A metà tra uno sketch book, un quaderno di appunti ed un diario, Dov'è nato Totoro (Totoro no Umareta Tokoro) si presenta al lettore come un delicato viaggio nel viale dei ricordi del maestro Miyazaki: difatti, il nuovo titolo edito Mondadori ci trasporta dietro le quinte della creazione del simbolo dello studio Ghibli, protagonista di una delle opere più celebri del sensei, Il mio Vicino Totoro.
Forti dell'itinerario, il sentiero battuto dal narratore è ricco di illustrazioni, fotografie, dolci riflessioni e divertenti aneddoti: immersi nella natura incontaminata, avvolti da alberi, piante e fiori variopinti, passeggiamo adagio-adagio alla destra del celebre disegnatore e regista, da Kaminoiyama a Tokorozawa.
- Esplorando il viale dei ricordi del maestro Miyazaki
- Totoro, un idiota dalle forme semplici
- Un contenuto bucolico ed immersivo
- Delicatezza e magia: connubio tra foto, parole ed illustrazioni
Esplorando il viale dei ricordi del maestro Miyazaki
In tutta onestà, non è che solo il fatto di vedere Tokorozawa mi abbia spinto a realizzare il film.
Primavera, estate, autunno, inverno, la luce dell'alba illumina le colline di Sayama (nella prefettura di Saitama) e risveglia i coniugi Miyazaki dal torpore della notte: è così che ha inizio il nostro viaggio tra i luoghi che hanno ispirato il maestro nella creazione di Totoro (e non solo).
Intenti a sfogliare le circa 80 pagine che compongono questo gioiellino per completisti della storia dello studio Ghibli, ci imbattiamo nelle illustrazioni di Akemi Miyazaki che, come una carezza al cuore, ci mostrano l'incanto del bosco, chiarendo quanto importante e fondamentale sia il manto naturalistico nella vita del sensei: insetti, piante fitte-fitte, erbacce che continuano a proliferare, ruscelli limpidi in cui giocare e pescare.
Mentre lavoravo ad Heidi dovendomi occupare dei layout, per poter disegnare le painte e le erbe sono andato a documentarmi in loco: sono tornato a casa con la sensazione che il verde del Giappone fosse più bello.
Laggiù di verde ce n'era tanto [...], ma ho pensato che i paesaggi nipponici fossero di gran lunga più ricchi.
Akemi Miyazaki: illustratrice talentuosa e moglie amorevole
Akemi e Hayao si conoscono nel 1965, durante la lavorazione del film intitolato Gulliver's Travels Beyond the Moon: in seguito, lavorando fianco a fianco alla realizzazione di Nausicaä della Valle del Vento e Il mio vicino Totoro, entrando addirittura a far parte della fondazione nota come Totoro no Furusato, un'associazione impegnata nel preservare i luoghi in cui è nato il personaggio.
Dopo aver dato prova di essere un'illustratrice di talento, la dolce Akemi si ritirerà dalla scena per badare ai suoi due figli, tuttavia non cessando mai di coltivare la sua passione per il disegno e la natura, tant'è che è proprio su questi due aspetti che si concentra la prima parte del libro.
Attraverso l'arte, la donna esplora le colline Sayama, puntando il focus sulle metamorfosi naturali causate dal susseguirsi delle Quattro Stagioni: le Ludwigia epilobioides che sorgono nelle risaie dei colli Sayama in estate, le Pertya scandens che ricoprono il terreno in autunno, le Rhododendron kaempferi che illuminano i boschi in primavera.
Nel bel mezzo di una moltitudine di fiori che brillano all'azzurro del cielo, lo sketch diary di Akemi ci riporta indietro nel tempo: una vita lenta, una vita verde, quella di un maestro che, con saggezza ed un tocco di arguzia, illustra ai lettori e all'intervistatore i luoghi che hanno dato vita al personaggio di Totoro.
