Tutto sui robottoni giapponesi: dalle origini ai Super Robot

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Autore: Matteo Garattoni ,

Sin dagli albori dell'animazione giapponese, i robottoni giapponesi hanno rappresentato molto più che semplici macchine da combattimento: sono stati simboli di progresso tecnologico, specchi delle preoccupazioni sociali e catalizzatori di immaginazione per intere generazioni. Negli anni '70 e '80, l'epoca d'oro dei super robot, queste colossali creazioni meccaniche hanno fatto breccia nel cuore di milioni di spettatori, sia in Giappone che nel resto del mondo, diventando vere e proprie icone culturali.

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Le origini 

Questo approfondimento è il primo di una serie dedicata all'esplorazione dell'affascinante mondo dei robot giganti nell'animazione giapponese. In questa prima parte, ci concentreremo sulle serie create dai primi anni '60 fino alla fine degli anni '70, presentandole in ordine cronologico dal più vecchio al più recente. Il nostro obiettivo è analizzare come queste opere abbiano gettato le basi per il genere, introducendo innovazioni tecniche e narrative che hanno influenzato profondamente le produzioni successive.

La selezione dei robot presentati è stata effettuata considerando l'impatto culturale, l'innovazione e la popolarità che hanno riscosso nel tempo. Esamineremo titoli iconici come Tetsujin 28-go, Mazinga Z, Jeeg Robot d'Acciaio e UFO Robot Grendizer, approfondendo i temi affrontati, le innovazioni introdotte e il contesto storico in cui sono stati creati.

L'origine di questo fenomeno affonda le radici nel Giappone post-bellico, un'epoca caratterizzata da una rapida ricostruzione e da un'intensa innovazione tecnologica. In un paese che cercava di rialzarsi dopo le devastazioni della guerra, i robot giganti hanno iniziato a emergere come potenti metafore della capacità umana di superare le avversità attraverso l'ingegno e la determinazione. Le prime serie hanno riflettuto le paure e le speranze di una società in trasformazione, ponendo le basi per un genere che avrebbe conosciuto una crescita esponenziale nei decenni successivi.

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Con questo percorso cronologico, intendiamo non solo ripercorrere la storia dei robot giganti nell'animazione giapponese, ma anche comprendere come queste opere abbiano saputo cogliere e riflettere le tensioni sociali e culturali del loro tempo. Nel prossimo approfondimento, invece, proseguiremo il nostro viaggio esplorando le serie create dagli anni '80 fino ai primi anni 2000, analizzando l'evoluzione del genere e l'impatto che ha avuto sulle generazioni successive.

Vi invitiamo a unirvi a noi in questo viaggio nel tempo, per riscoprire insieme i robot che hanno popolato i nostri sogni d'infanzia e per comprendere meglio il loro significato profondo. E mentre ripercorriamo queste storie, poniamoci alcune domande: quale eredità ci hanno lasciato questi giganti di metallo? Come continuano a influenzare l'animazione e la narrativa contemporanea? E soprattutto, cosa possiamo imparare da loro sul rapporto tra uomo e tecnologia, una questione quanto mai attuale nel mondo di oggi?

Prepariamoci dunque a salire a bordo di questi colossi meccanici, pronti a esplorare non solo le battaglie epiche e le avventure mozzafiato, ma anche le emozioni, i pensieri e le aspirazioni che si celano dietro l'acciaio e i circuiti. Perché, in fondo, i robottoni giapponesi non sono solo macchine: sono il riflesso dell'animo umano, in tutta la sua complessità e grandezza.

Robot 28

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  • Titolo originale: 鉄人28号 (Tetsujin Nijūhachi-gō)
  • Trasmissione in Giappone: 20 ottobre 1963 - 25 maggio 1966
  • Episodi: 97
  • In Italia: Inedito

Tetsujin 28-go, creato da Mitsuteru Yokoyama nel 1956 come manga, è considerato il progenitore dei robot giganti nell'animazione giapponese. La serie televisiva del 1963, realizzata in bianco e nero, segue le avventure di Shotaro Kaneda, un giovane detective che controlla un robot gigante progettato come arma segreta durante la Seconda Guerra Mondiale. A differenza dei successivi robot pilotati dall'interno, Tetsujin 28-go è controllato esternamente tramite un telecomando, introducendo l'idea innovativa del legame uomo-macchina.

La serie riflette le preoccupazioni del Giappone post-bellico, esplorando temi come le conseguenze dell'uso delle armi e la responsabilità morale associata al potere tecnologico. Pur non essendo mai stata trasmessa in Italia nella sua forma originale, Tetsujin 28-go ha avuto un enorme successo in Giappone e ha influenzato profondamente il genere mecha, diventando un'icona culturale celebrata con statue e omaggi in tutto il paese.

Negli Stati Uniti, la serie è stata adattata con il titolo Gigantor, guadagnando popolarità tra il pubblico occidentale. Inoltre, Tetsujin 28-go ha generato numerosi remake, tra cui Super Robot 28 del 1980, che è stato trasmesso anche in Italia, permettendo al pubblico italiano di entrare in contatto con questo pilastro dell'animazione robotica.


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Astroganga

  • Titolo originale: アストロガンガー (Astroganga)
  • Trasmissione in Giappone: 4 ottobre 1972 - 28 marzo 1973
  • Episodi: 26
  • In Italia: Dal marzo 1980 su Telemontecarlo

Astroganga è riconosciuta come la prima serie di robottoni giapponesi a colori, precedendo di poco Mazinga Z. La storia segue Kentaro (noto come Charlie nella versione italiana), un ragazzo metà umano e metà alieno, che si unisce ad Astroganga, un robot senziente fatto di "metallo vivente", per combattere i malvagi invasori Blaster. Ciò che distingue Astroganga dagli altri robot dell'epoca è la sua capacità di pensare e provare emozioni, rendendolo più un compagno che una semplice macchina da guerra.

