House of the Dragon Stagione 2, Episodio 7: il trionfo di Rhaenyra e la rabbia di Aemond

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Autore: Francesca Musolino ,

La seconda stagione di House of the Dragon è appena giunta al suo penultimo episodio. Manca ormai solo una settimana al tanto atteso final season che metterà un provvisorio punto all'attuale guerra in corso nella famiglia Tagaryen, per stabilire il legittimo erede al Trono di Spade.

Nel frattempo il settimo episodio ha messo altra benzina sul fuoco con alcuni interessanti risvolti che hanno procurato un momentaneo vantaggio ai Neri, guidati da Rhaenyra. La Regina è ancora intenzionata a fermare la guerra sul nascere, ma non essendoci in precedenza riuscita sventolando bandiera bianca con Alicent, questa volta punta ad avere dei numeri in più per far abbassare la testa al nemico.

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Tuttavia arrivati a questo punto non è nemmeno più Alicent il vero problema, ma piuttosto suo figlio Aemond che ora governa il regno in veste di Reggente. Il Principe dopo aver assaggiato più volte il sangue in sella alla sua Vhagar, sembra averne gradito il sapore e proprio per questo è diventato più pericoloso dei suoi avversari.

Facciamo un riassunto dei momenti principali dell'episodio 2x07 di House of the Dragon ricordandovi come sempre che la serie TV è disponibile in esclusiva su Sky e in streaming su NOW, in contemporanea con la messa in onda statunitense di HBO.

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La rivincita di Rhaenyra

Il settimo episodio di House of the Dragon 2 mostra la determinazione che è tornata a far parte di Rhaenyra già nella scorsa puntata, a partire da quando schiaffeggia Lord Celtigar per ristabilire l'ordine della gerarchia nel suo regno. Finora la sovrana nonostante un certo appoggio ricevuto, oltre a essere stata sottovalutata non è mai stata trattata veramente come una Regina. Trovandosi in una posizione scomoda con il Trono usurpato e suo marito Daemon lontano, Rhaenyra aveva tenuto la testa bassa per il quieto vivere e per mantenere tali i pochi fedeli alleati che le hanno giurato fedeltà nonostante tutto.

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Se è vero che governare non significa necessariamente imporre a tutti i costi la propria volontà agli altri, è anche vero il contrario. Per questo motivo Rhaenyra ha finalmente preso in mano le redini del suo ruolo, iniziando a fare quello che ritiene più opportuno anche a costo di deludere o inimicarsi qualcuno. Perché che piaccia o meno, la parola del sovrano dei Sette Regni alla fine è legge. E Rhaenyra ha scelto di farla e di farsi rispettare come merita, da chi ha deciso di seguirla. I Neri sono in svantaggio numerico e pur avendo dei draghi in più rispetto ai Verdi, non hanno dei cavalieri per guidarli. Un fatto davanti agli occhi di tutti i membri della fazione i quali però, oltre a lamentarsi, non hanno delle valide soluzioni da proporre alla propria Regina per risolvere il problema.

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L'unica via sembra infine essere quella suggerita da Jacaerys, nel cercare discendenti di sangue valyriano capaci di cavalcare i draghi. Un'idea che non va a buon fine con il primo tentativo affidato a Steffon Darklyn, il Lord Comandante della Guardia Reale di Rhaenyra. Ma proprio perché un unico caso non fa testo, bisogna proseguire sulla stessa via senza perdere preventivamente le speranze. Soprattutto perché in seguito Mare Infuocato sceglie in autonomia Addam, dimostrando che in giro per il regno ci sono altre persone in grado di cavalcare i draghi. A tale proposito Mysaria consiglia a Rhaenyra di provare a cercare dei varyliani tra il popolo, in quanto lei stessa è a conoscenza di vari Semi di Drago nati da prostitute o altre relazioni illegittime.

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Sebbene questo espediente non ottiene l'approvazione di Jacaerys, che essendo lui stesso un figlio bastardo sente venir meno il ruolo di futuro erede, non frena la determinazione di Rhaenyra nel voler trovare a tutti costi dei cavalieri di draghi. Dopo aver radunato in via ufficiosa tutti i cittadini di Approdo del Re con discendenze valyriane, la Regina dei Neri tiene un discorso in cui comunica al popolo la sua decisione di voler vincere la guerra senza altri spargimenti di sangue. Ottenere dei cavalieri di draghi è solo un'arma inesplosa con cui Rhaenyra mira a far spaventare i rivali, per costringerli alla resa senza ulteriori scontri. Uno scenario da cui può trarne vantaggio per primo lo stesso popolo, attualmente penalizzato proprio per via delle conseguenze delle lotte in corso.

