Comprendere la portata epocale che Star Wars ha avuto sull'immaginario moderno è quasi impossibile. Tutti abbiamo qualche volta imitato il respiro di Darth Vader, sproloquiato con la cadenza di Yoda o fatto appello alla Forza, segno che la fantasia di George Lucas ha profondamente segnato la pop culture, spingendosi anche nella cultura di massa.
D'altronde, come diceva Marshall in How I met your mother, le uniche persone che non hanno visto Star Wars sono i protagonisti, perché loro hanno vissuto Star Wars. Affermazione iperbolica, ma che ben si concilia con un fenomeno culturale che dalla fine degli anni ’70 ad oggi ha influenzato in modo costante la nostra quotidianità. E tutto ebbe inizio con un primo capitolo che, già nel suo titoli, incarnava il tono della futura saga: Una Nuova Speranza.
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- Star Wars - Una Nuova Speranza: l'inizio della saga di Luke Skywalker
- Creare la galassia lontana, lontana
- Eroi del futuro in cerca di una storia
- Le ispirazioni di<em> </em>Star Wars
- L'influenza di Star Wars
Star Wars - Una Nuova Speranza: l'inizio della saga di Luke Skywalker
Dopo aver presentato a Cannes L’uomo che fuggì dal futuro, Lucas su avvicinato dalla United Artist, che gli propose di finanziare il suo progetto. Lucas decise, insieme al produttore Gary Kurtz, di acquistare i diritti del personaggio creato da Alex Raymond negli anni ‘30, ma dovette scontrarsi con l’invadenza dei detentori dei diritti sulle decisioni future e un costo che lievitava oltre ogni aspettativa.
In quel periodo ero ossessionato dall’idea di girare il remake della serie televisiva di Flash Gordon, ma non riuscii ad entrare in possesso dei diritti del personaggio. Feci qualche ricerca e scoprii che alla base della storia di Alex Raymond c’erano le opere di Edgar Rice Burroughs, in particolare la saga letteraria di John Carter di Marte. Continuando a scavare, scoprii che anche Jules Verne aveva progettato, senza mai riuscire a realizzarla, una storia in cui un eroe avrebbe dovuto lottare contro creature dello spazio.
Naufragato questo progetto, Lucas aveva ancora il suo accordo con la United Artist: la regia di due film. Il primo fu American Graffiti, il secondo avrebbe dovuto essere un film di fantascienza, a cui era stato dato il titolo di lavorazione provvisorio di The Star Wars.
Come raccontò anni dopo lo stesso Lucas:
Avevo in mente Star Wars ancora prima di iniziare il mio ultimo film, American Graffiti, e non appena lo terminai, mi misi subito a scrivere Star Wars, nel gennaio 1973. Ad esser onesti, scrissi ben quattro diversi screenplay per Star Wars, cercando i giusti ingredienti, personaggi e storia. Star Wars è sempre stata ciò che potremmo definire come una buona idea alla ricerca di una storia
Lucas iniziò a lavorare alla stesura del soggetto per il secondo film ad inizio 1973. The Journal of the Whills vedeva un giovane protagonista, C.J Thorpe, diventare allievo del maestro Jedi-Bendu Mace Windy; la storia era particolarmente complessa e lo stesso Lucas non era convinto del suo lavoro.
Il regista non si scoraggiò, ma decise di prendere la struttura narrativa de La fortezza nascosta di Kurosawa e adattarla ad un’ambientazione fantascientifica. La storia vedeva un perfido generale, al soldo del malvagio Impero, rapire una principessa ribelle, dando il via ad una missione di salvataggio. L’idea fu sottoposta, per motivi contrattuali, prima alla United Artist e poi alla Universal Pictures, che rifiutarono entrambe per il budget richiesto, troppo alto per esser accordato da un regista emergente.
Chi invece diede fiducia a Lucas fu la 20th Century Fox. Uno dei produttori, Alan Ladd Jr. era rimasto colpito dal lavoro di Lucas con L’uomo che fuggì dal futuro e American Graffiti, e volle puntare su questa nuova idea. Nel settembre 1973 a Lucas venne confermata la fiducia della major e si iniziò a scrivere la prima sceneggiatura di Star Wars.
Creare la galassia lontana, lontana
La prima forma di sceneggiatura di Star Wars si vide nel maggio del 1974, in cui comparvero elementi che poi sarebbero divenuti parti integranti del mito, come i Sith, la Morte Nera ed un protagonista giovane, inizialmente chiamato Annikin Starkiller. Questa prima stesura venne rielaborata lungo tutto il 1974, fino ad una seconda versione datata gennaio 1975, in cui vennero apportati grandi cambiamenti.
