Silver Surfer: da araldo di Galactus a eroe cosmico

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Autore: Manuel Enrico ,

Nelle profondità dello spazio, una scheggia argentea viaggia a velocità impensabili, tra nebulose e buchi neri, in cerca di una risorsa essenziale per il suo padrone: pianeti di cui nutrirsi. È questo il destino a cui è condannato Norrin Radd, meglio noto come Silver Surfer, araldo di Galactus, il Divoratore di Mondi, una missione che lo porta a vagare nella galassia in una spietata selezione di mondi sacrificabili come patto faustiano con Galactus, per salvare la propria civiltà dall’annientamento.

Silver Surfer, sin dalla sua prima apparizione, si è contraddistinto come uno dei personaggi più drammatici del pantheon di Marvel Comics. Non è un caso che questo alieno dai poteri cosmici sia comparso all’interno della serie sci-fi della Casa delle Idee, Fantastici Quattro, che specialmente nei primi anni della Silver Age marveliana si è posta come l’erede della tradizione fantascientifica dell’editore, presentando viaggi nel tempo o strani alieni, come gli Skrull.

Silver Surfer, l'eroe cosmico di Marvel Comics

Era inevitabile, dunque, che la First Family marveliana incontrasse esseri cosmici, come Galactus e, per l’appunto, il suo araldo Silver Surfer. La bellezza di questo personaggio, come spesso accadeva in quegli anni, è figlia della sinergia tra due grandi menti della Casa delle Idee, Stan Lee e Jack Kirby. Gran parte dei personaggi nati nei primi anni sessanta, come Spider-Man o X-Men, sono figli di questo duo immortale, e anche Silver Surfer rientra in questa cerchia.

L’araldo che divenne eroe

Eppure, Norrin Radd non è stato un personaggio concepito sin dall’inizio come un protagonista. Il suo ruolo, infatti, ne denota l’origine, ossia una figura necessaria per dare maggior spessore al vero villain di una storia: Galactus. Il feroce Divoratore di Mondi, infatti, era il vero protagonista dello scontro con i Fantastici Quattro, ma un personaggio di questa levatura non poteva limitarsi ad apparire dal nulla, era necessario costruire un’entrata in scena degna della sua figura.

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A conferma di questa necessità, lo stesso Kirby confermò anni dopo che l’idea iniziale prevedeva che questo vorace semidio spaziale, nel suo vagabondare per lo spazio in cerca di nutrimento, fosse preceduto da un messaggero che ne annunciasse la venuta. Pur trattandosi di una storia dagli eventi toni sci-fi, Kirby, conscio di come si dovesse vincere la reticenza di Lee, decise di andare ben oltre la tradizione fantascientifica che prevedeva alieni capaci di viaggiare solo con astronavi, e decise di tentare una follia: un alieno su una tavola da surf.

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Silver Surfer

Inizialmente, questo espediente non convinse pienamente Lee, come lui stesso ha ricordato più volte:

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E poi, nel mezzo della storia su cui avevamo lavorato con tanta cura, c’era un pazzo che stava su una specie di tavola da surf. Pensai ‘Jack, questa volta sei davvero andato troppo oltre!’

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A convincere il Sorridente, fu l’idea di Kirby di non lasciare il futuro Silver Surfer nel ruolo di semplice apparizione. Anziché limitarsi a renderlo una presenza di contorno, un semplice subordinato del villain, Kirby intuì la potenzialità drammatica di Norrin.  Da semplice araldo, Silver Surfer diventa il servitore che si ribella al proprio padrone, un esser dotato di poteri non all’altezza di quelli del suo maestro, ma che non esista a utilizzare per aiutare i Fantastici Quattro ad opporsi a Galactus.

Questa svolta del personaggio, questo suo approccio slancio ribelle, convince definitivamente Lee, che vede in questa dinamica una storia che non sia solo fantascienza, ma che mostra un che di shakesperiano. Ed è grazie a questa visione che Silver Surfer esordisce con L’arrivo di Galactus (The Coming of Galactus, Fantastic Four #48, 1966), prima parte di un arco narrativo che con Il giorno del destino (If This Be Doomsday, Fantastic Four #49) e La saga di Silver Surfer (The Startling Saga of Silver Surfer, Fantastic Four #50) costituisce uno dei momenti cardine del mondo marveliano, la Trilogia di Galactus.

La caratura morale e il suo perfetto ruolo di osservatore esterno dell’umanità rese Silver Surfer un personaggio estremamente interessante. Dopo esser stato un personaggio ricorrente nelle storie della famiglia Richards, Norrin Radd ebbe modo persino di guadagnarsi una propria serie, The Silver Surfer.