Per tutti i presenti al cospetto di Rhaenyra l'attuale situazione si divide in due strade. Morire di stenti a causa del proseguimento della guerra, oppure morire tra le fauci di un drago nel tentativo di dare il proprio contribuito per porre fine agli scontri. Nessuno dunque si tira indietro, anche se alla fine è lo stesso Vermithor a scegliere come nuovo cavaliere Hugh il fabbro, bruciando quasi tutti gli altri. Ma Vermithor non è l'unico drago a fare la sua scelta, anche la sua fedele e un tempo inseparabile compagna Ali d'Argento rivendica da sola il suo cavaliere inchinandosi a Ulf. Con quest'ultima aggiunta al team dei Neri, Rhaenyra ce l'ha fatta: tutti i draghi adulti di Casa Targaryen hanno il loro cavaliere.

La ritirata di Aemond

Mentre i Neri hanno messo in piedi un vero e proprio team di draghi, Aemond prima di venirlo a sapere crede ancora di tenere in pugno il nemico per via della sua maestosa Vhagar. Se quest'ultima da un lato ha già ucciso due draghi e ne ha ferito gravemente un terzo, è anche vero che oltre a essere la più grande di tutta la sua specie è anche la più anziana. Vhagar mostra da tempo i segni della vecchiaia sulle sue ali bucherellate ed ha subito a sua volta delle ferite durante gli ultimi scontri nella battaglia di Riposo del Corvo. Mentre Vermithor e Ali d'Argento seppur a loro volta quasi centenari, hanno quasi la metà degli anni di Vhagar e inoltre dopo di lei, sono i primi due esemplari più grandi escludendo il drago selvatico Ladro di Pecore presente nella Valle di Arryn.

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Aemond questa volta ha fatto male i suoi conti pensando di avere il regno nelle sue mani in qualità di cavaliere del drago più imponente di tutti. Il fatto che Vhagar abbia causato delle vittime, ha inoltre fomentato in Aemond un'ulteriore convinzione delle capacità del suo drago e della sua "potenziale" immortalità. Ma facendo un passo indietro e ragionando su come si sono svolti gli eventi, bisogna riconoscere che Vhagar alla fine non ha affrontato delle vere e proprie battaglie. Nel caso di Arrax, il drago di Lucerys, non c'era alcuna lotta ma solo un inseguimento in volo, a cui Vhagar ha posto fine facendo un solo boccone di quello che ha ritenuto essere un nemico. Ma oltre al fatto che si trattava di un esemplare molto piccolo e quindi uno scontro impari, Vhagar ha colto alla sprovvista Arrax colpendo in modo fatale.

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Per quando riguarda Sole di Fuoco di Aegon, Vhagar era distante e ha semplicemente usato la sua potente fiammata mentre il drago stava già lottando contro Meleys, facendolo quindi precipitare nel vuoto. Infine proprio in merito alla femmina Meleys di Rhaenys, c'è stato effettivamente un primo scontro dove Vhagar ha subito le ferite di cui sopra, ma alla fine ha vinto per via della stessa modalità usata con Arrax. Dopo essersi abilmente nascosta in volo, Vhagar arriva da sotto all'improvviso mordendo direttamente al collo Meleys, finendo per decapitarla. L'unica differenza tra i due scenari è data dal fatto che la prima volta è stata un'iniziativa del drago, in quanto Aemond non aveva intenzione di uccidere Lucerys. Mentre nel secondo caso Aemond ha preso spunto dalla morte di Arrax, utilizzando il precedente sistema per uccidere anche Meleys.

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Tutto questo dimostra che i draghi a volte sono imprevedibili pur essendo guidati dal proprio cavaliere e soprattutto sono tutti vulnerabili, compresa Vhagar, in quanto a volte vittorie e sconfitte dipendono anche da fortuna, casualità ed errori di valutazione. Attualmente se si contano anche i draghi più giovani di Jacaerys e Baela, i Neri dispongono di ben sette draghi contro i quattro dei Verdi anche se in definitiva al momento fa testo solo Vhagar. Sole di Fuoco è gravemente ferito e non può comunque affrontare nell'immediato una nuova battaglia. Tessarion, il drago di Daeron, ha appena iniziato a volare ed è quindi molto giovane mentre Dreamfyre appartiene ad Helaena, ma quest'ultima non ha mai affrontato una battaglia con il suo drago. E dato il suo attuale stato emotivo provato, difficilmente sarebbe in grado di andare in guerra. Forse per i Verdi e specialmente per la sopravvivenza dei loro draghi, sarebbe più sensato deporre le armi e rinunciare al Trono come si auspica Rhaenyra.

