The Last of Us: differenze e curiosità fra videogioco e serie TV

Autore: Elisa Erriu ,

Il videogioco di The Last of Us ha dato ai suoi giocatori l’opportunità di provare, combattere, ragionare e vivere come l’ultima parte (buona o cattiva?) di un’umanità che cerca disperatamente di restare aggrappata.

Nella serie tv trova largo spazio un approfondimento ulteriore, arricchito da tutte le sfaccettature che solo la settima arte può offrire: Pedro Pascal, nei panni di Joel, e Bella Ramsey in quelli di Ellie, come già anticipato nella nostra recensione di The Last of Us, sono due sopravvissuti credibili, con le proprie debolezze e le proprie forze.

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The Last of Us - una scena dalla serie tv

Ma non saranno gli unici grandi protagonisti e in questa prima stagione trovano spazio racconti inediti o parti arricchite che danno spessore e valore a tutta la serie, già pronta a contendersi il titolo di “adattamento migliore da un videogioco“. Cosa cambia però rispetto al videogioco e cosa gli sceneggiatori hanno inserito in modo visibile e meno chiaro in questo titolo pieno di luci e ombre?

The Last of Us: differenze e curiosità, tra game e serie tv

Joel: le differenze fra serie TV e gioco

Sopravvivere a un’epidemia fungina, sopravvivere alla perdita, sopravvivere: Joelil sopravvissuto più famoso di casa Naughty Dog con la voce (e il volto) di Troy Baker, è riuscito a sopravvivere anche ai fan più scettici del videogioco, ora che è stato interpretato da Pedro Pascal. 

I fan esistenti del franchise hanno (motivatamente) elogiato il fatto che la serie di The Last of Us riesca a rimanere fedele alla storia originale, pur prendendosi alcune libertà creative per adattarsi meglio al mezzo televisivo. Neil Druckmann, il creatore di The Last of Us il gioco nonché co-creatore della serie, insieme a Craig Mazin, ha voluto palesare alcune differenze tra il Joel dei giochi e quello rappresentato nella serie TV, tra cui il livello generale di brutalità del sopravvissuto.

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Come visto negli episodi andati in onda in Italia in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, in contemporanea assoluta con HBO, Joel è nel complesso più violento nei giochi, mentre il ritratto che propone Pedro Pascal risulta più morbido rispetto alla sua controparte.

Il direttore creativo ha motivato in più di un’occasione che la serie ha permesso di integrare ulteriori dettagli, così come di Joel anche della storia stessa, rendendo l'universo di The Last of Us ancora più completo. Laddove nel gioco molti dialoghi o situazioni avevano sollevato alcune domande senza risposta, come la relazione fra Tess e Joel, nella serie trovano finalmente una dimensione inequivocabile.

Così come lo stato mentale di Joel: il sopravvissuto, infatti, nel corso della serie ha esplicitato il suo rapporto con lo stress e gli attacchi di panico. Druckmann stesso ha dichiarato che questi stati di forte ansia vissuti dal Joel di Pascal, soprattutto come visto durante l’episodio 6, non fossero slegati dal personaggio, ma semplicemente qualcosa che non era realmente fattibile mostrare nel gioco.

La telecamera controllata dal giocatore è sempre rimasta “abbastanza lontana” dal protagonista e quindi non permetteva al pubblico di vedere “cosa stesse succedendo sulla faccia [di Joel]”, lasciando che i giocatori si affidassero ai dialoghi e basta. Al contrario, l’adattamento ha sfruttato la possibilità di usare primi piani ogni volta che si poteva beneficiare di tali “intimi” momenti, ha spiegato Druckmann. 

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Ma questo non è l’unico caso che al personaggio di Joel sia stato dato uno spessore ancora più delicato e importante: nel corso dell’evoluzione della sua relazione con Ellie, il momento più significativo e inedito raggiunto da Pascal, giunge alla fine della serie. Poco dopo aver raggiunto Salt Lake City, Joel riesce ad aprirsi completamente alla ragazza, confessandole di essersi legato a lei come fosse sua figlia.

