Venom: i migliori fumetti del simbionte

Immagine di Venom: i migliori fumetti del simbionte
Autore: Manuel Enrico ,

Quale fumetto o volume acquistare per iniziare la lettura? Dove trovo le origini? Quali sono le storie imprescindibili? In un universo narrativo popolato di eroi in armatura, supersoldati e mutanti, essere uno dei villain non è certo facile, eppure un semplice costume alieno è riuscito a diventare la nemesi per eccellenza di Spider-Man: Venom.

Inizialmente costume di fortuna durante le Secret Wars dei primi anni '80, Venom è diventato un avversario letale del Ragno, arrivando in tempi recenti a essere un anti-eroe particolarmente amato dei fan, complice anche la sua caratterizzazione nel cartone cult Spider-Man: the Animated Series

 

Le origini di Venom

Dalla sua concezione nei primi anni ’60, Spider-Man non era cambiato più di tanto. I suoi tratti essenziali erano rimasti invariati, così come i suoi poteri e il suo costume. Altri personaggi di Marvel Comics, al contrario, erano passati attraverso modifiche dei loro poteri e dei loro costumi, dall’evoluzione delle armature di Iron Man alle divise degli X-Men. Spider-Man, invece, era rimasto invariato, con un costume che aveva subito pochissime modifiche dai tempi del suo concepimento da parte di Steve Ditko.

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Una condizione che non sfuggì a un giovane lettore delle avventure del Ragno, Randy Schueller. Secondo il fan dell’Uomo Ragno, Spidey aveva bisogno in upgrade dei suoi poteri e di un nuovo costume, che nella sua idea veniva realizzato da Reed Richards usando il tessuto a molecole instabili di cui erano composte le divise dei Fantastici Quattro, che avrebbe dovuto aderire meglio alla pelle di Peter Parker conferendogli maggior presa sulle superfici.

Come ha raccontato a CBR lo stesso Schueller, fu  però il colore del costume a essere particolarmente innovativo, almeno nella sua concezione:

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Immaginavo il nuovo costume di Spider-Man come una versione stealth di quello originale, nero scuro affinché potesse confondersi con le ombre. Al massimo, di lui si poteva scorgere il simbolo del ragno color rosso sangue, posizionato sul petto. Nel mio design, gli avevo inserito anche le ragnatele ascellari come nel design originale di Ditko

Jim Shooter acquistò l’idea del costume nero di Spider-Man da un fan, ma come mai questa scelta? Probabilmente perché a inizio anni ’80, la Marvel aveva sottoscritto un accordo con la Mattel, popolare brand di giocattoli, per la produzione di action figure ispirati agli eroi e villain del Marvel Universe.

Fu proprio durante Guerre Segrete, una missione spaziale per gli eroi della Casa delle Idee, che Peter Parker, durante uno scontro, entrò in contatto con una sostanza aliena che sembrava adattarsi perfettamente al suo corpo, diventando un costume, su cui compariva anche un ragno stilizzato. Nella storia scritta da Shooter, questo incontro divenne però parte integrante della vita di Parker, tanto che al suo ritorno sulla Terra mantenne la nuova divisa, costringendo gli sceneggiatori della serie dell’Arrampicamuri, The Amazing Spider-Man, ad adottare questo costume.

Quando DeFalco benne promosso a editor in chief, lasciò la direzione di The Amazing Spider-Man a Davide Michelinie, autore che sembrava prediligere storie che mettessero sotto pressione gli eroi Marvel, come accaduto con la celebre Il demone nella bottiglia, in cui Tony Stark veniva sprofondato nell’alcolismo.

Michelinie arrivò a gestire il Ragno nel suo momento di massimo splendore, l’apice del successo che lo aveva reso il personaggio di punta della Marvel, tanto che accanto alla storica The Amazing Spider-Man era stata lanciata un’altra serie, The Web of Spider-Man.

