Quale fumetto o volume acquistare per iniziare la lettura? Dove trovo le origini? Quali sono le storie imprescindibili? Domande legittime quando ci si avvicina a personaggi che da decenni popolano le nostre edicole, ma che per alcuni eroi sembrano avere una risposta sin troppo perentoria: dall’inizio. È il caso dei Fantastici Quattro, che rappresentano la pietra angolare su cui è stato fondato il Marvel Universe fumettistico agli albori della Silver Age del fumetto supereroico. Per quanto dopo il loro esordio nel 1961 il ruolo di bandiera di Marvel Comics sia stato spesso affidato ad altri personaggi, come Spider-Man o X-Men, la Fantastic Family si è sempre garantita un posto speciale nel cuore dei Veri Credenti.
Non solo avventure tra le stelle, ma anche momenti di vita familiare, con una storia editoriale che non ha solamente tenuto a battesimo personaggi divenuti celebri all’interno del pantheon marveliano, come Silver Surfer o Black Panther, ma che ha anche mostrato il peso di certi ruoli e di come alcune scelte si riflettano in modo devastante sulla sfera personale degli eroi in costume.
Viaggi nel tempo, nemici geniali e mondi alternativi: le migliori storie dei Fantastici Quattro
Dal 1961, anno di esordio dei Fantastici Quattro, a oggi, la famiglia Richards ha vissuto momenti intensi, sconfiggendo minacce galattiche e separandosi quando le sfide etiche e morali della comunità metaumana marveliana ha scavato profondi solchi tra i membri della famiglia. L’occasione dell’arrivo dei Fantastici Quattro all’interno del Marvel Cinematic Universe è il momento ideale per andare alla ricerca di alcune delle migliori storie dedicate a questa insolita famiglia di supereroie.
- Viaggi nel tempo, nemici geniali e mondi alternativi: le migliori storie dei Fantastici Quattro
- ORIGINI
- RUN
- EVENTO
- GEMMA DEL PASSATO
- GEMMA DEL PRESENTE
- IL WHAT IF
- VILLAIN
- LA FINE
ORIGINI
Un tranquillo pomeriggio newyorkese viene sconvolto dall’esplosione di un bengala, che incredibilmente assume la forma di un gigantesco quattro. Mentre tutti si interrogano cosa significhi questo segnale, tre individui riconoscono il messaggio e si apprestano a correre al richiamo dello scienziato Reed Richards.
Quella che divenne la nascita del Marvel Universe era il culmine di un percorso creativo nato dalla richiesta di Martin Goodman, proprietario di Atlas Comics, di creare un nuovo fumetto supereroico che potesse competere con il nuovo corso degli eroi della National Periodic Publications, la futura DC Comics, che con Showcase #4 del 1956 aveva riaperto la stagione del comics supereroics dopo gli anni bui della fine della Golden Age.
Occasione che consentì a Stan Lee, in procinto di abbandonare il mondo dei comics, di creare una serie con protagonisti veri e che mostrassero una nuova, più evidente umanità:
Per una volta, avrei potuto scrivere una storia che mi sarebbe anche piaciuto leggere…E i personaggi sarebbero stati dei personaggi con cui mi sarei potuto relazionare personalmente: sarebbero stati corpo e sangue, avrebbero avuto colpe e difetti, sarebbero stati fallibili, e, soprattutto, dentro gli stivali dei loro colorati costumi avrebbero ancora avuto piedi di argilla
La genesi del quartetto capitanato da Reed Richards è diventata storia del fumetto, non solo perché ha condotto alla nascita di Marvel Comics, come venne ribattezzata Atlas Comics per inaugurare una nuova era, ma anche per le tensioni tra i due padri dei Fantastici Quattro, Stan Lee e Jack Kirby.
I Fantastici Quattro si formano dopo che quattro astronauti civili vengono esposti a raggi cosmici durante un volo di prova non autorizzato nello spazio esterno su un'astronave sperimentale progettata dal Dr. Reed Richards. Il pilota Ben Grimm e i membri dell'equipaggio Susan Storm e suo fratello Johnny Storm sopravvivono a un atterraggio di emergenza in un campo sulla Terra. Uscendo dall'astronave, i quattro scoprono di aver sviluppato incredibili superpoteri e decidono di utilizzare questi poteri per aiutare gli altri.
