Nathan Never: il futuro dell'avventura bonelliana

Nathan Never: il futuro dell'avventura a fumetti di Sergio Bonelli Editore, tra cyberpunk, alieni, multiversi e minacce robotiche

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Autore: Manuel Enrico ,

Nathan Never lo sa. È come se fosse accaduto ieri: le edicole italiane furono invase da poster che suscitavano la curiosità dei lettori di fumetti, accennando a creature misteriose e a scenari fantascientifici, creando un'enorme attesa per il nuovo arrivato della casa editrice Bonelli. Eppure quel "ieri" risale al 1991, quando un gruppo di giovani autori, ottenuta la fiducia della casa editrice milanese, ha ampliato l'offerta fumettistica che comprendeva già Indagatori dell'Incubo e Detective dell'Impossibile, introducendo un investigatore del futuro, Nathan Never.

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Sono passati tre decenni dal suo debutto con Agente Speciale Alfa, ma il Musone, come affettuosamente è stato soprannominato Nathan, continua a occupare un ruolo centrale nell'universo bonelliano. Le avventure dell'Agente Speciale Alfa si sono rivelate una piattaforma sperimentale per la casa editrice, che, proprio grazie a Nathan Never, ha abbracciato dinamiche narrative differenti rispetto alle sue produzioni precedenti.

Nathan Never: il futuro dell'avventura bonelliana

Al giorno d'oggi, se pensiamo al pantheon dei personaggi della casa editrice Bonelli, tendiamo a identificare nell'agente Alfa il simbolo stesso della fantascienza all'interno dell'azienda. Tuttavia, il primato che Nathan Never si è guadagnato non deriva soltanto dal fatto di essere stata la prima serie di fantascienza con il marchio Bonelli, ma anche dal suo abile modo di interpretare diversi generi della tradizione della narrativa di anticipazione.

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Nathan Never
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In un certo senso, Nathan Never ha aperto la strada ad altre serie che hanno poi abbracciato la fantascienza come elemento centrale della propria identità, come Gregory Hunter o Orfani. Il Musone rimane comunque il personaggio fantascientifico per eccellenza della casa editrice milanese, e non possiamo trascurare come questo traguardo rappresenti l'apice di una lunga presenza di elementi di fantascienza all'interno della produzione bonelliana.

La fantascienza bonelliana

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La presenza della fantascienza nella casa editrice Bonelli non era assente prima dell'avvento dell'universo di Nathan Never. Alcune testate storiche, come Zagor, avevano intrigato i lettori presentando antagonisti chiaramente ispirati alla narrativa di fantascienza classica. Allo stesso tempo, personaggi con vite avventurose e misteriose esploravano il tema della fantascienza attraverso una chiave narrativa incentrata sul mistero e sull'inesplicabile, raccogliendo l'eredità di serie televisive come The Twilight Zone e anticipando di diversi anni un cult come X-Files. Tuttavia, all'interno di questa varietà di storie e personaggi, la presenza della fantascienza nell'universo bonelliano era quasi un gioco divertente, utilizzato per spingere i personaggi verso territori inesplorati, ma non rappresentava il fulcro principale della narrazione.

Riflettendo su figure come Hellingen, sulle trame di Altrove e sulle indagini misteriose del Buon Vecchio Zio Marty, emerge un quadro in cui la fantascienza all'interno della casa editrice Bonelli sembrava solamente toccare leggermente i confini. Si affidava a una concezione della fantascienza che abbracciava il gusto classico, profondamente influenzato dall'era pulp e da una visione avventurosa e, in certa misura, romantica. È importante considerare che questa presenza nella produzione di Bonelli era il risultato dell'esperienza degli autori che erano cresciuti con opere classiche, anteriormente alla grande rivoluzione nel canone narrativo della fantascienza, avvenuta verso la fine degli anni '70 e i primi anni '80. Questo terreno fertile aveva visto emergere capolavori come Alien, Blade Runner e la rinascita di Star Trek, opere che avevano suscitato l'interesse di una nuova generazione di scrittori.

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Nathan Never
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D'altra parte, la rivoluzione della fantascienza nel panorama letterario e cinematografico inevitabilmente ha fornito nuove ispirazioni, segnando un'interpretazione innovativa anche nel mondo dei fumetti. Come spesso accade nel discorso sulla fantascienza, la rappresentazione di mondi futuri costituisce una metafora perfetta per il mondo contemporaneo, seguendo l'insegnamento di maestri come Dick e movimenti letterari come il cyberpunk, che proprio negli anni '80 stava emergendo come la "nuova frontiera" della fantascienza grazie a autori come William Gibson. Questo rinnovato interesse per la narrativa di anticipazione inevitabilmente ha influenzato anche il modo di trattare il genere nei fumetti, aprendo a nuove prospettive e possibilità creative.

