Mio caro Frodo,
una volta mi hai chiesto se ti avevo raccontato tutto quello che c'era da sapere sulle mie avventure. Perché, per quanto io ti abbia raccontato la verità, magari non era tutta-tutta.
Così inizia Lo Hobbit - un viaggio inaspettato, primo film di una trilogia a cura di Peter Jackson, ma prequel (in termini cronologici) de Il Signore degli Anelli ed adattamento cinematografico de Lo Hobbit o La riconquista del tesoro, primo romanzo di Tolkien riguardante le avventure degli abitanti della Terra di Mezzo.
- Dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari.
- Tauriel non esiste
- L'inesistente storia d’amore tra Tauriel e Kili
- L’incontro tra Bilbo e Gollum
- Nani contro elfi
- Azog il Profanatore, una fine diversa
- Bard, arciere o mercante?
- L'ultima freccia nera di Bard
- Chi pietrifica i troll?
- L'incontro tra Bilbo e Smaug
- Bilbo non assiste alla battaglia finale
- Radagast il bruno è davvero così importante?
- Dove guardare Lo Hobbit?
Dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari.
Dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari, protagonista del romanzo è Bilbo Baggins: siamo nell'anno 2941 e la vita tranquilla ed ordinaria di un giovanissimo hobbit viene turbata dall'arrivo dello stregone Gandalf.
Spinto a lasciare temporaneamente la sua amata terra, Bilbo si tufferà in una nuova, grandiosa avventura alla ricerca di un tesoro leggendario.
Come per La Compagnia dell'Anello, Le due Torri e Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re, anche stavolta confronteremo le differenze tra film e libro de Lo Hobbit: alcune imperdonabili, altre meno gravi, fatto sta che una buona parte degli accadimenti cinematografici sono frutto della fantasia del regista.
Tauriel non esiste
Via il dente, via il dolore: trattiamo l’elemento che, all’epoca, creò maggiore scalpore, ovvero la presenza di Tauriel.
Elfa a capo delle guardie di Bosco Atro, il regista decise autonomamente di aggiungere al gruppo una componente femminile, in quanto totalmente assente nella versione letteraria: un escamotage ideato da Guillermo del Toro che, originariamente, avrebbe dovuto dirigere il film.
Malgrado il personaggio di Evangeline Lily sia un elemento chiave all'interno delle pellicole, il triangolo amoroso tra Tauriel, Legolas (presente nei film, ma non presente nei libri) e Kili fu imposto all’attrice dagli studios che necessitavano di una storia d’amore tra i personaggi.
L'inesistente storia d’amore tra Tauriel e Kili
Come dicevamo, spinto dagli studios, Peter Jackson decise di dar vita ad un triangolo amoroso tra due elfi ed un nano, una sottotrama che, malgrado risulti piacevole e marginale nel corso de La Desolazione di Smaug, divenne decisamente troppo presente nell’ultima pellicola della trilogia de Lo Hobbit.
Stucchevole, inedita e molesta, la storia d’amore tra Tauriel e Kili è forse una delle aggiunte più inefficaci dell’intera trilogia.
L’incontro tra Bilbo e Gollum
Nel film, lo hobbit e i compagni nani vengono catturati e fatti prigionieri, per poi essere condotti dal loro capo, il Grande Orco.
Poco dopo, però, Bilbo casca nell’antro di Gollum, pertanto il protagonista della vicenda non assiste alla morte del Grande Orco per mano di Gandalf: lo stregone fugge assieme ai nani, uscendo dal sotterraneo degli orchi e ricongiungendosi con Bilbo più o meno contemporaneamente.
Nel romanzo, di contro, Bilbo precipita nella caverna che ospita Gollum solo dopo essere stato catturato assieme ai nani e Gandalf dagli orchi, in seguito alla morte del loro capo.
Nani contro elfi
Jackson dedicò gran parte del minutaggio cinematografico allo sviluppo della Battaglia delle Cinque Armate, episodio descritto in poche righe all’interno del libro di Tolkien: l’escamotage ha certamente contribuito ad allungare il brodo, permettendo al regista di spalmare una storia di 300 pagine in 3 film da 2 ore e mezzo ciascuno.
Nel film, poco prima della Battaglia delle Cinque Armate, assistiamo ad uno scontro tra nani ed elfi: le due razze si detestano, pertanto fanno fatica ad accordarsi e ad accettare l’idea di combattere assieme contro l’esercito di orchi e lupi.
Nel romanzo, nulla di tutto ciò: i nani decidono senza troppe difficoltà di schierarsi al fianco di elfi e uomini, consapevoli sia l’unica soluzione.
Azog il Profanatore, una fine diversa
Uno dei villain de Lo Hobbit, Azog il profanatore, è stato adattato in due diverse versioni. Nell’Appendice A de Il Signore degli Anelli, il malvagio orco ha un ruolo marginale, malgrado uccida Thròr: la morte del nano, tuttavia, avviene nel corso di una semplice imboscata, tant’è che sarà Thràin a vendicare suo padre.
Il padre di Thorin, infatti, guiderà una spedizione punitiva contro Azog e quest’ultimo sarà ucciso da Dain Piediferro.
Nel film, di contro, Thròr viene decapitato da Azog nel corso della Nanduhirion, la battaglia tra orchi e nani: la morte del nonno sarà vendicata da Thorin che, con coraggio, taglierà il braccio all’orco.
