Suicide Squad: le origini e le letture essenziali

Autore: Domenico Bottalico ,

Netflix ha appena aggiunto al suo catalogo The Suicide Squad - Missione Suicida, portandoci a riscoprire le origini e le vite passate della Suicide Squad, anche al di fuori del fumetto. Questa squadra segreta del governo degli Stati Uniti, conosciuta anche come Task Force X, è composta da supercriminali detenuti, soggetti cioè facilmente sacrificabili e arruolati coattamente, che accettano di farne parte in cambio di un sostanzioso sconto sulla loro pena. La squadra è impiegata in missioni black-ops altamente pericolose e illegali di cui bisogna negare qualsiasi coinvolgimento del governo qualora non vadano a buon fine.

La Suicide Squad "moderna" è stata introdotta nel 1986, ma le sue origini risalgono alla Silver Age. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare infatti le sue avventure non si rifacevano originariamente al supereroismo o allo spionaggio bensì alla narrativa misteriosa, a quella weird science e al fumetto bellico.

Suicide Squad: le origini e le letture essenziali della squadra segreta DC

Le origini della Suicide Squad

La Suicide Squad fu introdotta per la prima volta nel numero 25 di The Brave and the Bold (data di copertina agosto-settembre 1959), ideata da Robert Kanigher e illustrata da Ross Andru. Questo gruppo differisce significativamente dalla sua versione moderna ed è fortemente influenzato dai fumetti di guerra pubblicati dopo la Seconda Guerra Mondiale e dal prevalente interesse per la narrativa weird science. È evidente anche l'influenza dei monster movies che avrebbero dominato le sale cinematografiche e l'immaginario degli adolescenti di lì a qualche mese.

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La Suicide Squad originale si ispirava inoltre alla formula dei gruppi di avventurieri/scienziati tipica della Silver Age. Questo genere di gruppi era molto popolare negli anni 50, con titoli come Sea Devils e Challengers of the Unknown creati dal famoso Jack Kirby. Questa stessa intuizione venne poi rielaborata dallo stesso Kirby quando ritornò in Marvel nei primi anni 60 dando vita ai Fantastici Quattro.

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I membri della prima incarnazione della Suicide Squad erano Rick Flag Jr., il fisico Jess Bright, l'astronomo Hugh Evans e l'infermiera Karin Grace. Questi quattro individui, selezionati per la loro "fortuna" in quanto erano stati gli unici sopravvissuti a missioni estreme precedenti, costituivano una squadra incaricata di investigare e contrastare minacce insolite che andavano da mostri risvegliati dal nucleo del pianeta passando per invasioni aliene fino a una pioggia di meteoriti che li fece rimpicciolire. Queste prime storie erano caratterizzate dall'ingenuità tipica della Silver Age ma presentavano anche un elemento romantico inedito, con una storia d'amore segreta tra Flag e Karin, mantenuta nascosta agli scienziati affascinati dalla bella e coraggiosa infermiera.

La formazione della Suicide Squad durante la Silver Age

Dopo solo alcune storie pubblicate su The Brave and the Bold, la Suicide Squad si trasferì su Star Spangled War Stories, altra famosa testata a tema bellico. Proprio su questa stessa testata, Robert Kanigher aveva già introdotto, nel numero 90 con data di copertina maggio 1960, un'altra serie intitolata The War That Time Forgot. Questa serie, ispirata al romanzo di Edgar Rice Burroughs intitolato The Land That Time Forgot, era ambientata su una remota isola nel Pacifico in cui soldati e dinosauri si trovavano faccia a faccia in una lotta per sopravvivenza.

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In questo scenario insolito della Seconda Guerra Mondiale, Kanigher introdusse un cast di protagonisti che si alternava, tutti soldati scelti per la loro tenacia e la loro predisposizione a non arrendersi mai, incaricati di compiere missioni impossibili e suicide. Questo gruppo speciale di soldati dell'esercito venne soprannominato Suicide Squadron. In questa fase successiva della prima incarnazione della Suicide Squad sono evidenti almeno due elementi che saranno poi trasposti nella sua versione moderna: il cast di personaggi che si alternano e la natura letale delle loro missioni.

Nonostante il tono spesso esagerato, ingenuo ed estremamente weird - tanto che una delle missioni del Suicide Squadron coinvolgeva persino un campione di slittino! - queste storie erano strutturate per suscitare nel lettore un forte senso di insicurezza e tensione. I protagonisti, in particolare i soldati scelti del Suicide Squadron, erano caratterizzati da nevrosi, anticipando così certi temi presenti nella letteratura e nel cinema revisionista sulla retorica bellica. Sebbene queste storie siano rimaste completamente inedite in Italia, sono state raccolte in un volume omnibus in lingua originale.

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La versione della Suicide Squad composta da Rick Flag Jr., Jess Bright, Hugh Evans e Karin Grace appare anche nel classico DC: The New Frontier di Darwyn Cooke. In Secret Origins #14, data di copertina maggio 1987, viene infine rivelato il collegamento tra la Suicide Squad e il Suicide Squadron: quest'ultimo era comandato da Rick Flag Sr., ovvero il padre di Rick Flag Jr. La squadra di Flag Jr., inoltre, si era sciolta dopo un incontro mortale con uno Yeti che aveva ucciso Bright ed Evans e gravemente ferito Karin Grace. Successivamente, Flag Jr. si unì ai misteriosi Forgotten Heroes ma venne poi reclutato da Amanda Waller per far parte della nuova Suicide Squad.

