Kingpin: comandare la mala nel Marvel Universe

Kingpin: come Wilson Fisk divenne Kingpin, il capo del crimine del Marvel Universe. Dai fumetti al cinema fino al Marvel Cinematic Universe.

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Autore: Manuel Enrico ,

È difficile credere che all'interno dell'universo Marvel possa esistere una dimensione più oscura e meschina come quella della criminalità urbana. Dopo averci abituato alle grandi saghe come Fenice Nera o Secret Wars, seguendo le avventure cosmiche dei Vendicatori e le incredibili battaglie degli X-Men, ritornare in un contesto più contenuto, più umano, come i bassifondi di New York e la loro malavita, può sembrare sorprendente. Eppure, è proprio in questo ambiente malato, tra bulli e delinquenti comuni, che emerge una delle figure più intriganti dell'Universo Marvel: Wilson Grant Fisk. Il suo nome potrebbe non significare molto, ma sicuramente il soprannome con cui è noto nel mondo dei fumetti Marvel non fa che suscitare rispetto, poiché tutti temono il Kingpin.

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Wilson "Kingpin" Fisk è una figura che sarebbe ingiusto definire semplicemente come un villain. Nel mondo Marvel, è uno dei personaggi più iconici, nato originariamente come una caricatura dei classici boss della mafia dei film gangster dell'epoca d'oro del cinema noir. Tuttavia, soprattutto a partire dagli anni '70, ha acquisito una maggiore complessità all'interno dell'universo supereroico della Casa delle Idee. Ha fatto la sua comparsa in serie animate, film basati sui fumetti e videogiochi, affascinando per la sua moralità e la sua visione del mondo fuori dagli schemi.

Kingpin: il re del crimine della New York del Marvel Universe

Il debutto di Wilson Fisk nel Marvel Universe, per essere sinceri, non anticipava affatto una carriera così straordinaria. Nel numero 50 di The Amazing Spider-Man, datato luglio 1967, è stato introdotto il signore del crimine, un avversario che si scontra con l'eroe urbano per eccellenza del periodo. In quel momento, Spider-Man era ancora profondamente legato alla sua New York, mentre il personaggio di Daredevil non era ancora completamente sviluppato. Stan Lee e John Romita Sr. erano ancora saldamente al timone, e il periodo era considerato un'epoca d'oro per l'Uomo Ragno, con l'introduzione di alcuni dei suoi nemici più iconici. Sembra che il destino abbia ispirato Lee e Romita a creare una storia che facesse emergere questa figura straordinaria.

Creare un boss del crimine

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L'ispirazione per i due autori, soprattutto per Romita, arriva dai grandi boss del crimine dei film noir. È evidente che il Kasper Gutman de Il mistero del falco (1941), interpretato da Sydney Greenstreet, sia servito da modello vivente per la creazione di Wilson Fisk. La recitazione intensa e lo sguardo sprezzante di Greenstreet hanno incarnato un'idea di capomafia che ha lasciato un segno indelebile nell'epoca cinematografica, fino all'avvento del Padrino per eccellenza, il Vito Corleone di Marlon Brando. Quando Romita Sr. ha dovuto dare forma al suo personaggio, ha preso spunto dalla recitazione di Greenstreet e dall'abbigliamento vistoso dei suoi alter ego criminali, esagerandone le caratteristiche, quasi come fosse una caricatura. Questi tratti vennero ulteriormente enfatizzati dalle influenze di un altro celebre interprete di boss criminali, Robert Middleton.

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Kingpin

Così, Wilson Fisk appare imponente, con un abbigliamento che funge da distintivo inconfondibile. La giacca bianca, il bastone da passeggio con armi nascoste (noto come l'Obliterator Cane) e il suo immancabile sigaro (in seguito sostituito da una più classica sigaretta con bocchino) erano elementi tipici dei boss criminali cinematografici, e in mano a Romita Sr. diventano tratti distintivi fondamentali di Kingpin. Romita rende il personaggio mastodontico, una figura imponente che sulla sua prima copertina domina minacciosamente Spider-Man (The Amazing Spider-Man #51). A differenza dei tipici boss del crimine, Fisk inizia intervenendo direttamente negli affari criminali, un aspetto successivamente accantonato per trasformare Kingpin in un genio criminale meno attivo sul fronte pratico. Questo cambiamento è stato imposto da Lee, che voleva sviluppare un villain più articolato, capace di cogliere opportunità e pianificare grandi crimini. Inizialmente, Kingpin è principalmente un avversario di Spider-Man, ma è con un altro eroe Marvel che Fisk diventa la sua grande nemesi: Daredevil. E quando si parla della storia di Daredevil, inevitabilmente si arriva a menzionare Frank Miller.

