Sam Wilson: come Falcon divenne Capitan America

Da Falcon a nuovo Capitan America: l'ascesa di Sam Wilson, dalle strade di Harlem alla comunità supereroica marveliana sino al Marvel Cinematic Universe

Autore: Manuel Enrico ,

Da spalla della Sentinella della Libertà ad erede dello Scudo, un’evoluzione che tanto nei comics quanto sul grande schermo ha reso Sam Wilson un personaggio specchio di una società contradditoria. Se il Marvel Cinematic Universe ha per ovvie ragioni condensato l’ascesa di Sam Wilson da Falcon a Capitan America in pochi, rapidi passaggi culminati con The Falcon & the Winters Soldier, in ambito fumettistico la vita di Sam Wilson è stata molto più travagliata.

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Nel Marvel Universe fumettistico attuale, Sam è rimasto Capitan America, nonostante Steve Rogers sia attivamente tornato nel suo ruolo. Un dualismo che consente di mostrare due anime di un personaggio simbolico, lasciando che Rogers si faccia carico di rappresentare il Sogno nella sua accezione classica (Captain America: Sentinel of Liberty), mentre a Sam spetto il compito di andare a cercare spunti narrativi più concreti e mirati sulla (Captain America: Symbol of Truth).

Le origini di Sam Wilson

Il ruolo attuale di Sam Wilson, in ambito fumettistico, è il culmine di una sua evoluzione decennale. La connotazione di Cap maturata nella Silver Age, profondamente lontana da quella primigenia del personaggio dell’epoca della Golden Age, ha comunque radicato Steve Rogers all’interno di un perimetro narrativo netto, che difficilmente avrebbe potuto espandersi per cogliere sfumature emotive e sociali tipiche di una parte di popolazione americana come quella afroamericana.

Non è un mistero che uno dei punti saldi della visione del mondo marveliano di Stan Lee fosse il ritrarre la realtà all’interno del medium fumettistico. Un concetto che il Sorridente rese fondante per la creazione di nuovi personaggi negli anni successivi alla rinascita del fumetto supereroico, che in casa Marvel, dopo la creazione di pilastri come Spider-Man o Fantastici Quattro, divenne il motore per l’espansione di un universo narrativo quanto più possibile inclusivo e capace di intercettare diverse demografiche di lettori.

Ad aggiungersi a questa necessità interna degli States, caratterizzati all’epoca dalla lotta per i diritti civili, si unì anche il discusso intervento americano nel conflitto in Vietnam. Fonte di una vivace discussione sociale, l’intervento americano nello scenario asiatico si era già intrecciato alla tematica dei diritti civili in casa Marvel, quando nel 1968 all’interno di Daredevil #47, con Brother, take my hand, il Cornetto affrontava questi due temi nella sua doppia veste di eroe e di avvocato.

Storia scritta da Stan Lee e disegnata da Gene Colan, che affrontarono quindi questo delicato momento della società americana calandolo all’interno della dimensione urbana dei fumetti di Marvel Comics. Potremmo quasi ipotizzare sia stato questa loro esperienza a far comprendere come non ci fosse, all’interno del pantheon supereroico del periodo, una figura di spicco in cui un giovane lettore afroamericano potesse riconoscersi.  Una condizione che Colan non mancò di cogliere, tanto da fare una proposta in tal senso al suo editor:

Alla fine degli anni Sessanta, quando le notizie sulla Guerra del Vietnam e sulle proteste per i diritti civili erano all’ordine del giorno, Stan, che cercava sempre di essere sul pezzo, iniziò a introdurre questi temi all’interno dei comics. Uno di passi più evidenti in tal senso fu in Captain America. Io adoravo disegnare persone di ogni tipo, ho disegnato ogni tipo di personaggio che potevo inserire nelle tavole e amavo disegnare le persone di color. Ho sempre trovare i loro lineamenti interessanti, per come così tanta della loro forza, dello spirito e saggezza apparisse sui loro volti. Così, mi pare di ricordare, ho avvicinato Stan proponendogli l’idea di creare un personaggio afroamericano e lui colse l’occasione… Lessi diversi giornali afroamericani, e li utilizzai come fonte di ispirazione per dare vita a Falcon

Da questo spunto di Colan, nel 1963 in Captain America #117 fa la sua prima apparizione Sam Wilson, che diventa nel giro di due numi il primo supereroe di colore.

Al suo esordio, Samuel Thomas Wilson è un assistente sociale afroamericano di Harlem con una passione per l’addestramento di rapaci, tanto da avere animale di compagnia Redwing, un falco che ha addestrato dopo averlo trovato durante una sua vacanza in Sud America.