La Suicide Squad di John Ostrander e l'esordio in Legends (1986)

La Suicide Squad torna in azione a sorpresa nell'evento Legends del 1986. Si tratta del primo evento dopo il fondamentale Crisi sulle Terre Infinite che solo un anno prima aveva riscritto l'Universo DC da zero. In Legends, Darkseid cerca di conquistare la Terra attraverso uno dei suoi più pericolosi seguaci, Glorious Godfrey. Godfrey, sotto le mentite spoglie di G. Gordon Godfrey, avvia una campagna di odio e sospetto contro gli eroi, sfruttando i suoi poteri legati alla parola.

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In un clima di crescente tensione e con gli eroi screditati e attaccati pubblicamente, il presidente Reagan dà il permesso alla misteriosa Amanda Waller di formare la Task Force X, una squadra composta da criminali che, in cambio di una riduzione della pena, si impegna a compiere missioni sotto copertura per neutralizzare situazioni potenzialmente "compromettenti" per gli Stati Uniti, evitando l'intervento pubblico dei supereroi, come quella scatenata per le strade di Washington da Godfrey.

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John Ostrander, co-sceneggiatore di Legends, si unì alla DC dopo il successo della sua serie Grimjack pubblicata dalla First Comics, una delle prime case editrici indipendenti strutturate nel mercato americano. Insieme all'editor Bob Greenberger, uno dei compiti di Ostrander fu quello di dare nuova vita a una serie di titoli degli anni 50 e 60 il cui trademark era in procinto di scadere, tra cui proprio Suicide Squad. Nonostante la sua riluttanza iniziale, Ostrander accettò di rilanciare la serie a patto che il concept iniziale fosse parzialmente rivisitato. La Suicide Squad fece il suo debutto nel gennaio del 1987, come indicato sulla data di copertina di Legends #3.

Il rimaneggiamento della Suicide Squad fu ispirato dal così detto Irangate, che coinvolse l'amministrazione Reagan tra il 1985 e il 1986 per traffico illegale di armi. Il primo personaggio sviluppato da Ostrander fu Amanda Waller, la handler della Task Force X, attorno a cui lo scrittore sviluppò l'idea di combinare Quella Sporca Dozzina con Missione: Impossibile. Successivamente Ostrander passo in rassegna i personaggi di "seconda" e "terza fascia" dell'Universo DC che potevano essere utilizzati e, nel peggiore dei casi, sacrificati.

Il secondo volume USA della Suicide Squad di John Ostrander

Un'altra geniale intuizione fu quella di collocare la base della Suicide Squad a Belle Reve. Si tratta di uno dei primi penitenziari appositamente creato nell'Universo DC per detenere prigionieri metaumani anziché pazienti psichiatrici. Situato nelle paludi della Louisiana, il design di Belle Reve fu realizzato dal disegnatore Luke McDonnell.

In una recente intervista a Gamesradar.com, Ostrander ha ricordato come, a un certo punto, gli fu dato il via libera per utilizzare sia i Rogues, i nemici di Flash, che i nemici di Firestorm di cui Ostrander avrebbe iniziato a scrivere la serie Firestorm - The Nuclear Man sempre nel 1987. In modo sorprendente, uno dei nemici di Flash, Captain Boomerang, diventò uno dei membri chiave della Suicide Squad e delle trame della serie, mentre molti nemici di Firestorm furono sacrificati.

La versione di Ostrander della Suicide Squad si distingue sin dalle sue premesse per essere un'operazione che ha nella fiura di Rick Flag Jr. l'unico punto di contatto con il passato. Il nucleo della squadra è invece composto da personaggi come Bronze Tiger, Captain Boomerang e Deadshot. Quest'ultimo, in particolare, acquisirà una rilevanza significativa dopo essere stato sviluppato dall'autore e godrà anche di una miniserie spin-off dedicata a lui dedicata.

Questa incarnazione della Suicide Squad si distingue per diversi fattori che la rendono unica e, sotto diversi aspetti, avanti rispetto ad altre serie dell'epoca, sia a livello narrativo che tematico. I primi archi narrativi sono sorprendentemente attuali portando la squadra a compiere missioni in Medio Oriente contro il gruppo di terroristi metaumani noto come Onslaught e la loro base Jotunheim situata in Qurac. O ancora una audace missione oltre le linee nemiche per liberare una dissidente in Russia, che quasi scatena un nuovo conflitto tra le due superpotenze Stati Uniti e Unione Sovietica. La serie affronta anche tensioni sociali che sfociano in attacchi terroristici domestici, dimostrando di saper cogliere anche i temi dell'attualità dell'epoca.

La serie della Suicide Squad affronta una serie di sfide intestine, con senatori che cercano di manipolare Waller e la Task Force X per i propri scopi personali, e sacrifici che sembrano immotivati, come quello di Flag influenzato dalla scoperta dell'identità di uno dei membri di Onslaught. Episodio che Ostrander riprenderà nella miniserie del 2007.

Il terzo volume USA della Suicide Squad di John Ostrander

Nonostante queste complesse dinamiche interne, la serie non dimentica le sue radici supereroistiche. Vengono affrontate lunghe battaglie contro il gruppo terroristico Kobra, che porteranno al minievento The Janus Directive coinvolgendo altre serie con tematiche spionistiche come Checkmate!, Manhunter, Firestorm - The Nuclear Man e Captain Atom. Inoltre, la squadra affronterà persino le forze di invasione di Apokolips guidate da Granny Goodness, mettendo alla prova i limiti dei suoi membri.