Il protagonista divenne un giovane contadino di nome Luke, mentre Annikin divenne il padre di Luke e un cavalieri Jedi. Il generale cattivo, Dart Fener, assunse un ruolo più importante nella storia, divenendo l’antagonista principale. In questa fase venne inserito il concetto della Forza, come elemento mistico che conferisce poteri straordinari. Non ancora convinto, Lucas mise nuovamente mano alla sua sceneggiatura per la prima parte del 1975.
Ad agosto di quell’anno la storia era nuovamente cambiata. Annikin venne eliminato, per esser sostituito dalla figura del mentore di Luke, Ben Kenobi, eroe Jedi amico del padre del giovane protagonista. Fu in questa fare che Lucas mise dei paletti anche a quelli che sarebbero divenuti gli elementi essenziali della storia
Quando scrissi la sceneggiatura avevo già pensato al passato di tutti i personaggi, per capirne le origini. Era necessario sapere da dove venissero tutti questi personaggi, come si sarebbero incrociati e quale fosse la loro storia. Creai delle brevi bozze con tutti questi dettagli, ma non avevo la minima idea di realizzarne un film, era semplicemente un breve storia di background su chi fossero stati i Jedi, cos’era la Repubblica e quale fosse il legame tra Obi-Wan e Vader
Il titolo provvisorio di queste sceneggiature era Adventures of Luke Starkiller, as taken from the Journal of the Whills, Saga I: The Star Wars. Già in questa fase si può notare come Lucas avesse ipotizzato di realizzare una narrazione più ampia che non si limitasse ad una sola pellicola. Lucas sottoscrisse in accordo con la 20th Century Fox che gli garantisse i diritti per due sequel, che avrebbero coperto il periodo di addestramento di Luke come Jedi, a patto che il primo capitolo della sua saga si rivelasse vincente.
Per non perdere tempo, Lucas coinvolse Alan Dean Foster, a cui diede il compito di scrivere due romanzi che raccontassero gli eventi successivi al primo film. L’idea era di avere già materiale pronto in caso si fosse dovuto lavorare ai sequel di Star Wars.
Il 1976 fu un anno critico per Star Wars. Lucas continuava a scontarsi con la dirigenza della 20th Century Fox, tra liti per il budget e dubbi sul successo del film. Lucas lavorò sotto costante tensione, continuando a togliere elementi dalla trama, sperando di poterli in seguito recuperare per altri capitoli del suo progetto, trasformando il primo episodio della sua saga in una storia autoconclusiva, inserendo la distruzione della Morte Nera come simbolo del crollo dell’Impero. Vennero anche cambiati il cognome del protagonista, considerato poco eroico e troppo violento, che divenne Skywalker, ed il titolo del film, che venne ridotto al semplice Star Wars.
In mezzo a tutte queste traversie, si arrivò al 22 marzo 1976, quando iniziarono le riprese di Star Wars, che debuttò nei cinema americani il 25 maggio 1977.
Eroi del futuro in cerca di una storia
Il primo capitolo della saga, Star Wars: Una nuova Speranza dovette scontrarsi anzitutto con la poca fiducia di coloro che ci lavorarono.
Alec Guinness, interprete di Obi-Wan, considerò inizialmente il film come ‘una favoletta da spazzatura’, eppure gli venne raddoppiato l’ingaggio pur di averlo nel cast. Ben presto l’attore inglese comprese le potenzialità di Star Wars, al punto che concordò con Lucas l’anticipo di parte del budget per la produzione in cambio del 2% dei proventi del film. Scelta che gli garantì una vecchiaia priva di pensieri, anche se ebbe parole contrastanti sul film, al punto che soffrì molto di esser associato da parte di giovani spettatori solamente al personaggio di Obi Wan, ultima maschera indossata al termine di una lunga carriera (Lawrence d’Arabia, Il dottor Zivago, Il ponte sul fiume Kwai).
Ma non fu il solo. Inizialmente, gran parte della troupe era convinto che si stesse girando un film per bambini. Kenny Baker (R2-D2) temeva che fosse un fallimento, Harrison Ford (Han Solo) criticò spesso i dialoghi, costringendo anche Lucas a provare in prima persona le battute dei dialoghi
Per arrivare al termine dei lavori su Star Wars, Lucas affrontò un vero calvario. Schivo ed introverso di natura, si chiuse ancora in più sé stesso, divenendo anche bersaglio di battute da parte della troupe, che ne derideva l’aspetto depresso. La pressione per la lavorazione di Star Wars causò a Lucas un infarto, al seguito del quale gli furono diagnosticati ipertensione ed esaurimento nervoso.
