Prime impressioni su Secret Invasion: Nick Fury e la zona d'ombra del MCU

Dopo aver visto l'anteprima di Secret Invasion vi sveliamo perché la nuova serie del MCU potrebbe risollevare le sorti del franchise

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Autore: Manuel Enrico ,

Per scuotere il Marvel Cinematic Universe dal suo torpore serviva una rivoluzione. La deludente Fase Quattro e il tutt’altro che incoraggiante avvio della Fase Cinque visto con Ant-Man and the Wap: Quantumania hanno lasciato un sapore amaro ai fan del franchise, che si sono consolati con il delicato addio di James Gunn alla saga in Guardians of the Galaxy vol. 3.

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Ritenere un addio come il miglior prodotto uscito negli ultimi tre anni dovrebbe esser un campanello d’allarme assordante, e pare che dopo promesse e prese di coscienza i Marvel Studios abbiano deciso di mostrare di avere ancora molto da dire. E non potrebbe esserci migliore dimostrazione di Secret Invasion, miniserie che dal prossimo 21 giugno spinge i fan del Marvel Cinematic Universe in una direzione insolita.

Dimentichiamoci ogni possibile richiamo alla Secret Invasion dei fumetti Marvel. Pur basandosi sul potere mutaforma degli Skrull, la serie di Disney + non vuole essere una sterile trasposizione di quanto proposto da Marvel Comics, al punto di abbandonarne ogni possibile attinenza consci di come il contesto cinematografico dei personaggi della Casa delle Idee sia oramai profondamente diverso da quello fumettistico.

Quando esce Secret Invasion

Secret Invasion è disponibile alla visione dal 21 giugno 2023

Dove si può vedere Secret Invasion

Secret Invasion è visibile in streaming in esclusiva su Disney Plus

Secret Invasion, l'ultima missione di Old Man Fury?

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Da quanto abbiamo potuto sperimentare durante l’anteprima di Secret Invasion, questo ulteriore distacco dall’originale cartaceo potrebbe rivelarsi il punto di ripartenza ideale per l’intero franchise. Precedenti riferimenti a grandi saghe fumettistiche, da Civil War a Infinity War, avevano già visto in questa separazione una chiave narrativa importante per il Marvel Cinematic Universe.

Considerate le recenti debacle del franchise, utilizzare i presupposti della Secret Invasion fumettistica per rivoluzionare l’esperienza cinematografica era un’occasione troppo golosa per gli sceneggiatori.

 

Dopo Endgame abbiamo assistito a una progressiva smitizzazione del ruolo degli eroi, dove chi si è sacrificato è assurto a martire, mentre i sopravvissuti sono visti con sospetto e privati della loro aura di invincibilità. È un modo cinico, disincantato, in cui il Blip e i cinque anni perduti dopo lo schiocco di dita di Thanos in Avengers: Infinity War hano profondamente cambiato l’umanità.

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Ma non solo.

Anche i sopravvissuti sono stati segnati, e pare che Nick Fury abbia patito il colpo più di altri. Isolatosi nella sua stazione orbitante, l’ex direttore dello S.H.I.E.L.D. pare aver deciso di tagliare ogni legame con il mondo sottostante, illudendosi di poterlo ancora proteggere da questa sua posizione onnisciente. Ma come reagire quando le colpe di precedenti errori lo costringono a tornare sul pianeta?

Questo interrogativo è la base dei primi due episodi di Secret Invasion.

Costretto a tornare sulla Terra per affrontare una minaccia le cui origini affondano nel suo passato, Fury non può più nascondersi dai propri errori e dai dubbi che lo tormentano. Un radicale cambiamento per il badass per eccellenza, capace di imporsi come la mente occulta dietro l’Iniziativa Vendicatori o di fingere la propria morte pur di sconfiggere l’Hydra.

Ma inevitabilmente, il susseguirsi di eventi luttuosi, la perdita di amici e la crescente sensazione di inadeguatezza colpisce anche un adamantino e coriaceo Fury.

Dimentichiamoci il passo sicuro e baldanzoso visto sul ponte di comando dell’helicarrier o la spavalda, machiavellica mentalità di Fury. Secret Invasion è una storia crepuscolare che, facendo un parallelo fumettistico, ci presenta un old man Fury.