Ma non si tratta solo di creare grandi trame, quanto di scavare nella psicologia di personaggi che, in altre circostanze sUna delle caratteristiche distintive della Suicide Squad di Ostrander è l'approfondimento della psicologia dei suoi personaggi. Lo scrittore si immerge nelle vite dei membri della Squadra, individui che in altre circostanze sarebbero passati inosservati, e mette in luce le loro ferite emotive, le fragilità e i disturbi psicologici che li affliggono. Non importa la razza, il genere o la provenienza, tutti i membri della squadra sono individui danneggiati, vittime di traumi più o meno profondi, e spesso presentano tendenze megalomani o disturbi come la mania depressiva.

Un esempio emblematico di questo approccio è il personaggio di Deadshot, un membro estremamente efficace sul campo ma che lotta con istinti suicidi e una mancanza di bussola morale. Come dichiara a Batman: "A che mi serve? Nessuno di quelli che mi ingaggiano ne ha una". Questo tipo di esplorazione psicologica dei personaggi contribuisce a rendere la serie più realistica e complessa, andando oltre la semplice narrazione di supereroi e concentrandosi sulle sfumature più profonde dei protagonisti.

Il successo della Suicide Squad di John Ostrander risiede anche nella sua capacità di esplorare in modo vivido e vitale quella zona grigia, quell'ambiguità morale che era stata evidenziata dalla decostruzione dei supereroi all'inizio degli anni 80, ma che era stata in seguito assimilata e metabolizzata. La serie offriva qualcosa di completamente nuovo non solo perché seguiva un gruppo di villain come protagonisti, ma perché raccontava la storia di un gruppo di villain disposti a rischiare la propria vita in missioni che spesso avevano esiti tragici.

La serie sfidava le convenzioni tradizionali dei fumetti supereroistici, mettendo in luce le sfumature più oscure e complesse dei suoi personaggi. Questo approccio ha reso la serie un inedito assoluto nel panorama dei fumetti dell'epoca. Le missioni della Suicide Squad erano pericolose e spesso non si concludevano nel migliore dei modi, aggiungendo un elemento di tensione e imprevedibilità alla trama. Questa narrativa audace e sperimentale ha contribuito a rendere la Suicide Squad di Ostrander una pietra miliare nel mondo dei fumetti, aprendo la strada per una nuova comprensione dei personaggi e delle loro storie.

L'ottavo volume USA della Suicide Squad di John Ostrander

La fragilità psicologica dei protagonisti e il modo in cui influisce, come un vero e proprio transfer psicologico, sui personaggi secondari della serie, come il cappellano di Belle Reve, crea una tensione magnetica nel lettore. Da un lato, c'è il desiderio di redenzione dei protagonisti, di trovare la redenzione e superare i loro traumi, mentre dall'altro c'è l'anelito al potere degli antagonisti, che sfruttano la vulnerabilità dei membri della Suicide Squad per i loro scopi malvagi.

Ago di questa bilancia è il personaggio di Amanda Waller, la cui storia e origini vengono rivelate solo in Suicide Squad #31, data di copertina luglio 1989. Waller è un personaggio complesso e potente, capace di affrontare anche Batman e di scoprire la sua identità segreta. È pragmatica e concreta nella sua approccio, guadagnandosi il soprannome di The Wall, Il Muro. Incarna cioè quel relativismo dei valori che è tipico della postmodernità, in cui la moralità era costituita da zona sfocate e grigie e le scelte da compiere spesso difficili.

La Suicide Squad di John Ostrander è senza dubbio una delle migliori serie mai pubblicate dalla DC. I personaggi complessi e le trame avvincenti la rendono un'opera fondamentale nella storia della casa editrice. La serie è stata apprezzata sia per il suo impatto narrativo sia per il modo in cui ha esplorato temi complessi come la moralità, la redenzione e la natura dell'eroismo ed ha lasciato un'impronta importante nella storia dei comics.

Suicide Squad consiste in un totale di 66 numeri, successivamente raccolti in 8 volumi. La serie è stata ristampata integralmente negli Stati Uniti mentre in Italia Panini DC Italia ha pubblicato in un volume cartonato il primo ciclo di storie.

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Un po' di curiosità su Suicide Squad (1987)

La prima apparizione di Oracolo, l'alter ego di Barbara Gordon dopo l'attacco del Joker che l'ha lasciata paralizzata, avviene in Suicide Squad, diventando la prima serie a integrare nella continuity una storia originariamente concepita al di fuori di essa, ovvero la seminale The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland.

La serie è nota anche per il numero significativo di personaggi che hanno perso la vita. Nessuno era al sicuro e le vittime non erano scelte in modo premeditato. John Ostrander ha rivelato che inizialmente aveva pianificato di includere Animal Man e Grant Morrison in una trama, con l'intenzione di ucciderli per liberarli dalla continuity, in risposta al gioco metanarrativo che Morrison aveva introdotto nella sua serie regolare Animal Man. Purtroppo, queste "uccisioni" non si sono mai concretizzate e sia Grant Morrison che Animal Man rimangono ancora all'interno del mondo dei fumetti.