La serie esplora la fusione tra uomo e macchina in modo più profondo, poiché Kentaro non pilota Astroganga dall'interno, ma si fonde con il suo cuore, simboleggiando una connessione simbiotica. Questo approccio innovativo ha permesso di affrontare temi come l'amicizia, l'identità e la coesistenza pacifica tra specie diverse. Sebbene Astroganga non abbia raggiunto la stessa fama di altre serie, ha lasciato un segno indelebile nei ricordi di chi l'ha vista durante l'infanzia, grazie alla sua atmosfera unica e ai suoi temi emotivi.

Un aspetto interessante è il design del robot, più antropomorfo rispetto ad altri mecha dell'epoca, con un volto espressivo che riflette le sue emozioni. La serie ha anche toccato tematiche ecologiche, enfatizzando l'importanza dell'armonia tra uomo e natura, un tema che sarebbe diventato sempre più rilevante nelle produzioni successive.


Mazinga Z

  • Titolo originale: マジンガーZ (Majinga Z)
  • Trasmissione in Giappone: 3 dicembre 1972 – 1 settembre 1974
  • Episodi: 92 (in Italia trasmessi solo 51)
  • In Italia: Dal gennaio 1980 su Rai 1

Mazinga Z, creato da Go Nagai, è considerato il capostipite dei super robot pilotati dall'interno, segnando una svolta rivoluzionaria nel genere mecha. La serie narra le avventure di Koji Kabuto, un giovane che eredita il potente robot Mazinga Z per combattere il malvagio Dr. Hell e le sue armate meccaniche.

Questa opera introduce per la prima volta l'idea di un robot controllato dall'interno dal pilota, influenzando profondamente tutte le serie successive. Le armi iconiche di Mazinga Z, come il "Raggio Termico" e il "Pugno a Razzo", sono diventate simboli indelebili del genere. La serie esplora temi importanti come la responsabilità legata al possesso di un grande potere, il sacrificio personale e la lotta tra bene e male.

In Giappone, Mazinga Z ha avuto un enorme successo, consolidando la posizione di Go Nagai come uno dei principali creatori di anime e manga. In Italia, nonostante la trasmissione parziale di soli 51 episodi su 92, la serie è diventata un cult. La sigla italiana è rimasta indimenticabile per molti, così come l'immagine iconica del robot che emerge dalla piscina segreta.

Una curiosità interessante riguarda l'origine dell'idea: Go Nagai ha raccontato che l'ispirazione per Mazinga Z gli è venuta mentre era bloccato nel traffico, sognando un mezzo che potesse superare ogni ostacolo. Questo spiega l'enfasi sulla mobilità e sulla potenza del robot. L'influenza di Mazinga Z è stata duratura, dando origine a numerosi sequel e spin-off, come Il Grande Mazinga e UFO Robot Grendizer, e ha influenzato intere generazioni di creatori e appassionati del genere mecha.


Getter Robot

  • Titolo originale: ゲッターロボ (Getter Robo)
  • Trasmissione in Giappone: 4 aprile 1974 – 8 maggio 1975
  • Episodi: 51
  • In Italia: Dal giugno 1980 su reti locali (come "Space Robot")

Getter Robot, nato dalla collaborazione tra Go Nagai e Ken Ishikawa, introduce il concetto rivoluzionario di robot componibile. La serie segue tre piloti—Ryoma, Hayato e Musashi—che controllano tre velivoli (Getter Eagle, Getter Jaguar e Getter Bear) in grado di combinarsi in diverse configurazioni per formare tre robot distinti: Getter-1, Getter-2 e Getter-3. Questa innovazione ha aggiunto una nuova dimensione strategica alle battaglie, permettendo ai protagonisti di adattarsi alle diverse situazioni di combattimento.

La serie affronta temi come il sacrificio personale, l'amicizia e la lotta contro forze ostili che minacciano l'umanità, in questo caso il Regno dei Dinosauri. Getter Robot ha avuto un impatto significativo sul genere mecha, influenzando numerose opere successive con robot componibili e squadre di piloti. La serie ha generato molti sequel e remake, consolidando la sua importanza nella cultura pop giapponese.

Un personaggio particolarmente amato è Musashi Tomoe, noto per il suo spirito di sacrificio e il suo carattere burbero ma buono. I robot della serie appaiono frequentemente in videogiochi e crossover, mantenendo vivo l'interesse dei fan attraverso le generazioni.


Il Grande Mazinga

  • Titolo originale: グレートマジンガー (Great Mazinger)
  • Trasmissione in Giappone: 8 settembre 1974 – 28 settembre 1975
  • Episodi: 56
  • In Italia: Dal maggio 1979 su reti locali

Il Grande Mazinga è il sequel diretto di Mazinga Z, ampliando l'universo creato da Go Nagai. La serie introduce Tetsuya Tsurugi come nuovo protagonista, un orfano addestrato fin da piccolo per pilotare il Grande Mazinga, un robot più potente e avanzato progettato per affrontare la minaccia dell'Impero di Mikene. Questo nuovo robot è dotato di armi e capacità superiori, riflettendo l'idea di progresso tecnologico e l'evoluzione delle macchine da combattimento.

La serie esplora temi profondi come l'identità, la ricerca delle proprie origini e il peso della responsabilità. Tetsuya, a differenza di Koji Kabuto, è un personaggio più cupo e tormentato, il che aggiunge una dimensione psicologica più complessa alla narrazione. I nemici iconici, come il Duca Gorgon con le sue due teste, hanno lasciato un'impronta indelebile nell'immaginario dei fan, grazie ai loro design affascinanti e alle personalità complesse.

In Italia, Il Grande Mazinga ha consolidato il successo del franchise, grazie alla sua trasmissione su diverse reti locali. Le musiche epiche e le battaglie spettacolari hanno contribuito a creare un'atmosfera coinvolgente, facendo della serie un punto di riferimento per gli appassionati del genere.