Questo momento viene esplicitato quando Joel parla della vera causa della cicatrice sulla sua testa: due giorni dopo la morte di Sarah, ha cercato di spararsi e togliersi la vita. Nel gioco, Joel non fa mai questa confessione.

Tess: le differenze fra serie TV e gioco

Ci sono personaggi secondari e poi ci sono personaggi che, in un secondo, diventano protagonisti: la serie targata HBO non solo è fedele al gioco, ma ampia alcuni elementi e personalità che nel titolo originale sono state poco approfondite. È il caso, per esempio, di Tess.

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Col primo episodio, è stato in parte chiarito il tipo di relazione che Tess, interpretata da Anna Torv, e Joel (Pedro Pascal) avevano nella trama originale. Pur rimanendo estremamente fedeli al gioco, con scene e in alcuni casi dialoghi presi pari pari dall’opera esclusiva Sony, i co-creatori hanno a poco a poco aggiunti parti inedite e che vanno a integrare la personalità del personaggio. Ciò che non è stato possibile sostituire nella serie, è stata la morte di Tess: questo avvenimento è fondamentale per l’intera narrazione di The Last of Us, come confermato dai co-creatori.

Il sacrificio di Tess, sia nel gioco sia nella serie, avrà un impatto sugli altri personaggi. Per cominciare, la decisione di Joel di continuare con la missione di consegnare Ellie alle Luci, è dovuta proprio dalla morte di Tess, che gli ha fatto giurare di prendere con sé la ragazza e portarla da Bill e Frank. Se Tess non avesse mai fatto promettere a Joel di prendere con sé Ellie dopo la sua morte, è improbabile che Joel avrebbe viaggiato con lei.

Ciò che cambia sostanzialmente tra il gioco e la serie, è fondamentalmente "come" muore Tess: in primo luogo, nel survivor game la donna deve fronteggiare i soldati del FEDRA che hanno ucciso le Luci, mentre nell’adattamento televisivo Tess viene attaccata da un’orda di infetti.

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The Last of Us - una scena dalla serie tv

In questa scena importante, Tess fa scappare Ellie e Joel, rimane indietro e si prepara a saltare in aria insieme al Campidoglio. Dopo aver versato barili di petrolio e rovesciato le granate sul pavimento, Tess attende l’orda con un accendino in mano. Qua assistiamo insieme a lei a uno dei momenti più orribili della serie e uno dei più differenti rispetto al gioco.

Un infetto si avvicina alla sopravvissuta e, proprio come anticipato nei primi due episodi, mostra che all’interno del suo corpo si trovano alcuni viticci, segno dell’infezione da Cordyceps. Al contrario di come avveniva nel gioco, nella serie il fungo parassita si contagia da un corpo a un altro attraverso i morsi o il contatto orale. Proprio come vediamo, infatti, nel finale del secondo episodio di The Last of Us, l’infetto sembra “baciare” Tess per propagare ulteriormente l’infezione.

Dato che nella serie viene mostrato che il Cordyceps agisce come una sorta di mente alveare, con i funghi che allertano altre creature infette attraverso una rete di viticci sotterranei che percorrono anche grandi distanze, viene così spiegato che l’infetto di fronte a Tess non ha bisogno di aggredirla. Lei è già stata morsa in precedenza, il fungo si sta già insinuando all’interno del suo corpo. Il “bacio” dell’infetto ha il solo scopo di infettare definitivamente, compromettere e così distruggere le ultime resistenze della donna.

Ellie: le differenze fra serie TV e gioco

Bella Ramsey, il più grande dilemma della serie di The Last of Us: sin dal primo momento che la giovane attrice britannica è stata confermata per interpretare Ellie nella serie di The Last of Us, tra i fan videogioco il dubbio è serpeggiato, come i viticci del Cordyceps.

“Non assomiglia alla Ellie originale”, “Non ha abbastanza esperienza”, “Ha la testa quadrata”, la stessa Ramsey ha ricordato le infinite parole di odio che ha dovuto subire sui social media, al punto che in più di un’occasione prima, durante e anche dopo la serie, ha dichiarato di aver sofferto d'ansia per questo ruolo. Ma alla fine, l’attrice ha dimostrato, sia nell’adattamento, sia nella realtà, come e perché possa essere immune a certe "epidemie".