La serie Suicide Squad fu co-scritta da Kim Yale, moglie di John Ostrander. È importante notare che nella serie non viene menzionata l'idea delle nano-bombe collocate nei collo dei membri della squadra. Questo concetto più fantascientifico è stato introdotto in Task Force X quarto episodio della seconda stagione della serie animata Justice League Unlimited, e che successivamente è stato adottato anche nella serie a fumetti dell'era New 52.

Nella serie di Ostrander, invece, viene utilizzato un braccialetto esplosivo controllato da Waller che può essere attivato a distanza in casi estremi, come nel tentativo di diserzione di Slipknot, istigato da Captain Boomerang. È importante notare che nella serie di Ostrander, questa misura non è letale. Nel film del 2016, sarà proprio Slipknot il primo personaggio a morire.

Durante la sua pubblicazione iniziale, Suicide Squad era unica nel suo genere poiché si concentrava sui villain come protagonisti. John Ostrander, essendo impossibilitato a seguire i classici canoni delle serie corali incentrate sugli eroi, si ispirò al mondo delle serie poliziesche degli anni 70 e 80. In particolare, le famose scene dei briefing, in cui i membri della Task Force X venivano suddivisi in piccoli gruppi con compiti specifici, furono ispirate dalla serie TV Hill Street Blues (Hill Street giorno e notte in Italia).

L'influenza del concept della Suicide Squad

La serie di John Ostrander, lanciata nel 1987, si trasformerà presto in un cult e diventerà una delle letture preferite di molti futuri scrittori di fumetti tra cui Geoff Johns e i futuri fondatori della Image Comics Rob Liefeld e Whilce Portacio. Il mix di supereroismo, politica, spionaggio e attualità presente nella serie fornirà un affascinante scenario da reinterpretare, insieme al concept fondamentale della Suicide Squad, che consiste nell'utilizzare i villain per svolgere missioni sotto copertura.

Molti dei team protagonisti delle prime serie della Image, come Wetworks o Bloodstrike, presentavano concept simili a quello della Suicide Squad, offrendo varianti interessanti. Anche Marvel non è stata immune al fascino di questo concetto e ha lanciato nel 1997 i Thunderbolts, una serie in cui dei supercriminali si fingevano supereroi per ottenere il favore del pubblico e poi utilizzare la loro posizione per scopi personali. Pur avendo differenze nelle premesse, la sostanza di coinvolgere personaggi ambigui e infrangere le convenzioni dei team di supereroi era presente anche in queste serie.

Per quanto riguarda invece la produzione DC, è utile far notare che la serie I Segreti Sei scritta da Gail Simone ha raccolto in parte l'eredità della Suicide Squad offrendone una prospettiva simile, sia tematicamente che narrativamente. La serie, anch'essa un rimaneggiamento di un concept della Silver Age, presenteva un gruppo di personaggi ambigui e moralmente complessi che si uniscono per affrontare missioni pericolose. Sebbene la serie abbia avuto una breve incarnazione alla fine dei New 52, meno memorabile e di minore impatto, la sua rilevanza e successo sono generalmente associati alla sua prima run, che si è svolta fra gli eventi di Crisi Infinita e Crisi Finale.

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La Suicide Squad dopo Our Worlds at War (2001)

Durante Our Worlds at War, evento che coinvolse l'Universo DC nel 2001 mettendo Superman contro il conquistatore galattico Imperiex, Lex Luthor, in piena emergenza, ricostituì la Suicide Squad con Chemo, Mongul, Plasmus, Shrapnel e Manchester Black al comando, con l'obiettivo di liberare e controllare Doomsday nella battaglia contro Imperiex. La missione si rivelò ovviamente suicida. Tuttavia, Amanda Waller, all'epoca Segretaria per gli Affari Metaumani dell'amministrazione Luthor, in quel periodo Presidente degli Stati Uniti, decise di sciogliere la Task Force X a favore della Task Force Omega.

Nel 2002 fu quindi lanciata una nuova serie regolare denominata Suicide Squad Volume 2 affidata al veterano Keith Giffen per i testi e al talentuoso Paco Medina ai disegni. La serie ebbe una durata di soli 12 numeri e vide come capo della Task Force Omega una figura ben nota dei fumetti bellici DC, ovvero Sgt. Rock, insieme al suo compagno d'armi nella Easy Company, Bulldozer.

La serie era permeata da una ironia e da un sottile umorismo nero e alternava vecchi e nuovi personaggi in missioni che spesso mettevano in evidenza le differenze di approccio tra la vecchia e la nuova generazione, tra le reclute nuove di zecca e i criminali "stagionati".

Suicide Squad #1 di Keith Giffen e Paco Medina

A caccia di armi biologiche fuori controllo apparizioni improvvise di civiltà magiche che reclamavano il dominio sulla Terra, Giffen suggerì lentamente al lettore l'idea che Rock e Bulldozer potessero nascondere qualcosa dietro le loro identità. La versione della Suicide Squad guidata da loro venne poi destituita dopo un attacco della rediviva organizzazione terroristica Onslaught che fu fermata solo grazie all'intervento della mitica Justice Society of America.

Questa versione della Suicide Squad non è una delle più memorabili. Caratterizzata da una narrazione estremamente nervosa e non lineare tuttavia presentava alcuni spunti interessanti che purtroppo non furono sviluppati adeguatamente anche a causa della chiusura prematura della serie. È importante notare che la serie non è mai stata pubblicata in Italia, tuttavia è stata di recente ristampata in un unico volume in lingua originale.