Raideen the Brave

Titolo originale: 勇者ライディーン (Yūsha Raidīn)
Trasmissione in Giappone: 4 aprile 1975 – 26 marzo 1976
Episodi: 50
In Italia: Inedito fino al 2017; pubblicato da Yamato Video

Raideen the Brave è una serie anime mecha prodotta dalla Sunrise e rappresenta la prima opera mecha diretta da Yoshiyuki Tomino, che successivamente avrebbe creato la celebre serie Mobile Suit Gundam. La trama inizia con il risveglio dell'Impero dei Demoni Yoma, che dopo millenni di letargo decide di invadere la Terra per conquistarla.

Il protagonista, Akira Hibiki, un giovane ragazzo, viene avvertito da una misteriosa voce della minaccia imminente. Seguendo questa voce, Akira entra in una piramide dove si risveglia Raideen, un robot gigante e mistico, protettore dell'antica civiltà di Mu. Akira assume il controllo di Raideen entrando nella cabina di pilotaggio situata nella testa del robot, raggiungendola con la sua moto attraverso una rampa interna.

Assieme a Mari Sakurano, figlia di un famoso scienziato, e ai suoi amici del club di calcio, Akira combatte per difendere la Terra dagli attacchi dei demoni Yoma. A metà della serie, il signore dell'Impero Yoma, Barao, viene liberato dalla sua prigionia e intensifica gli sforzi per conquistare il pianeta. Nel corso della storia, viene rivelato che Akira è un discendente del popolo di Mu, destinato ad aiutare Raideen nella sua missione di salvezza.

Raideen the Brave si distingue per la combinazione di elementi mecha con tematiche mitologiche e mistiche. Il robot Raideen non è una semplice macchina da guerra, ma una figura con origini divine, capace di trasformarsi in un uccello gigante, il God Bird, aggiungendo una dimensione innovativa alle battaglie. Questa trasformazione introduce una nuova dinamica nel genere, influenzando future serie mecha.

Il design dei personaggi, curato da Yoshikazu Yasuhiko, e il mecha design di Yoshitake Suzuki, contribuiscono alla qualità artistica dell'opera. La serie esplora temi come il destino, l'eredità ancestrale e la lotta tra bene e male, con un approccio più profondo rispetto ad altre produzioni dell'epoca.

Nonostante sia rimasta inedita in Italia fino al 2017, quando Yamato Video ne ha pubblicato l'edizione DVD, Raideen the Brave ha avuto un impatto significativo in Giappone ed è considerata un classico del genere mecha. Ha influenzato opere successive e ha gettato le basi per le future creazioni di Tomino, consolidando elementi narrativi e stilistici che avrebbero caratterizzato le sue produzioni più famose.


Jeeg Robot d'Acciaio

  • Titolo originale: 鋼鉄ジーグ (Kōtetsu Jīgu)
  • Trasmissione in Giappone: 5 ottobre 1975 – 29 agosto 1976
  • Episodi: 46
  • In Italia: Dal marzo 1979 su reti locali

Creato da Go Nagai, Jeeg Robot d'Acciaio racconta la storia di Hiroshi Shiba, un giovane motociclista che, in seguito a un incidente, viene trasformato in un cyborg. Grazie a un'antica campana di bronzo e a componenti meccanici magnetici, Hiroshi può trasformarsi nella testa del robot Jeeg e unirsi ai vari componenti per combattere la regina Himika e l'Impero Yamatai. L'assemblaggio magnetico di Jeeg rappresenta un'innovazione significativa, permettendo al robot di essere montato e smontato rapidamente durante le battaglie.

La serie esplora temi come l'identità divisa, il sacrificio e la lotta contro il destino. Hiroshi deve affrontare la sua natura metà umana e metà meccanica, affrontando dilemmi morali e personali. In Italia, Jeeg Robot d'Acciaio ha avuto un enorme successo, diventando uno dei simboli dell'animazione robotica. La sigla italiana è diventata iconica, contribuendo alla popolarità della serie e rendendo Jeeg un personaggio amato da diverse generazioni.

Una curiosità interessante riguarda i modellini del robot: i giocattoli di Jeeg utilizzavano veri magneti per unire i componenti, rendendoli unici nel loro genere. Nel 2007, la serie ha avuto un sequel intitolato Kotetsushin Jeeg, ambientato anni dopo gli eventi originali, a testimonianza della duratura influenza di Jeeg nel panorama mecha.


UFO Robot Grendizer

  • Titolo originale: UFOロボ グレンダイザー (UFO Robo Gurendaizā)
  • Trasmissione in Giappone: 5 ottobre 1975 – 27 febbraio 1977
  • Episodi: 74
  • In Italia: Dal 4 aprile 1978 su Rai 2 (come "Atlas UFO Robot")

UFO Robot Grendizer, noto in Italia come Atlas UFO Robot, è la terza serie della saga di Mazinga, e rappresenta una delle opere più amate e conosciute di Go Nagai. La storia segue Duke Fleed (Actarus nella versione italiana), principe del pianeta Fleed, che fugge sulla Terra a bordo del robot Grendizer per sfuggire all'invasione delle forze di Vega. Sulla Terra, sotto l'identità di Daisuke Umon, lavora in una fattoria e si prepara a difendere il suo nuovo pianeta d'adozione dalle stesse minacce che hanno distrutto la sua patria.

La serie combina elementi del genere mecha con la space opera, ampliando l'ambientazione e introducendo temi più maturi come la nostalgia, la perdita e la ricerca di un'identità in un mondo estraneo. Actarus è un eroe tormentato, costretto a confrontarsi con il dolore del passato mentre cerca di proteggere il presente. UFO Robot Grendizer esplora anche le dinamiche familiari e l'amicizia, con personaggi come Koji Kabuto (protagonista di Mazinga Z) che fanno apparizioni significative.

In Italia, la serie è stata un fenomeno culturale senza precedenti, essendo uno dei primi anime trasmessi nel paese. Ha influenzato intere generazioni, diventando un simbolo dell'infanzia per molti e aprendo la strada all'importazione di altre serie giapponesi. La sigla italiana è diventata un classico, conosciuta anche da chi non ha mai visto l'anime. Alcuni episodi furono censurati o modificati a causa dei contenuti ritenuti troppo violenti, riflettendo le sensibilità dell'epoca riguardo ai programmi per bambini.


