Arriva ufficialmente oggi nelle sale italiane The Flash. La pellicola vede Ezra Miller tornare ad indossare i panni del Velocista Scarlatto protagonista dei fumetti DC sotto la guida attenta di Andy Muschietti alla regia e coadiuvato da un cast d'eccezione in cui spicca ovviamente il ritorno di Michael Keaton nei panni di Batman dopo i due cult Batman (1989) e Batman Il Ritorno rimasti nel cuore dei fan.
The Flash è un film che, fra le vicissitudini personali del protagonista e le rivoluzioni in seno agli studios, ha teoricamente il compito di chiudere un'era cinematografica per lasciare il posto ai DC Studios e ai progetti di James Gunn. Nel farlo tuttavia il film riesce, non senza qualche indecisione tecnica e di tono, a brillare di luce propria e offrire uno spettacolo a metà strada fra citazioni, metanarrativa ed emozioni usando come perno il concetto di Multiverso qui mai come prima d'ora efficace e alla portata di tutti.
Di cosa parla The Flash
Barry Allen ha salvato il mondo insieme alla Justice League nei panni di Flash. La sua inesperienza e la natura ancora inesplorata dei suoi poteri però fanno sì che i suoi compagni di squadra, e nello specifico il mentore Batman, lo faccia entrare in azione solo in situazioni in cui la sua supervelocità possa essere effettivamente efficace senza provocare "danni".
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A lavoro non va tanto meglio. Barry, tramite l'intercessione di Bruce Wayne, ha ottenuto un posto al laboratorio della polizia scientifica di Central City ma i suoi colleghi sembrano ignorarlo e parallelamente tutta la tecnologia a disposizione del laboratorio non riesce a fornirgli l'aiuto necessario per scagionare il padre Henry dall'accusa di omicidio della madre Nora avvenuto una decina di anni prima.
Proprio durante una missione in coppia con Batman, Barry scopre accidentalemente che, spingendo al limite i suoi poteri, può viaggiare nel tempo. L'idea è allettante: tornare indietro nel tempo e impedire che sua madre venga uccisa. Batman, interpretato da Ben Affleck, però lo avverte che "le ferite sono ciò che ci rendono cioò che siamo... non lasciare che la tragedia definisca ciò che sei."
L'avvertimento ovviamente cade inascoltato. Barry modifica il passato tuttavia il presente a cui fa ritorno non è assolutamente come lo ricordava. Innanzittutto si ritrova a fare i conti con un suo doppione scapestrato e indolente che non apprezza l'amore dei suoi genitori ma soprattutto in questo mondo non esistono supereroi.
Non è tutto. Barry non ha solo creato una realtà alternativa ma è anche tornato indietro nel tempo. La data è fatidica: si tratta del giorno dell'invasione kryptoniana di Zod, interpretato da Michael Shannon che riprende il ruolo già interpretato dal seminale Man of Steel. Ma in questo mondo non c'è un Superman che si erge a difesa della Terra. I due Barry si confrontano, i loro tentativi di scaricarsi la responsabilità sono goffi e improbabili, finché non decidono di tentare il tutto per tutto: rintracciare l'unico eroe di questo mondo... Batman!
Non si tratta tuttavia del Batman che Barry conosceva bensì di un Batman più vecchio e stanco che si è ritirato dopo aver concluso la sua crociata, un Michael Keaton che ritorna ad interpretare sornionamente e vigorosamente il Cavaliere Oscuro.
Pur riluttante Batman decide di aiutare i due Barry. La prima tappa è rintracciare una nave aliena caduta anni prima in Russia: la speranza è che sia la navicella che portò Kal-El sulla Terra. L'incursione dell'improbabile gruppo di eroi però riserva una incredibile sorpresa. Non si tratta di Kal-El ma di sua cugina Kara, tenuta prigioniera per anni lontano dalle radiazioni benefiche del Sole giallo, interpreta da Sasha Calle. La ragazza è disorientata e arrabbiata ma accetta di unirsi agli eroi.
Mentre i due Barry discutono sulla bontà dei loro poteri e sulla responsabilità che essi comportano, il gruppo si prepara a fronteggiare Zod. La battaglia è improba e l'esito fatale. Barry allora decide di usare nuovamente i suoi poteri: tornare indietro nel tempo e cambiare l'esito della battaglia. Ancora e ancora, tentativo dopo tentativo.
Si innesta così una sorta di loop spazio-temporale. Mentre Barry comprende come e perché è arrivato in questo strano, nuovo mondo senza eroi, e proprio alla vigilia della battaglia contro Zod, i suoi poteri gli aprono in tutto il suo drammatico splendore un Multiverso fatto di mondi e possibilità. Toccherà a Barry compiere la scelta più difficile e tornare alla sua realtà: ma sarà quella che effettivamente ricordava?
The Flash: una corsa fra citazioni, metanarrativa ed emozioni
Il primo impatto con The Flash non è dei migliori. Al netto della spettacolare sequenza d'azione iniziale che serve anche un po' a riassumere chi e cosa fa l'eroe, nella prima ora di film c'è qualcosa che non quadra. La sceneggiatura infatti sembra soffrire di quella maledettissima "ansia da prestazione" di dover per forza far ridere. Il tono infatti è eccessivamente comico, a tratti quasi demenziale, sfiorando momenti cringe.