John Ostrander tornò a scrivere la Suicide Squad nel 2007 con una miniserie di 8 numeri che si sviluppò come uno spin-off degli eventi della serie settimanle 52 e delle storie di Checkmate e Salvation Run. Questa miniserie, intitolata Raise the Flag, ruotava attorno all'apparente ritorno dal mondo dei morti di Rick Flag, il quale era stato precedentemente dato per morto in Suicide Squad Vol. 1 #26 - data di copertina aprile 1989. In questa mini, Flag viene salvato dopo molti anni di prigionia in Qurac e diventa il fulcro delle vicende narrate.

Suicide Squad #1 (2007) di John Ostrander e Javier Pina

La nuova squadra si trova però ad affrontare numerose difficoltà. Durante la loro prima missione a Dubai contro il conglomerato Haake-Bruton, responsabile dello sviluppo di un'arma batteriologica potente, vengono traditi da un membro del team, costringendo Waller a prendere misure drastiche. Inoltre, durante queste vicende, viene rivelato un segreto devastante riguardante Rick Flag.

Anche questa miniserie del 2007 non è una delle incarnazioni più entusiasmanti della Task Force X anche perché è difficilmente leggibile a sé stante. Partendo come di fatto uno spin-off fungerà infatti da valvola di sfogo per portare a compimento diverse sottotrame presenti in varie serie dell'Universo DC dell'epoca, in pieno fermento durante il periodo di Crisi Infinita.

La Suicide Squad durante i New 52

Dopo un periodo di assenza e diverse apparizioni sporadiche, la Suicide Squad fa ritorno nel 2011 durante il reboot New 52. La serie viene rilanciata da Adam Glass e Federico Dallocchio con una nuova serie regolare che, pur mantenendo alcuni elementi della versione di Ostrander, ne rivoluziona la formula. Una delle principali novità è la formazione del team, che ora include addirittura Harley Quinn, il veterano Deadshot e le nuove aggiunte King Shark e El Diablo, oltre al consueto gruppo di personaggi "sacrificabili". Questo nuovo approccio porta a un rinnovamento della squadra e alla creazione di nuove dinamiche tra i membri del team.

Glass, che aveva già esperienza come autore televisivo con sceneggiature per Supernatural, Cold Case e Criminal Minds, prende una direzione diversa per la Suicide Squad nella sua nuova serie. Spoglia il team della finezza spionistica che caratterizzava la sua incarnazione classica e si concentra invece su una violenza esagerata che a volte supera i confini del realismo. Mette in primo piano le nevrosi dei protagonisti, molti dei quali affetti da schizofrenia, sindromi maniaco-depressive e altre condizioni che vanno oltre il semplice stress post-traumatico. Questo nuovo approccio accentua l'aspetto psicologico dei personaggi e li presenta in modo più crudo e disturbante.

Copertina USA Suicide Squad Volune 2 - Basilisk Rising (The New 52)

La nuova formula della nuova serie si dimostra azzeccata, specialmente considerando il contesto editoriale dell'epoca. Nonostante le vendite non siano eccezionali, la serie riesce a sopravvivere grazie a trame a medio termine. Contribuiscono al successo anche l'introduzione dell'organizzazione Basilisk come nemico ricorrente e alcuni approfondimenti sui personaggi, come l'interessante rapporto che si sviluppa tra Deadshot e Harley.

Inoltre, alcuni personaggi "secondari" come El Diablo ottengono addirittura tre miniserie spin-off, permettendo di esplorarne meglio la loro storia. La Suicide Squad partecipa attivamente all'evento Forever Evil, venendo schierata contro il Sindacato del Crimine d'America, il che amplia ulteriormente il suo ruolo nell'universo DC.

La versione New 52 della Suicide Squad diventa il punto di riferimento per la prima trasposizione cinematografica e rimane tutt'oggi una delle più divertenti da leggere, soprattutto per coloro che amano narrazioni senza fronzoli e incentrate sull'azione. L'intera serie venne pubblicata in Italia da RW Lion, e vale la pena di recuperarla, soprattutto per il primo arco narrativo intitolato A Calci nei Denti, dove spicca la memorabile sequenza del reclutamento dei nuovi membri della Task Force X.

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Dopo 30 numeri, alcuni annual e one-shot e tre miniserie spin-off, la serie giunge alla sua conclusione, solo per essere inevitabilmente rilanciata successivamente. La seconda versione della Suicide Squad dell'era New 52 viene rinominata New Suicide Squad e ha una durata di soli 22 numeri, oltre a un annual. Dopo gli eventi di Forever Evil, Amanda Waller viene deposta dal suo ruolo e sostituita da Vic Sage, meglio conosciuto come Question. Accanto ai membri storici Deadshot e Harley Quinn, il team vede l'inclusione di nuovi membri come Black Manta, Deathstroke, Joker's Daughter e il nuovo Reverse Flash.

Sean Ryan, il nuovo scrittore della serie, amplifica le tensioni tra i membri della squadra e sperimenta vari giochi metanarrativi legati al concetto stesso del team. Quello che manca perà sono situazioni che riescano veramente a sfruttare la diversità e l'eterogeneità della composizione di questa incarnazione, finendo per utilizzare trame già viste in passato. L'unico spunto veramente interessante proviene dall'ultimo arco narrativo di Tim Seeley, che introduce l'idea della Task Force X non più come strumento governativo, ma controllata da una corporazione. Questo porta a una massiccia evasione di prigionieri da Belle Reve, con conseguenze significative e rilevanti per la trame di tutto l'Universo DC.