Tuttavia, giunto in sala Star Wars si rivelò un successo incredibile, al punto che Lucas fu subito incalzato per un sequel:
Quando all’uscita il primo film si rivelò un successo mi dissi ‘Ehi ho l’opportunità di fare altri due film’. Tutti mi chiedevano che altro avrei fatto e io rispondevo ‘ Diamine, potrei fare anche queste storie del passato dei personaggi, sarebbe interessante’. Fu lì che nacque l’idea di partire dal quarto capitolo, perché mi dissi che da quelle backstory avrei potuto trarre anche tre film. Quando il film ebbe successo, concretizzai qusta idea. Ma poi il pubblico cominciò a chiedere se avrei mai fatto dei sequel, e mi dissi ‘Cavolo, i sequel, potrei fare dei sequel e raccontare cosa succede dopo!’. MA all’epoca era una riflessione, non avevo ancora una storia né una sceneggiatura pronta
Le ispirazioni di Star Wars
Leggevo molta fantascienza da ragazzino, ma anziché leggere autori tecnicamente autorevoli e di fantascienza hard come Asimov, preferivo Harry Harrison, che mostrava una fantascienza più fantastica e a volte surreale. Sono cresciuto con questi esempi. Star Wars è un mosaico di questa influenze, mai mescolate in una storia in precedenza, mai giunte prima al cinema. A quello, si unirono influenze western, mitologia e la mia passione per i film sui samurai. Si tratta di un insieme di elementi che assieme coesistono magnificamente
Lucas riassume così le suggestioni che lo hanno guidato alla creazione di Star Wars. Da sempre, Star Wars è stato catalogato come fantascienza, ma la presenza di elementi magici e di archetipi narrativi del fantasy rendono difficile la catalogazione della saga in modo netto. Il confronto principale con cui Star Wars dovette cimentarsi era con le due grandi saghe fantascientifiche della letteratura: il Ciclo delle Fondazioni di Asimov e il ciclo di Dune di Herbert.
Dalla prima Lucas mutuò l’importanza della figura dei robot e la strutturazione di un forte impianto burocratico, identificato con il pianeta-città Coruscant, che ricorda la capitale dell’impero galattico di Asimov, Trantor. Da Dune sono mutati gli elementi più spirituali e ‘magici’, come Tatooine, ispirato al desertico Arrakis, o la presenza di una casta di magici guerrieri, i Jedi, ispirati alla figura delle streghe Bene Gesserit.
Lucas oltre alle letture adolescenziali, fu influenzato molto anche dai lavori dello studioso Joseph Campbell, in particolare il saggio L’eroe dei mille volti, in cui veniva elaborato il mito del viaggio dell’eroe, così comune a diverse mitologie. Specialmente nella prima trilogia, i dogmi elaborati nel saggio di Campbell risultano presenti in modo evidente, dal richiamo all’avventura di Luke al percorso iniziatico, con lo scontro finale contro la nemesi.
Lucas inserì all’interno di Star Wars anche riferimenti alla politica americana del periodo, in particolare alla politica di Nixon e alla sua gestione della guerra in Vietnam, una visione che Lucas sviluppò ai tempi in cui lavorò ad Apocalypse Now.
L'influenza di Star Wars
Se si parla di cultura pop, Star Wars è uno degli argomenti principe. Dall'uscita del primo film al cinema sino a oggi, l'universo creato da George Lucas è divenuto uno dei mondi immaginari più amati. Difficile trovare qualcuno che non abbia familiarità con le spade laser o ignori il respiro affanoso di Darth Vader, dimostrazione di come questa space opera sia divenuta parte integrante della cultura mondiale. Senza contare come la rivoluzione narrativa di Star Wars nel 1977 aprì una nuova stagione per intendere il cinema di fantascienza, portandolo in una dimensione più avventurosa e libera di esplorare nuove possibilità.
Non solo Star Wars è divenuto un motore della pop culture, ma la sua fama si è spinta anche oltre, arrivando ad aspetti del vivere sociale che nessuno si sarebbe immaginato. Basti pensare al celebre Che la Forza sia con te, in originale May the Force be with you, utilizzato per celebrare la vittoria elettorale della Tatcher o alla parodia Balle Spaziali, omaggio del re della comicità america Mel Brooks. O più semplicemente a quante volte ci è capitato di sentire beneauguranti incoraggiamenti che inneggiano alla Forza.
E tutto è cominciato tanto, tanto tempo fa in una galassia lontana, lontana.
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