Gaiking, il Robot Guerriero

  • Titolo originale: 大空魔竜ガイキング (Daikū Maryū Gaiking)
  • Trasmissione in Giappone: 1 aprile 1976 – 27 gennaio 1977
  • Episodi: 44
  • In Italia: Dall'ottobre 1979 su reti locali

Gaiking, il Robot Guerriero segue le avventure di Sanshiro Tsuwabuki, un ex giocatore di baseball che diventa il pilota del robot Gaiking per difendere la Terra dagli alieni del pianeta Zela. Il robot è lanciato dal Drago Spaziale, un'enorme astronave a forma di drago che funge da base operativa mobile per i protagonisti. Il design unico di Gaiking, con una testa di teschio sul petto, lo distingue visivamente dagli altri robot dell'epoca.

La serie introduce l'idea di una base mobile e aggiunge una nuova dimensione strategica alle battaglie, poiché il Drago Spaziale può partecipare direttamente ai combattimenti. Gaiking affronta temi come il coraggio, la determinazione e la lotta contro un nemico tecnologicamente avanzato. Nonostante alcune controversie legali con Go Nagai, che aveva fornito l'idea originale ma fu escluso dal progetto dalla Toei, la serie ha avuto un seguito di fan e ha contribuito alla diversificazione del genere mecha.

Nel 2005 è stata prodotta una nuova serie intitolata Gaiking: Legend of Daiku-Maryu, che reimmagina la storia originale per una nuova generazione. Questa continuità testimonia l'impatto duraturo che Gaiking ha avuto nel panorama dell'animazione giapponese.


Godam

  • Titolo originale: ゴワッパー5 ゴーダム (Gowapper 5 Godam)
  • Trasmissione in Giappone: 4 aprile 1976 – 29 dicembre 1976
  • Episodi: 36
  • In Italia: Dal 1984 su reti locali

Godam racconta le avventure della squadra Gowapper 5, composta da cinque ragazzi guidati da Yoko Misaki, una protagonista femminile forte e determinata, un elemento innovativo per l'epoca. Il gruppo utilizza il robot Godam per affrontare disastri naturali e minacce globali, enfatizzando temi legati alla protezione dell'ambiente e alla responsabilità umana nei confronti del pianeta.

La serie si distingue per il suo focus sulle tematiche ambientali, un argomento che stava guadagnando attenzione negli anni '70. Nonostante non abbia raggiunto la popolarità di altre serie mecha, Godam ha contribuito a introdurre ruoli femminili significativi nell'animazione giapponese, rompendo alcuni stereotipi di genere.

Il design del robot Godam è più semplice rispetto ad altri mecha dell'epoca, focalizzandosi maggiormente sui personaggi e sulle loro interazioni. Essendo una delle poche serie mecha non basate su un manga preesistente, Godam rappresenta un tentativo originale di esplorare nuove direzioni all'interno del genere.


Combattler V

  • Titolo originale: 超電磁ロボ コン・バトラーV (Chōdenji Robo Combattler V)
  • Trasmissione in Giappone: 17 aprile 1976 – 28 maggio 1977
  • Episodi: 54
  • In Italia: Dal 1983 su reti locali

Combattler V è la prima parte della "Robot Romance Trilogy" della Toei Animation. La serie segue una squadra di cinque piloti—Hyouma, Chizuru, Daisaku, Kosuke e Juzo—che controllano veicoli componibili per formare il robot Combattler V e combattere gli invasori extraterrestri del pianeta Campbell. Ogni membro del team apporta abilità e personalità uniche, enfatizzando l'importanza del lavoro di squadra e della collaborazione.

La serie approfondisce le relazioni interpersonali tra i personaggi, esplorando temi come l'amicizia, l'amore e il sacrificio. Combattler V ha avuto un impatto significativo sul genere mecha, influenzando molte serie successive con robot combinabili e squadre di piloti. Le armi iconiche del robot, come il "Super Elettromaglio" e il "Big Blast", hanno contribuito alla spettacolarità delle battaglie.

La trilogia è stata completata da Vultus V e General Daimos, che hanno continuato a sviluppare il tema del romanticismo e delle relazioni umane all'interno del contesto delle guerre robotiche. In Italia, Combattler V ha guadagnato popolarità grazie alla sua trama avvincente e ai personaggi ben caratterizzati.


UFO Diapolon, Guerriero Spaziale

  • Titolo originale: UFO戦士ダイアポロン (UFO Senshi Daiapolon)
  • Trasmissione in Giappone: 6 aprile 1976 – 28 settembre 1976
  • Episodi: 26
  • In Italia: Dall'agosto 1981 su reti locali

UFO Diapolon, Guerriero Spaziale segue le vicende di Takeshi, un ragazzo che scopre di essere il principe ereditario del pianeta Apolon, distrutto dai malvagi Dazaan. Grazie a tre componenti robotici—Head, Trunk e Leg—Takeshi può unirsi fisicamente a Diapolon, diventando un gigante guerriero per combattere gli invasori. Questo concetto di fusione organica tra pilota e robot rappresenta un'innovazione nel genere, esplorando la connessione profonda tra l'essere umano e la macchina.

La serie incorpora elementi sportivi, in particolare il football americano, evidente nel design del robot e nelle mosse utilizzate durante i combattimenti. Questo mix di sport e fantascienza ha conferito a Diapolon un'identità unica. Nonostante la diffusione limitata, l'anime ha guadagnato un seguito tra gli appassionati per la sua originalità e per il doppiaggio italiano curato da Tony Fusaro, noto per il suo lavoro in programmi sul wrestling giapponese.

Il design sportivo di Diapolon, con elementi che richiamano l'equipaggiamento da football, e le tematiche legate all'identità e all'appartenenza, aggiungono profondità alla serie, rendendola un'interessante aggiunta al panorama mecha degli anni '70.


