La maschera di Celestino V, recensione: un librogame sulla Perdonanza Celestiniana

Autore: Jonny Fontana ,
Gioco
16' 18''

L’eclettico Alberto Orsini, appena reduce dalla fatica di Inferno, ha firmato questo ennesimo librogame, a fianco del nome di Angelo De Nicola, molto probabilmente poco noto al pubblico usuale dei librogame, nonché ai lettori che risiedono fuori dall’Abruzzo.

De Nicola, infatti, è uno scrittore e giornalista aquilano, autore di numerosi romanzi, molti dei quali dedicati alla enigmatica figura di Celestino V, il papa noto al grande pubblico per essere stato tra i pochi ad avere deciso di rinunciare agli abiti del pontefice massimo.

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Orsini ha quindi proposto a De Nicola un lavoro a quattro mani: la riscrittura “interattiva” di un precedente romanzo di De Nicola, dal titolo La Maschera di Celestino, dato alle stampe nel 2006 e dedicato alla cerimonia della Perdonanza Celestiniana, ricorrenza annuale che si celebra nella città dell’Aquila e Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco dal 2019.

Il Pontefice e la Perdonanza

La figura di Celestino V è nota principalmente per la sua possibile menzione – non per nome – nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Sebbene storici e critici non abbiano un parere unanime, si ritiene che l’anima di “colui che fece per viltà il gran rifiuto”, posta da Dante nell’anticamera degli Ignavi, sia quella di Pietro da Morrone. Questo, infatti, era il nome dell’eremita aquilano, prima di ascendere al soglio pontificio.

Pietro nacque in una povera famiglia di contadini, tra il 1209 e il 1215, e dimostrò sin da giovanissimo una grande predisposizione alla solitudine e alla vita ascetica, trascorrendo gran parte della propria esistenza presso l’eremo sito sul monte Morrone, in Abruzzo. Dopo aver preso i voti, si spinse in un luogo ancora più inaccessibile sui monti della Maiella, da cui si allontanerà solamente in alcune occasioni, tra le quali la costituzione di una propria Congregazione ecclesiastica, che sarà poi nota con il nome di Celestini, della quale sopravvive, al giorno d’oggi, soltanto il ramo femminile.

Noto in tutta Europa per la sua figura ascetica, mistica e religiosissima, fu probabilmente tale nomea a far sì che egli venisse proposto quale successore al trono di Pietro, nel 1294. Tale drastica decisione, ovvero l’elezione di un non porporato, venne presa dai cardinali romani dopo una situazione di stallo durata oltre due anni, senza che si fosse riusciti a trovare un nominativo condiviso e che potesse mettere d’accordo i regnanti delle monarchie europee.

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Uno dei primi atti ufficiali del nuovo Papa, che scelse per sé il nominativo di Celestino V, fu l'emissione della Bolla del Perdono, che elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che, confessati e pentiti dei propri peccati, si rechino nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, nella città dell'Aquila, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300, ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.

Tuttavia, dopo soli quattro mesi di pontificato, Celestino V, nella propria ignoranza e ingenuità, si dimostrò assolutamente impreparato alla complessità burocratica e politica del ruolo che era chiamato a svolgere, decidendo pertanto per la rinuncia all’ufficio di romano pontefice, evento estremamente raro nella storia: dopo di lui, solo Gregorio Magno XI e Benedetto XVI faranno altrettanto.

Venne succeduto dal noto Bonifacio VIII, storico nemico di Dante, il quale – temendo che i propri avversari politici potessero rieleggere Pietro come antipapa – fece in sostanza imprigionare il predecessore. Pietro da Morrone morirà in prigionia il 12 maggio 1296, e verrà canonizzato in tempi record, il 5 maggio 1313.

La maschera e la bolla

Dopo più di sette secoli, il legame tra Celestino V e il capoluogo abruzzese è ancora fortissimo. Del resto, l’incoronazione a pontefice si tenne proprio a L’Aquila, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, della quale egli stesso aveva voluto la costruzione qualche anno prima, in seguito ad un'apparizione della Madonna proprio sul Colle di Maggio.