La Suicide Squad nell'era Rinascita

Nel 2016, con l'avvento del rilancio Rinascita dell'Universo DC, anche la Suicide Squad subisce un nuovo rilancio, prendendo ispirazione sia dalla prima versione vista nei New 52 che dalla sua prima interazione cinematografica. La nuova Squadra è composta da personaggi ben noti come Amanda Waller, Deadshot, Rick Flag, Captain Boomerang, Harley Quinn, Killer Croc, Katana e Enchantress. Ciò che colpisce è anche il prestigioso team creativo che lavora sulla serie, con lo scrittore Rob Williams e artisti di spicco come Jim Lee, John Romita Jr. e Tony S. Daniel che si alternano nel ruolo di disegnatori.

Nelle intenzioni della dirigenza DC, questa incarnazione della Suicide Squad avrebbe dovuto essere una delle serie di punta durante l'era Rinascita, e inizialmente fu effettivamente così. I primi tre archi narrativi costituiscono una trama complessa che porta all'epico scontro tra la Justice League e la Suicide Squad.

La formula adottata per questa nuova serie, in linea con quanto già sperimentato nei New 52, si basava sull'azione frenetica, missioni praticamente impossibili da compiere - come l'infiltrazione in una base russa per rubare un'arma non meglio specificata che si rivelerà essere poi un portale per la Zona Fantasma tramite il quale la Waller cercherà di liberare il Generale Zod - e sui conflitti interni tra i membri della squadra, che spesso si colpiscono a vicenda, anche letteralmente, alle spalle.

justice league vs suicide squad copertina volume USA del crossover

La Suicide Squad dell'era Rinascita, nonostante la sua durata di 50 numeri più alcuni speciali, perde progressivamente il suo impatto iniziale. Tuttavia, riesce a concludersi con un'ultima scintilla grazie a un altro crossover intitolato Sink Atlantis con Aquaman. In questa storia, Amanda Waller sfrutta l'instabilità di Atlantide per cercare di far affondare nuovamente il continente, alterando così l'assetto geopolitico del pianeta.

Anche se l'intera serie è stata pubblicata in Italia da RW Lion ma solo all'interno della collana di albi spillati Harley Quinn/Suicide Squad senza godere cioè di una riedizione in volume. Tuttavia è possibile recuperarla attraverso la recente collana collaterale da edicola Supereroi - Le Leggende DC edita da Panini DC Italia, oppure leggerla nella versione in lingua originale.

Alla fine dell'era Rinascita, nel 2020, la Suicide Squad gode di una seconda incarnazione firmata da Tom Taylor e Bruno Redondo, noto team creativo dietro Injustice. Questa nuova serie cerca di rinfrescare la formula della squadra, che nel corso degli anni era diventata un po' stantia a causa dei numerosi avvicendamenti subiti. Taylor prende la decisione di eliminare Amanda Waller dall'equazione e introduce un personaggio misterioso chiamato Lok, che recluta una nuova squadra composta da Deadshot, Harley Quinn, Magpie, Cavalier, Shark e Zebra-Man. Insieme, affrontano un gruppo di metaumani anarchici noti come Revolutionaries.

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La Suicide Squad si trova ad affrontare un gruppo ben organizzato, determinato a far valere le proprie ragioni. Harley e i suoi compagni si rendono conto che, più che mai, si trovano dalla parte sbagliata della barricata, mentre i sospetti sull'identità di Lok diventano sempre più forti.

La serie intitolata semplicemente Suicide Squad è durata solo 11 numeri, pubblicati in due volumi cartonati da Panini DC Italia. Nonostante la breve durata, la serie merita sicuramente una occhiata, soprattutto per l'approccio radicalmente diverso di Taylor, chiaramente ispirato a serie cult degli anni 90 come Stormwatch e The Authority. Anche dal punto di vista estetico, i Revolutionaries mostrano evidenti riferimenti a quelle serie.

La Suicide Squad nell'era Infinite Frontier

Gli eventi di Batman: Death Metal prima e di DC: Future State aprono l'era Infinite Frontier per l'Universo DC in cui al centro delle trame, in un modo o nell'altro, c'è l'idea di un Omniverso ovvero un Multiverso in cui tutto quello che è accaduto nelle passate incarnazioni dell'Universo DC ha valore.

Questo permette anche alla Suicide Squad di rinnovarsi sotto la guida dello scrittore Robbie Thompson che riparte da una formazione che strizza l'occhio alla pellicola di James Gunn. In questa nuova incarnazione della squadra, Amanda Waller ha deciso di costruire una squadra ancora più potente e indistruttibile. Nella nuova formazione, il leader sul campo è Peacemaker, già protagonista del film di James Gunn. Ciò che rende questa versione della Suicide Squad particolare è la campagna di reclutamento aggressiva di Waller, che mira a coinvolgere personaggi potenti e inusuali come Superboy (Conner Kent).

La serie è strettamente collegata agli eventi della serie Teen Titans Academy e dopo 15 albi culminerà in un crossover ambientato su Terra-3, quella dove domina il Sindacato del Crimine d'America, una versione distorta e malvagia della Justice League. Il piano della Waller infatti risulta drammaticamente chiaro: rendere la Suicide Squad una forza multiversale in grado di controllare o nel peggiore dei casi spazzare via i metaumani.

La serie è stata raccolta da Panini DC Italia in 3 volumi cartonati, Teen Titans Academy invece è stata raccolta nella sua interezza in un corposo volume brossurato.