Groizer X

  • Titolo originale: グロイザーX (Guroizā X)
  • Trasmissione in Giappone: 1 luglio 1976 – 31 marzo 1977
  • Episodi: 36
  • In Italia: Dal dicembre 1981 su Canale 5

Groizer X, creato da Go Nagai, narra le avventure di Joe Kaisaka e Rita, che pilotano il robot trasformabile Groizer X per difendere la Terra dagli invasori Gaira. Il robot può trasformarsi in un aereo supersonico, aggiungendo versatilità e dinamismo alle battaglie aeree e terrestri. La serie affronta temi di sopravvivenza e resistenza contro un nemico tecnologicamente superiore, sottolineando il valore della determinazione umana.

Nonostante il coinvolgimento di Go Nagai, Groizer X non ha raggiunto la stessa popolarità di altre sue opere, rimanendo una serie di nicchia. Il design particolare del robot, con elementi che richiamano un uccello, lo distingue dagli altri mecha dell'epoca, ma potrebbe aver contribuito alla sua minore diffusione. La serie è stata trasmessa in poche nazioni e non ha avuto un grande impatto internazionale, ma resta un tassello interessante nella carriera di Nagai e nella storia dell'animazione robotica.


Astro Robot Contatto Y

  • Titolo originale: ブロッカー軍団IVマシーンブラスター (Blocker Gundan IV Machine Blaster)
  • Trasmissione in Giappone: 5 luglio 1976 – 28 marzo 1977
  • Episodi: 38
  • In Italia: Dal settembre 1980 su Rai 2

Astro Robot Contatto Y segue quattro giovani—Yuusuke, Jirou, Michael e Mimi—che pilotano individualmente quattro robot (Bull Caesar, Jumbo Thor, Spin Lancer e King Arrow) per combattere gli invasori alieni Mogul. Ogni robot ha abilità specifiche e può combinarsi con gli altri per aumentare la potenza, permettendo strategie diversificate nelle battaglie.

La serie enfatizza l'importanza della difesa del pianeta e della collaborazione tra individui diversi per un obiettivo comune. In Italia, ha avuto un discreto successo grazie alla trasmissione sulla Rai e alla sigla coinvolgente che è diventata particolarmente amata per la sua energia e melodia. Il design originale dei robot, distinti per forma e colore, ha contribuito a differenziarla dalle altre serie mecha dell'epoca.


Gackeen, il Robot Magnetico

  • Titolo originale: マグネロボ ガ・キーン (Magne Robo Gakeen)
  • Trasmissione in Giappone: 5 settembre 1976 – 26 giugno 1977
  • Episodi: 39
  • In Italia: Dal novembre 1980 su reti locali

Gackeen, il Robot Magnetico racconta la storia di Takeru Hojo e Mai Kamishiro, che utilizzano il potere del magnetismo per unirsi e formare Gackeen, combattendo contro l'impero di Mecha Satan. Il concetto di unione magnetica tra i due protagonisti rappresenta una fusione sia fisica che emotiva, sottolineando temi come la cooperazione, la fiducia reciproca e l'importanza dei legami umani.

Il robot utilizza armi e attacchi basati sul magnetismo, aggiungendo un elemento scientifico alle battaglie. La relazione tra Takeru e Mai aggiunge profondità emotiva alla serie, introducendo tematiche romantiche e di crescita personale. Nonostante non sia tra le serie più famose, Gackeen ha contribuito all'espansione del genere mecha con idee innovative e un focus sulle dinamiche interpersonali.


Robot Taekwon V

(Film Coreano del 1976)

Robot Taekwon V è un film d'animazione sudcoreano che rappresenta un interessante caso di influenza e reinterpretazione del genere mecha al di fuori del Giappone. La storia segue un giovane maestro di taekwondo che controlla un robot gigante per combattere il malvagio Dr. Kaff e salvare il mondo. Il robot, Taekwon V, integra le arti marziali coreane nei suoi movimenti e tecniche, evidenziando l'orgoglio nazionale e la volontà di creare un eroe locale.

Nonostante le evidenti somiglianze con Mazinga Z, che hanno sollevato accuse di plagio, Robot Taekwon V ha sviluppato una propria identità distintiva ed è diventato un simbolo culturale in Corea del Sud. Il film ha generato numerosi sequel e ha mantenuto la popolarità nel tempo. Dopo essere stato considerato perduto, il film è stato restaurato nel 2005, rinnovando l'interesse del pubblico.

L'inclusione delle arti marziali e l'adattamento dei temi mecha alle sensibilità locali rendono Robot Taekwon V un esempio significativo di come il genere dei robot giganti possa essere reinterpretato e adattato in diversi contesti culturali, contribuendo alla sua diffusione globale.


Mechander Robot

  • Titolo originale: 合身戦隊メカンダーロボ (Gasshin Sentai Mekandā Robo)
  • Trasmissione in Giappone: 3 marzo 1977 - 29 dicembre 1977
  • Episodi: 35
  • In Italia: Dal 1982 su SuperSix

Mechander Robot è una serie mecha che si distingue per alcune peculiarità nel panorama dei robottoni giapponesi degli anni '70. La trama segue Jimi Hoshikawa e il suo team mentre pilotano il Mechander Robot per difendere la Terra dai Conghisti, una razza aliena ostile.

Una caratteristica unica della serie è la limitazione temporale imposta al robot: Mechander ha solo tre minuti per sconfiggere gli avversari prima che un sistema di rilevamento dell'energia nucleare utilizzata lo renda bersaglio di un devastante bombardamento missilistico. Questa pressione aggiunge tensione alle battaglie, differenziando la serie dalle altre dell'epoca.

La base segreta del robot è situata sotto uno stadio di baseball, un'idea originale che contribuisce all'unicità della serie. Nonostante un design meno sofisticato rispetto ad altri mecha, Mechander Robot ha guadagnato un seguito tra gli appassionati per la sua atmosfera avventurosa e le sue idee innovative.