Totoro, un idiota dalle forme semplici
A narrare gli episodi e farsi portavoce della passeggiata attraverso Hachikokuyama è il produttore dello Studio Ghibli, Toshio Suzuki, che con la sua macchina fotografica cattura i luoghi che hanno ispirato la nascita del protagonista morale de Il mio vicino Totoro, film del 1988 diretto da Miyazaki.
Il mostriciattolo viene definito dal suo stesso creatore un idiota dalle forme semplici:
Totoro, se proprio bisogna stabilire se sia stupido o intelligente, è infinitamente stupido. Cosa pensa? Di fatto, pensa? O forse non pensa a niente? Ecco, volevo disegnare un personaggio così, che non cerca di ingraziarsi gli altri, ne' si guarda intorno con occhi vivaci.
Fin dalle primissime pagine, il lettore viene invitato quasi a distaccarsi dalla realtà per approfondire gli antefatti che si celano dietro la creazione di un mondo sospeso tra quotidianità e fantasia: le pareti si assottigliano, sino a dileguarsi, finché tutto intorno a noi si tinge di verde.
Eccole, le memorie di Hayao Miyazaki, radici artistiche ed esperienze personali che hanno attinto dalla sua passione per la natura, tutti elementi che hanno dando vita alla maggior parte delle sue iconiche opere: Nausicaa della valle del vento, La Principessa Mononoke, Il Ragazzo e l'Airone, Il mio vicino Totoro, il motivo naturalistico e l'attenzione verso ciò che ci circonda sono il loro motore pulsante.
L'evoluzione di Totoro
Bisognava dargli una forma [alla presenza del bosco], ma non riuscivo a trovare quella adatta. L'unico indizio erano gli artigli che avevo visualizzato all'inizio. [...] Rischiava però di sembrare un orso, e non andava bene...poi, è diventato com'è adesso.
Miyazaki stesso manifesta il suo stupore nel constatare quanto Totoro sia divenuto simbolico nella cultura popolare nipponica, nonché emblema dello Studio Ghibli su scala mondiale: lui, realizzato in seguito alla vista della fermata di un bus, nato da una bozza incerta, un personaggio originariamente concepito come un mostriciattolo un po' sciocco e dai lunghi artigli.
Attraverso una serie di tavole ed interviste al regista, il volume cattura l'essenza della vita ed esplora l'evoluzione di Totoro, che da mostro-un-po'-tonto diventa l’amichevole spirito della foresta che incarna la fusione tra speranza di un futuro migliore (quasi bucolico) ed innocenza.
Perchè, diciamocelo, in un mondo dominato dalla tecnologia Totoro simboleggia la quiete, rammentando ai lettori l’importanza di rallentare e fermarsi ad apprezzare le piccole cose, accontentarci delle meraviglie che ci offre la Natura.
L'impatto di Totoro sulla cultura nipponica: da bozza a simbolo
Dove è nato Totoro traccia un percorso di crescita del personaggio che ha inizio nel Giappone degli anni 80, riflettendo su come il protagonista del film sia diventato un’icona in patria e simbolo dello Studio Ghibli in Occidente.
I motivi sono da ricercare nell'azione oculata di Miyazaki e dei suoi collaboratori che, toccando il cuore di spettatori di tutte le età, hanno (involontariamente) fatto in modo che il personaggio si guadagnasse un posto d'onore nell'universo delle mascotte, influenzando intere generazioni di artisti e registi (giapponesi e non).
Oltretutto, non è assolutamente da sottovalutare la dimensione ecologica che permea l’universo abitato da Totoro: attraverso un viaggio testimoniato da foto, illustrazioni e bozze, l'opera dimostra come l'armoniosa connessione (quasi spirituale) tra natura e vita umana sia un tema centrale non solo nel film, ma in gran parte del lavoro di Miyazaki.
Sicché, la pioggia che cade sulla verdi foglie degli alberi, le creature magiche, spiriti, colline e fiumi non sono semplici sfondi, ma co-protagonisti essenziali per l'andamento della trama e per lo sviluppo emotivo dei protagonisti, presentandoci Il mio vicino Totoro come un film dal sapore ecologista, ma che non cade mai nel didascalico.