Lee e Silver Surfer

A scrivere le storie di The Silver Surfer, disegnate da John Buscema tranne per l’ultimo capitolo firmato da Kirby, fu lo stesso Lee. La posizione di Silver Surfer, esiliato sul nostro mondo e portato quindi a confrontarsi con l’umanità e le sue criticità, consentì a Lee di realizzare alcune delle sue migliori storie sul piano della critica e del ritratto di una società fortemente contraddittoria.

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Pur avendo avuto vita breve, The Silver Surfer consolidò il mito del personaggio, che non sparì con la chiusura della sua serie. Diversi autori sfruttarono Norrin, a volte come antagonista altre come alleato, ma tutti dovevano scontrarsi con Lee, che rimase estremamente legato all’alieno, tanto da chiedere che venisse utilizzato il meno possibile.

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Silver Surfer

La sua possessività fece sì che solo nel 1987, dopo una storia a sé stante del 1982 realizzata con John Byrne, fosse possibile realizzare una nuova serie dedicata al surfista d’argento. Nonostante la reticenza di Lee, venne deciso di affidare il personaggio a Steve Englehart, che non solo vedeva un ricco potenziale nel personaggio, ma era intenzionato a liberarlo dalla condanna a vivere sulla Terra e riportarlo nello spazio.

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 Eppure, Lee non nascose mai la sua delusione per questa nuove serie:

Dopo che avevo dato via Spider-Man, qualcun altro fece Spider-Man, e qualcun altro fece anche i Fantastici Quattro e Dottor Strange e gli X-Men e tutti gli altri. Ero convinto che sarebbe stato bello, per me, essere l’unico scrittore di Silver Surfer, per questo mi sentivo un po’ contrariato quando lo scriveva qualcun altro. Mi sarebbe piaciuto esser l’unico. Se avessi saputo che volevano realizzare una nuova serie a tutti i costi, avrei trovato il tempo per farlo io stesso. Non avevo davvero il tempo, ma lo avrei trovato, anziché lasciarlo ad altro. E questa non è una critica a Steve o a Marshall, è che era una serie che avrei sempre voluto realizzare io.

Nonostante la reticenza di Lee, la serie firmata da Englehart coi disegni di Marshall Rogers è considerata la prima vera e propria costruzione di un più ampio universo con al centro Norrin Radd. In questa run, vengono introdotti elementi di politica galattica, con il ritorno sul pianeta natio di Silver Sufer, Zenn-La, ma quando Englehart si vide fissare dei paletti nel non potere utilizzare altri personaggi cosmici, come Mantis o Thanos, decise di mollare la serie, che venne affidato a un altro autore particolarmente vicino alla dimensione cosmica marveliana: Jim Starlin.

Fu una vera fortuna per il personaggio, che non solo venne coinvolto nei grandi eventi cosmici come la Saga dell’Infinito, ma che sotto Starlin prima e Martz poi ebbe modo di avere un proprio ecosistema di enimci e avversari, arrivando a essere non solo un personaggio completo, ma di godere anche di una serie di exploit in altri media, dai videogiochi alle serie animate.

In tutto questo, Lee ebbe comunque la possibilità di scrivere ancora una volta storia di Silver Surfer, l’ultima sceneggiata dal Generalissimo: Parabola. Considerata una delle migliori storie del personaggio, Parabola è vincitrice di un Eisner e si fregia dei disegni di uno dei grandi maestri del fumetto mondiale, Moebius.

Norrin Radd: salvare un mondo diventando uno schiavo

Cresciuto sul mondo di Zenn-La, Norrin Radd avrebbe sempre voluto esplorare il cosmo. Purtroppo la sua civiltà, nonostante la sua incredibile e avanzata tecnologia, ha perduto la curiosità di viaggiare tra le stelle, condannando Norrin a sognare avventure nello spazio. Nemmeno l’amore per la sua Shalla-Bal riesce a lenire questa sua mancanza, lasciando Norrin a sperare sempre di potere raggiungere le stelle più lontane.

A dare una possibilità a Norrin, tuttavia, è l’arrivo di Galactus, il Divoratore di Mondi. Questo esser cosmico vaga per l’universo in cerca di pianeti di cui nutrirsi, un eterno peregrinare che lo porta a vagare senza meta. Nel tentativo di salvare il proprio mondo, Norrin propone un patto all’entità: se risparmia Zenn-La, lui avrebbe solcato il cosmo per cercargli altro nutrimento in eterno.

