Pluto, recensione: l'Astro Boy di Urasawa conquista Netflix

Autore: Manuel Enrico ,

Robot e intelligenze artificiali sono state una forza trainante dell’immaginario nipponico nel secondo dopoguerra, mostrando un approccio profondamente diverso da quello occidentale. Dove la sci-fi americana continuava a mostrare una certa ritrosia verso robot e intelligenze artificiali, la fantasia giapponese costruiva su questi nostri cugini metallici una mitologia antitetica, incarnata in primis da Astro Boy. Il celebre robot dai tratti infantili creato da Osamu Tezuka si è trasformato in un simbolo del fumetto sci-fi, divenendo un’icona talmente potente da affascinare anche un mangaka del calibro di Naoki Urasawa, che ha ambientato in questo universo la sua miniserie Pluto.

A quest’ultima ha guardato Netflix in cerca di ispirazione per il suo nuovo anime, Pluto. Il servizio streaming di Reed Hastings è particolarmente attento al settore degli anime, come mostrato recentemente anche da Castlevania: Nocturne, e in un periodo in cui temi come intelligenze artificiali e rapporto uomo-macchina sono all’ordine del giorno, una trama come quella di Pluto era una tentazione troppo forte per rimanere inascoltato.

Pluto: umani e robot al centro del nuovo anime di Netflix

Il manga di Urasawa, già amato autore di opere come 20th Century Boys e Monster, nasce come racconto corollario di uno degli archi narrativi più celebri del manga di Tezuka, Il più grande robot del mondo. Pur assimilando le tematiche care al creatore di Atom, nome originale di Astroy Boy, Urasawa reinterpreta queste suggestioni calandole all’interno di una storia che espanda i confini narrativi di Tezuka, introducendo altri elementi, trasformandolo in un’indagine dai ritmi serrati. Se questa impostazione ha reso Pluto un manga particolarmente avvincente, la scelta di Masao Maruyama e di Studio 2 di preservare con quante più fedeltà possibile lo spirito originale dell’opera di Urasawa nella sua trasposizione animata ha conferito al nuovo anime di Netflix di velarsi una visione estremamente afffascinante.

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Pluto
Pluto

In un futuro non troppo lontano, la scienza robotica ha fatto tali progressi che i robot sono ora talmente simili agli umani da essere indistinguibili. Anche modelli meno sofisticati hanno sviluppato una tale personalità da aver sviluppato legami famigliari e rapporti che echeggiano l’emotività umana. Questo comporta la nascita di una nuova società, governata da alcune proposte legislative che mirano a creare un nuovo mondo in cui esseri umani e sintetici possano convivere pacificamente. Memori deli orrori della 39esima Guerra di Pacificazione, umani e robot sono ora in cerca di una nuova pace, una convivenza auspicata da molti che viene misteriosamente interrotta.

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A sconvolgere questa utopica convivenza è una serie di morti misteriose, che coinvolge tanto robot quanto umani, accumunati dalla volontà di dare vita al sogno di una pacifica convicenza. Questa serie di assassini sconvolge queste intenzioni, ma scatena la curiosità dell’investigatore Geischt, che si mette a indagare sul temibile assassino. Anch’egli un robot, Gesicht intuisce come dietro queste azioni ci sia un’unica minaccia, che pare interessata a colpire i sei robot più celebri al mondo, oltre ai loro sostenitori umani. Considerato il suo particolare modus operandi e la peculiare costruzione delle scene del delitto, il killer senza nome viene ribattezzato Pluto, in riferimento al dio della morte della mitologia romana.

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Il serial killer sembra avere una lista particolarmente precisa delle sue vittime. Questi Sette robot hanno una presenza umanoide, con l'eccezione del gigante di ferro svizzero Mont Blanc. Oltre a Gesicht e Mont Blanc, in questo elenco figura anche il giapponese Atom, noto come il ragazzo robot con l'intelligenza artificiale più avanzata al mondo, i massicci guerrieri Brando e Hercules, il devastante ma sensibile robot da combattimento North No 2, e il delicato australiano Epsilon, che nelle opere di Tezuka era una ginoide dalla pelle verdognola. Quest'ultima, noto per il suo carattere pacifista, è l'unico che ha rifiutato di partecipare alla trentanovesima guerra dell'Asia Centrale, un conflitto in cui la Tracia è entrata in guerra con la Persia, una decisione saggia considerando la sua potenza, equiparabile a una testata termonucleare.

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Nel corso della sua indagine, Gesicht viene aiutato non solo da Atom, ma anche da Brau1589, un robot confinato in una prigione dove gli è impedito di muoversi come punizione per il suo crimine: aver tolto la vita a un essere umano. . Gesicht intraprende un viaggio per incontrare gli altri super robot, avvisandoli della minaccia, e durante questi incontri, si rende conto di quanto sia avanzata e autentica la loro umanità, al punto da renderli esseri umani a tutti gli effetti. Alcuni di questi robot, come Uran, la sorella di Atom con capacità telepatiche, e Epsilon, un individuo empatico, suggeriscono implicitamente che i robot potrebbero rappresentare il prossimo passo nell'evoluzione umana.