Un contenuto bucolico ed immersivo
All'epoca, l'azienda per cui lavoravo si trovava a Tama, dove sopravvivevano ancora i terreni agricoli omonimo, e durante le pause passeggiavo parecchio.
[...] Mi capitava di imbattermi in scenari interessanti andando a zonzo a Tokorozawa e, quando accadeva, cancellavo mentalmente i nuovi edifici: individuavo, in questo modo, le fonti che poi prendevano forma.
La narrazione è scorrevole, divisa in più capitoli e paragrafi, sebbene nel complesso si soffermi sul mostrare il paesaggio naturale del Giappone, con un focus sulla vita rurale (e non) degli anni 50, periodo in cui Miyazaki è cresciuto: il maestro ci tiene a precisare quanto alcuni paesaggi siano cambiati, mentre altri sembrano essere rimasti fermi nel tempo.
Foreste rigogliose e verdeggianti, villaggi tranquilli immersi nella natura incontaminata, i ruscelli dei giochi d'infanzia, una ricostruzione profondamente radicata nei ricordi personali di Miyazaki, eppure memorie che riflettono una nostalgia del Giappone-che-fu: ogni elemento sbuca dai ricordi del maestro e prende vita al fine di rievocare un profondo senso di meraviglia, magia e quiete.
Qui non ha preso vita solo Totoro, bensì sono nati anche il Gattobus, nonché il viale alberato da cui sbuca il veicolo, ma anche l'ospedale in cui è ricoverata la madre di Mei e Satsuki, ispirato alla clinica Shin-yamanote, o ancora la casa di Kanta, identica ad un edificio realmente esistito.
Inno alla creatività
Quando iniziai a gironzolare nel bosco, per raccogliere rifiuti o per vari altri motivi, scoprii la sensazione della "presenza di qualcuno", l'aura della foresta. Si tratta di un piccolo bosco, ma qualcosa c'è.
Come già accennato in precedenza, Dove è nato Totoro offre anche uno sguardo dettagliato sul processo creativo di Miyazaki: grazie a interviste esclusive e delicati bozzetti risalenti al 1975 (ben 13 anni prima della realizzazione del film), il lettore è invitato a riflettere sulla capacità immaginativa del sensei, un uomo attento ai particolari e incuriosito, da sempre, dalla realtà che lo circonda.
Delicatezza e magia: connubio tra foto, parole ed illustrazioni
Uno degli aspetti più peculiari di Dove è nato Totoro è la miscela di generi e strumenti utilizzati per realizzare il libro: supporti fotografici, illustrazioni, interviste e sequenze descrittive, un mix che da vita ad un impasto creativo senza precedenti, in cui gli episodi sono narrati con sensibilità.
Il toccante e squisito omaggio all'opera di Miya che ne deriva trasporta il lettore nel passato del maestro, attraverso dettagli e riflessioni personali, provando che il rassicurante Totoro non è solo mascotte di uno degli studi più celebri del panorama dell'animazione nipponica, bensì anche emblema di speranza e pace: simbolo di quell'armonia idealizzata tra mondo umano e natura.
Il formato tascabile e cartaceo, con copertina rigida e sovra-copertina, è entrato a far parte della collana Oscar Ink di Mondadori: l'ottima traduzione dal giapponese all'italiano è ad opera di Asuka Ozumi, a cura di Gianmaria Tammaro.
Il libro Dove è nato Totoro è disponibile per l'acquisto (online o in libreria) dal 3 settembre 2024 al prezzo di € 18.
immagine in evidenza Dove è nato Totoro, Mondadori
Commento
Voto di Cpop
85Pro
- Illustrazioni delicate che ricamano il sentiero della memoria del regista.
- Fotografie che catturano il susseguirsi delle stagione nella natura incontaminata.
- Intervista esclusiva ricca di aneddoti e riflessioni.
- Formato perfetto per completisti dello studio Ghibli.
Contro
- Nulla, se non che risulta troppo breve.
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