sfregiando e uccidendo chi rispondesse in modo errato.
La domanda fatale Sono carina? e il destino ineluttabile delle sue vittime sono ormai parte del folklore moderno, tant'è che questo demone leggendario è citato anche in altri manga e anime, quali ad esempio Jujutsu Kaisen (in quanto si tratta di uno degli yokai posseduti da Geto Suguru).
Nel manga e anime Dandadan è nota come Reiko Kashima, la donna dalla bocca tagliata, una yokai che viveva in una zona abbandonata della città di Kamigoe. Dopo essere stata sconfitta da Momo, prova un forte risentimento verso la ragazza e promette di vendicarsi al loro prossimo incontro, tanto da assumere il ruolo di uno dei principali antagonisti durante l'arco narrativo dei globalisti spaziali.
Jibakurei
Oltretutto, in Dandadan troviamo anche il concetto di Jibakurei, introdotto da Ushiro no Hyakutaro: spiriti, legati a luoghi piuttosto che a persone, rappresentano un altro tipo di presenza soprannaturale. Gli Jibakurei sono spesso il risultato di morti violente e persistono nei luoghi che li hanno visti soffrire.
Tatsu intreccia questa idea con i Granchi Heikei, creature con un carapace che sembra un volto di samurai, ritenute reincarnazioni dei guerrieri Heikei sconfitti nella battaglia di Dan-no-ura.
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