La Ramsey ha creato un’Ellie distinta, una miscela complessa e turbolenta di innocenza infantile e violenza incandescente. Prima di arrivare a lei, però, i creatori della serie Craig Mazin e Neil Druckmann sono stati rigorosi nel processo di casting, sostenendo oltre 100 audizioni.

Ciò che rende Ellie così affascinante è che ha molta paura nonostante sia esuberante come una bambina, ma ha anche questa strana, triste, pesante, meravigliosa saggezza e violenza. Quello che stavamo cercando [nel casting] era una persona che rendesse palese tutto ciò. E quella persona per noi era Bella.

Al momento del casting, Ramsey aveva 17 anni ed era meglio conosciuta per la sua parte nella serie di The Game of Thrones , dove ha interpretato Lyanna, la ferrea bambina leader di Casa Mormont. Subito dopo il suo debutto, Ramsey è diventata una delle preferite dai fan de Il Trono di spade e ha fatto molto parlare di sé, soprattutto dopo aver rivelato in un profilo del New York Times che si autodefinisce non binaria.

I personaggi queer e le loro relazioni hanno avuto un ruolo di rilievo in tutta la storia di The Last of Us. Per quanto riguarda alla Ellie della serie, invece, ampio spazio è stato dato all’argomento nel corso dell’episodio 7, ma anche da alcune scelte o dichiarazioni fatte da Ramsey, fuori e dentro al set. Sul luogo delle riprese, Bella ha confessato che portava quasi sempre una fascia per il petto per: “permettermi di concentrarmi meglio sul set”.

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The Last of Us - una scena dalla serie tv

Nel corso degli episodi era palpabile la determinazione e la convinzione dell’attrice nel voler indossare e non semplicemente interpretare il personaggio di Elliedove, infatti, è riuscita a coinvolgere più emotivamente gli spettatori, è dove nella serie aveva modo di esprimere i suoi sentimenti, attraverso gesti, movenze, dialoghi e momenti in cui poteva mostrare la sua personalità.

Gli showrunner hanno ammesso che stanno ancora decidendo sul da farsi per la seconda stagione di The Last of Us, interrogandosi su un possibile nuovo casting per il personaggio di Ellie. Craig Mazin e Neil Druckmann hanno ammesso che per il momento non hanno intenzione di scritturare una nuova attrice per Ellie. Mazin ha anticipato che il prossimo adattamento sarà diverso dal videogame, come lo è stata, in parte, anche la prima stagione.

C’è ancora una grande ansia nei confronti di questa serie, anche io sono molto ansioso di fare un buon lavoro. A volte sarà molto diversa dal videogame, altre lo sarà a malapena ma sarà un prodotto differente, qualcosa a sé. Sarà la serie che Neil (autore del videogame) e io vogliamo fare e lo faremo con Bella Ramsey. Potremmo prendere in considerazione l’idea di un re-casting solo se Bella volesse decidere di andare via. E anche se dovesse arrivasse quel momento, potremmo trovare un modo per convincerla a restare anche nella seconda stagione.

Durante una intervista con The Independent, Ramsey ha affermato che la seconda stagione sarebbe probabilmente arrivata nel 2025. E mentre è ancora tutto da decidere se ci sarà ancora lei, gli showrunner hanno anticipato che la trama presa dalla seconda parte del gioco sarà adattata per più stagioni. Potrebbe esserci ancora spazio per la Ellie di Bella Ramsey?

Ellie e l’infezione del fungo mortale nella serie

La serie ispirata al celebre gioco di Naughty Dog ha avuto numerose curiosità, spuntate spesso improvvisamente come… funghi.

Per chi ha giocato all’opera originale, non sorprenderà scoprire la rivelazione sull’immunità di Ellie. La ragazza ha una cicatrice come prova di un morso infertole da un infetto. Lei, però, non si è trasformata in una delle creature rese pericolose dal fungo, dato che la maggior parte degli infetti nel mondo di The Last of Us inizia a trasformarsi entro 24-48 ore dal contatto. Non è subito chiaro come Ellie sia diventata immune all’epidemia del Cordyceps. Ci sono alcune teorie, nate dal gioco, che trovano ulteriore spazio all’interno della serie.

