House of the Dragon Stagione 2, Episodio 8: un finale agrodolce che proietta il pubblico nella sanguinosa Danza dei Draghi

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Autore: Francesca Musolino ,

La seconda stagione di House of the Dragon è giunta al suo episodio finale trasmesso come sempre in esclusiva su Sky e in streaming su NOW, in contemporanea con la messa in onda statunitense di HBO. L'ottavo e ultimo episodio uscito in data odierna, 5 agosto 2024, ha chiuso un primo capitolo della storia incentrata sulla guerra della Danza dei Draghi, generata per stabilire il legittimo erede al Trono nella famiglia Targaryen dopo la morte di Re Viserys I.

Una battaglia che avrà dei cruenti risvolti e riassumibile in breve nella frase pronunciata da Criston Cole, proprio nel corso dell'episodio 2x08 di House of the Dragon: "I draghi danzano e gli uomini sono polvere sotto di loro. Noi marciamo verso la distruzione". Come si evince dal seguito di tale storia narrata nella serie madre de Il Trono di Spade, i Targaryen finiranno per estinguersi come gli stessi draghi fino alla futura comparsa di Daenerys e dei suoi "tre figli", che però avranno a loro volta vita breve.

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Con il suo ultimo episodio House of the Dragon 2 sceglie proprio di regalare al pubblico un finale agrodolce chiudendo tutti i cerchi rimasti in sospeso attraverso alcune emozionanti sequenze e rimandando a un secondo tempo la parte più drammatica e dolorosa della tristemente nota Danza dei Draghi.

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La furia di Aemond

Il settimo episodio di House of the Dragon 2 si era concluso con la ritirata da parte di Aemond dopo aver scoperto che Rhaenyra dispone di nuovi draghi. Una scoperta che tira fuori il lato peggiore dell'attuale Principe Reggente, il quale prima di tale momento era riuscito a tenere a freno i suoi veri istinti. Aemond prova rabbia fin da quando era piccolo, ma nel tempo è riuscito a gestire il suo rancore dando priorità al suo intelletto e affinando altre qualità con le quali riscattarsi al momento opportuno. Dopo aver rivendicato Vhagar, Aemond sente di avere del potere tra le sue mani che aumenta a dismisura quando il suo drago miete le prime vittime.

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Tuttavia proprio il fatto di cavalcare l'esemplare di rettile alato più grande in circolazione, in un certo qual modo ha fatto sentire Aemond intoccabile e soprattutto imbattibile. Ma se è vero che un drago può avere la meglio su centinaia di uomini, lo stesso non si può dire contro altri draghi. Aemond non aveva considerato l'idea che Rhaenyra potesse trovare nuovi cavalieri di draghi e in questo senso ha forse peccato di superbia, credendo di aver lasciato la rivale in difficoltà dopo aver ucciso Meleys. La consapevolezza di non avere più il coltello dalla parte del manico ha fatto tornare indietro nel tempo Aemond, quando era solo un bambino senza drago deriso da tutti. E per questo motivo, finisce inevitabilmente per perdere il suo proverbiale controllo.

Aemond ha raso al suolo un intera città e continua ad agire d'impulso compiendo scelte irresponsabili. Tra cui quella di far scendere in guerra anche Helaena senza preoccuparsi della sorte di sua sorella, che non ha alcuna esperienza in battaglia e neppure il coraggio di far del male a qualcuno. Helaena sarebbe la prima a morire in campo, ma ad Aemond interessa soltanto avere un drago in più nella sua squadra ed è disposto a tutto pur di non perdere la partita. Tutti hanno capito che Aemond sta esagerando ed è ormai diventato totalmente imprevedibile. Tutti tranne lo stesso Aemond. E se nessuno è in grado di fermare la sua furia, l'unica alternativa è quella di provare a sopravvivere in un altro modo.