Quest’affronto sarà il movente che trainerà la caccia al nano nel corso dell’intera pellicola.
Bard, arciere o mercante?
Anche nel caso di Bard, il personaggio acquisisce una certa rilevanza nella trilogia filmica: secondo la narrazione tolkeniana, Bard è arciere provetto e Capitano delle Guardie, un uomo giusto, ma anche irremovibile e testardo, dai modi rudi e, talvolta, sgradevoli.
Nel film, il personaggio interpretato da Luke Evans viene presentato agli spettatori come un modesto mercante di pesce, il prototipo di eroe hollywoodiano: mosso da pietas e senso della giustizia, sfida l’avido governatore, mostrandosi persino ostile all’impresa di Thòrin.
Oltretutto, per far empatizzare ulteriormente il pubblico, Jackson dota il personaggio di due giovani figli (Tilda e Sigrid).
L'ultima freccia nera di Bard
Inoltre, un’altra differenza sostanziale riguarda l’ultima freccia di Bard in direzione del drago durante la battaglia di Pontelagolungo: nel libro, il dardo nero del personaggio trova la sua strada sotto il consiglio di un tordo (che gli rivela il punto debole di Smaug).
Nel film, invece, Bard intuisce il punto debole del drago mentre Smaug è impegnato in una delle sue filippiche: usando il figlio a mo’ di punto d’appoggio per la freccia nera, scocca il dardo e colpisce il malvagio essere, sconfiggendolo.
Freccia nera! Ti ho conservata per ultima. Non mi hai mai tradito e io ti ho sempre recuperata. Ti ho avuto da mio padre ed egli ti ebbe dai suoi antenati. Se veramente provieni dalla fornace del vero Re sotto la Montagna, va ora dritta al bersaglio, e buona fortuna!
Chi pietrifica i troll?
Nella trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli abbiamo visto di sfuggita alcuni troll trasformati in pietra anni ed anni prima: ebbene, il destino di questi ultimi è da ricercare proprio ne Lo Hobbit.
Nel libro, Bilbo raccoglie tutto il coraggio di cui dispone e tenta di affrontare i troll: tuttavia, fallisce nell’impresa. Gandalf giungerà a salvarlo e, con una furba trovata, costringe gli esseri a litigare fino all’alba: il Sole farà il resto.
Nel film, di contro, Bilbo riesce ad affrontare e superare le sue paure: corre in aiuto dei nani e risulta in grado di distrare i troll a lungo, sino al sorgere del sole.
L'incontro tra Bilbo e Smaug
Eccoci arrivati ad una delle differenze più lampanti tra film e libro: il primo incontro tra lo hobbit Bilbo ed il potente drago Smaug.
Nella versione cartacea, Bilbo entra nella tana del drago in due occasioni: durante la prima irruzione ruba la coppa d’oro, mentre nel corso della seconda, dialogando con Smaug, trova addirittura il punto debole della bestia.
Mentre lo hobbit comunica la notizia ai compari nani, un tordo ode la conversazione e la riferisce a Bard in un secondo momento: nel frattempo, Smaug si accorge della presenza del gruppetto e, dopo aver fallito nel tentativo di ucciderli, vola verso Pontelagolungo.
Qui il drago sarà sconfitto proprio dalla freccia nera dell’arciere.
Nel film, di contro, l’incontro tra lo hobbit e il drago è decisamente diverso: Bilbo penetra nella grotta di Smaug e, mentre i due dialogano, lo hobbit trova l’Arkengemma. Poiché il drago proverà ad ucciderlo, interverranno i nani che tenteranno di imprigionarlo, senza successo.
Furente di rabbia, Smaug spiccherà il volo verso Pontelagolungo. Nessun uccello ad ascoltare rivelazioni in merito ad un fantomatico ventre molle.
Bilbo non assiste alla battaglia finale
Nel romanzo, il nostro mini protagonista sviene, riprendendo i sensi solo a battaglia conclusa, tant’è che l’intero conflitto gli viene raccontato dai compagni.
Nel film, malgrado Bilbo perda i sensi durante il conflitto, egli si sveglierà appena in tempo per assistere alla conclusione. Inoltre, per ovvi motivi, Jackson mostra agli spettatori la guerra nella sua interezza, riportando anche scontri assenti nel romanzo: Tauriel e Legolas contro Bolg, ma anche Azog contro Thorin, in un tripudio di citazioni decisamente lontane dallo stile del professor Tolkien.
Radagast il bruno è davvero così importante?
Ne Il Silmarillion, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e Racconti incompiuti, il personaggio di Radagast viene spesso nominato, pur non apparendo mai: malgrado sia uno degli Istari (mandati dai Valar nella Terra di Mezzo), è sempre e solo menzionato nelle versioni cartacee.
Nella Appendici de Il Signore degli Anelli, Radagast è usato inconsapevolmente da Sauron per attirare Gandlf ad Isengard, mentre Peter Jackson aggiunge il personaggio (interpretato da Sylvester McCoy) alla sua trilogia de Lo Hobbit, sfruttandolo per attirare Gandalf a Dol Goldur.
Dove guardare Lo Hobbit?
Potete recuperare la trilogia, Lo Hobbit - un viaggio inaspettato, Lo Hobbit - la desolazione di Smaug e Lo Hobbit - la battaglia delle cinque armate, su Prime Video.
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