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La seconda è Suicide Squad: Caccia a Joker! di Brian Azzarello e Alex Maleev. La Suicide Squad ha un nuovo leader: Jason Todd colui che è stato ucciso dal Joker mentre vestiva i panni di Robin. Ora, come Red Hood, Todd si mette a caccia del Principe Pagliaccio del Crimine guardandosi le spalle anche dai suoi alleati, non proprio raccomandabili.

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La Suicide Squad al cinema: da David Ayer a James Gunn

La Suicide Squad approda sul grande schermo nel 2016 con Suicide Squad, film scritto e diretto da David Ayer, noto per aver scritto le sceneggiature di Training Day e The Fast and The Furious e aver ottenuto un discreto successo con Fury. Il film si inseriva nella fase in cui Warner Bros. cercava di costruire un universo cinematografico condiviso, Ayer di contro aveva un'idea ben precisa su come realizzare il film e sin dai primi annunci del casting dei protagonisti le sue scelte fanno discutere i fan: per il ruolo di Deadshot viene stato scelto Will Smith, mentre Jared Leto veste i panni del nuovo Joker con un look fortemente ispirato all'estetica trap e rap. Anche la scelta di Margot Robbie nel ruolo di una Harley Quinn ipersessualizzata non sembra convincere i fan.

Nonostante i circa 746 milioni di dollari di incasso al botteghino mondiale, a fronte di un budget totale di circa 325 milioni di dollari, il film viene sfortunatamente stroncato dalla critica, forse in modo eccessivamente severo. Suicide Squad si trova a metà strada tra una storia di origine per molti dei personaggi presenti e il difficile compito di collegarsi narrativamente agli eventi di Batman v Superman: Dawn of Justice, anch'esso oggetto di critiche negative.

A seguito della morte di Superman, come mostrato in Batman v Superman: Dawn of Justice, Amanda Waller decide di creare la Task Force X. Una squadra composta da supercriminali, tutti individui sacrificabili secondo la Waller, da impiegare in scenari estremi che coinvolgono i metaumani. L'opportunità si presenta durante l'attacco a Midway City, dove la Suicide Squad, composta da Deadshot, Harley Quinn, Capitan Boomerang, El Diablo, Killer Croc, Katana e la misteriosa dottoressa June Moone, sotto il comando del colonnello delle forze speciali Rick Flag, è incaricata di recuperare un individuo non meglio specificato all'interno della città.

Un cast di grande levatura, una colonna sonora eccezionale e la straordinaria interpretazione di Margot Robbie, che contribuisce a creare una vera e propria mania intorno al personaggio di Harley Quinn con il suo look ispirato a una foto di Debbie Harry dei Blondie, non sono sufficienti a salvare un film che, tutto sommato, risulta semplice nell'impostazione e nella trama. Nonostante sia ricco di riferimenti e cammei, inclusi il Batman interpretato da Ben Affleck e il Flash interpretato da Ezra Miller, la sequenza dopo i titoli di coda avrebbe dovuto addirittura collegare il film a Justice League, progetto con cui Suicide Squad di Ayer condivide più di una triste somiglianza. Recuperate la nostra recensione di Suicide Squad.

La scarsa accoglienza di Suicide Squad ha portato all'annullamento dei progetti su eventuali sequel e spin-off che erano in fase di sviluppo, tra cui uno dedicato a Deadshot e uno a Harley e Joker. L'unico personaggio a "sopravvivere" è Harley Quinn, che è tornata in Birds of Prey e la Fantasmagorica Rinascita di Harley Quinn, ennesima pellicola accolta tiepidamente da critica e fan. 

Sin dal lancio del film, il regista David Ayer è stato molto attivo con la stampa e sui social media, affermando che il montaggio del film è stato alterato dagli studios per renderlo meno violento e cupo, in risposta alle critiche ricevute da Man of Steel e Batman v Superman: Dawn of Justice. La disputa sembra essersi placata, ma il movimento #ReleaseTheSnyderCut ha riacceso il coraggio di Ayer, che afferma di avere un suo montaggio del film pronto, che richiede solo un budget relativamente contenuto per essere completata. Ayer ha addirittura ottenuto il sostegno del suo successore, James Gunn, ma al momento né Warner Bros. Discovery né HBO Max (che ha contribuito in modo significativo alla pubblicazione di Zack Snyder's Justice League) si sono mostrati interessati al progetto.

Dopo essere stato licenziato in modo controverso dai Marvel Studios, James Gunn inizia a collaborare con Warner Bros. e inizia a sviluppare di quello che potremmo definire un soft reboot di Suicide Squad. Il film, intitolato The Suicide Squad (in Italia, The Suicide Squad - Missione Suicida). Dal precedente sfortunata pellicola ritornano Margot Robbie nel ruolo di Harley Quinn, Joel Kinnaman come Rick Flag, Jai Courtney come Capitan Boomerang e Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. All'epoca dell'uscita, Gunn aveva descritto il nuovo film come "né un sequel né un reboot", ma semplicemente un nuovo capitolo della Suicide Squad ispirato dai fumetti scritti da John Ostrander, che infatti ha anche un cammeo nel film. Recuperate il nostro articolo con tutti gli easter egg di The Suicide Squad - Missione Suicida.

