Alla scoperta del Multiverso DC - 1988: Millennium

Autore: Domenico Bottalico ,

Dopo Crisi sulle Terre Infinite e il successivo Legends, nel 1988 il contesto narrativo ed editoriale DC si era assestato con tutti i personaggi principali reintrodotti e rilanciati. Sulla base di alcuni spunti maturati proprio nei due anni successivi al riazzeramento della continuity da un lato e di una nuova sensibilità dall'altro, la casa editrice provò a dare risonanza a quei personaggi che fino a quel momento avevano goduto di minor spazio. Per rispondere a questa esigenza venne pubblicato l'evento Millennium.

Millennium: 

Le premesse di Millennium

Millennium fu pubblicata negli Stati Uniti tra gennaio e febbraio del 1988. È una miniserie composta da 8 numeri, scritta da Steve Englehart e illustrata da Joe Staton con chine di Ian Gibson. Editorialmente la miniserie rappresentò un'innovazione senza precedenti nel mercato americano dei supereroi a causa della sua periodicità settimanale. Questa periodicità inedita e il suo plot vennero studiati affinché l'evento si collegasse in maniera maniera strettissima con diverse serie regolari allora in corso di pubblicazione.

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Dopo gli eventi di Crisi sulle Terre Infinite e il collasso del Multiverso, DC si era ritrovata con una continuity azzerrata e una sola Terra in cui far convivere i suoi personaggi. Questo nuovo, unico universo era a tutti gli effetti un canovaccio, anche se non del tutto immacolato, da cui partire considerando la difficoltà di cancellare veramente cinquant'anni di storie pregresse che avevano costituito un serbatoio creativo senza precedenti. Ciononostante questo nuovo universo risultava notevolmente più gestibile e fresco tanto da poter consentire lo sviluppo di nuove e originali interazioni e situazioni narrative.

Il successivo Legends, l'evento del 1986, servì a fornire un nuovo contesto generale a tutto l'Universo DC, uno in cui potessero essere ripresentati quei personaggi che avevano subito cambiamenti più radicali come Superman, Wonder Woman e Flash. Si prestò particolare attenzione ai "nuovi arrivati" come Shazam e i Nuovi Dei, ora ufficialmente parte dell'Universo DC, e infine si sfruttarono nuovi filoni narrativi per il lancio di una nuova Justice League, che ben presto divenne International e assunse un tono marcatamente ironico, oppure lanciando nuove serie come Suicide Squad che capitalizzava sul genere spy/thriller.

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In un Universo DC che stava solidificando la sua struttura, Millennium avrebbe quindi dovuto chiudere un lunga e certosina fase di riorganizzazione culminando con il lancio di nuovi personaggi dal piglio più moderno e dando una "rinfrescata" all'angolo cosmico dell'Universo DC.

Di cosa parla Millennium

Millennium prende spunto da due sottotrame "lasciate aperte" da Crisi sulle Terre Infinite. La prima ha come protagonista Harbinger che aveva racchiuso la storia del Multiverso ormai collassato in una Sfera Dorata e l'aveva inviata in orbita, affidandola allo spazio cosmico. La seconda coinvolgeva invece i Guardiani dell'Universo che, a seguito delle rivelazioni sulla nascita del Multiverso e della loro impotenza di fronte all'assalto dell'Anti-Monitor, avevano deciso di abbandonare il loro pianeta base, OA.

La narrazione parte in medias res. Ogni eroe scopre che un suo alleato, una persona a lui cara o qualcuno a lui vicino è in realtà un Manhunter. Questa potente razza di androidi venne creata milioni di anni prima dai Guardiani dell'Universo ed era stata di fatto la prima incarnazione del loro corpo di polizia intergalattico ma era stata successivamente dismessa dopo il Massacro del Settore 666. Sacche di Manhunter erano rimaste attive però in tutto l'universo trasformandosi in una sorta di culto dedito alla creazione di un nuovo ordine intergalattico. Questo culto era quindi giunto sulla Terra con l'intenzione di rendere il pianeta la sua nuova base operativa. La decisione era stata presa dopo il recupero della Sfera Dorata di Harbinger, la quale aveva incrociato l'orbita del loro pianeta fantasma Orinda.

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Dopo aver pazientemente atteso per poter agire, i Manhunter mettono in moto il loro piano quando il Guardiano Herupa Hando Hu e la sua compagna Zamaron Nadia Safir fanno la loro comparsa sulla Terra. I due spiegano che i Guardiani e le Zamaron si sono trasferiti in un'altra dimensione, cercando di ripopolare la razza malthusiana. Loro due invece, come degli ambasciatori, sono rimasti indietro per creare i Nuovi Guardiani dell'Universo facendo evolvere 10 individui umani e insegnando loro come mantenere tutto l'universo in armonia.

Consci della minaccia rappresentata dai Manhunter, Herupa e Nadir chiedono agli eroi della Terra di individuare i 10 individui ritenuti degni di evolversi e proteggerli dagli attacchi. Il compito degli eroi risulta più difficile del previsto tant'è che molti dei 10 candidati vengono eliminati dagli agenti dormienti dei Manhunter.