Frank Miller e la rinascita di Kingpin

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C'è un Daredevil prima di Miller e un Daredevil dopo Miller, evidenziando l'immensa influenza che l'opera di Miller ha avuto sul mito del Diavolo Custode. L'autore ha scelto di ancorare profondamente Matt Murdock e il suo alter ego supereroico al loro territorio, quel nido di criminalità e disperazione che era Hell's Kitchen, ora noto come Clinton, quasi come un tentativo di riscattare la brutta reputazione del quartiere newyorkese. Miller ha deciso di narrare la storia di un Daredevil umano, spinto fino ai limiti delle sue convinzioni e spezzato da una doppia vita che lo ha portato in netto contrasto con quella che, in realtà, era la sua controparte perfetta: Wilson Fisk, il suo lato oscuro.

Cresciuti entrambi tra gli spietati vicoli di Hell's Kitchen, Matt e Wilson hanno condiviso l'esperienza della violenza e delle ingiustizie. Mentre il futuro Daredevil è stato deriso e preso in giro per la sua cecità, il futuro capo della criminalità newyorkese è stato vittima di bullismo per la sua stazza. Sono due facce della stessa medaglia: Matt sceglie la legge, i tribunali e un codice morale da supereroe, mentre Wilson si impegna verso un ruolo da capomafia. Tuttavia, entrambi hanno un obiettivo comune ben definito: proteggere Hell's Kitchen e i suoi abitanti. Pur adottando metodi diversi e antitetici, il loro obiettivo rimane lo stesso.

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Sarebbe facile considerare Fisk semplicemente come un criminale, soprattutto se riflettiamo sulle sue prime apparizioni nelle storie di Spider-Man. Se l'idea iniziale del corpulento criminale è stata di Lee e Romita Sr., è a Miller che dobbiamo l'opera pionieristica nella caratterizzazione della sua vera natura. È stato l'autore futuro di Il ritorno del Cavaliere Oscuro a rendere i due antagonisti profondamente urbani, trasformando Fisk effettivamente in un "Kingpin", non solo come capo della mafia, ma come fulcro. Fisk, intenzionato a dominare la criminalità di New York con il suo potere, si scontra con Matt Murdock e diventa il fulcro della sua distruzione, sia durante la run di Miller che in anni successivi. Non è solamente una questione di caratterizzazione del personaggio, ma anche di rappresentazione visiva, con l'abitudine a ritrarre Fisk sempre nell'ombra, dietro le persiane o in stanze buie, linee scure che attraversavano le vignette dove si muoveva questo onnipresente stratega.

La rivalità con Daredevil è cresciuta in modo costante, come un intricato gioco degli scacchi, caratterizzato da attacchi senza pietà al nucleo stesso di Matt. Questo conflitto lo ha portato ad affrontare minacce di straordinaria gravità, come il folle Nuke orchestrato contro Daredevil nella doppia storia composta da Dio e Patria (God and Country) e Armageddon (Armageddon). È stato un momento in cui persino Capitan America è intervenuto, con una dimostrazione autentica del suo spirito. Fisk ha utilizzato assassini professionisti come Bullseye e ha manipolato anime tormentate, ossessionate dalla morte di Daredevil, come Maya Lopez, che, avvelenata dalle menzogne di Fisk, è diventata Echo, come mostrato in Parti di un buco (Parts of a Hole) di David Mack e Joe Quesada.