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Sempre in questa Basilica sono tutt’ora conservate le spoglie mortali del Papa, giunte all’Aquila nel 1327 e attualmente collocate presso un mausoleo sito nell’abside destro della basilica stessa. Il volto della reliquia era coperto, sino al terremoto del 2009, da una maschera di cera che ritraeva la supposta fisionomia del santo.

In seguito ai danneggiamenti subiti durante i necessari spostamenti per i lavori di restauro post terremoto, la maschera di cera mostrava evidenti segni di scioglimento. Nel 2013 venne, pertanto, deciso dalla diocesi di effettuare una ricognizione scientifica dei resti di Celestino V, in modo da ricostruirne le vere fattezze del volto. Ora la maschera di cera è stata sostituita da una di argento.

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Sempre a L’Aquila, nel palazzo comunale, si trova la Bolla del Perdono, con la quale nel lontano 1294 venne istituita la cosiddetta Perdonanza celestiniana. Secondo quanto contenuto nella bolla, tutti i credenti che si rechino presso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, confessati e pentiti dei propri peccati, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29 di ogni anno (anniversario dell’investitura di Celestino V) riceveranno indulgenza plenaria, anticipando in un certo senso il Giubileo, celebrato per la prima volta nel 1300 proprio da Bonifacio VIII.

Quest’ultimo, però, tentò sin da subito di impedire l’efficacia della Bolla del Perdono. Tuttavia, questa, già dal 1295, per volere dei cittadini era conservata dall'autorità civile comunale dell’Aquila e, quindi, non era più in possesso e a disposizione della Chiesa. La Perdonanza continuò così a venire celebrata con cadenza annuale (salvo poche eccezioni) nel corso dei secoli, evolvendosi da semplice cerimonia di indulgenza ad un vero e proprio rituale, civico e religioso.

Oggi la festività dura più di una settimana, dall’accensione del “fuoco di Morrone”, al Corteo della Bolla al culmine della cerimonia, con l’apertura della cosiddetta Porta Santa al tramonto del 28 agosto.

Un mistero aquilano

Il librogame (e il romanzo prima di questo) sono ambientati in un 2005 “alternativo”, nel quale sta per avvenire un evento straordinario: per la prima volta nella storia, la Perdonanza celestiniana verrà arricchita dalla presenza di un ospite eccellentissimo, il Santo Padre stesso.

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In realtà, tale avvenimento non è mai avvenuto nel 2005, ma si è dovuto aspettare sino al 2022, in occasione della 728esima ricorrenza della Perdonanza, affinché il Papa, nella persona di Francesco I, ufficializzasse con la propria presenza questa cerimonia.

C’è grande fermento negli uffici comunali de L’Aquila: il Papa ha appena annunciato la propria, storica e improvvisa, presenza alla Perdonanza celestiniana. Tale occasione di giubilo viene però funestata da alcune indiscrezioni. Una non meglio organizzazione per la sicurezza ha, infatti, ricevuto dai propri informatori delle notizie che non lasciano ben sperare: qualcuno sembra intenzionato ad approfittare dell’uscita del Pontefice dallo Stato Vaticano per toglierlo di mezzo.

L’agente Giacomo, dall’aspetto tutto sommato anonimo e quindi perfetto per passare inosservato, viene incaricato dal Grande capo in persona di garantire la sicurezza del Papa durante l’evento. Durante l’incarico, non potrà contare su nessun altro, non da quando perse i propri ragazzi durante una disastrosa missione a Gaza nell’87.

Non appena giunto all’Aquila e presentatosi all’amministrazione, Giacomo ha ben chiaro che il suo incarico non sarà facile: il sindaco intende dare grande rilevanza e sfarzo a questa edizione della Perdonanza, mentre Giacomo vuole garantire la massima sicurezza del Pontefice ad ogni costo. Per dare all’agente tutte le necessarie informazioni sulla Perdonanza e sulla città, a Giacomo viene affiancato il sovrintendente alla cerimonia, uno zelante dipendente comunale ritenuto il massimo esperto sull’argomento.

