La Saga di Fenice Nera: la svolta cosmica degli X-Men

La Saga di Fenice Nera: come Chris Claremont trasformò la timida Jean Grey in una delle forze primigenie del cosmo del Marvel Universe

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Autore: Manuel Enrico ,

Nella vasta narrativa degli X-Men, numerose storie hanno profondamente influenzato l'animo dei mutanti all'interno dell'universo Marvel. Questo è in parte dovuto alla loro natura di emarginati e individui "diversi" all'interno del panorama Marvel, ma anche perché i mutanti rappresentano uno strumento straordinario all'interno del vasto repertorio della Casa delle Idee per esplorare la realtà e i mutamenti della società. Gli X-Men, nel bene e nel male, sono stati sempre protagonisti di avventure che hanno lasciato un'impronta indelebile non solo sulla loro esistenza, ma anche sull'intero Universo Marvel. Questa caratteristica si manifesta in modo evidente nella Saga della Fenice Nera, un momento chiave nella storia degli X-Men.

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Questa saga è particolarmente significativa per uno dei personaggi principali: Jean Grey. Fin dalla sua prima comparsa nel gruppo degli X-Men, Jean era l'unico membro femminile. Questa circostanza, riflesso della mentalità dell'epoca, la pose al centro dell'attenzione dei suoi compagni. Inoltre, anche il suo mentore, il Professor Xavier, pur avendola conosciuta fin dall'infanzia, come si scoprì in seguito, non rimase immune al suo fascino, anche se questo affetto, alla maniera di Nabokov, si dissolse presto nel nulla.

La Saga di Fenice Nera, la liberazione di Jean Grey

Jean Grey non era una giovane comune, e ciò non dipendeva solamente dai suoi evidenti poteri mutanti, ma anche dalla sua determinazione a non essere una semplice damigella in pericolo. Sin dal suo esordio, mostrava una sicurezza che la metteva sullo stesso piano dei suoi compagni, ma inevitabilmente finiva per essere la donna in pericolo in alcune storie. Tuttavia, nella prima fase della storia degli X-Men, Jean assumeva importanza anche grazie al legame che si sviluppava con Scott "Ciclope" Summers, una delle love story più amate e tormentate dell'intero universo Marvel.

L'evoluzione di Jean non fu solamente quella di un personaggio bidimensionale, ma anche quella di una donna che raggiunse la sua maturità dopo la rinascita dei mutanti con la Seconda Genesi, grazie all'arrivo dell'autore considerato l'artefice del successo della famiglia mutante: Chris Claremont.

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Quando Claremont prese le redini degli X-Men, il team stava vivendo un periodo di crescita, ma necessitava di una dimensione più realistica e al passo con i tempi. Gli anni '70 offrivano un contesto ideale per inserire nel fumetto tematiche importanti e attuali, e il mondo mutante rappresentava un terreno fertile per queste idee. Claremont decise di ampliare l'universo dei personaggi, seguendo l'approccio di Wein con l'introduzione di nuovi volti, ma soprattutto di approfondire le figure storiche della saga. Jean Grey aveva un potenziale immenso da esplorare.

Claremont possedeva una peculiare abilità nel delineare i personaggi femminili. Pur evidenziando le loro debolezze, si sforzava sempre di far emergere il loro lato forte, creando donne carismatiche, autentiche e vive. Il suo approccio a personaggi femminili, come Ororo, mostrava una certa fragilità interiore, ma anche un notevole coraggio e leadership. Per un maestro come Claremont, Jean Grey rappresentava una tela su cui dipingere un ritratto straordinario.

Liberandola dall'immagine di ragazza ideale, stereotipo perfetto della perfetta fidanzatina d'America degli anni '60, Claremont intendeva, in un certo senso, far emergere l'intera gamma emotiva di Jean, compresi i suoi tratti più selvaggi e sfrenati. E per farlo era necessaria una rinascita.

La morte di Jean Grey

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Il primo passo consisteva nel portare Jean Grey a un livello superiore come mutante. L'occasione ideale si presentò con la storia Nessun X-Man ha mai amato tanto, in cui i mutanti, dopo una missione nello spazio per fermare il progetto Armageddon di Steven Lang, furono costretti a rientrare sulla Terra a bordo di uno shuttle. Tuttavia, l'astronave fu danneggiata in battaglia, e l'arrivo di una tempesta solare complicò ulteriormente il rientro. L'unica speranza era che qualcuno si sacrificasse per salvare gli altri, e Jean Grey prese la coraggiosa decisione di mettere da parte la propria vita per salvare i suoi amici.

Durante l'atterraggio sull'Hudson, lo shuttle si disintegra, ma miracolosamente gli X-Men sopravvivono. Mentre piangono la presunta morte di Jean, ecco che Marvel Girl emerge dalle acque annunciandosi come Fenice, manifestando un potere straordinario prima di svenire.

Questo iniziale avvenimento, spesso trascurato nella lettura della Saga della Fenice Nera, è di fondamentale importanza. Come verrà spiegato nei numeri successivi, la tempesta solare in realtà conteneva l'entità cosmica Fenice, che trovò in Jean un ospite in grado di contenerla. Claremont, creando questa simbiosi, stabilì uno dei pilastri narrativi che avrebbero caratterizzato i successivi decenni della storia degli X-Men.