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 Indubbiamente, queste nuove correnti ebbero un impatto significativo su tre giovani appassionati sardi, che presero la loro passione per la fantascienza e il mondo dei fumetti come motore creativo per dare vita a un nuovo personaggio: Nathan Never.

Nathan Never, Agente Speciale Alfa

Nel 1985, la casa editrice Bonelli vide l'ingresso di tre autori provenienti dalla Sardegna: Antonio Serra, Michele Medda e Bepi Vigna, noti come il 'trio dei sardi'. Sebbene le prime esperienze del trio fossero legate a Martin Mystère e Dylan Dog, già allora avevano in mente la creazione di un personaggio destinato a diventare il punto di riferimento della fantascienza nel panorama dei fumetti italiani. Ispirati dalle correnti della fantascienza dell'epoca, sia letteraria che cinematografica, la loro concezione della narrativa sci-fi era fortemente influenzata dal cyberpunk e dal nuovo linguaggio emergente nel cinema, dove opere cult come Blade Runner avevano imposto una nuova immaginazione collettiva.

Si dedicarono a plasmare questo personaggio e l'apice di questo lavoro avvenne nel 1989, quando i tre autori presentarono all'editore la proposta per una nuova pubblicazione incentrata su un investigatore del futuro

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Nathan Never
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La formazione culturale dei tre autori è stata probabilmente il reale valore aggiunto di Nathan Never. A differenza della precedente generazione di sceneggiatori, il trio sardo non ha sviluppato il suo immaginario sci-fi esclusivamente basandosi sulla produzione americana (sia cinematografica che letteraria). Essi hanno potuto beneficiare del rinnovamento del genere grazie allo sviluppo di una nuova concezione di fumetti supereroici, in particolare quello proveniente dall'era della Silver Age, con uno sguardo anche al fumetto di genere francese e la loro anticipazione dell'impatto del fumetto e dell'animazione giapponese.

In un certo senso, Nathan Never è il risultato sia dell'influenza di Blade Runner sia di Akira, è il prodotto di molteplici mondi che hanno profondamente influenzato il trio di autori. Questi autori hanno svolto un lavoro accurato nell'integrare le varie sfumature di questi molteplici stimoli, creando così un personaggio concreto e ben definito.

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Ispirato alla figura di Rick Deckard di Blade Runner, il personaggio, inizialmente denominato Nathan Nemo, fu affidato alla realizzazione grafica di due disegnatori, Claudio Castellini e Dante Bastianoni. Tuttavia, il primo nome scelto non convinse del tutto Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystére e autore di lunga data della casa editrice Bonelli. Egli sollevò un'obiezione superstiziosa, legata al nome di una casa editrice fallita, proponendo quindi un'alternativa: Nathan Never. Tra i due progetti grafici, alla fine fu scelto quello di Claudio Castellini, che non solo disegnò il primo numero (Agente Speciale Alfa) ma divenne anche il copertinista ufficiale della serie. Dopo una prima avventura di 14 pagine, il Numero Zero, pubblicato nella primavera del 1991 da Alessandro Distribuzioni, l'esordio ufficiale nelle edicole avvenne nel giugno dello stesso anno.

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Nathan Never
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Da un punto di vista narrativo, Nathan Never rappresenta una svolta per la tipica narrativa della casa editrice milanese. Le serie precedenti, sia quelle storiche che le più recenti in quel periodo (come Martin Mystère e Dylan Dog), erano strutturate in modo più libero, prive di una continuità serrata che caratterizzava invece il fumetto supereroico, dove i personaggi crescono insieme al loro mondo durante lo sviluppo della serie. La passione del Trio dei Sardi per questo tipo di narrazione li spinse a tentare questo approccio differente, specialmente su insistenza di Antonio Serra, che vedeva una continuità ben definita e dinamica come un punto di forza del loro progetto.