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Un dialogo fatto di scontri, vittorie e sconfitte, che è andato crescendo nel tempo, vissuto da Matt con un susseguirsi di rivelazioni, come leggende urbane, su questo titanico boss, considerate da lui esagerate, fino al momento del loro primo scontro fisico. In quell'occasione, l'Uomo senza Paura rimase sbalordito dalla presenza di Fisk, imponente e opprimente. Non era grasso, come molti pensavano, ma una montagna di muscoli, addestrato nella lotta, in grado di competere con Matt e di spingerlo ai suoi limiti fisici. Come dimostrato nelle sue origini in The Amazing Spider-Man, Kingpin pianifica e organizza, ma alla fine non dimentica di essere Wilson Fisk e si sporca le mani, proprio come ha fatto all'inizio della sua carriera nei vicoli di Hell's Kitchen, come quando ha ucciso il suo primo boss, Rigoletto, l'Uomo senza Paura.

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Miller ha sicuramente contribuito in modo significativo a conferire uno spessore straordinario a Fisk, ma anche altri autori hanno contribuito a dipingere il ritratto di uno dei villain più affascinanti dell'Universo Marvel. Negli anni '90, è stato Chichester a narrare della perdita dell'innocenza di Fisk, costretto ad uccidere un innocente che lo aveva sorpreso mentre appiccava un incendio doloso. Non fu un omicidio intenzionale, ma causato dall'esplosione prevista, che coinvolse tragicamente l'innocente, il cui sangue letteralmente sporca le mani di Fisk. È stato un momento catartico, con il giovane criminale che cerca di lavarsi le mani nelle acque di scolo di Hell's Kitchen, quasi come un patto faustiano tra l'anima della città e il futuro Kingpin.

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Parti di un buco. Daredevil & Echo

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Nei primi giorni della carriera criminale di Fisk, il trio composto da Bruce Jones, Sean Phillips e Klaus Johnson ha esplorato il percorso iniziale del boss nella malavita newyorkese attraverso il loro lavoro Wilson Fisk: Kingpin. Questa narrazione cercava un collegamento con le radici fumettistiche del personaggio. In questa storia, non c'era Daredevil, ma nuovamente Spider-Man, anch'egli alle prime esperienze, coinvolto in un racconto in cui Fisk cerca di farsi strada tra i criminali della Grande Mela, con l'eroe arrampicatore che compare costantemente per disturbare i suoi piani.

Dai fumetti al cinema

Non solo nei fumetti Marvel è stata evidente l'influenza del Kingpin. Infatti, in certi casi, al di fuori dell'universo Marvel, si tende a vedere una sorta di controparte più esile di questo boss nel Lex Luthor creato da John Byrne, apparso dopo Crisis sulle Terre Infinite. Alcuni potrebbero definirlo, citando le parole di Neil Gaiman, "a skinny Kingpin".

Tralasciando questo scherzo, è importante ricordare la presenza del Kingpin come uno dei principali antagonisti di Spider-Man nella serie animata Spider-Man: The Animated Series. Allo stesso tempo, possiamo trascurare la sua prima apparizione dal vivo nel criticato film Daredevil con Ben Affleck, dove la sua imponenza fisica è stata comunque ben interpretata dal compianto Michael Clarke Duncan.

Marvel Studios
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Come è stato mostrato nell'ultimo episodio di Hawkeye, sappiamo che c'è solo un attore in grado di incarnare al meglio il Kingpin sul piccolo e grande schermo: Vincent D'Onofrio. Dopo aver interpretato il signore del crimine in Marvel's Daredevil, una serie non inclusa nella continuity del Marvel Cinematic Universe ma che ha segnato anche il debutto di Netflix in Italia, D'Onofrio ritorna come Fisk anche nell'Universo Cinematografico Marvel. È una notizia eccezionale, considerando che la sua performance nella serie Netflix è stata straordinaria, in grado di mettere in luce aspetti unici del personaggio che richiamano momenti indimenticabili letti sia in Wilson Fisk: Kingpin che nel capolavoro Amore e Guerra.

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Nonostante l'eccellente Kingpin animato di Sinkiewictz in Spider-Man: Un nuovo universo, D'Onofrio rimane il Kingpin ideale, pronto a espandere il suo dominio anche nell'MCU. Con l'espansione del sottobosco criminale marveliano nel contesto cinematografico, come visto con la comparsa di luoghi come la Mecca del crimine Madripoor in The Falcon & the Winter Soldier, è chiaro che una figura come Kingpin sarebbe un importante valore aggiunto per l'MCU. Questo diventa particolarmente evidente dopo ciò che abbiamo visto (o meglio, chi abbiamo visto) in Spider-Man: No Way Home.

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