La verità viene infine rivelata proprio da Ashley Johnson, l’attrice che ha dato volto e voce alla Ellie videoludica sia in The Last of Us Part I che in The Last of Us Part II. È lei ad aver dato alla luce Ellie, è lei la donna conosciuta nel gioco col nome di Anna, ed è lei ad avere un ruolo fondamentale nell'immunità di sua figlia, avendola salvata in una toccante scena poco prima di partorirla. 

Clicker: le differenze fra serie TV e gioco

Se c’è un elemento che tutti i fan di The Last of Us riconoscerebbero subito, è il suono di un ClickerIl videogioco della Naughty Dog ha rivoluzionato il concetto degli zombie nei media. Il gioco si è distinto poiché ha preso un fungo del mondo reale, il Cordyceps, mostrando un mondo spaventoso in cui il fungo potesse infestare gli umani.

Stadi di infezione assolutamente orribili, con escrescenze che spuntano dai corpi degli ospiti: The Last of Us è stato un successo garantito nel genere survival horror ed è anche tutto merito dei ClickerTuttavia, per l’adattamento della storia sul piccolo schermo, è stato necessario modificare diversi elementi chiave relativi all’infezione: il videogioco originale prevedeva che l’infezione si trasferisse attraverso i morsi di infetti e spore provenienti da infetti morti. 

Poiché Druckmann e Mazin cercavano di ottenere un certo livello di realismo e di credibilità, hanno ritenuto le spore uno strumento di infezione troppo potente, in quanto avrebbero reso la contaminazione troppo facile e la sopravvivenza troppo difficile. Per questo per la serie di The Last of Us è stato necessario includere una rete miceliare interconnessa che germoglia da ospiti morti. Un cambiamento significativo rispetto al gioco.

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The Last of Us - una scena dalla serie tv

Quando un viticcio viene disturbato da un individuo estraneo, tutti gli infetti collegati nelle vicinanze vengono avvisati della presenza del sopravvissuto. Una tale aggiunta al programma televisivo The Last of Us aumenta il livello di pericolo, costringendo Joel ed Ellie a stare attenti a ogni passo che fanno.

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Sia nel gioco, sia nella serie però i Clicker vengono suddivisi in tre gruppi, in base allo stato di avanzamento dell’infezione del fungo. Ogni gruppo di Clicker corrisponde a peculiarità fisiche e comportamentali specifiche, in pratica i creatori di The Last of Us hanno fatto sì che la scienza dettasse le regole del gioco.

Si possono trovare generalmente 5 gruppi differenti di infetti: gli infetti al primo stadio, i Runner, i Clicker, i Bloater e gli Shambler:

  • Al primo stadio dell’infezione troviamo gli Infetti, le persone che mostrano i primi segni collaterali del Cordyceps: dopo diverse ore dal morso (o nel caso del gioco, anche dal contatto con le spore), il soggetto inizia a perdere il controllo delle proprie capacità intellettive e diventa aggressivo. La prima fase dell’infezione si manifesta a livello fisico con la perdita parziale dei capelli, lo scolorimento della carnagione e gli occhi arrossati. Man mano che il fungo prende il controllo del cervello ed espande i propri viticci nel corpo del soggetto, questo sviluppa una sorta di meccanismo di difesa nei confronti degli agenti atmosferici: preferisce il freddo, potenza e resistenza aumentano a dismisura, ma rimane sensibile al calore. I primi infetti, se non vengono uccisi, passano velocemente al secondo stadio dell’infezione, il cosiddetto stadio dei Runner, dopo pochi giorni dall’infezione.
  • Runner mantengono ancora tratti umani, questo perché non hanno ancora perso del tutto la propria umanità. Tuttavia in questa fase il Cordyceps ha quasi ultimato la sua infezione e ha preso il controllo sul corpo e le funzioni intellettive del soggetto. Le loro capacità fisiche sono ulteriormente aumentate, infatti vengono chiamati così perché sono molto più veloci degli infetti del primo stadio, questo perché il fungo ha intaccato e compromesso del tutto le funzioni motorie della sua vittima. In cambio, però, la loro vista è quasi del tutto compromessa, spesso sferrano colpi scoordinati e frenetici, pur sviluppando gli altri sensi, tutto a discapito degli umani non infetti. Se non vengono uccisi, il fungo progredisce e dopo alcune settimane trasforma il soggetto negli Stalker, la prima fase del Clicker.
  • Gli Stalker hanno parte del viso deturpata dal fungo, questo perché il parassita, ormai esteso nel cervello, inizia a crescere esternamente e espandersi dall’interno del cranio: gli Stalker hanno perso la vista e il Cordyceps controlla in modo più efficace i movimenti della vittima. Soltanto dopo un anno dall’infezione e pochi mesi dalla fase di Stalker, l’uomo infettato diventa un Clicker.