Vedendo una richiesta di un falconiere da parte di un gruppo di facoltosi uomini noti come Esuli che vivono su un’isola tropicale, Sam, nella speranza di un lavoro, risponde all’inserzione. Giunto sull’isola e scoperta lo stato di schiavitù in cui gli Esuli hanno ridotto la popolazione locale, Sam rimane inorridito decidendo di non tornare in America, ma di rimanere sul posto, intenzionato a guidare gli abitanti schiavizzati a organizzare una rivolta contro i loro oppressori.

Marvel Comics
Falcon
Falcon

Dietro gli Esuli si nasconde il Teschio Rosso, vecchia nemesi di Cap che decide quindi di intervenire. Operando inizialmente sotto copertura, Rogers apprezza l’intraprendenza di Wilson e decide non solo di aiutarlo, ma anche di addestrarlo per essere una guida in questa rivoluzione. È sempre Rogers a consigliare a Sam di crearsi un’identità segreta, Falcon, in modo da diventare sia un simbolo per la popolazione che una presenza inquietante per gli Esuli. Sconfitto il potere degli Esuli, Sam decide di seguire Cap in America e affiancarlo nelle sue avventure.

In questa prima vita editoriale di Sam Wilson si riscontra una influenza profonda della quotidianità americana del periodo all’interno del fumetto marveliano. La progressiva idealizzazione degli ‘stati canaglia’ come nemici di Washington trova una definizione nel dominio ferreo dell’isola da parte di Teschio Rosso, con Cap a rappresentare l’interventismo tipico americano. Si potrebbe identificare nella presenza di Rogers sull’isola la prassi di infiltrare dei consulenti militari per dare supporto a ribellioni locali contro governi non graditi, divenuta poi una consuetudine nel decennio seguente.

Questa genesi di Sam consente di apprezzare anche sul piano sociale la creazione del personaggio. La sua origine di cittadino di Harlem, quartiere newyorkese a lungo considerato un gigantesco ghetto per la popolazione afroamericana e culla della cultura afroamericana, unita alla sua vocazione di impegno civile come assistente sociale lo rendono un personaggio fortemente radicato nel tessuto cittadino e con una spiccata vicinanza a temi quotidiani.

Una concezione particolarmente illuminata, che consente a Falcon di diventare rapidamente un personaggio estremamente gradito ai lettori afroamericani. La formazione di questa strana coppia composta da Falcon e Cap rappresenta un’occasione per mostrare due diversi punti di vista all’interno delle storie della Sentinella della Libertà, andando ad anticipare alcune delle meccaniche tipiche dei buddy movie action successivi. Tra i due personaggi nasce una sinergia talmente forte, che Marvel Comics non manca di omaggiare la crescente popolarità di Falcon promuovendolo da figura ricorrente nelle storie di Cap a vera e propria spalla a partire dal numero 134, ribattezzando la serie Captain America and the Falcon.

Le vere origini di Falcon

Come spesso accade all’interno delle continuity supereroiche, il cambio di scrittore comporta alcuni cambiamenti anche alle origini dei personaggi. Falcon non fa eccezione, e anche la sua origin story viene riadattata alle esigenze da uno dei nomi cari agli appassionati delle storie di Cap: Steve Englehart.

In Captain America and the Falcon #186 (1975), Englehart decide di riscrivere il passato di Sam Wilson. Scopriamo quindi che in realtà non è un giovane di sani principi, bensì un sicario noto come Snap Wilson, vittima di un naufragio che lo ha condotto sulla famigerata isola degli Esuli, dove Teschio Rosso, utilizzando il Cubo Cosmico, ha effettuato un lavaggio del cervello al criminale trasformandolo nel Sam Wilson che abbiamo conosciuto.

Lo scopo era di creare un agente dormiente da utilizzare in seguito contro Rogers, ma la procedura utilizzata ha avuto un effetto indesiderato: il Cubo Cosmico ha agito talmente in profondità da sovrascrivere definitivamente la personalità di Snap Wilson. Non solo, ha dotato l’uomo della rara capacità di comunicare telepaticamente con i volatili, andando anche a motivare la peculiare affinità di Sam al suo falco Redwing.

Non stupisce che Englehart abbia voluto introdurre questo elemento nel passato di  Sam Wilson. L’idea di agenti dormienti insinuati nella società americana era uno degli spauracchi tipici della Guerra Fredda, reso particolarmente diffuso con l’uscita del romando The Manchurian Candidate di Richard Condon, definitivamente consacrato dal secondo film tratto dal romanzo, Vai e uccidi (The Manchurian Candidate, 1962), spinto dalla presenza di Frank Sinatra. Englehart era particolarmente sensibile a temi simili, tanto che nel 1974, con lo scoppio del Watergate, diede vita alla seminale The Secret Empire, evento dai toni cupi e inquietantemente realistici che condusse Rogers ad abbandonare per la prima volta il ruolo di Cap, diventando Nomad.  