Mentre il giorno della cerimonia si avvicina e tra Giacomo, così compito ed attento, e il sovrintendente, pieno di passione ma anche ingenuità, si crea una sempre più affiatata collaborazione, i due iniziano a ricevere strani e incomprensibili messaggi in codice, che danno il via ad una sorta di caccia al tesoro. Si tratta di un depistaggio da parte del misterioso attentatore, o di un insperato aiuto da un anonimo amico?

Il regolamento di gioco

Orsini ha scelto per questo ennesimo suo librogame un regolamento agile e poco invasivo, che rende il volume adatto anche a chi non abbia mai aperto un librogame prima d’ora. L’autore conduce per mano il neofita, spiegando che il testo di un librogame è diviso in sezioni numerate chiamate “paragrafi”. Al termine di ogni paragrafo è prevista una scelta tra due o più opzioni: il lettore dovrà sceglierne una e dirigersi al numero corrispondente al nuovo paragrafo da leggere.

Il compito del lettore sarà quello di aiutare l’agente di sicurezza Giacomo e il sovrintendente della manifestazione nelle proprie indagini tra i misteri della città e i segreti di Celestino per cogliere i giusti indizi che possano prevenire gli eventuali rischi per il pontefice, durante la cerimonia della Perdonanza Celestiniana.

È solo naturale, quindi, che non vi troverete a dovere gestire statistiche numeriche o ad effettuare complicati calcoli per combattimenti o prove di abilità, ma che a essere chiamate in causa siano la vostra attenzione ai dettagli e la vostra perspicacia.

Avrete tempo e risorse limitate per risolvere il mistero prima dell’arrivo del Papa, rappresentate dal Punteggio di Perdonanza che salirà quando effettuerete scelte che vi condurranno ad ottenere nuovi indizi, mentre scenderà quando finirete per compiere scelte errate che rischiano di pregiudicare il successo della missione. Il Punteggio di Perdonanza iniziale è pari a 5, ma può essere superato in quanto non vi è un limite massimo.

Al contrario, bisognerà fare attenzione a non azzerare tale Punteggio. L’esaurimento dei punti di Perdonanza o, in alcuni casi estremi, alcune decisioni particolarmente errate comporteranno, infatti, la fine in maniera insoddisfacente dell’avventura, costringendo il lettore a ripartire dal primo paragrafo per tentare, questa volta in maniera più attenta, di risolvere il mistero di Celestino.

Tuttavia a volte, in caso appunto di fine prematura, il testo potrebbe concedervi di confidare nella Benevolenza di Celestino: potrete così ignorare la sconfitta e recarvi al paragrafo indicato nel testo – solitamente di poco precedente alla nefasta decisione – per poter riflettere sulle informazioni in vostro possesso per effettuare una scelta più oculata. Ma attenzione, per quanto vasta, anche la Benevolenza di Celestino non è infinita: non potrete ricorrere ad essa per più di due volte durante ciascuna lettura, e sempre e solo quando espressamente previsto dal testo.

Al verificarsi di alcuni eventi o al raggiungimento di alcune tappe specifiche, potrebbe inoltre venirvi richiesto di appuntare, nell’apposita sezione, le cosiddette Parole Chiave. Più avanti, il testo potrebbe richiedervi se possedete o meno alcune di esse, cosa che influenzerà lo svolgersi di eventi successivi.

È, inoltre, presente una sezione Note, nella quale appuntarei ogni informazione che, durante la lettura, potreste ritenere utile, come date, oggetti, nomi, luoghi… Insomma, ogni paragrafo che leggerete potrebbe avere una informazione apparentemente casuale su L’Aquila e Celestino che potrebbe però rivelarsi vitale nel prosieguo dell’indagine.

Come ormai è buona abitudine dei migliori autori di librigame, in fondo al libro è presente una sezione di Soluzioni con la risposta agli enigmi e alle scelte di più difficile risoluzione: gli enigmi più complessi, infatti, sono segnalati dal testo con il simbolo S, ad indicare la presenza della risposta nella sezione Soluzioni.