  • Clicker vengono così chiamati per via del “click” che queste creature emettono: si tratta si un meccanismo di ecolocalizzazione in grado di reagire a ogni minimo rumore. I Clicker sono del tutto ciechi e il fungo che ha preso il controllo del loro cervello, è esposto all’esterno e del tutto visibile per la parte superiore del viso. La crescita fungina che differenzia i Clicker agisce anche come una sorta di armatura. Le prime fasi del contagio sono tutte molto più facili da uccidere rispetto a un Clicker, e questi ultimi spesso muoiono soltanto con un colpo pulito al cervello, come mostrato nella serie di The Last of Us. Tuttavia, le escrescenze fungine sui Clicker tendono a indurirsi, consentendo loro di usare il fungo anche come una sorta di “armatura”. Oltre a localizzare la preda, l’ecolocalizzazione dei Clicker viene utilizzata per muoversi nell’ambiente circostante. Senza di esso, i Clicker probabilmente vagherebbero senza meta tra muri e oggetti. Ma non tutti gli infetti si trasformano in Clickercome evidente dal ragazzo sul muro della metropolitana dell’episodio 1 di The Last of Us, alcuni di loro non sopportano il fungo parassita, il che provoca la decomposizione dei loro corpi mentre l’infezione da Cordyceps inizia a diffondersi intorno a loro. Il che significa che i Clicker sono piuttosto rari nel mondo di The Last of Us. Ma se il fungo è riuscito a infestare un umano particolarmente “prestante”, dopo alcuni anni questo si trasforma in un Bloater.
  • I Bloater sono dei grossi, grandi mostri ricoperti per intero dal Cordyceps. Sono molto forti e la loro armatura fungina è quasi impenetrabile. Nel gioco, la loro pericolosità era ulteriormente accentuata dal fatto che hanno la caratteristica di emettere spore, quindi possono contaminare la preda sia attraverso il classico morso oppure attraverso il lancio di “sacchi” di micotossine. Una volta sconfitto un Bloater, sempre che qualcuno ci riesca, esploderà diffondendo una super nuvola di gas tossico che porterà lentamente il sopravvissuto alla morte o a contrarre la malattia. L’ultimo stadio di evoluzione del fungo, lo Shambler, non si discosta molto dal Bloater, fatta eccezione per la sua andatura (che dà origine al nome) e all’infezione che ha quasi del tutto consumato il corpo della sua vittima.

Una delle reazioni più inaspettate da parte del pubblico, riguarda proprio il Bloater visto nel corso della serie di The Last of Us: lo stuntman che è stato scritturato per portarlo sul piccolo schermo, Adam Basil, ha interpretato la Bestia in La bella e la bestia, Venom in Venom 2 e ha avuto diversi ruoli in Game of Thrones, compreso un Estraneo, ma è grazie al Bloater in The Last of Us che l’attore ha ricevuto un grande applauso da parte del pubblico e persino… proposte di matrimonio.