Il nuovo capitolo della Suicide Squad riparte da Belle Reve dove Amanda Waller mette insieme una nuova squadra composta da Harley Quinn, Rick Flag e Captain Boomerang a cui si aggiungono Bloodsport (Idris Elba), Peacemaker (John Cena), Ratcatcher 2 (Daniela Melchior), Polka Dot-Man (David Dastmalchian) e King Shark (doppiato da Sylvester Stallone) per una missione a Corto Maltese.

L'obiettivo è infiltrarsi nella prigione di Jothunaim ed eliminare qualsiasi traccia del misterioso progetto Starfish. Per raggiungere questo scopo, devono catturare il Pensatore, interpretato da Peter Capaldi, il Dodicesimo Dottore della serie TV Doctor Who, ovvero lo scienziato responsabile del progetto. Fra milizie del regime e combattenti per la rivoluzione, la squadra si troverà quindi di fronte al gigantesco alieno Starro ma soprattutto alla vera natura della missione tutt'altro che pacifica.

The Suicide Squad - Missione suicida The Suicide Squad - Missione suicida Benvenuti a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità degli Stati Uniti, dove sono rinchiusi i peggiori supercriminali, che faranno di tutto per uscirne - anche ... Apri scheda

Fortemente influenzato dalle produzioni della Troma Entertainment e caratterizzato dallo stile distintivo di James Gunn, che unisce supereroismo e umorismo, come già visto nei suoi due film sui Guardiani della Galassia per Disney/Marvel Studios, The Suicide Squad - Missione Suicida il film è stato osannato dalla critica e dal pubblico ma non ha riscosso il successo sperato al botteghino. A fronte di un budget di 185 milioni di dollari, il film ha incassato solo 168 milioni.

Il film tuttavia ha permesso a Gunn di sviluppare una serie TV dedicata al personaggio di Peacemaker la cui prima stagione è andata in onda negli Stati Uniti su HBO Max, in Italia su TimVision, con un eccellente riscontro di critica e pubblico.

La Suicide Squad in TV: fra Arrowverse e serie animate

Oltre che nei fumetti, la Suicide Squad ha avuto molta fortuna anche in forma animata. La sua prima versione animata è quella già citata che compare in Task Force X, il quarto episodio della seconda stagione della serie animata Justice League Unlimited. Successivamente, c'è l'episodio intitolato Leverage in Young Justice - episodio 15 Stagione 3. Infine, la squadra nella versione sua versione Silver Age fra un cammeo in DC: The New Frontier, l'adattamento animato del celebre romanzo grafico di Darwyn Cooke.

La Suicide Squad è protagonista di due lungometraggi animati assoltuamente da recuperare. Il primo si intitola Batman: Assault on Arkham ed è ambientato nell'universo narrativo dei videogiochi della serie Batman Arkham. Il film segue Amanda Waller mentre recluta un team composto da Deadshot, Harley Quinn, King Shark, Killer Frost, Captain Boomerang e Black Spider per una pericolosa missione all'interno del Manicomio di Arkham: l'obiettivo è quello di eliminare l'Enigmista. Il film è disponibile sottotitolato in italiano disponibile per il noleggio e la vendita su diverse piattaforme streaming.

Il secondo lungometraggio invece è inserito nella continuity DC Animated Movie Universe e si intitola Suicide Squad: Hell to Pay. Nel film, Amanda Waller, che scopre di avere un cancro, riunisce un team composto da Deadshot, Harley Quinn, Captain Boomerang, Bronze Tiger, Killer Frost e Copperhead per recuperare un misterioso biglietto che promette la salvezza dall'Inferno. Tuttavia, la Task Force X non è l'unica squadra a caccia dell'artefatto, poiché devono confrontarsi con Vandal Savage, sua figlia Scandal e il temibile Professor Zoom. Suicide Squad: Hell to Pay è disponibile doppiato in italiano disponibile per il noleggio e la vendita su diverse piattaforme streaming.

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La Suicide Squad ha fatto diverse apparizioni anche in TV. In Smallville viene introdotta nella Stagione 10 e la squadra è composta da Rick Flag, Deadshot, Plastique e Warp. A dare loro ordini si ritrova persino Chloe Sullivan. Nell'Arrowverse invece la Suicide Squad è stata presentata nella serie Arrow a partire dalla Stagione 2 con un episodio intitolato enfaticamente Suicide Squad. Nel corso delle stagioni successive la squadra è apparsa in diverse incarnazioni con una cast di personaggi che compreva fra gli altri Deadshot, Bronze Tiger e Captain Boomerang.

La Suicide Squad nei videogiochi e negli altri media

La Suicide Squad ha fatto delle apparizioni nei videogiochi della serie Batman Arkham sviluppati da Rocksteady Studios, offrendo dei cammei significativi. Inoltre, la squadra compare anche nel gioco Batman: The Enemy Within. Nella serie LEGO Batman, la Suicide Squad appare in LEGO Batman 3: Beyond Gotham e in LEGO DC Super-Villains. Un videogioco tie-in basato sul film del 2016 è stato pubblicato per dispositivi Android e iOS.

Nel 2020 durante il DC FanDome è stato annunciato ufficialmente da Rocksteady Studios Suicide Squad: Kill the Justice League. Si tratta di un gioco d'azione in terza persona ambientato nell'universo dei fumetti DC, in cui i giocatori controlleranno i membri della Suicide Squad (Deadshot, Harley Quinn, King Shark e Captain Boomerang) incaricati di eliminare i membri della Justice League, sotto il controllo mentale di Brainiac. Il gioco è previsto per il 2023 e sarà disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

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