Nel primo numero di The Fantastic Four, viene raccontato che il razzo creato da Reed viene lanciato verso le stelle. Tuttavi, la sinossi originale di Stan Lee descriveva il piano dell'equipaggio di volare su Marte, ma Lee scrisse successivamente che:
dato il tasso di progresso dei comunisti nello spazio, forse è meglio trasformare questo in un volo verso le STELLE, invece che solo verso Marte, perché al momento della vendita di questa rivista, i russi potrebbero già AVERE effettuato un volo su Marte
Con una scelta antitetica rispetto alla tradizione supereroica, i Fantastici Quattro, una volta ottenuti i loro porti non si creano seconde identità, ma si mostrano apertamente senza maschere. E' solo con Fantastic Four #3 che indossano dei costumi, ma preservano comunque una certa notorietà, venendo riconosciuti come eroi e come esponenti della comunità scientifica, soprattutto per via della genialità di Reed Richards.
Sin dalle prime storie, i Fantastici Quattro sono protagonisti di avventure dal sapore spiccatamente sci-fi, spinti dal ruolo di scienziato di Reed Richards. Un elemento cardine della serie, che consentirà di introdurre elementi cosmici, come la razza aliena degli Skrull, o temi fantascientifici come dimensioni parallele e viaggi nel tempo, dando vita a figure storiche dell’universo marveliano come Galactus o Kang il Conquistatore.
RUN
I Fantastici Quattro di Jonathan Hickman
La lunga vita editoriale dei Fantastici Quattro ha fatto sì che la formazione guidata da Mr Fantastic sia stata protagonista di grandi pagine della storia marveliana, ma che sia stata anche al centro di momenti meno brillanti. La natura spiccatamente sci-fi di questi eroi, infatti, era un’arma a doppio taglio, se affidata a autori che non padroneggiandone al meglio le peculiarità tendono a lasciarsi prendere la mano, creando situazioni sin troppo surreali.
La conseguenza è un progressivo allontanamento dei protagonisti dalla loro essenza, un rischio affrontato anche dai Fantastici Quattro, che hanno tuttavia beneficiato di uno dei narratori più apprezzati del presente marveliano: Jonathan Hickman. Hickman arriva su FQ dopo Dark Reign, maxi-evento discusso, e ha il difficile compito di riportare la Fantastic Family ai fasti di un tempo.
Hickman all’epoca era ancora un giovane autore, che si trova a dover gestire uno dei pilastri del Marvel Universe. Oggi siamo abituati a riconoscere a Hickman una narrazione particolarmente attenta alla costruzione del telaio narrativa, come dimostrato con la sua gestione di X-Men, ma nel momento in cui approda alla guida dei Fantastici Quattro ha di fronte la prima, grande sfida come autore. E sceglie di rivoluzionare l’approccio del racconto seriale tornando alle origini del concept stesso.
Le prime storie dei Fantastici Quattro di Hickman sembrano volersi isolare dalla continuity marveliana, sono fortemente centrati sui personaggi e hanno un respiro compresso, come fossero una serie di micro-racconti isolati. Scelta coraggiosa, che aiuta inconsciamente anche il lettore neofita a stabilire un contatto con questi personaggi, ritraendone le peculiarità individuali e mostrando le meccaniche di base della loro alchimia familiare.
Passaggio obbligato per poi dare una brusca sterzata verso una narrazione più corposa, in linea con la tradizione della continuity marveliana. Il talento di abile burattinaio di Hickman si manifesta tramite una costruzione narrativa che omaggi l’animo primigenio dei Fantastici Quattro, attingendo alla matrice fantascientifica dell’idea originale, rendendola fresca e appassionante, legandola soprattutto al concetto di famiglia tipico dei personaggi.
La ricorrente scena della colazione, momento quasi liturgico per la famiglia Richards, e il tono dei dialoghi nei momenti più intimi risulta la matrice più autentica della gestione Hickman, che nonostante ricordi l’essenza del mito dei Fantastici Quattro viene parzialmente penalizzata da una componente grafica non sempre all’altezza. Apprezzabile, ma non al livello della profondità di testi di Hickman, anche se va riconosciuto il merito di avere abbandonato l’abuso di splash page, rendendo questo elemento visivamente strepitoso più funzionale a trasmettere un sense of wonder quasi sbiadito nelle precedente gestioni.