A quanto pare il mostruoso infetto sembra essere un po’ un’icona sexy sul web:

Dopo avermi visto in tv, ho avuto persone che mi hanno inviato messaggi d’amore. Ha davvero tirato fuori qualcosa nelle persone che non credo nemmeno loro sapessero di avere. È ormai conosciuto come “big daddy mushroom”

La verità sul fungo e l’infezione

Anno 2003: il mondo viene contagiato da un’epidemia mortale che nel 2023 avrà già messo in ginocchio la razza umana. Si tratta di un virus? Secondo gli scienziati è peggio. È tutta colpa di un fungo. La serie tv ha apportato alcuni cambiamenti in merito al parassita che contagia gli umani. Cosa cambia, cosa sappiamo e soprattutto come possiamo difenderci da questo temibile avversario che esiste davvero? Non preoccupatevi, vi rispondiamo senza spoiler e senza bisogno di maschere antigas.

Partiamo dagli inizi, da dove nasce questo fungo? L’origine dell’infezione fungina, come rivelato nel corso dell’episodio 2 della serie, ha avuto origine in un mulino a Jakarta, in Indonesia, e si è diffusa attraverso la farina e i prodotti da forno. 

Mentre Joel, Sarah e Tommy stanno facendo colazione, sentono alla radio le notizie su alcuni disordini in aumento a Jakarta: qui, fanno notare i fan, si trova il mulino più grande del mondo.

Nel corso del primo episodio, Joel e Sarah evitano accidentalmente di mangiare cibi con farina, e quindi evitano l’infezione. Una schiera di fan ha risposto concordando con la teoria e sottolineando ulteriori indizi che la supportano. Nei primi 20 minuti dell’episodio 1, i fan non hanno fatto a meno di notare le coincidenze in cui Joel e Sarah evitano accidentalmente la farina: la mattina del compleanno di Joel, non hanno preparato i pancake, quindi Sarah prepara le uova per colazione.

In seguito, i loro vicini di casa, gli Adler, offrono loro dei biscotti, anche se Joel rifiuta, sostenendo di seguire la dieta Atkins. Dopo la scuola, Sarah rifiuta i biscotti della signora Adler perché contengono uvetta. Quella notte, Joel torna a casa tardi dal lavoro e si dimentica di comprare una torta di compleanno.

Se l’epidemia iniziale di Cordyceps si fosse diffusa nello show attraverso la farina contaminata, non sarebbe un grande cambiamento rispetto ai giochi: già nel gioco numerosi indizi suggeriscono che l’epidemia si è diffusa da colture alimentari contaminate.

La serie aggiunge elementi inediti attraverso una serie di flashback ambientati a Jakarta: una celebre professoressa di micologia indaga su uno dei primi casi di infezione. Ciò che nel gioco è stato solamente accennato, al contrario nella serie risulta essere un’integrazione non soltanto apprezzata, quanto anche azzeccata:

Ci è piaciuta l’idea di assodare ancora di più l’elemento scientifico alla storia e facciamo del nostro meglio per assicurarci che tutte le nostre ricerche siano collegate. [Il micologo] analizza ogni fase del processo dove si è tenuto il primo caso nella fabbrica di farina nella parte ovest della città. C’è il più grande mulino del mondo a Jakarta, penso che le persone apprezzeranno queste “coincidenze”.

Secondo quanto dichiarato dagli stessi sviluppatori del gioco di The Last of Us, si sono lasciati ispirare dall’episodio “Jungles” di Planet Earth, uno dei più famosi documentari della BBC dal 2000 in su. Nel corso di questa puntata, era possibile fare la conoscenza di un fungo parassita appartenente alla classe degli ascomiceti, dal nome Ophiocordyceps unilateralis. Questa tipologia di Cordyceps appartenente alla famiglia Cordycipitaceae, trae il proprio nome dal latino: cord significa “bastone”, ceps “testa”.

Ciò è dato dalla sua particolarità di infestare formiche o altri piccoli insetti tramite le proprie spore, germinare a partire dalla loro testa mentre questi sono ancora in vita e ad allungarsi in una forma che ricorda appunto una piccola clava. Il fungo poi matura lungo tutto il corpo della vittima e a seconda della sottospecie di Cordyceps che la infetta, al primo stadio, con sostanze psicotrope che inducono l’animale a raggiungere cime di rami e altri posti alti, per favorire una futura diffusione delle spore. Infine lo uccide in pochi giorni e usa la sua carcassa per fruttificare e continuare un altro suo ciclo biologico.