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Fedele alla radice storica dei personaggi marveliani (supereroi con superproblemi), in questo periodo il nostro Parker era alle prese con una propria situazione lavorativa decisamente precaria, cui si contrapponeva l’incredibile successo come modella e attrice dell’amata Mary Jane. Orgoglio ferito e senso di fallimento come uomo erano due aspetti che vennero particolarmente valorizzati in questa fase della sua vita, cui si aggiunse una misteriosa presenza capace di sorprendere Spidey senza far scattare il suo senso di ragno.

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Una minaccia incombente, che veniva sviluppata in un periodo in cui in Marvel si voleva tornare al costume originale di Spider-Man, eliminando il look dark ereditato da Secret Wars. Conscio di questo desiderio della casa editrice, Todd McFarlane ipotizzò un mostro alieno che spingesse in qualche modo Parker a indossare nuovamente il suo costume tradizionale.

Un’idea che Michelinie sostenne utilizzando il caro, vecchio simbionte, perfetto per motivare anche l’impossibilità di Spidey di percepirne la minaccia. Era il momento di fare comparire nella vita di Parker il suo lato oscuro: Venom. Che inzialmente avrebbe dovuto essere il risultato della fusione tra il simbionte e una giovane donna, i cui familiari erano morti in un incidente stradale involontariamente causato da Spider-Man. Idea scartata, perchè si voleva un antagonista che fosse anche fisicamente più imponente di Parker.

Maximum Carnage

Uno dei momenti centrali del mito di Venom è la creazione del suo folle 'figlio', Carnage. Dopo averlo sconfitto e fatto rinchiudere al Ravencroft, quando Cletus Cassidy fugge con l'aiuto dell'altrettanto folle Shriek, per Venom catturare Carnage diventa una missione, spinto dal suo senso di colpa per la sua creazione. 

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Sconfitto da Carnage a da un gruppo di suoi complici, Venom decide di chiedere aiuto a Spider-Man per sconfiggere il suo avversario. Un evento Marvel di grande respiro, uno dei più noti degli anni '90, a cui parteciparono anche dei personaggi del calibro di Capitan America. 

Protettore Letale

Dopo aver sconfitto Carnage, Venom inizia a vedere la caccia ai villain come un ottimo modo per placare tanto la propria voglia di violenza quanto il suo senso di colpa per gli atti commessi. Giocando su questo principio, David Michelinie torna a scrivere le vicende del Simbionte, con i disegni di Mark Bagley, avvicinandolo alla visione di un antieroe, seguendo comunque i canoni del fumetto supereroico del periodo, mettendolo a capo di una squadra di simbionti.

Tele e Artigli

Tre maestri del mondo marveliano (Sam Kieth, Peter David, Howard Mackie) orchestrano una storia devastante in cui Wolverine e Venom, i due antieroi più iconici della Casa delle Idee, si scontrano in un'avventura adrenalinica e ricca di scene di combattimento dinamiche. 

King in Black

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Il culmine di una delle run più intense di Venom, firmata da Donny Cates. All'interno di questo lungo arco narrativo, viene presentato il personaggio di Knull, il creatore di simbionti, deciso a imporre la sua visione oscura su tutta la galassia, compresa la Terra, scontrandosi con l'ultimo ostacolo sulla sua strada: Venom.

Il piano di Knull per ricreare il suo universo oscuro non poteva che avere come ultima tappa la Terra. Il suo arrivo è stato però percepito sia da Eddie Brock, che avvisa immediatamente i Vendicatori del pericolo, che dal figlio Dylan. I due sono dei bersagli, considerato che Knull vuole riconnettersi con tutti i simbionti e al contempo crearne di nuovi con cui dominare la galassia.

Durante lo scontro sulla Terra, Knull sembra riuscire a sconfiggere gli eroi umani, che vengono posseduti dai simbionti, ma l’intervento di Dylan riesce a liberarli, consentendo loro di combattere per tenere a bada l’esercito simbionte sino a quando Venom non viene infuso dalla Forza Enigma e diventa il nuovo Capitan Universe, riuscendo a sconfiggere Knull con un’ascia da battaglia che crea fondendo la tavola di Silver Sufer e il Mjolnir di Thor.

Al termine della battaglia, Eddie Brock diventa il nuovo punto focale della mente alveare dei simbionti.

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