Gli eroi decidono allora di contrattaccare: rintracciano il Tempio dei Manhunter in Louisiana e lo distruggono. Nel frattempo, Herupa e Nadia iniziano l'addestramento dei candidati rimasti, i quali devono superare le reciproche diffidenze dovute alle differenze culturali e addirittura ai pregiudizi razziali.

Contemporaneamente Harbinger fugge da Orinda e arriva sulla Terra per avvertire gli eroi che proprio Orinda è pericolosamente vicino all'orbita terrestre mentre il Gran Maestro dei Manhunter è pronto a sterminare i Guardiani e i Zamaron nella dimensione in cui si sono rifugiati. Mentre gli eroi assaltano Orinda, Superman e Lanterna Verde affrontano il Gran Maestro.

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Dopo aver finalmente debellato la minaccia dei Manhunter, Herupa e Nadia sono finalmente pronti per far evolvere i candidati nei Nuovi Guardiani.

Perché leggere Millennium

Nonostante le premesse interessanti, sebbene non particolarmente originali, Millennium risulta essere un evento poco performante che raramente riesce a ingranare un ritmo coinvolgente nonché a trovare la giusta prospettiva per un racconto di portata "cosmica". Quello che risulta evidente, soprattutto ai lettori più esperti, è che l'evento più che espandere gli orizzonti del nuovo Universo DC verso il decennio successivo recupera il "meglio" del decennio precedente, anzi forse dei due decenni precedenti. 

Se il precedente Legends aveva introdotto la moderna struttura con cui da lì in poi sarebbero stati proposti tutti gli eventi a fumetti (una miniserie principale collegata a una serie "infinita" di albi ad essa correlati), Millenium la porta all'accesso in maniera dispersiva e insoddisfacente. Con la sua periodicità settimanale, la miniserie principale di fatto funge da preludio per gli eventi che si svolgono effettivamente nelle serie regolari dei vari personaggi.

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Questa scelta poco lungimirante costringe il lettore a dover seguire gli snodi cruciali della trama, come la perdita di alcuni dei candidati selezionati da Herupa e Nadia o la sconfitta del Gran Maestro, nelle serie regolari. Leggendo solo la miniserie principale infatti la narrazione risulta quasi frammentaria lasciando il lettore spesso interdetto e con la sensazione di essersi perso il proverbiale "pezzo della storia".

In questo senso, Millennium rappresenta il prototipo dell'evento che in epoca moderna potrebbe essere raccolto in un gigantesco volume omnibus.

Se dal punto di vista editoriale, la scelta adottata risulta decisamente interlocutoria, l'autore Steve Englehart, noto per il suo ciclo su Detective Comics passato alla storia con il tito di Strane Apparizioni, non riesce a migliorare la situazione.

La trama da lui concepita è densa e cerca di adattarsi alle tendenze dei filoni narrativi più in voga in quegli anni con digressioni intimistiche e cosmiche di chiara matrice settantiana. Non c'è quasi mai la giusta tensione narrativa e il lettore infatti si trova sballottolato fra da scenari urbani e atmosfere da spy story a dialoghi estremamente lisergici, in cui gli unici punti di riferimento sembrano essere la ricomparsa di Harbinger e i richiami a Crisi sulle Terre Infinite.

Joe Staton: uno stacanovista del disegno

Ad affiancare Steve Englehart su Millennium c'è il disegnatore Joe Staton. Un nome noto ai lettori DC ma sicuramente non una superstar.

La scelta di Staton si basò su due criteri fondamentali. In primo luogo, Staton aveva precedentemente disegnato la serie Green Lantern dal 1979 al 1981 e co-creato gli Omega Men con Marv Wolfman. Questo gli conferiva una familiarità con le ambientazioni spaziali e una conoscenza del sottouniverso delle Lanterne, che costituiva il filo conduttore degli eventi di Millennium. Inoltre, Staton aveva dimostrato di essere in grado di disegnare numerosi personaggi nella stessa pagina con agilità, grazie alla sua esperienza nel revival della Justice Society of America in All-Star Comics e Adventure Comics.

Il secondo motivo della scelta di Joe Staton risiedeva nella sua reputazione: era considerato uno dei disegnatori più veloci e affidabili della DC. Questo lo rendeva il candidato ideale per gestire i ritmi serrati di una miniserie di 8 numeri destinata a uscire settimanalmente. Il team editoriale preferì quindi un disegnatore rapido e affidabile ma non sempre precisissimo e spumeggiante pur di garantire le uscite settimanali dell'evento.

Effettivamente il lavoro di Joe Staton per Millennium fu apprezzabilissimo ma non era paragonabile all'estro di George Pérez o alla solidità di John Byrne, solo per citare i due disegnatori che avevano disegnato i due eventi precedenti. 