Sin dalle prime battute si percepisce come Samuel L. Jackson abbia il compito di condurre il suo granitico alter ego in un’ultima, disperata affermazione di sé, un volere chiudere capitoli ancora aperti prima che sia troppo tardi.

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Non ci sono eroi, in questa storia. Dimentichiamo scudi, armature e martelli tonanti, Secret Invasion ha tutto il gusto delle spy story graffianti e nebulose, abbandona il concetto di supereroismo per affondare le mani nella disperazione e nella rabbia, andando a costruire un’allegorica rappresentazione del mondo attuale che vive tramite dialoghi di brutale onestà e ritratti di umana sofferenza.

Pur rimanendo all’interno del Marvel Cinematic Universe, la sensazione è di esser davanti a una prova autoriale di tutt’altro respiro.

Non solo per via dell’interpretazione di un cast di primordine, che vede il ritorno di volti noti come Maria Hill (interpretata da Cobie Smulders) e Talos (interpretato da Ben Mendhelson) e l’esordio di nuovi personaggi come la stupenda Sony Falsworth di Olivia Colman e la travagliata Gi’ah di Emilia Clarke.

Il cambio di passo appare evidente nel voler dare un immediato cambio di registro, spingendo lo spettatore immediatamente all’interno di un gioco di ombre in cui sono lentamente ma scientemente rivelate verità urticanti, mettendo a nudo l’ipocrisia dell’eroe.

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 Che Fury non fosse uno degli eroi più nobili è sempre stato evidente, ma questa sua nuova versione crepuscolare e disillusa è costretta ad affrontare le conseguenze di promesse infrante e decisioni errate.

La promessa di Secret Invasion, dopo due prime puntate, è di volere tenere fede all’impegno preso dai Marvel Studios: cambiare rotta.

Qualitativamente, questa nuova vitalità si percepisce immediatamente in una più solida impostazione narrativa, che passa tanto da una ragionata ed emozionante sequela degli eventi, quanto da una volontà di creare dialoghi calzanti e graffianti, portatori di una sensibilità sofferente e disperata dei protagonisti.

 

È quello che i fan del franchise cercano? Probabilmente no. Eppure, dopo anni di eroi impegnati in spettacolari battaglie e di eventi costruiti a tavolino per imporre un frenetico, artificioso sense of wonder che ha finito per soffocare le potenzialità della figura dei supereroi, un racconto più umano, basato su un uomo fragile costretto a riconoscere il proprio declino può esser quello che il pubblico necessita.

Un modo diverso di interpretare il racconto supereroico, cercando all’interno del franchise punti di contatto non con i grandi eventi, quanto con la dimensione più terrena quotidiana vista in The Winter Soldier o in The Falcon and the Winter Soldier, soprattutto sul piano emotivo.

Non mancano gli ovvi riferimenti a tratti più cosmici, considerata la presenza degli Skrull introdotti in Captain Marvel, ma come in un buon racconto di sci-fi, gli alieni diventano una metafora, contribuendo alla creazione di una storia diversa dal canone del MCU, ma proprio per questa apprezzabile e che incoraggi a proseguire la visione con un’aspettativa estremamente alta.

"Di chi puoi fidarti?" si domandavano gli eroi marveliani nella Secret Invasion fumettistica. Da quanto abbiamo visto nei primi due episodi della serie di Disney +, nonostante i suoi errori e i segreti a lungo nascosti, possiamo fidarci di Nick Fury per dare al franchise una nuova vitalità.

Commento

Voto di Cpop

90
Di chi puoi fidarti? si domandavano gli eroi marveliani nella Secret Invasion fumettistica. Da quanto abbiamo visto nei primi due episodi della serie di Disney +, nonostante i suoi errori e i segreti a lungo nascosti, possiamo fidarci di Nick Fury per dare al franchise una nuova vitalità.

Pro

  • Nuovi spunti per il Marvel Cinematic Universe
  • Samuel L. Jackson meraviglioso come Fury crepuscolare
  • Dialoghi ispirati

Contro

  • Lontano dalla tradizionale narrativa dell'MCU
  • Fortemente referenziale su alcuni capitoli dell'MCU
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