In Italia, la serie è stata trasmessa nel 1982 su reti locali come SuperSix, diventando una gemma nascosta per gli appassionati del genere che cercano opere meno conosciute ma interessanti.


Danguard

  • Titolo originale: 惑星ロボ ダンガードA (Wakusei Robo Danguard Ace)
  • Trasmissione in Giappone: 6 marzo 1977 - 26 marzo 1978
  • Episodi: 56
  • In Italia: Dal 1978 su reti locali

Danguard rappresenta una svolta nel mondo dei robot giganti, essendo stato sviluppato con la collaborazione di Leiji Matsumoto, celebre creatore di Capitan Harlock e Galaxy Express 999. La serie si distingue per l'introduzione di un robot trasformabile in astronave, abbandonando il concetto di robot composto da più veicoli.

La trama segue il giovane Arin, che si addestra per pilotare Danguard nella missione verso il misterioso Pianeta Prometeo, una nuova frontiera per l'umanità. Danguard affronta temi come l'esplorazione spaziale, il sacrificio e la determinazione, distanziandosi dalle tipiche battaglie tra bene e male.

In Italia, è stata una delle prime serie anime trasmesse dopo UFO Robot Grendizer, andando in onda sulle reti private nel 1978. Le sigle italiane, cantate da Veronica Pivetti, hanno contribuito alla popolarità della serie tra i giovani spettatori dell'epoca. Il design elegante del robot e l'approccio più realistico alle missioni spaziali hanno reso Danguard un riferimento importante per gli appassionati del genere mecha.


Ginguiser

  • Titolo originale: 超合体魔術ロボ ギンガイザー (Chōgattai Majutsu Robo Gingaizā)
  • Trasmissione in Giappone: 9 aprile 1977 – 22 ottobre 1977
  • Episodi: 26
  • In Italia: Dal 1982 su Rete 4

Ginguiser è una serie mecha che combina magia e tecnologia. Segue un gruppo di giovani artisti itineranti che utilizzano il potere della magia per pilotare il robot Ginguiser e combattere l'impero di Gyaron. Il robot è formato dall'unione di quattro veicoli, ognuno controllato da un membro del team.

Nonostante l'idea originale, la serie è stata criticata per la qualità dell'animazione e per essere derivativa rispetto ad altre opere del periodo. Il design del robot, con un asso di picche sul petto e una maschera simile a quella di La Stella della Senna, riflette una miscela di stili non sempre coerente.

In Italia, Ginguiser è stato trasmesso nei primi anni '80, ma non ha lasciato un'impronta significativa. Rappresenta comunque un esempio delle numerose produzioni mecha che cercavano di emergere in un mercato competitivo.


Vultus V

  • Titolo originale: 超電磁マシーン ボルテスV (Chōdenji Mashīn Borutesu Faibu)
  • Trasmissione in Giappone: 4 giugno 1977 – 25 marzo 1978
  • Episodi: 40
  • In Italia: Dal 1983 su reti locali

Vultus V è la seconda parte della "Robot Romance Trilogy" diretta da Tadao Nagahama, dopo Combattler V e prima di General Daimos. La serie narra la lotta della squadra Vultus contro l'impero Boazano, un popolo alieno dalle sembianze umane ma con corna, governato da una nobiltà simile a quella francese pre-rivoluzionaria.

Il robot Vultus V è formato dall'unione di cinque veicoli pilotati dai protagonisti, ognuno dotato di abilità specifiche. La serie è nota per i suoi temi maturi, tra cui la famiglia, il tradimento e la ribellione. Il design del robot, con la testa a forma di elmo cornuto, è diventato iconico.

In Italia, la serie è stata trasmessa negli anni '80 su reti locali, riscuotendo apprezzamento tra gli appassionati. Vultus V è ricordata per la sua profondità narrativa e per l'impatto emotivo delle sue storie.


Balatack

  • Titolo originale: 超人戦隊バラタック (Chōjin Sentai Baratakku)
  • Trasmissione in Giappone: 3 luglio 1977 – 26 marzo 1978
  • Episodi: 31
  • In Italia: Dal 1980 su reti locali

Balatack segue cinque giovani—Juji, Mack, Yuri, Diki e Franco—che uniscono le forze per pilotare il robot Balatack e combattere gli alieni Zaboom. Il robot è assemblato dall'unione di cinque veicoli e presenta un design particolare, con una testa che ricorda un mangianastri.

La serie riprende elementi tipici del genere, come le uniformi colorate e il concetto di squadra, ma non introduce innovazioni significative. In Italia, Balatack è ricordato soprattutto per il suo design insolito e per essere stato trasmesso durante l'epoca d'oro degli anime robotici. Nonostante non abbia lasciato un segno profondo, rappresenta un esempio delle molte produzioni che cercavano di sfruttare la popolarità dei robottoni giapponesi.


Zambot 3

  • Titolo originale: 無敵超人ザンボット3 (Muteki Choujin Zanbotto 3)
  • Trasmissione in Giappone: 8 ottobre 1977 – 25 marzo 1978
  • Episodi: 23
  • In Italia: Dal 1981 su reti locali

Zambot 3, creato dalla Sunrise e diretto da Yoshiyuki Tomino, è una serie che ha rivoluzionato il genere mecha per il suo tono drammatico e realistico. La trama segue le famiglie Jin, Kamie e Kamikita, discendenti di un popolo alieno, che pilotano lo Zambot 3 per combattere l'impero Gaizok.

La serie affronta temi maturi come le conseguenze della guerra, il sacrificio e la xenofobia. Mostra gli effetti devastanti dei conflitti sulla popolazione civile, un approccio innovativo per l'epoca. Il design dei personaggi, opera di Yoshikazu Yasuhiko, e le armi uniche del robot, come la lancia e i sai, contribuiscono all'originalità dell'opera. In Italia, Zambot 3 è stato apprezzato per la sua profondità narrativa e per aver aperto la strada a storie più complesse nel genere dei robot giganti.