Per quanto Druckmann e il suo team siano stati molto accurati nella ricostruzione di un’ipotetica evoluzione per noi letale dell’Ophiocordyceps unilateralisla scienza ha tenuto a rassicurare ancora anni fa chiunque volesse dargli ascolto: è altamente improbabile che gli esseri umani vengano infettati fatalmente dal genere Ophiocordyceps. 

Il fungo parassita riesce a malapena a manovrare il cervello delle piccole formiche, agendo principalmente su muscoli e tessuto nervoso. Data la complessità del cervello umano rispetto a quello di un insetto, è pressoché impossibile riesca a infettarlo come vediamo nelle due parti del gioco, al punto da manovrare i movimenti così bene da farlo correre e risultare aggressivo. Almeno per ora.

La variante del Cordyceps che ha infettato gli umani sopravvissuti in The Last of Us nasce in Sud America. Il Texas Herald, quotidiano locale della città in cui vivono un certo Joel e Sarah Miller, riporta una notizia sconcertante in prima pagina, nell’edizione del 26 Settembre 2013:

Picchi di ricoveri negli ospedali della zona! Aumento del 300% a causa di una misteriosa infezione.

A quanto pare, un’indagine della Food and Drug Administration ha riscontrato alcuni raccolti importati dall’America latina contaminati da una muffa, che ha intossicato numerose persone. Diverse aziende hanno già richiamato i propri prodotti alimentari provenienti da tale paese dagli scaffali, ma molti di questi hanno già raggiunto l’America centrale e il Messico. Nella serie targata HBO, proprio come nel gioco, il 60% dell’umanità sarà vittima di questa variante del Cordyceps che infesta soltanto il genere umano, trasformando il malcapitato nelle diverse fasi che la povera formica di cui sopra conosce molto bene.

Ma gli avversari più temibili di tutta la storia, sono gli infetti? Come è tristemente immaginabile, la risposta è no: neppure un fungo parassita che si nutre della vita e della morte riesce a superare la spietatezza degli stessi umani, che si aggrappano disperatamente alla sopravvivenza, con ogni ultimo mezzo disponibile.

Bill: le differenze fra serie TV e gioco

Un sopravvissuto e nulla più: nessuno conosceva la storia di Bill, nemmeno chi ha giocato all’opera originale firmata dalla Naughty Dog. Invece nella serie di The Last of Us, gli spettatori hanno avuto modo di approfondire sia la sua storia, sia quella di Frank.

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The Last of Us - una scena dalla serie tv

L’adattamento della HBO espande enormemente il passato del sopravvissuto di Lincoln, interpretato da Nick Offerman. Nel gioco originale del 2013, Bill era un sopravvissuto e un contrabbandiere incontra i protagonisti Joel ed Ellie a metà del gioco. Vive in un grande rifugio pieno di trappole che ha costruito dopo che il suo compagno, Frank, lo ha abbandonato dopo 20 anni insieme di vita post-apocalittica. Bill e Joel avevano lavorato insieme e dato che lui doveva dei favori a Joel, quest’ultimo riusciva a convincerlo ad aiutarli. Sia nel gioco sia nella serie, Bill sfoggia una folta barba e capelli lunghi, ma nell’adattamento della HBO, abbiamo modo di scoprire più dettagli sulla personalità del sopravvissuto.

Bill è un uomo sarcastico, intelligente e dalle emozioni sfaccettate: nel corso del terzo episodio di The Last of Us, vediamo che affronta l’epidemia con un’enorme capacità di adattamento. Sembra quasi, anzi, che fosse un’occasione per lui, quasi un momento atteso e non un problema. Costruisce un recinto, trappole e una rete idro-elettrica in grado di mantenere la sua vita “indipendente”, lo vediamo fare “la spesa” e vivere egregiamente anziché sopravvivere. A portare turbamento alla sua routine, è la presenza (di nuovo) di un altro essere umano: Frank.

Nel gioco, Frank apparteneva soltanto ai racconti di Bill e a qualche lettera, che faceva intendere che tra i due non fosse finita poi tanto bene. Al contrario, nella serie di The Last of Us, notiamo un’intera vita di emozioni, discussioni e momenti che i due hanno trascorso insieme, permettendo allo spettatore di approfondire e chiarire una volta per tutte il tipo di relazione che i due hanno avuto.