Ma è chiaro che Aemond dopo aver aspettato anni per salire sul podio, sicuramente non intende retrocedere dopo aver appena raggiunto il suo scopo. Sebbene finora il Principe Reggente si è rivelato essere molto oculato e paziente, potrebbe cadere vittima dell'impulsività come ha dimostrato il suo ultimo gesto. Quando Aemond vede un drago sorvolare sopra Approdo del Re - ovvero Ulf con Ali d'Argento - senza pensarci due volte corre a prendere Vhagar e si mette all'inseguimento del nemico. Ma una volta raggiunta Roccia del Drago ha un'amara sorpresa: il drago che ha inseguito non è l'unico presente sull'isola e suo malgrado, il Principe è costretto a fare dietrofront e tornare a casa. Se dunque si presenta un imprevisto al di fuori dei suoi piani, Aemond perde facilmente la calma. Buono a sapersi per i Neri, un po' meno per i Verdi.

La sanguinosa vittoria di Daemon

Quello di possedere più draghi e più cavalieri dei Verdi, non è al momento l'unico vantaggio ottenuto dai Neri. Nonostante da quando è giunto ad Harrenhal Daemon è sempre per la maggior parte del tempo vittima di allucinazioni, nei pochi sprazzi di lucidità il Principe ha portato comunque avanti la sua causa. Dopo la recente morte di Grover Tully - avvenuta in offscreen nel sesto episodio di House of the Dragon 2 - al momento al comando della Casa e di Delta delle Acque figura il giovane Lord Oscar. Un ragazzino in precedenza snobbato da Daemon proprio per via della sua giovane età, il quale tuttavia appena salito al comando si rivela essere molto astuto.

L'attuale situazione è tesa per via dell'ultima mossa azzardata di Daemon. Quest'ultimo nel tentativo di sottomettere Casa Bracken ordina a Willem Blackwood, già suo alleato, di dare una lezione ai rivali per obbligarli a cedere. Willem ci va giù pesante e attira sia su di sé e sia su Daemon le ire di tutti i Lord e le Lady delle Terre dei Fiumi, da sempre alfieri di Casa Tully che governa il territorio. Ora che Oscar è salito al comando si trova tra due fuochi per gli inevitabili schieramenti creati. In tutta questa faccenda ognuno vuole la sua fetta di torta.

Nonostante ciò che ha fatto, Daemon chiede l'alleanza delle Terre dei Fiumi invogliandoli a rispettare il giuramento fatto ai Tully, i quali sono leali a Casa Targaryen. Le relative casate pretendono giustizia per quanto avvenuto ai danni dei Bracken, essendo sempre alfieri e membri del territorio al di là della loro rivalità con i Blackwood. A metterci una pezza sopra alla fine è proprio il giovane Oscar Tully, che se da un lato intende mantenere la lealtà a Rhaenyra giurata prima ancora dai Tully a suo padre Viserys, da un'altra non vuole fare un affronto a tutte le altre casate delle Terre dei Fiumi. Per dimostrare il suo pentimento, Daemon si vede infine costretto a decapitare personalmente Willem Blackwood in modo da ricevere l'alleanza di Casa Tully e di tutte le casate al seguito, ottenendo finalmente il suo tanto agognato esercito.

I fan di House of the Dragon in rivolta:

Ma per Daemon questa si può davvero considerare una vittoria? Se si guarda da una certa prospettiva probabilmente no. Dopo l'esecuzione di Willem, Daemon ha un'altra visione di suo fratello Viserys nel momento in cui il Re era ormai giunto alla fine dei suoi giorni. Viserys tiene in mano la sua corona chiedendo a Daemon se la vuole davvero, spiegando il peso che ha quell'oggetto dopo averne preso possesso. La malattia di Viserys è stata anche una conseguenza dovuta proprio al gravoso ruolo che il sovrano ha dovuto ricoprire, cercando di tenere unito non solo il regno ma prima di tutto anche la sua famiglia. Daemon si è appena ritrovato a uccidere un ragazzo che nonostante tutto, gli aveva dimostrato lealtà.

A questo punto quali sono i confini da non superare tra bene e male per perorare la propria causa? Qualcosa che Daemon sta iniziando a scoprire a sue spese e il suo viaggio mentale tra i meandri di Harrenhal, potrebbe servire proprio ad aprirgli gli occhi su cosa lo aspetta in futuro se sceglierà davvero di salire su quel Trono al posto di sua moglie. Daemon si è sempre sentito trattato con superiorità da Viserys mentre ha finito per fraintendere il comportamento del fratello. Viserys ha solo cercato di impedire a Daemon di andare incontro a quello che stava passando lui, dopo aver ricevuto una corona mai desiderata. Essere Re non significa soltanto governare sul reame ma decidere anche delle vite degli altri e stabilire chi deve vivere e chi morire. Adesso è toccato a Willem Blackwood, ma un domani Daemon potrebbe trovarsi a scegliere tra la corona e un membro della sua famiglia. Qualcosa che è capitato spesso in passato a Viserys il quale, a furia di mettere sempre Rhaenyra al primo posto, ha finito involontariamente per dare il via alla Danza dei Draghi all'interno della famiglia Targaryen.

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Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla serie TV House of the Dragon. Crediti: HBO, GRRM, Bastard Sword, 1:26 Pictures Inc.

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