General Daimos

  • Titolo originale: 闘将ダイモス (Tōshō Daimosu)
  • Trasmissione in Giappone: 1 aprile 1978 – 27 gennaio 1979
  • Episodi: 44
  • In Italia: Dal 1980 (film di montaggio)

General Daimos conclude la "Robot Romance Trilogy" di Tadao Nagahama. La serie racconta la storia di Kazuya Ryuzaki, pilota del robot Daimos, che si innamora di Erika, una principessa dell'impero Baam. Questo amore proibito aggiunge profondità alla trama, esplorando temi come la riconciliazione tra popoli e il conflitto tra dovere e sentimenti.

In Italia, la serie non è stata trasmessa integralmente. Un film di montaggio, intitolato Daimos il figlio di Goldrake, è stato distribuito nelle sale, nonostante non vi fosse alcuna connessione con Goldrake. Questo titolo fu probabilmente scelto per sfruttare la popolarità di quest'ultimo. General Daimos è ricordato per la sua forte componente romantica e per aver affrontato questioni complesse all'interno del genere mecha.


Daitarn 3

  • Titolo originale: 無敵鋼人ダイターン3 (Muteki Kōjin Daitān 3)
  • Trasmissione in Giappone: 3 giugno 1978 – 31 marzo 1979
  • Episodi: 40
  • In Italia: Dal 1980 su Rete A

Daitarn 3, diretto da Yoshiyuki Tomino, è una serie che mescola azione, commedia e elementi da spy-story. Il protagonista, Haran Banjo, è un carismatico gentiluomo che pilota il robot Daitarn 3 per combattere i Meganoidi, cyborg ribelli creati su Marte.

La serie si distingue per il suo tono spensierato, i personaggi affascinanti e l'inclusione di tematiche adulte. Il robot può trasformarsi in veicolo terrestre e spaziale, e utilizza armi spettacolari come il "Sole Ardente". Il design mecha, opera di Kunio Okawara, è elegante e innovativo.

In Italia, Daitarn 3 ha goduto di grande popolarità, diventando una delle serie più amate degli anni '80. La sigla italiana ha contribuito al suo successo, rendendola un classico dell'animazione giapponese nel nostro paese.


Daikengo, il Guardiano dello Spazio

  • Titolo originale: 宇宙魔神ダイケンゴー (Uchū Majin Daikengō)
  • Trasmissione in Giappone: 27 luglio 1978 – 15 febbraio 1979
  • Episodi: 26
  • In Italia: Dal 1981 su reti locali

Daikengo racconta la storia del principe Ryger del pianeta Emperius, che pilota il robot Daikengo per combattere i Magellani guidati da un imperatore malvagio. Il robot può trasformarsi in diverse configurazioni, tra cui una nave spaziale.

Nonostante gli sforzi per creare un design innovativo, Daikengo è stato criticato per l'aspetto meno armonioso del robot e per una trama considerata meno coinvolgente. In Italia, è stato trasmesso su reti locali, trovando un seguito modesto tra gli appassionati. La serie introduce elementi interessanti come il cavaliere cyborg Guter e il suo cavallo volante, aggiungendo un tocco di fantasia alla narrazione.


Daltanious

  • Titolo originale: 未来ロボ ダルタニアス (Mirai Robo Darutaniasu)
  • Trasmissione in Giappone: 21 marzo 1979 – 5 marzo 1980
  • Episodi: 47
  • In Italia: Dal marzo 1981 su reti locali

Daltanious è una serie mecha che ha introdotto per la prima volta l'idea di un robot combinato con un leone meccanico. La storia segue Kento Tate e i suoi amici, che uniscono le forze con il leone robotico Beralios e l'astronave Gumper per formare Daltanious e combattere gli invasori Akron.

La serie affronta temi classici come la resistenza contro gli oppressori e l'importanza dell'amicizia. Nonostante alcune critiche al design del robot, Daltanious è diventato popolare in Italia grazie alla sua sigla coinvolgente e alle avvincenti avventure dei protagonisti.


Gundam

  • Titolo originale: 機動戦士ガンダム (Kidō Senshi Gandamu)
  • Trasmissione in Giappone: 7 aprile 1979 – 26 gennaio 1980
  • Episodi: 43
  • In Italia: Dal febbraio 1980 su reti locali

Mobile Suit Gundam, creato da Yoshiyuki Tomino, ha rivoluzionato il genere mecha introducendo il concetto di "Real Robot". Ambientato in un futuro in cui l'umanità si è trasferita nello spazio, la serie segue il conflitto tra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon.

Il protagonista, Amuro Ray, pilota il prototipo Gundam, una macchina avanzata ma non invincibile. La serie esplora temi come la guerra, la politica, la crescita personale e le responsabilità morali legate all'uso della tecnologia.

Nonostante un inizio difficile in termini di ascolti, Gundam è diventato un fenomeno culturale, generando numerosi sequel, spin-off e un vasto merchandising. Ha influenzato profondamente il genere e ha introdotto un approccio più maturo alle storie di mecha giganti.


Gordian

  • Titolo originale: 闘士ゴーディアン (Tōshi Gordian)
  • Trasmissione in Giappone: 7 ottobre 1979 – 22 febbraio 1981
  • Episodi: 73
  • In Italia: Dal novembre 1981 su reti locali

Gordian segue Daigo Otaki, un giovane guerriero che combatte contro i Madokter, una razza aliena. Utilizza il sistema Gordian, composto da tre robot concentrici: Protesser, Dellinger e Garbin, che si inseriscono uno nell'altro.

Questo design unico offre varietà nelle battaglie e una dimensione strategica. La serie affronta temi come il coraggio e la perseveranza, con l'aiuto di Clint, una pantera robotica. In Italia, è stata trasmessa su reti locali, contribuendo alla diffusione del genere mecha negli anni '80.