Ma The Flash è un film che non dà, fortunatamente, il meglio di sé nello scatto quanto nella lunga distanza. Con Barry che arriva nella nuova realtà infatti la pellicola corregge, pur con qualche sbavatura, il tono. La commedia che fino a quel momento aveva dominato cede il passo ad un racconto stratificato che sfrutta tutte le armi a sua disposizione.
Barry Allen matura come personaggio minuto come minuto. Forte del contrasto con il suo doppio riesce a comprendere le conseguenze delle sue azioni mentre nel rapporto con questo riluttante mentore, il Batman di Michael Keaton consumato e un po' disilluso, comprende il valore dell'eroismo.
Ne fuoriesce un personaggio estremamente positivo, forse mai così vicino alla sua controparte fumettistica, capace di influenzare gli altri ma anche pronto al sacrificio come si vedrà nel finale. Per raccontare questo passaggio il regista Andy Muschietti e la sceneggiatrice Christina Hodson costruiscono un vero e proprio ottovolante che ondeggia fra citazionismo cinematografico, metanarrativa e riferimenti fumettistici.
Se la prima parte di The Flash infatti strizza l'occhio a pellicole come Quel Pazzo Venerdì da metà in poi è impossibile non rintracciare l'influenza di Ritorno al Futuro - basti vedere la scelta di far tornare Barry in un presente alternativo in una data ben precisa come nella prima pellicola della mitica trilogia - e un paio di riferimenti incredibilmente nerd, come quello ad Eric Stoltz e ad altri attori che avrebbero dovuto interpretare ruoli iconici finiti invece ad altri illustri colleghi, rendono la visione meno passiva.
Quando poi si ha a disposizione il Batman più carismatico di sempre da un lato e la possibilità di giocare con un concetto di Multiverso dall'altro il confine fra nostaglia, fan service e finalità narrativa diventa labile, quasi nulla.
Eppure Muschietti, la Hodson e Ezra Miller compiono quasi un miracolo nell'ultima mezz'ora di The Flash. Perché se da un lato i mondi che Flash osserva incredulo non posso che far esaltare i fan dall'altro sono anche meta-racconto di quello che è stato o poteva essere, con una
È questo il vero punto forte di The Flash: presentare un Multiverso che non nasce da una minaccia cosmica o è popolato da semplice versioni alternative bensì nasce dal senso di mancanza e di fallimento di una singola persona, quel Barry Allen che anela l'abbraccio della madre - ancora una volta gli affetti genitoriali sono il cuore emotivo dell'Universo DC al cinema - e che nel tentativo di "sistemare le cose" abbraccia il suo dolore osservando un presente distorto, un passato insoddisfacente e decide di correre verso un futuro incerto ma con rinnovata consapevolezza e positività.
Si tratta di un Multiverso alla portata di tutti perché tutti possono immedesimarsi nelle scelte, anche le più sbagliate, di Barry Allen nel corso di The Flash. Questo DC è un Multiverso leibniziano nella struttura e dalla componente fortemente esistenzialistica: cambiando qualcosa del passato non cambio solo il futuro ma creo una serie di ramificazioni che sono simultaneamente valide ed esistono parallelamente. Il concetto è apparentemente difficile ma esemplificato benissimo da Batman/Michael Keaton utilizzando la matassa di un piatto di spaghetti.
The Flash: un cast che compensa qualche indecisione tecnica
Dal punto di vista tecnico, l'unica vera pecca che si può segnalare di The Flash riguarda la CGI che in alcuni frangenti, dovendo "animare" troppi personaggi sullo schermo, deve cedere sia nei dettagli che nella resa complessiva. Interessante invece il suo uso nel rappresentare la mitica Forza della Velocità, la forza extradimensione da cui Flash trae i suoi poteri, soprattutto quando il Velocista Scarlatto inizia a piegarla per i suoi scopi.
Registicamente Andy Muschietti si scontra con il muro di gomma già affrontato da tanti altri suoi colleghi che per la prima volte si cimentano con il genere cinecomics. Il regista è infatti ordinato e rigoroso ma non riesce ad imprimere davvero la sua impronta alla pellicola. A soffrirne da questo punto di vista è soprattutto il terzo atto estremamente compresso e rapidissimo nella sua risoluzione.
C'è da dire che il regista che riesce ad amalgare molto bene ad un livello meramente legato alla cinematografia e alla fotografia le varie anime del film da quelle più urbane a quelle più oscure legate a Batman a quelle dove è più presente la CGI citata poco sopra.
La sceneggiatura di Christina Hodson è semplice e lineare. Partendo da un materiale originale già di per sé molto stimolante, l'evento fumettistico Flashpoint di cui il film è un chiaro rimaneggiamento, la Hodson gioca con il più classico racconto del monomito dell'origine del supereroe.