Il gameplay nel dettaglio

Come appena visto, il sistema di gioco de La maschera di Celestino è ben poco intrusivo, permettendo al lettore di godersi il più fluentemente possibile la lettura del librogame, che si inserisce nel filone delle opere interattive dedicate alla nostra amata penisola. Stante la corrispondenza di genere narrativo, impossibile non accomunarlo al Bacci Pagano: Il gioco di Zamanni e Corso. Se quest’ultimo era dedicato alla città di Genova, stretta tra le montagne alle sue spalle e il mare dinnanzi, La maschera di Celestino V è una dedica di Orsini e De Nicola alla propria città abruzzese, contesa fra la sua doppia natura di capoluogo e cittadina di provincia.

Il librogame si divide in due parti. La prima è quella che segue più strettamente gli eventi descritti nel romanzo La Maschera di Celestino, e vi vedrà guidare i passi di Giacomo e del sovrintendente (che, curiosamente, non sarà mai chiamato per nome) tra le strade e i luoghi storici de L’Aquila. Il cuore di questa lunga sezione del libro sarà composto da una sorta di “caccia al tesoro” nel quale gli investigatori si troveranno, loro malgrado, coinvolti. Per risolvere gli enigmi proposti, di difficoltà crescente, ai lettori sarà richiesto di utilizzare tutte le loro conoscenze di enigmistica ma, soprattutto, di prestare la massima attenzione agli indizi sparsi nei corposi paragrafi dell’opera.

Il testo, infatti, trasuda grandi quantità di informazioni sulla storia di Celestino V, nonché di quella della città dell’Aquila – a volte forse troppe, dando ad alcune sezioni un aspetto quasi didascalico. Alcune di esse si riveleranno essere solo notizie di contorno, mentre altre – sebbene apparentemente semplici curiosità o fatti interessanti – si riveleranno importanti indizi per risolvere molti degli enigmi proposti. Altre informazioni ancora, addirittura, saranno invece vere e proprie false piste, messe sulla strada dai diabolici autori per aumentare la posta in gioco.

Chi ha già giocato ai gialli firmati Orsini – tra i quali vale la pena ricordare Sherlock Holmes: Prima con Delitto e Fresco di Stampa – riconoscerà il modus operandi dell’autore appena descritto. Sarà ben importante, quindi, prendere spesso e volentieri appunti ogni volta che si ritiene che un nome, una data o un avvenimento, anche citati quasi distrattamente, possano essere utili nel prosieguo dell’avventura.

Il librogame ha poi una seconda, ma solo eventuale, parte. Questo perché – forse caso unico nei librogame – al lettore che sia stato talmente bravo da risolvere alla perfezione gli enigmi della prima parte, non sarà richiesto di proseguire la lettura della seconda, avendo già sventato in toto i piani degli antagonisti!

Tuttavia, tale conclusione non sarà affatto scontata e, soprattutto, sarà difficilmente raggiungibile alla prima lettura. Inoltre, chi non si trovasse a leggere la seconda parte, si perderebbe un notevole cambio di scenario e ambientazione. Si lascerà, infatti, la penisola italiana per recarsi addirittura in Africa, più precisamente nella Repubblica Centrafricana.

Tra missionari in difficoltà e spietati signori della guerra, si svolgeranno tre differenti missioni con tre differenti obiettivi: il lettore potrà scegliere se guidare le mosse di Giacomo, del sovrintendente o di Erika (coraggiosa segretaria del sindaco dell’Aquila) tra le pericolose strade della capitale Bagui. Data la presenza di tre filoni narrativi diversi, la rigiocabilità di questa seconda parte è assicurata.

Al cambio di scenario corrisponde anche un cambio di registro e di difficoltà. Da un certo punto dell’indagine in poi, infatti, non sarà più possibile fare ricorso alla Benevolenza di Celestino, aumentando così il rischio e la tensione del giocatore, che sino a quel momento sarà stata tenuta a bada dalla scrittura frizzante ed ironica. Contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, il testo de La Maschera di Celestino è ben lontano dall’essere quello di un thriller cupo, inquietante e sanguinario; non mancano affatto siparietti ironici della migliore commedia all’italiana e gli autori hanno fatto tutto il possibile per mantenere il testo adatto a chiunque, stemperando spesso e volentieri la tensione con battute molto riuscite.