Trider G7

  • Titolo originale: 無敵ロボ トライダーG7 (Muteki Robo Toraidā Jī Sebun)
  • Trasmissione in Giappone: 2 febbraio 1980 – 3 gennaio 1981
  • Episodi: 50
  • In Italia: Dall'aprile 1981 su reti locali

Trider G7 combina azione e commedia, seguendo Watta Takeo, un ragazzino che eredita l'azienda di famiglia e il robot Trider G7. Deve bilanciare la scuola, la gestione aziendale e la difesa della Terra da attacchi alieni.

La serie esplora temi come la responsabilità e la crescita personale. Il robot multifunzione aggiunge varietà alle situazioni. In Italia, è stato apprezzato per il suo tono leggero e la capacità di attrarre un pubblico ampio.


Super Robot 28

  • Titolo originale: 鉄人28号 (Tetsujin 28-go)
  • Trasmissione in Giappone: 10 marzo 1980 – 25 settembre 1981
  • Episodi: 51
  • In Italia: Dal 1984 su reti locali

Super Robot 28 è il remake a colori della storica serie Tetsujin 28-go. Segue Shotaro Kaneda, che controlla il robot tramite radiocomando. Il design aggiornato mantiene la semplicità originale, con linee più moderne. La serie affronta temi come la responsabilità nell'uso della tecnologia. In Italia, ha permesso al pubblico di conoscere le origini del genere mecha, offrendo una prospettiva storica interessante.


God Sigma

  • Titolo originale: 宇宙大帝ゴッドシグマ (Uchū Taitei Goddo Shiguma)
  • Trasmissione in Giappone: 19 marzo 1980 – 25 marzo 1981
  • Episodi: 50
  • In Italia: Dall'agosto 1981 su reti locali

God Sigma segue tre scienziati che pilotano i robot Tuono, Terremoto e Nettuno, combinandoli in God Sigma per combattere gli Eldar. La serie introduce l'energia Trinity e affronta temi come la collaborazione internazionale. Nonostante alcune incongruenze nel design, ha avuto un certo seguito. In Italia, sono stati trasmessi 48 episodi su 50.


Ideon

  • Titolo originale: 伝説巨神イデオン (Densetsu Kyojin Ideon)
  • Trasmissione in Giappone: 8 maggio 1980 – 30 gennaio 1981
  • Episodi: 39
  • In Italia: Inedito

Ideon, creato da Yoshiyuki Tomino, combina fantascienza e misticismo. Segue l'equipaggio della Solo Ship e il robot Ideon contro i Buff Clan. Affronta temi complessi come l'origine dell'universo e il destino. Nonostante la cancellazione prematura, i due film conclusivi hanno conferito alla serie uno status di culto. Ha influenzato opere come Neon Genesis Evangelion.


Baldios, il Guerriero dello Spazio

  • Titolo originale: 宇宙戦士バルディオス (Uchū Senshi Barudiosu)
  • Trasmissione in Giappone: 30 giugno 1980 – 25 gennaio 1981
  • Episodi: 34
  • In Italia: Dal novembre 1982 su reti locali

Baldios affronta temi ecologisti e pacifisti. Segue Marin Reigan, che cerca di prevenire la distruzione della Terra causata dall'inquinamento. Il robot Baldios è formato da tre veicoli. La serie si distingue per la trama complessa e il finale sorprendente. Nonostante la cancellazione, il film conclusivo ha lasciato un'impressione significativa. In Italia, è stata apprezzata per l'approccio maturo e il design accattivante.


L'eredità della Robotto Generation

Le serie di robot giganti giapponesi degli anni '70 e '80 non rappresentano semplicemente un capitolo nella storia dell'animazione; sono un fenomeno culturale che ha plasmato l'immaginario di intere generazioni. Questi "robottoni", come affettuosamente li chiamiamo, hanno accompagnato l'infanzia e l'adolescenza di molti, diventando simboli di coraggio, amicizia e speranza.

Ma cosa rende queste opere così speciali, al punto da mantenere intatta la loro magia anche a decenni di distanza? Forse è la combinazione di storie avvincenti, personaggi indimenticabili e temi universali che continuano a risuonare nel cuore di persone di tutte le età. Le avventure di eroi come Koji Kabuto, Actarus o Haran Banjo non sono solo battaglie tra bene e male, ma riflettono le sfide personali e collettive di un'epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti sociali e tecnologici.

Oggi, l'eredità della Robotto Generation è più viva che mai. Le comunità di appassionati continuano a crescere, alimentate dalla passione per questi colossi di metallo che hanno saputo emozionare e ispirare. Il fenomeno del collezionismo ne è una testimonianza evidente: prodotti come i Soul of Chogokin non sono semplici giocattoli, ma autentiche opere d'arte che celebrano la maestria artigianale e l'amore per le serie originali.

Possedere un modellino dettagliato non è solo un gesto nostalgico; è un modo per mantenere vivo un legame emotivo, per connettersi con quei valori e quelle emozioni che i robottoni hanno saputo trasmettere. È come tenere tra le mani un pezzo della propria storia, un ponte tra passato e presente che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo.

E le nuove generazioni? Grazie alle ristampe, alle edizioni rimasterizzate e al fenomeno del collezionismo, anche i più giovani hanno l'opportunità di scoprire queste opere. Si crea così un dialogo tra epoche diverse, in cui il fascino dei robot giganti continua a esercitare la sua attrazione, magari reinterpretato alla luce delle sensibilità contemporanee.

In un mondo sempre più iperconnesso e tecnologico, i robottoni giapponesi ci offrono ancora spunti di riflessione. Rappresentano la fusione tra uomo e macchina, l'eterna sfida tra bene e male, ma anche la possibilità di superare i propri limiti attraverso la determinazione e il lavoro di squadra. Temi che restano attuali e che possono aiutarci a comprendere meglio il nostro rapporto con la tecnologia e con gli altri. Forse, guardando a questi colossi di metallo, possiamo trovare la forza per affrontare le sfide del nostro tempo con lo stesso spirito indomito dei loro piloti. Perché, in fondo, i robottoni non sono solo macchine; sono il riflesso dei nostri sogni, delle nostre paure e delle nostre speranze.

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