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Aegon resta ancora l'effettivo Re ma al momento non è in condizioni di farsi valere, quindi viene portato via dalla Fortezza Rossa da Larys prima che sia troppo tardi. Alicent decide invece di proteggere sua figlia Helaena, vittima come lei della società in cui vivono, arrivando perfino a chiedere la tregua a Rhaenyra e permettendo la morte dello stesso Aegon pur di far cessare tutto. Ognuno corre ai ripari dopo aver capito, soltanto con il senno di poi, gli sbagli commessi andando contro la volontà di Re Viserys I che aveva scelto l'erede più giusta per continuare il suo percorso. Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro, perché quella stessa erede è stata costretta a camminare sui carboni ardenti proprio da chi non la voleva sul Trono. E prima di salirci, Rhaenyra non può semplicemente porgere l'altra guancia perché per farsi rispettare, deve dimostrare a tutti chi è la legittima Regina dei Sette Regni.

La scelta di Daemon

Per tutta la seconda stagione di House of the Dragon il personaggio di Daemon ha avuto un comportamento controverso, conducendolo verso quello che sembrava essere un punto di non ritorno. Da quando ha messo piede ad Harrenhal per la prima volta, Daemon ha iniziato a soffrire di allucinazioni causate della guaritrice Alys Rivers. La stessa donna fin dall'inizio ha avuto un atteggiamento ambiguo verso il Principe Targaryen, di cui non era ben chiaro lo scopo. Ma questo ottavo episodio sembra aver messo al posto giusto tutti i tasselli all'apparenza privi di un significato concreto. Le continue visioni di Daemon lo hanno costretto ad affrontare i suoi demoni interiori rivivendo il suo passato unito al suo presente, mentre diversi volti noti della sua vita gli scorrevano davanti.

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Le allucinazioni di Rhaenyra adolescente, quando con Daemon prima di essere anche marito e moglie erano soltanto zio e nipote, hanno tirato fuori la rabbia covata da tempo per non essere stato scelto da Viserys come suo futuro erede. Mentre le apparizioni di Laena ricordano a Daemon il suo lato più umano, quando si era ritirato a vivere con la sua nuova famiglia a Pentos lontano dalle beghe del regno. Ma tra questi due aspetti c'è sempre il desiderio represso che cerca di emergere e porta Daemon a immaginare addirittura un rapporto sessuale con la madre Alyssa, simboleggiando i peccati commessi dal Principe per perseguire il suo scopo. Infine c'è Viserys, quel fratello tanto amato ma al quale Daemon non è mai riuscito a dimostrare il suo affetto come avrebbe voluto. E il sapere di non essere considerato come successore da qualcuno a cui tiene, lo fa soffrire ancora di più.

L'ultima visione con Viserys mostra il sovrano con la corona in mano, che chiede al fratello se la vuole davvero vedendo come quell'emblema ha ridotto lui. La corona è un peso sotto ogni ambito, da portare fino a quando non si passa a miglior vita. Sedere su di un Trono non rende nessuno davvero padrone di un regno, ma mette quel regno nelle proprie mani con tutti i pro e i contro che ne derivano. Un impegno gravoso a cui Daemon non potrebbe far fronte, abituato com'è a fuggire e isolarsi quando le cose non vanno come vorrebbe. Un qualcosa che un sovrano non si può permettere, appendendo al chiodo la corona a suo piacimento o davanti alla prima difficoltà. Perché essere Re non include soltanto i diritti ma anche i doveri. Doveri verso sé stesso, verso la propria famiglia, verso il popolo e verso l'intero reame.

Daemon è davvero in grado di portare un simile peso sulle proprie spalle? Molto probabilmente no. Ma ha finalmente capito chi può farlo e qual è invece il suo vero posto. Le visioni che ha avuto per tutto il tempo sono servite a Daemon per fare chiarezza dentro di sé e capire cosa vuole fare della propria vita. Alys lo ha portato a fare un viaggio interiore fino a mostrargli cosa lo attende in futuro e soprattutto cosa attende tutto il regno. La profezia di Aegon I il Conquistatore, il Canto del Ghiaccio e del Fuoco che prevede l'arrivo di una terribile oscurità, ora l'ha vista anche Daemon. Così come ha visto Rhaenyra seduta sul Trono di Spade. Daemon non deve combattere per quel seggio, ma deve combattere per aiutare colei che è destinata a occuparlo, a conquistarlo. Non c'è Re senza Regina così come non c'è Regina senza Re. Daemon non sarà il sovrano dei Sette Regni ma rivestirà il ruolo di Re Consorte al fianco della sua Regina, offrendo la sua spada per aiutare Rhaenyra a preservare quel Trono proprio come desiderava suo fratello Viserys.