Nella seconda, più breve, parte del librogame, complice anche la piega più seria presa dalla missione, il tono diventa più serio (ma senza esagerare) dato che ora i nostri eroi rischiano di perdere anche la vita.

Una volta conclusa l’avventura, sarà possibile leggere diversi epiloghi, ciascuno corrispondente a una diversa parola chiave che potreste avere recuperato, esattamente come se si trattassero dei titoli di coda di un film. Ottenerli tutti sarà un ulteriore motivo per rigiocare il volume, così come il voler raggiungere il massimo punteggio. Infatti, a seconda del punteggio di Perdonanza con il quale terminerete la lettura, verrà poi assegnato il profilo di un Pontefice legato in qualche modo alla cerimonia: solamente i giocatori più brillanti avranno l’onore di essere assegnati a Celestino V.

In conclusione

Nato dalla riscrittura interattiva di un precedente romanzo di Angelo De Nicola, La maschera di Celestino V di Alberto Orsini è un librogame investigativo in terra d’Abruzzo, dedicato alla quasi leggendaria figura del pontefice Celestino V.

La Perdonanza, evento annuale che si celebra nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, sta per essere visitata da un ospite eccezionale: il Santo Padre. Contemporaneamente, l’agenzia di sicurezza che si occupa di proteggere il pontefice viene avvisata da un misterioso informatore che vi sono rischi per l’incolumità del Papa.

L’agente Giacomo viene quindi inviato sul posto a predisporre tutte le misure di sicurezza necessarie a scongiurare ogni rischio. Gli verrà affiancato lo zelante sovrintendente alla cerimonia, impiegato comunale dalla sconfinata conoscenza della città, di Celestino e della Perdonanza.

Il lettore dovrà guidare le mosse degli investigatori, risolvendo gli enigmi di difficoltà crescente che si troveranno di fronte. Un sistema di gioco senza dadi e con un solo punteggio permetterà anche ai lettori più inesperti di dedicare la dovuta attenzione ai testi, non solo scritti ottimamente, ma ricchi di preziose informazioni storiche e numerosi indizi necessari alla vittoria.

A volte, l’origine come romanzo “standard” fa capolino, soprattutto per alcune direzioni obbligate in cui viene condotta l’indagine. Una seconda parte completamente nuova, tuttavia, apre scenari inediti e garantisce una certa rigiocabilità, in combinazione con i diversi epiloghi disponibili.

Il tono del librogame è adatto a tutti, unendo l’atmosfera tipica di un giallo con momenti di ironia che stemperano non poco la tensione. Il volume funge anche da vero e proprio breviario su Celestino, la Perdonanza e l’Aquila, garantendo una funzione scolastica e istruttiva oltre che di intrattenimento.

Dalla prosa particolarmente ispirata, poi, trasuda tutta la passione che gli autori provano verso gli argomenti e i luoghi trattati: L’Aquila in particolare ne esce come una città ricca di storia e tradizioni, ma soprattutto un grande cuore in grado di risollevarsi anche dagli eventi più tragici. Sarà molto difficile terminare la lettura senza voler provare un buon bicchiere di digestivo alla genziana.

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Commento

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75

La Maschera di Celestino V è la riscrittura interattiva ad opera di Alberto Orsini di un romanzo di Angelo De Nicola. Il librogame vede l’agente Giacomo e il sovrintendente alla Perdonanza Celestiniana sventare un probabile attentato al Papa. Il regolamento di gioco è semplicissimo, con la gestione di un punteggio e la risoluzione di enigmi tramite la lettura del testo, ricco di paragrafi lunghi e dettagliati sulla storia di Celestino V, sulla Perdonanza e su L’Aquila.

Pro

  • Adatto praticamente a chiunque
  • Scrittura frizzante e particolarmente ispirata
  • Un ottimo modo per conoscere meglio L’Aquila e Celestino V

Contro

  • A volte troppo didascalico
  • È difficile non notarne l’origine di normale romanzo
  • -
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