EVENTO
1234
L’accoppiata Jae Lee e Grant Morrison scrivono uno dei migliori capitoli della storia dei Fantastici Quattro, andando a sondare con particolare intensità non solo l’intimo della famiglia ma anche quella di uno dei loro nemici per eccellenza, Victor von Doom.
L’incipit di 1234, per come è stato raccontato dallo stesso Morrison, nasce da un’intuizione piuttosto particolare:
Ho elaborato tutta questa roba freudiana. La cosa dell'incesto nei Fantastici Quattro. Quello che hai è una famiglia. Ci sono Reed e Sue, la mamma e il papà. Johnny è il fratello maggiore e Ben è il piccolo pazzo neonato. Ma in questa situazione hai Johnny e Sue - fratello e sorella! Quindi c'è una cosa dell'incesto che i Fantastici Quattro nascondono. Ho guardato e ho detto, okay, Sue vuole effettivamente scopare Johnny e Johnny vuole scopare Sue. Quindi come fai? Creano Namor, il Sub-Mariner che è sempre stato legato a Johnny. La Torcia Umana e il Sub-Mariner sono sempre stati insieme dagli anni '40. Namor è il lato oscuro, torbido, acquoso, sporco di tutto ciò. E Johnny è luminoso, volatile. Quindi non si scopa la sorella, ma Namor lo fa.
Intuizione impossibile da realizzare in seno alla Marvel, ma l’idea di mettere in crisi i rapporti familiari dei Fantastici Quattro era decisamente promettente.
I Fantastici Quattro 1234 è una lettura eccezionale per diverse ragioni, non ultima delle quali è come Morrison e l'artista Jee Lee siano riusciti a mettere a buon uso la volontà di Doom di distruggere la Fantastic Family. L'arte di Lee è una delle più distinte nel settore. Il suo stile a tratti volutamente grottesco diventa eco perfetto per le tensioni narrative di Morrison. Il risultato è stupefacente; un ritratto vivido dei personaggi più iconici di Marvel che si trasforma in immagini da incubo ad ogni pagina
Il merito principale di Fantastici Quattro 1234 è la cura con cui Morrison mettere i diversi personaggi davanti alle proprie questioni irrisolte, con particolare attenzione al più intricato dei membri del clan Richard, Ben Grimm.
GEMMA DEL PASSATO
Quest’uomo, questo mostro (Fantastic Four #51)
Dei Fantastici Quattro, Ben Grimm è il più tormentato, considerato come i raggi cosmici lo hanno reso un mostro, rispetto ai suoi compagni. Sin dalle prime storie si respira una certe tensione tra Ben e Reed, che pur sentendosi in colpa e ossessivamente in cerca di una soluzione per l’amico, viene visto da Ben come responsabile della sua condizione.
Quando uno scienziato inganna Ben Grimm facendogli credere di poter curare la sua condizione, la Cosa rimane affascinato dalla possibilità di potere tornare al suo vecchio aspetto. Tuttavia, si scopre come lo scienziato non sia un benefattore, bensì interessato a rubare l’aspetto di Ben per potersi infiltrare tra i Fantastici Quattro e distruggerli.
Nel momento in cui Ben scopre la verità, messo di fronte alla scelta di poter avere una vita normale e salvare l’amico Reed Richards, rinuncia alla propria occasione di felicità per affetto verso la sua famiglia.
Lee e Kirby spingono al massimo sul concetto di dualità uomo/mostro, confermando come il Marvel Universe dei primi anni ’60 fosse un laboratorio narrativo in cui la fascinazione dei poteri dei supereroi tipico della Golden Age lascia spazio a una visione più profonda, in cui i poteri cessano di essere una benedizione per divenire spesso una maledizione.
GEMMA DEL PRESENTE
Antitesi
La grande nemesi dei Fantastici Quattro è sempre stata Galactus, il divoratore di mondi. Dalla sua prima apparizione, preceduto dal suo araldo Silver Surfer, Galactus è stato un nemico temibile per gli FQ, capace di ritagliarsi un ruolo centrale in grandi saghe del mondo marveliano. Ma cosa potrebbe accadere se questa forza cosmica dovesse morire?