Il potere della Fenice rappresentò un momento di trasformazione cruciale per Jean. Come la creatura mitologica, anche lei sperimentò una rinascita, liberandosi da alcuni dei blocchi, sia mentali che emotivi, che la avevano caratterizzata in precedenza. Claremont raffigura Jean come una donna più consapevole, non solo dei suoi straordinari poteri, ma anche dei suoi desideri e della sua vera essenza. La sua precedente ritrosia nel mostrare il proprio potere, una delle sue peculiarità, svanisce, sostituita da una determinazione a emergere come una donna padrona dei propri doni. Questa trasformazione si riflette anche nel suo rapporto con Scott, che diventa quasi un riflesso emotivo per il lettore che assiste a questo profondo cambiamento in Jean. La Jean che emerge diventa seducente, appassionata, finalmente liberata dalle limitazioni che avevano caratterizzato gli anni precedenti.

Mentre la rinascita di Jean si intreccia con l'affermazione della sua femminilità, Claremont dà vita a un piano malizioso del Club Infernale di Sebastian Shaw, che mira a distruggere gli X-Men privandoli di un membro chiave: Jean Grey. Per raggiungere questo obiettivo, Jason Wyngarde, noto come Mastermind, sfrutta il suo potere di creare illusioni per manipolare la mente di Jean, convincendola di essere legata a una misteriosa antenata e di provare una profonda attrazione per un enigmatico gentiluomo. Il piano tessuto dal Club Infernale si fa sempre più intricato, fino a quando Wyngarde prende il pieno controllo della mente di Jean, inducendola ad abbandonare i suoi amici e a diventare la Regina Nera del Club Infernale.

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Questa fase della sua vita rappresenta una trasformazione fondamentale per Jean Grey. Da una giovane donna dall'aspetto innocente, Jean abbraccia un'aura da femme fatale, come evidenziato anche dal suo abbigliamento provocante nel ruolo di Regina Nera. Claremont ci presenta una Jean che cede alle sue istintive tentazioni più oscure, rendendola intrigante e affascinante. Anche se Wyngarde ha sicuramente manipolato la mente di Jean, la Saga della Fenice Nera rappresenta il momento in cui Jean Grey diventa veramente se stessa. Questo viaggio di scoperta la porta da momenti ambigui a un semplice desiderio di libertà da schemi e convenzioni sociali.

La Fenice è la vera anima di Jean Grey?

Gli X-Men riescono a contrastare i piani del Club Infernale, riportando Jean a uno stato apparentemente normale, ma è evidente che la donna non è più la stessa. Questa esperienza ha risvegliato in lei una furia primordiale e una sete di potere che sconvolgono la sua anima. Nel finale della storia che chiude l'arco narrativo del Club Infernale, Jean non esita a far esplodere l'aereo su cui viaggia con i suoi compagni.

La storia successiva rappresenta una dichiarazione di intenti: la Fenice Nera. Jean è ormai completamente sotto il controllo della Fenice e si scontra con i suoi compagni, sconfiggendoli. Si sente invincibile e desidera mostrare appieno il proprio potere. Si scontra ripetutamente con i suoi amici, persino all'interno della casa dei suoi genitori, finché è Scott a riportarla alla ragione, ma non prima che la Fenice Nera abbia seminato morte e distruzione. Questa dimostrazione di potere attira l'attenzione non solo di alcuni supereroi come Spider-Man, Doctor Strange e i Fantastici Quattro, ma anche dell'Impero Shi'ar, una forza aliena con una profonda comprensione dell'entità cosmica conosciuta come la Fenice.

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Ma il potere, come spesso avviene nell'universo Marvel, ha un prezzo. L'entità Fenice che risiede nel corpo di Jean è considerata una minaccia dagli Shi'ar, che mettono Jean e gli X-Men alla prova, mettendo in gioco la vita di Jean stessa: se i mutanti non riusciranno a sconfiggere le forze congiunte degli Shi'ar, dei Kree e degli Skrull, Jean dovrà morire. Inizialmente sembra che gli X-Men non abbiano speranze di salvarla, ma quando tutto sembra perduto, Jean cede al potere della Fenice. Questo evento costringe persino Xavier a schierarsi contro la sua allieva, chiedendo all'unico X-Man ancora in grado di combattere, Ciclope, di uccidere la Fenice. È una decisione terribile per Summers, ma Jean stessa risolve il dilemma quando, spaventata da ciò che sta diventando, decide di sacrificarsi.

La decisione di far morire la Fenice fu presa dall'editor della Marvel, Jim Shooter, come una punizione per il caos che aveva generato. I lettori della Marvel avevano già vissuto una morte memorabile, quella di Gwen Stacy nella struggente storia di Spider-Man intitolata La notte in cui morì Gwen Stacy, ma all'epoca Gwen era solo un interesse amoroso di Spidey. Jean Grey rappresentava uno dei simboli degli X-Men, faceva parte del primo gruppo di mutanti, e i lettori le erano profondamente affezionati. La sua morte, inizialmente, venne vista come una tragedia che spingeva i membri anziani del supergruppo mutante, come Ciclope, Angelo e Bestia, a lasciare il team e cercare altre strade.

Tuttavia, la morte di Jean non fu ben accolta dai lettori, che chiesero a gran voce il suo ritorno. Questa richiesta spinse Claremont, alcuni numeri più avanti, a riportare in vita Jean attraverso un artificio narrativo legato agli eventi della storia "Nessun X-Man ha mai amato tanto". Questo ritorno diventò uno dei punti narrativi più caratteristici nella storia degli X-Men, poiché il complesso rapporto tra Jean Grey e l'entità Fenice acquisì nel tempo un significato profondo. Spesso diventò il punto di rinascita per la vita dei mutanti, in particolare per la relazione tra Jean e Scott Summers.
 

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