Non è quindi casuale che in Nathan Never si abbia un personaggio in costante evoluzione all'interno di un contesto sociopolitico mutevole nel tempo, sia come risultato delle azioni intraprese dal personaggio stesso, sia per fattori esterni a lui ma con un impatto diretto sulla sua vita. Sia attraverso maxi-saghe, un altro concetto introdotto da Nathan Never in Bonelli e derivato dalla passione degli autori per i fumetti supereroici, sia tramite personaggi ricorrenti, la narrazione della serie è un flusso continuo, che cerca di mantenere una propria coerenza, creando un mondo, o meglio, un universo, ben strutturato e coeso.

Altrettanto rilevante è il modo in cui si instaura un legame empatico con il lettore attraverso un citazionismo delicato e mai pretenzioso. All'interno della casa editrice Bonelli, l'uso di citazioni era già presente in alcune storie di Dylan Dog, sebbene in quella fase si trattasse più di un gesto accennato con cui lo scrittore Sclavi giocava con il lettore, spesso per alleggerire situazioni complesse con un tocco di umorismo. In Nathan Never, questo elemento viene reinterpretato per renderlo parte integrante della narrazione, operando su due livelli: la costruzione di un immaginario condiviso e un rispettoso omaggio.

Nel primo caso, i tre autori si sono ispirati a elementi che consideravano significativi, traslandoli nella loro essenza all'interno della narrazione che circonda Nathan. Questi elementi possono provenire dal corpus narrativo di Asimov relativo ai robot, reinterpretandoli in modo innovativo, oppure dalla rielaborazione di concetti noti in una forma nuova, come nel caso dell'ameba parassita Strikeshape, un omaggio allo xenomorfo di Alien.

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Questa approccio non cade mai nel citazionismo fine a se stesso, ma mira a costruire un mondo vivido e facilmente riconoscibile dagli appassionati di fantascienza. Questi lettori possono così trovare punti di riferimento per ampliare la loro esperienza con il personaggio, mentre i lettori neofiti possono scoprire nuovi concetti narrativi approfondendoli ulteriormente.

Diverso è il meccanismo dell'omaggio, che gli autori utilizzano come un inside joke con i lettori. Fin dal primo numero, compare alla fine il nome di Aaron N. Stack (La N sta per Nathan, spero non ti dispiaccia), citando con delicatezza il Machine Man di Kirby. Questa condivisione di passione tra autori e lettori continua in alcuni titoli di albi, come in Il monolito nero (storia di Bepi Vigna, Michele Medda, Antonio Serra, disegni di Germano Bonazzi) e Io, Robot (storia di Antonio Serra, disegni di Dante Bastianoni). Inoltre, gli autori inseriscono espedienti narrativi che omaggiano icone della cultura popolare, come ad esempio la scelta di introdurre androidi dotati dei poteri dei Fantastici Quattro in L'ora della Vendetta (storia di Federico Memola e Antonio Serra, disegni degli Espositi Bros) o l'introduzione del personaggio dell'androide Link in L'orrore sopra di noi, con evidenti richiami a Star Trek: The Next Generation e Godzilla.

Il mondo di Nathan Never

Come accennato, il palcoscenico delle avventure di Nathan Never è un mondo futuro credibile. L'intento di creare una fantascienza plausibile ha portato a un universo in cui Nathan si muove, seppur distante dalla nostra epoca, è comunque un prodotto dei nostri tempi. Esplora concetti che al giorno d'oggi potrebbero essere ancora in fase embrionale o puramente teorica, offrendoci una prospettiva di possibili sviluppi futuri. Dall'esplorazione spaziale alla manipolazione genetica, grandi temi della narrativa fantascientifica sono trasportati in Nathan Never con una precisione che dona al lettore la sensazione di un futuro plausibile, quasi probabile.

Il coinvolgimento del lettore è ulteriormente favorito dall'introduzione, nei primi numeri, di una rubrica alla fine del volume chiamata Il mondo di Nathan Never. Questa rubrica presentava schemi tecnici di veicoli o dettagli specifici dell'ambientazione, contribuendo a creare una base pseudo-scientifica che conferiva ulteriore concretezza al contesto narrativo.

Questo mondo è radicalmente diverso dal nostro tempo attuale, in seguito a un cataclisma che ha drasticamente modificato la geografia del pianeta, causando disastri ecologici. In questo nuovo ordine sociale scaturito da tale tragedia, il governo mondiale ha promulgato il Callaghan Act, una legge che consente la formazione di agenzie di sicurezza pubblica e vigilanza. Queste agenzie collaborano con le forze di polizia tradizionali per contrastare una criminalità sempre più sofisticata e ben attrezzata. Nathan Never appartiene a una di queste agenzie, l'Alfa, assumendo un ruolo centrale nell'affrontare le sfide di questo mondo in evoluzione.

