The Walking Dead, il titolo della celebre serie televisiva horror survival tratta dal fumetto omonimo di Robert Kirkman, letteralmente significa "I morti che camminano". Un passo in una direzione diversa dai morti viventi di George A. Romero, universalmente identificato come padre degli zombie cinematografici moderni e della metafora che rappresentano.
Se infatti gli zombie di Romero nel 1968 nascevano come rappresentazione della massificazione, della perdita d'individualità e dell'invasione del nemico, le creature affini di Robert Kirkman hanno una funzione diversa e pertanto portano anche un nome diverso.
Non a caso nella storia in lingua originale il termine zombie non viene mai citato, ma quest'ultimi in The Walking Dead vengono identificati dai vari personaggi in modi differenti. Per esempio cervelli molli, azzannatori, putrefatti, mangia pelle o dannati, anche se l'appellativo più diffuso di tutti è quello di vaganti (walker).
Chi sono i morti che camminano
Questa scelta dipende dal fatto che i cosiddetti morti che camminano, i nostri The Walking Dead, in realtà sono due. Inizialmente la parola zombie fa riferimento ai morti che si risvegliano attaccando i vivi per cibarsene, uccidendoli e generando così altri zombie. Una sorte a cui sono destinati tutti, come rivela a Rick il Dottor Jenner nel finale della prima stagione di The Walking Dead, sussurrandogli all'orecchio la frase "siamo tutti infetti".
Ben presto, però, le cose cambiano. Rick, Daryl, Carol, Maggie, Michonne e tutti gli altri protagonisti della serie TV, sono i veri zombie. I vivi sono diventati i morti che camminano, è lo stesso Rick a dirlo in una memorabile scena dell'episodio 5x10 di The Walking Dead, dal titolo Loro (Them). Poiché questo è diventato l'unico modo per restare vivi:
Quand'ero ragazzino, una volta chiesi a mio nonno se avesse mai ucciso dei tedeschi durante la guerra.
Non rispose. Disse che erano cose da adulti.
Così gli chiesi se i tedeschi avessero mai cercato di ucciderlo. A quel punto rimase in silenzio.
Poi disse che era morto appena aveva messo piede in territorio nemico.
Lui si svegliava la mattina e si ripeteva 'Riposa in pace. Ora alzati e vai in guerra'.
E poi, dopo alcuni anni passati a fingersi morto, ne uscì vivo. È questo il trucco, credo.
Facciamo tutto il necessario e ne usciamo vivi.
Perché è così che noi sopravviviamo.
Ci ripetiamo che... Noi siamo i morti che camminano.
Rick ha ammesso quello che tutti pensavano da tempo ma non avevano mai avuto il coraggio di dire ad alta voce: We are The Walking Dead. I morti che camminano siamo noi.
Perché il mondo di The Walking Dead è dominato dalla morte. I vaganti sono ovunque, sono la maggioranza. E i vivi sono comunque condannati a diventare come loro, se qualcuno non farà in modo che non accada. Chiunque muoia diventa un morto che cammina, così anche i vivi - in qualche modo - lo sono.
The Walking Dead ci racconta come il mondo si sia capovolto: non solo l'ordine naturale delle cose, a cominciare dal ciclo vita e morte, ma anche i limiti morali, la prospettiva, il modo in cui si è disposti a fare le cose necessarie per sopravvivere.
Lo stesso titolo della serie TV presente nella sigla di apertura di The Walking Dead si deteriora stagione dopo stagione, diventando sempre più decadente, rovinato, eroso dal tempo. Proprio come il mondo che ospita i protagonisti e come i personaggi stessi. Vivi o morti che siano.
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Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla serie TV The Walking Dead. Crediti: AMC Networks Inc., AMC Studios
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