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Silver Surfer

Galactus accetta questo patto, infondendo di Potere Cosmico Norrin, che diventa l’essere noto come Silver Surfer. Il piano originario di Norrin era di guidare il Divoratore di Mondi verso pianeti inospitali, ma l’entità obbliga il suo nuovo araldo a condurlo verso pianeti ricchi di vita. Una condanna che per secoli lo porta a condannare mondi, sino a quando non arriva sulla Terra.

Qui, dopo avere evocato il suo padrone, Silver Surfer rimane colpito dagli umani e da una famiglia in particolare, i Richards. Rivendendo in loro le origini della propria scelta, Silver Surfer ricorda di essere Norrin Radd e ciò che lo ha spinto a servire Galactus, decidendo infine di opporsi al suo signore e di lottare al fianco degli umani.

Da questa decisione, l’Araldo di Galactus diviene uno dei personaggi più affascinanti del pantheon cosmico marveliano.

L’umanità vista con gli occhi di Silver Surfer

In casa Marvel non mancano personaggi alieni, in senso etimologico, rispetto all’umanità tramite cui dare una visione distaccata della società. Da Captain Marvel a Namor, queste figure sono state utilizzate spesso come metro di paragone e giudici di un’umanità tutt’altro che perfetta, ma il ruolo cucito su Silver Surfer porta queste possibilità a un livello superiore.

Il suo aver vagato per la galassia, aver conosciuto e condannato migliaia di mondi, gli ha consentito di maturare una propria visione delle relazioni sociali, di come un mondo dovrebbe agire per creare una società che non sia un mero costrutto ma una realtà ‘umana’. Questo aspetto di Silver Surfer si è sempre palesato nelle sue avventure, nel modo in cui si pone anche nei confronti degli eroi marveliani, arrivando ad opporsi a loro qualora lo ritenga giusto.

È stato il punto di forza del personaggio, quel tratto che ha ammaliato Lee al punto di legarsi visceralmente a Norrin Radd. L’essere un osservatore esterno, il potersi interrogare sulla natura umana, scavando nei suoi meandri arrivando a non capire alcune meccaniche, stupendosi di come gli umani spesso siano spietati l’uno con l’altro.

In Requiem, durante un dialogo con Spider-Man, si palesa questa stupefatta, delusa visione dell’umanità da parte di Silver Surfer:

Stavo pensando che ci deve essere qualcosa che posso fare prima di andarmene. Sono stato sul tuo pianeta così a lungo…ammaliato dalla sua bellezza e confuso dalla vostra brutalità. Siete un’unica razza, con gli stessi obiettivi, gli stessi sogni, le stesse paure. Mangiate lo stesso cibo, dormite tutti nello stesso modo. Quindi dovete trovare un modo per differenziarvi…per giustificare il fatto di uccidervi gli uni con gli altri. Confini, nazioni, quartieri, religioni, nomi, mode. Uccidereste per un paio di scarpe.

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Silver Surfer oltre il fumetto

La centralità di Silver Surfer nel mito dei Fantastici Quattro è tale che non poteva mancare all’interno della vita cinematografica della famiglia Richards. Non poteva che essere quindi protagonista assieme alla First Family di I Fantastici Quattro e Silver Surfer (2007), in cui l’Araldo di Galactus viene interpretato da Doug Jones, attore specializzato nel dare vita a personaggi alieni o mostruosi (come il Saru di Star Trek: Discovery o l’Abe Sapiens di Hellboy).

Marvel Comics
Silver Surfer

Con l’arrivo del Marvel Cinematic Universe, e il successivo acquisto di Fox da parte di Disney, l’interesse per vedere i nuovi Fantastici Quattro si è fatto sempre più pressante. L’annuncio del cast del futuro film della famiglia Richards arrivato recentemente non si è limitato ad accendere ulteriormente gli animi, ma ha portato a che a speculare dell’eventuale presenza di Silver Surfer.

Le ultime notizie in tal senso sembra portarci a una versione alternativa del personaggio, in cui il ruolo di Araldo di Galactus non sia stato assunto da Norrin Radd, bensì dalla sua amata, Shalla Bal. Dovrebbe essere proprio lei, interpretata da Julia  Garner, la surfista argentea che apparirà nell’esordio all’interno del MCU dei Fantastici Quattro, che, dalle attuali notizie, sembrerebbe essere ambientato in una realtà alternativa rispetto all’universo principale del franchise.

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