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Nathan Never
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Precedentemente membro della Fanteria dello Spazio, Nathan abbandona l'esercito per unirsi alla polizia militare, animato dalla determinazione di eccellere nel proprio ruolo, affrontandolo con una certa spavalderia. È sposato con Laura e padre della piccola Ann, ma cede alla passione per un sostituto procuratore di nome Sara McBain, una scelta che lo porterà lontano dalla famiglia quando un criminale di nome Ned Mace, desideroso di vendetta, uccide sua moglie e rapisce la figlia. Questa tragedia lo devasta e porta Nathan a lasciare la Terra per ritirarsi presso il tempio Shaolin di Tersicore.

Qui viene raggiunto da Edward Reiser, direttore dell'Agenzia Alfa, il quale gli offre un lavoro come agente investigativo per poter pagare le spese necessarie per curare la figlia Ann, ritrovata recentemente e gravemente traumatizzata dall'esperienza, sviluppando una forma di autismo.

Nonostante sia un eccellente combattente e possieda un notevole acume investigativo, Nathan si distingue dal tradizionale eroe dei fumetti. A differenza dei personaggi tipicamente eroici, Nathan si evidenzia per la sua umanità, particolarmente enfatizzata attraverso le sue debolezze. Storie come il doppio episodio L'Abisso delle Memorie - L’Undicesimo Comandamento (storia di Michele Medda, disegni di Nicola Mari) contribuiscono a mostrare i tormenti interiori di Nathan, lontani dalla tipica ferita originaria dei fumetti supereroici, ma piuttosto declinati in una dimensione più realistica e tangibile per il lettore. Questo aspetto contribuisce a rendere Nathan uno dei personaggi più realistici all'interno del panorama bonelliano.

L'universo Alfa

La nascita concettuale dell'investigatore del futuro della casa editrice Bonelli ha portato i suoi autori a non sviluppare solamente un ambiente, ma a creare un vero e proprio universo per Nathan Never. Approfondendo concetti fondamentali della narrativa fantascientifica, quali viaggi nel tempo e universi paralleli, hanno ampliato ciò che potrebbe essere stato un ambiente classico in una visione più ampia della continuità del personaggio. Questo ha permesso la nascita di serie spin-off, sia focalizzate su personaggi legati a Nathan che immaginando universi alternativi, delineando un cosiddetto Universo Alfa, come una delle serie collegate al mito di Nathan Never.

All'interno di questa visione innovativa per la casa editrice, si è posto l'accento sul concetto di saghe, complessi archi narrativi che coinvolgono Nathan per lunghi periodi, ponendo le basi per rivoluzioni all'interno del suo universo. Capitoli come la Saga Alfa, la Guerra dei Mondi o la presenza di nemici che hanno un impatto rilevante su vasti orizzonti temporali, come i Tecnodroidi o Aristote Skotos, costituiscono elementi chiave della continuità di Nathan Never. Questo ha permesso agli autori di dimostrare come anche la serialità italiana fosse in grado di creare un complesso mondo narrativo.

Il cambiamento di paradigma narrativo ha avuto un impatto significativo, trasformando Nathan Never in uno dei personaggi più amati e apprezzati all'interno della casa editrice milanese. Non soltanto per la capacità di affascinare gli appassionati di fantascienza attraverso un'intelligente combinazione di citazioni e reinterpretazioni personali degli elementi classici del genere, ma anche per l'approfondimento emotivo del protagonista e dell'universo che lo circonda, in continua crescita ed evoluzione.

Il successo di Nathan Never ha portato il personaggio a essere scelto come simbolo di importanti collaborazioni della casa editrice con enti e istituzioni. Queste collaborazioni hanno fatto sì che l'Agente Alfa diventasse protagonista di volumi in cui, in collaborazione con l'ASI (Agenzia Spaziale Italiana), ha condotto i lettori alla scoperta dell'avventura spaziale, portando ancora una volta Nathan Never in luoghi mai esplorati prima da nessun personaggio del panorama bonelliano.

I volumi di Nathan Never

Recuperare la saga di Nathan Never non è semplice, considerata la lunga vita editoriale del personaggio. Come spesso accade in casa Bonelli, alcune delle saghe più importanti del mito di Nathan Never sono state raccolte in volume, comprese le citate collaborazioni con l'ASI. 

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