Nel corso della serie, i robot esibiscono un'ampia gamma di emozioni, che vanno dalla rabbia alla gratitudine, dalla compassione all'affetto. Va sottolineata l'eccezionalità del character design: ogni personaggio ha tratti distintivi e riconoscibili, che rimangono fedeli all'originale, e questi tratti sono fondamentali per esprimere in modo impressionante le emozioni, che costituiscono il cuore pulsante della narrazione in questa serie.

Emozioni robotiche e perfidia umana

Pur traendo ispirazione dall’opera del Sensei Tezuka, Pluto non tradisce influenze più moderne. La definizione della personalità dei robot e la loro relazione con gli umani mostrano di avere fatto propria la lezione di opere come Blade Runner, soprattutto in merito alla caratterizzazione dell’aspetto emotivo e morale della storia. Aspetti che vengono intrecciati a una visione di stampo asimoviano, da cui sono stati evidentemente tratti elementi come la legislazione comportamentale degli androidi, ispirata alle Tre Leggi della Robotica

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Scevro di questi echi di altri maestri del genere, Pluto preserva una propria personalità che lo rende un affascinante ritratto di un’umanità in divenire, espressa con particolare intensità proprio dai robot protagonisti. I rapporti tra i diversi personaggi sono adatti alle meccaniche di una narrazione thriller, in cui verità taciute emergono lentamente, portando lo spettatore a sentirsi sempre più attratto da questa indagine. Merito della scelta di preservare quanto più possibile gli stilemi narrativi di Urasawa, noto per la sua inconfondibile pratica di imbastire racconti articolati e di ampio respiro, non vincolati a una  story line rigida ma animati da deviazioni improvvise, aperture apparentemente fuori contesto ma che tendono infine a risultare parte di un più articolato affresco. 

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Pluto è un thriller d'azione, ma anche un'opera ricca di dialoghi significativi. I momenti migliori della serie si trovano nelle conversazioni tra i personaggi, dalle interazioni con Brau 1589, rielaborazione robotica di Hannibal Lecter che aiuta il protagonista nelle indagini, all'incontro tra Gesicht e la moglie-robot di una delle prime vittime. Queste conversazioni evidenziano in modo efficace che questi personaggi sono macchine dotate di emozioni che spesso non sanno come elaborare, mettendo in discussione il confine tra umano e artificiale. Questo confronto costringe gli umani a riflettere sul trattamento riservato ai robot e, in generale, al concetto di umanità. Sebbene non sia un concetto rivoluzionario, è presentato con grande abilità nell'anime

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Pluto
Pluto

Pluto nella sua versione animata, risulta appassionante anche per l’ottimo lavoro sul piano tecnico. Sotto la regia di Toshio Kawaguchi, un veterano dell'animazione coinvolto in progetti storici come Akira e Neon Genesis Evangelion, e prodotta da M2, lo studio fondato da Masao Maruyama (precedentemente fondatore di MAPPA e Madhouse), la miniserie è composta da otto episodi, ciascuno della durata di circa un'ora, corrispondenti a ciascun tankobon della serie originale. La narrazione rispetta fedelmente il ritmo e il flusso della storia, anche se a volte questo rende più complesso gestire un cast così ampio in un medium audiovisivo, tuttavia, l'anime cattura in modo straordinario lo stile di disegno di Urasawa. Questo stile, meno cartoonesco rispetto al mondo visivo di Tezuka, è realistico ma altrettanto carismatico, portando sullo schermo tutti i suoi dettagli distintivi: dai nasi rotondi e larghi alle acconciature, dalle rughe alle linee ben definite che si stagliano contro gli sfondi.

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Pluto
Pluto

La natura articolata della trama di Pluto e la sua enfasi sul piano emotivo dei personaggi rende la serie una visione rivolta a un pubblico in cerca di un racconto sci-fi tradizionale, in cui dilemmi etici e morali di grande spessore si scontrano con situazioni strazianti, complice la presenza di dialoghi ben articolati. Un valore che si apprezza anche con l’audio in inglese, considerato che Pluto non è stato adattato in italiano, presente invece come sottotitoli, che però mancano di cogliere la reale profondità di alcuni passaggi. Nonostante questo elemento discordante in una produzione altrimenti impeccabile non priva Pluto del fascino di un’ottima serie di fantascienza, rivolta a un pubblico maturo e vicino a tematiche contemporanee. 

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Commento

cpop.it

90

La natura articolata della trama di Pluto e la sua enfasi sul piano emotivo dei personaggi rende la serie una visione rivolta a un pubblico in cerca di un racconto sci-fi tradizionale, in cui dilemmi etici e morali di grande spessore si scontrano con situazioni strazianti, complice la presenza di dialoghi ben articolati. Un valore che si apprezza anche con l’audio in inglese, considerato che Pluto non è stato adattato in italiano, presente invece come sottotitoli, che però mancano di cogliere la reale profondità di alcuni passaggi. Nonostante questo elemento discordante in una produzione altrimenti impeccabile non priva Pluto del fascino di un’ottima serie di fantascienza, rivolta a un pubblico maturo e vicino a tematiche contemporanee.

Pro

  • Racconto sci-fi di grande impatto
  • Fedeltà al manga di Urasawa
  • Ottima realizza tecnica

Contro

  • L'assenza del doppiaggio italiano può scoraggiare
  • Non adatto a chi cerca una visione rilassata e poco impegnativa
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