La supremazia di Rhaenyra

Da quando Rhaenyra ha ottenuto dei nuovi cavalieri di draghi, la sua posizione si è in automatico ribaltata. Se prima la Regina dei Neri era in netto svantaggio su ogni fronte, l'aggiunta di nuovi draghi ha letteralmente abbassato le ali al nemico. Probabilmente nessuno avrebbe ipotizzato un simile cambio di rotta, a partire dallo stesso Concilio che è sempre stato diffidente nelle capacità della propria sovrana. Perfino Daemon alla fine si è dovuto ricredere, prendendo consapevolezza del posto che spetta a ognuno all'interno di un regno. Daemon avendo la lama facile sempre pronta a saltare fuori dal fodero, non potrebbe avere la pazienza e il giudizio necessari a guidare un regno. Mentre il fatto di essere principalmente un abile combattente, lo rende invece un elemento prezioso tra le fila dei soldati per proteggere il reame e la sua Regina.

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Al contrario di Daemon, Rhaenyra è invece quella che non ama scendere in campo e ha cercato fino all'ultimo di porre fine alla guerra con ogni mezzo, anche rischiando la vita per incontrare di nascosto la rivale Alicent. Quest'ultima accecata da rancore e gelosia, non ha accolto la richiesta di pace della sua ex amica e le ha voltato le spalle per l'ennesima volta. Ma nella vita è tutto un cerchio e Alicent ha imparato a proprie spese cosa significa non giudicare mai un libro dalla copertina. Tutto quello che in passato ha contestato a Rhaenyra, è tornato indietro ad Alicent come un boomerang. E adesso è lei quella che si ritrova a sventolare bandiera bianca dopo aver capito i propri errori. Una bandiera che ormai non ha più alcun valore a prescindere dal suo colore, perché la situazione è andata troppo avanti e ha portato Rhaenyra a diventare come i propri nemici.

Proprio come in precedenza era capitato a suo padre Viserys, nemmeno Rhaenyra ha mai voluto quella corona portatrice di tanti guai. Eppure da quando è stata scelta come futura sovrana, la giovane Principessa ha cercato di fare del suo meglio per onorare il suo impegno. Ma temporeggiare ed evitare di spargere sangue inutile da parte di Rhaenyra non è servito a quest'ultima a scampare il peggio, perché i Verdi non si sono mai fermati dopo aver già preso ingiustamente possesso del suo Trono. Al contrario di Rhaenyra che da madre si è messa nei panni altrui, Aegon e il resto del Concilio hanno sempre voluto la morte di Rhaenyra pur essendo loro, di fatto, i primi a essere in torto.

Cosa rimane da fare dunque, quando si continua a combattere contro un muro di gomma? Distruggerlo, altrimenti si resta sempre fermi nello stesso punto prima di venir definitivamente schiacciati. Nella loro bieca fede i Verdi hanno finito per creare il "mostro" che credevano fosse sempre stata Rhaenyra, spingendola infine a superare quel limite da lei mai voluto valicare prima. Rhaenyra la Crudele non esisteva ma lo è diventata dopo il trattamento ricevuto. Quindi il disperato tentativo di Alicent di impietosire la sua ex migliore amica dopo tutti i loro trascorsi, risulta essere fatto solo di "parole al vento" come dice suo figlio Aemond nel primo episodio di House of the Dragon 2 per definire i discorsi inutili. E proprio come inizia tutto in 2x01 "Un figlio per un figlio", il cerchio si chiude con Rhaenyra che, per pareggiare finalmente i conti, ripete la stessa frase ad Alicent.

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Uno degli avvincenti libri di George R.R. Martin, lo storico autore che ha dato il via alla saga televisiva de Il Trono di Spade, da cui è stato tratto anche il prequel House of the Dragon ispirato proprio al libro Fuoco e sangue.

Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla serie TV House of the Dragon. Crediti: HBO, GRRM, Bastard Sword, 1:26 Pictures Inc.

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