Neil Druckmann, il co-creatore di The Last of Us, ha voluto commentare il ruolo di Bill all’interno della storia così:

Quello che amo di tutto questo, oltre a quanto sia bello e commovente quando lo guardi, è che in un certo senso Bill è molto, molto fortunato che la persona che ama di più esca alla fine della sua vita. Anche a Bill non è rimasto molto. Quindi la scelta è relativamente facile. Ma in un certo senso riflette cosa si prova davvero quando perdi qualcuno che ami così tanto e c’è ancora molta vita davanti a te. Perché è quello che abbiamo visto accadere all’inizio della storia con Joel. E lentamente ma inesorabilmente ciò che l’universo sta dicendo a Joel è proprio questo: darsi ancora una volta un’occasione.

Sempre Druckmann attribuisce al co-regista Bruce Straley gran parte dell’idealizzazione e della riuscita della versione videoludica di Bill, che permetteva di sollevare, pur nella sua breve apparizione, una domanda essenziale per la lore del titolo: per chi sopravvivere? Druckmann ha anche spiegato l’importanza della presenza di Bill, specialmente nella sua versione “estesa” della serie, per comprendere meglio il personaggio di Joel:

La figura di Bill e il suo atteggiamento nei confronti di Frank vengono inevitabilmente confrontati e proiettati sulla relazione tra Joel ed Ellie. Mentre nel Bill del videogioco avvertiamo che aveva un partner, ma quest’ultimo secondo lui serviva soltanto a ucciderti, prima o poi, il Bill interpretato da Offerman per la televisione è l’opposto: lui ha dimostrato che avere un partner è l’unica ragione per cui vivere.

Il significato della canzone di Bill e Frank

Le lancette dell’orologio sono spostate sull’ora di Bill e Frank: dopo il terzo episodio di The Last of Us che ha spostato inevitabilmente il fulcro dell’attenzione su questi due nuovi personaggi, nettamente ampliati rispetto al videogioco originale della Naughty Dog, molti spettatori si sono soffermati sui dettagli che l’adattamento ha dedicato a Bill e Frank. Tra gli elementi più interessanti che ha incuriosito molti, c’è la canzone che i due suonano al pianoforte.

Bill, interpretato da Nick Offerman, è un uomo geniale e solitario che rivendica per sé la città del Massachusetts, dopo che gli altri residenti sono stati scortati dai militari. Proseguendo nella storia, scopriamo come Bill incontri Frank (Murray Bartlett) e come, con riluttanza, inviti quest’ultimo a casa sua per offrirgli un pasto e una doccia, prima di rimandarlo per la sua strada. Tuttavia, vediamo il duo legarsi proprio grazie a una canzone specifica che suonano al pianoforte di Bill, una canzone che ha un significato più profondo che riguarda la vita di entrambi gli uomini.

Questo brano che i due improvvisano, si intitola “Long Long Time“, che è, tra l’altro, il titolo della puntata: scritta da Gary White, la canzone viene poi ripresa da Linda Ronstadt nel suo album di successo “Silk Purse” del 1970. Il brano in realtà, oltre a ricollegarsi al codice radio del primo episodio di The Last of Us, che attribuiva alle canzoni anni ’70 il significato di “nuovi prodotti”, vale la pena notare come si ricollegherebbe a un significato più metaforico e delicato: è possibile notare, infatti, che le parole del testo si possono relazionare riguardo alle identità LGBTQ+.

Dato che il testo parla di un amore che “resiste” nonostante la solitudine e di ferite “invisibili”, la canzone può alludere sia allo stato di Bill in quel momento in cui ha incontrato Frank, sia allo stato sentimentale del sopravvissuto e alle sue preferenze di genere. Gli sguardi, le espressioni e l’emotività delle interpretazioni dei due attori, sembrano suggerire alcuni aspetti importanti sulle loro sessualità, che potrebbero aver tenuto nascoste in alcuni momenti delle loro vite, prima ancora dell’epidemia, quando il mondo era ancora “umano”.

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