E' quanto accade in Antitesi, dove Silver Surfer arriva ad avvisare i Fantastici Quattro della morte di Galactus, l'unico essere della galassia che potrebbe fermare una minaccia tremenda per il nostro mondo, l'arrivo di Antitesi, un avversario che si appresta a lasciare la zona negativa per abbattersi sul nostro pianeta.
Scritta da Mark Waid e disegnato dalla leggenda Neil Adams, Antitesi scava profondamente nell'animo di Reed Richards, mettendo in evidenza il suo senso di responsabilità per il ruolo che sente di dovere interpretare nella comunità supereroica, spingendolo al punto di chiedersi quanto questa sua idea possa rivelarsi autodistruttiva.
Waid ricerca lo spirito originario dei Fantastici Quattro, rendendolo il fondamento della sua storia, realizzando una trama che sia al contempo superlativa sul piano narrativo quanto su quello visivo, tratto distintivo dell’arte di Adams. Il merito dell’autore è avere trovato una perfetta sintesi tra la sua visionarietà e la tradizione del disegno kirbyano, specialmente per la ricostruzione della componente tecnologica.
IL WHAT IF
La storia della nostra vita
Ripercorrere la storia dei Fantastici Quattro da una prospettiva completamente differente, calandoli in un universo narrativo più reale e concreto. Eventi cardine del mito dei Fantastici Quattro sono affrontati con un diverso piglio, più graffiante e logorante per i personaggi, mostrando l’emergere di un lato più umano, per quanto spesso meno eroico. In occasione del 60° anniversario della nascita dei Fantastici Quattro, l'esistenza dei quattro eroi newyorkesi viene rielaborata per essere uno specchio del mondo realee, dal 1961 a oggi. Sullo sfondo della Guerra Fredda e della Corsa allo Spazio, un terribile incidente dona grandi poteri a quattro aspiranti astronauti. I fantastici eroi lottano strenuamente per trovare il loro ruolo in un mondo in rapida evoluzione.
Quasi un racconto storico, in cui le vicende dei Fantastici Quattro e dei loro nemici si intrecciano alla storia reale, grazie alla trama di Mark Russell, che viene magnificamente interpretata da Sean Izaakse.
VILLAIN
Victor von Doom, Dottor Destino
Dall’Uomo Talpa agli Skrull, da Galactus a Kang il Conquistatore. I Fantastici Quattro hanno affrontato un gran numero di potenti avversari, ma solo uno è riuscito a risultate così iconico da non limitarsi a essere nemesi dei FQ, ma assurgere al ruolo di grande villain del Marvel Universe: Victor von Doom, alias Doctor Doom.
Comparso nel quinto numero della serie regolare, Victor viene presentato inizialmente come il despota del paese fittizio di Latveria, un genio al pari di Reed Richards e particolarmente abile con la robotica, tanto da avere creato un esercito di sue repliche.
Doom ha un certo astio verso Reed Richards, risalente al periodo in cui erano compagni di studi, periodo durante il quale la loro rivalità aveva condotto von Doom a lanciarsi in una serie di esperimenti sempre più arditi, nonostante l’invito alla cautela da parte di Richards. Quando Doom rimane vittima di un incidente che lo sfigura e lo costringe a vivere sigillato all’interno di un’armatura, colpevolizza Richards dell’accaduto, rendendolo il suo nemico giurato.
Nel corso degli anni, von Doom si è evoluto in un personaggio sempre più complesso, spesso ritratto come despota, ma all’occorrenza portato anche verso suggestioni, come accaduto con Infamous Iron Man nel periodo post Secret Wars di Hickman.
LA FINE
Fantastici Quattro: La Fine
Anche i supereroi sono condannati ad affrontare un’ultima sfida, almeno secondo la serie The End, che ha portato diversi personaggi del Marvel Universe a vivere dei what if atipici, in cui la loro saga termina.
Nel futuro, i Fantastici Quattro tramite le loro imprese e le invenzioni di Reed Richards hanno portato l’umanità verso un’era di prosperità e pace. Tuttavia, il prezzo pagato per questo dono al mondo è stato un peso per la famiglia Richards, che si è separata a causa di un evento devastante. Separatasi, i Fantastici Quattro sono costretti a ritrovarsi quando dei nemici provenienti dal loro passato ricompaiono per esigere una sanguinosa vendetta, dando vita a un conflitto che potrebbe vanificare i risultati raggiungi dai FQ.
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