Si tratta di un lavoro che per stile, tratto e composizione risentiva ancora fortemente dell'estetica degli anni 70 seguendo il solco tracciato da Neal Adams e Jim Aparo. La tavola infatti è estremamente ordinata facendo dello storytelling la sua cifra primaria. Le soluzioni per inserire tanti personaggi nella stessa pagina sono meno iperboliche e più "esperte" giocando su inquadrature e piani. Benché non manchino le splash-page, queste sono eccezioni che confermano la regola, presentando un livello di dettaglio nettamente superiore, mentre le anatomie dei personaggi sono sinuose e flessuose, ancora lontane dalla muscolarità tipica degli anni 80 che di lì a pochi anni si sarebbe trasformata in ipertrofismo.

Al netto del contesto di un evento che può essere considerato poco performante e talvolta poco lineare, il lavoro di Joe Staton rimane encomiabile. Il suo stile, pur potendo sembrare fuori tempo massimo rispetto alle tendenze dell'epoca, ha il suo fascino e offre una narrazione chiara e ben strutturata.

Millennium: le conseguenze

È importante subito sottolineare una differenza fra Millennium e i due eventi precedenti. A Steve Englehart non vennero forniti personaggi di primo piano da mettere al centro della narrazione, a parte la complessa situazione delle Lanterne Verdi e del loro Corpo.

La serie Green Lantern era stata trasformata in Tales of the Green Lantern Corps con Hal Jordan a capo di un piccolo gruppo di Lanterne di base sulla Terra. Il sistema di pattugliamento dei settori era collassato alla fine di Crisi sulle Terre Infinite e gli anelli erano stati depotenziati durante il tentativo di giustiziare Sinestro. Con il ritorno dei Guardiani su OA, il sistema di pattugliamento venne ripristinato con Guy Gardner sulla Terra, John Stewart su Mosaic e Hal Jordan come reclutatore. Tuttavia, questa situazione non sarebbe perdurata a lungo.

Tales of the Green Lantern Corps si sarebbe stata poi trasformata nel 1990 in Green Lantern Volume 3 testimone, nei numeri #48-50, del celebre arco narrativo noto come Emerald Twilight in cui Hal Jordan, posseduto da Parallax, l'entità della paura, dopo la distruzione di Coast City da parte di Mongul, avrebbe perso la ragione e avrebbe massacrato il Corpo delle Lanterne Verdi e i Guardiani. L'unico Guardiano sopravvissuto, Ganthet, avrebbe poi personalmente reclutato l'unica nuova Lanterna Verde sulla Terra, Kyle Rayner.

Editorialmente, Millennium sarebbe dovuto essere anche il primo evento da cui lanciare nuovi personaggi, i già citati Nuovi Guardiani. La serie a loro dedicata durò però solo 12 numeri. Le atmosfere ero cupe e drammatiche, molto più di quelle che DC avrebbe voluto da Steve Englehart, tant'è che metà dei protagonisti sarebbero stati accomunati da una terribile fine: moriranno di AIDS.

L'inserimento di tematiche contemporanee e socialmente rilevanti era stato il marchio di fabbrica dello scrittore, soprattutto nei suoi lavori alla Marvel negli anni 70, tuttavia i risultati ottenuti in questo caso non furono particolarmente apprezzati e l'approccio si rivelò controverso.

Dopo Crisi sulle Terre Infinite, DC aveva intrapreso una netta virata dal punto di vista degli approcci narrativi ed editoriali scelta che aveva evidentemente messo in difficoltà Englehart che non riuscì a trovare la giusta sintonia fra il suo peculiare stile e le istanze del periodo. Altro punto da rimarcare è che il problema della creazione e del lancio di nuovi personaggi dai grandi eventi annuali diverrà ciclico fra memorabili aggiunte dimenticabili "comparse" nel novero dei personaggi dell'Universo DC.

Millennium rappresenta la chiusura di quel ciclo di riorganizzazione dell'Universo DC iniziato con l'azzerramento della continuity di Crisi sulle Terre Infinite e proseguito con l'assestamento di Legends in cui il lettore assisteva alla prima interazione degli eroi, vecchi e nuovi, su un'unica Terra. C'è da sottolineare però come questa chiusura sia un po' anticlimatica risultando meno entusiasmante rispetto ai precedenti e lasciando ai lettori una sensazione di incompletezza.

Come leggere Millennium

Panini DC Italia ha riproposto Millennium in volume cartonato nella collana DC Eventi.

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Millennium fu proposto inizialmente in Italia sui numeri 13, 15, 16, 18, 19 e 20 del mensile Justice League edito dalla Play Press a partire dall'aprile 1991 anche con un discreto numero di albi tie-in correlati all'evento sparsi nelle testate allora pubblicate dall'editore romano. La prima edizione in volume è invece targata Planeta DeAgostini nella collana DC Sagas: si tratta di una edizione con adattamento e traduzione discreti ma con alcuni passaggi palesemente travisati o quantomeno non revisionati attentamente.

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