Quello che separa The Flash, che è bene ribadirlo non è una origin story dell'eroe, dalle altre pellicole è la scelta degli inediti punti di vista attraverso cui raccontare le tappe della crescita dell'eroe. Si tratta di una sceneggiatura in cui i tratti salienti della scrittura della Hodson sono evidenti ricordando a tratti più Bumblebee che Harley Quinn e le Birds of Prey.
Recuperate il nostro articolo: Come iniziare a leggere Flash: i fumetti essenziali
È il cast a contribuire inequivocabilmente al successo della pellicola. Pur essendo anni luce lontano dalla sua controparte fumettistica, Ezra Miller confeziona una prova attoriale molto buona in crescita minuto dopo minuto nella pellicola stessa. L'espediente del doppio è uno stratagemma narrativo tanto dilettevole quanto utile lasciando all'attore la possibilità di fare uso il personaggio con personalità e una certa verve. Non una performance che capace di far ricredere i detrattori dell'attore ma sicuramente convincente.
Miller è poi baciato dalla presenza di due comprimari davvero eccellenti. Sasha Calle buca lo schermo. La sua Supergirl "alternativa" convince con la sua carica rabbiosa e la sua potenza al netto di un minutaggio sullo schermo tutto sommato abbastanza esiguo.
Michael Keaton è iconico, divertito e ancora in grado di indossare i panni di Batman ritornando ad interpretare un ruolo con quell'autorevolezza che pochi colleghi possono permettersi. Il suo Batman è idealmente ispirato al Cavaliere Oscuro di Frank Miller ma poliedricamente sfaccettato: prima mentore poi confidente di Barry Allen. Batman è la bussola che fa virare The Flash narrativamente nella seconda parte del film senza strafare o rubare troppo la scena pur ricavandosi un paio di sequenze eccezionali e alcuni momenti autoreferenziali che faranno sobbalzare sulla poltrona i fan.
Conclusioni: The Flash è un emozionante arriverderci
Con un sorriso ebete, e qualche lacrimuccia, causati dalla moltitudine di cammei alla fine della pellicola, fa strano pensare a The Flash come la fine di un ciclo, la fine di qualcosa che teoricamente e tecnicamente non è mai partito ufficialmente ovvero il DCEU. Eppure come spesso accade in una staffetta la linea d'arrivo è anche quella di ripartenza: The Flash celebra non solo la visione di Zack Snyder ma anche della ricchissima storia dei personaggi DC sul grande schermo.
Tecnicamente, emotivamente e formalmente si tratta di un film che appartiene ad un generazione precedente. Diverte, esalta, emoziona ed è spettacolare ma anche squilibrato, fuori target, acerbo ed esegerato. The Flash è tutto ciò che il DCEU è stato: non una serie di pellicole ma una vera e propria esperienza visiva ed emotiva.
The Flash è un film che riempie gli occhi dello spettatore casuale, sia per la sua spettacolarità che per la quantità di rimandi e riferimenti, cercando di compiacerlo con un tono leggero ma non riescendo a sfuggire ad un cuore emozionale vivo e pulsante. Si tratta della miglior versione del personaggio oltre i fumetti? Probabilmente, anzi decisamente, no ma si tratta sicuramente della miglior versione di questo personaggio così come pensato da Zack Snyder e plasmato da Andy Muschietti e dagli sceneggiatori Christina Hodson, John Francis Daley, Jonathan Goldstein e Joby Harold.
Barry Allen infatti era per Zack Snyder il personaggio che offriva lo sguardo dell'uomo comune alla seconda venuta degli dei sulla Terra. Andy Muschietti fa sua questa visione mostrando la fragilità e la fallibità dell'uomo e dell'eroe aprendo una porta a James Gunn e al suo nuovo universo strizzando inevitabilmente un occhio ai fumetti a cui il film si ispira per il suo finale aperto.
Per i fan DC "nulla si crea e nulla si distrugge". Tutto torna in forme nuove, rimaneggiate e più o meno familiari. È questa la carica magnetica di The Flash e del suo incredibile finale. Riuscirà questo approccio, che nel bene e nel male ha contraddistinto la produzione a fumetti per oltre 50 anni, ora a catturare l'immaginario collettivo per una nuova idea di Multiverso? Riuscirà James Gunn a produrre qualcosa di così emozionante e spettacolare sfruttando il lavoro di Muschietti? Non un addio al DCEU quindi ma un entusiasmante arrivederci.
Comic Edition Zack Snyders's Justice League
Cofanetto imperdibile per gli amanti della director's cut Zack Snyders's Justice League, che comprende il film in 4K Ultra HD + Blu-ray, un poster epico da collezione e un bellissimo fumetto sviluppato da Geoff Johns e Jim Lee.Commento
Voto di Cpop
75Pro
- una festa per i fan DC, e non solo, con tutti i suoi cammei e riferimenti
- una storia profondamente umana per un Multiverso alla portata di tutti
- Sasha Calle e Michael Keaton bucano lo schermo
Contro
- la prima parte del film soffre di un tono al limite della commedia demenziale
- la CGI non è sempre all'altezza della portata delle scene d'azione soprattutto
- la prova attoriale di Ezra Miller è croce e delizia del film
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