Marvel Studios
Falcon
Falcon

La riscrittura delle origini di Falcon consente di portare un momento particolarmente intenso e formativo per Wilson. Non solo riesce a liberarsi dalla programmazione mentale di Teschio Rosso, ma accettando il suo passato decide, proprio in nome degli ideali che professa, di andare volontariamente sotto processo per espirare i crimini di Snap Wilson. In un passaggio inevitabilmente retorico, la giustizia accetterà la redenzione di Wilson, come conseguenza del suo operato al fianco di Cap.

Nel corso della sua carriera, Wilson è stato brevemente presentato come un mutante (per motivare i suoi poteri telepatici prima dell’intervento del Cubo Cosmico), salvo poi rettificare questo passaggio. Il suo passato criminale è stato riportato in auge quando Scarlet Witch ha cercato di riscrivere le personalità dei Vendicatori, lasciando emergere un lato violento di Falcon, sedatosi dopo liti con i suoi colleghi solo dopo aver visto Rogers rischiare la propria vita pur di proteggerlo da un proiettile.

Delle sue tante avventure, è soprattutto la sua nomina a nuovo Capitan America ad avere caratterizzato la sua evoluzione.

Da Falcon a Capitan America

Durante uno dei numerosi restart point marveliani, nel 2015 viene deciso di tentare una doppia operazione su Falcon. In primis viene rivelato durante un interrogatorio da Sin, figlia di Teschio Rosso, che in realtà la figura di Snap Wilson non è mai esistita, ma è stata una machiavellica creazione del Teschio per screditare Wilson agli occhi dell’opinione pubblica. Mossa azzardata che mal si concilia con quanto raccontato da Englehart, causando un momento di incrinatura nella continuity del personaggio.

Ben più radicale, tuttavia, è la scelta di rendere Sam Wilson nientemeno che Capitan America. Cogliendo l’occasione di un momento particolare della vita di Steve Rogers, trasformato in un uomo anziano, lo Scudo e il ruolo di Cap sono passati a Wilson, considerato dal suo mentore come un degno erede.

Affidato alle cure di Nick Spencer, Sam diventa il protagonista di Sam Wilson: Captain America, serie che ha diviso il fandom marveliano. Spencer rende Wilson il protagonista di un arco narrativo che rispecchia una precisa connotazione sociale, rendendolo fortemente urbano e legato a una critica sociale che punta a una condanna del razzismo, più o meno latente, all’interno della società American. L’introduzione di una figura come Joaquin Torres, vittima di un folle esperimento che lo trasforma in un ibrido uomo-volatile, consente anche di trasformare Wilson in modo definitivo da spalla a eroe autonomo, affidandogli anche il compito di mentore, rendendo Joaquin il nuovo Falcon.

Marvel Comics
Falcon
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Pur avendo assistito al ritorno di Rogers nel ruolo di Capitan America e affrontando una certa ostilità da parte del popolo americano al suo esser Cap, Sam Wilson è ancora oggi operativo sotto questa identità. Titolo meritato e ribadito anche in tempi recenti, tanto nella miniserie Gli Stati Uniti di Capitan America, quanto nell’attuale run di Captain America: Symbol of Truth, dove Tochi Onyebuchi rende Wilson uno strumento di analisi sociale puntuale e attento.

Ma l’ascesa di Sam Wilson da spalla a erede di Steve Rogers non si è concretizzata solamente nei comics, ma ha trovato modo di avverarsi anche nel Marvel Cinematic Universe.

Sam Wilson nel Marvel Cinematic Universe

Il passaggio da fumetto a grande schermo per Sam Wilson ha comportato una serie di radicali cambiamenti che, pur tradendo il canone fumettistico si sono rivelate funzionali per rendere il personaggio parte integrante del franchise. In una dimensione quanto più possibile concreta e poco incline ad accettare figure dotate di poteri poco conciliabili con il gusto moderno, Sam ha abbandonato il suo ruolo di assistente sociale, diventando un ex-militare che opera come volontario presso il centro di assistenza per veterani di Washington.

Marvel Studios
Falcon
Falcon

È in questa vesta che Anthony Mackie interpreta per la prima volta Sam in Captain America: The Winter Soldier. Ruolo importante, che ben si concilia con la ricerca di Cap di un modo per recuperare gli anni perduti mentre era ‘Capitan Ghiacciolo’, come lo aveva apostrofato Tony Stark in Avengers. In questa veste, Sam avvicina Rogers su un piano più personale e condiviso, quello del reduce, che emotivamente rappresenta un gancio di maggior impatto tra i due personaggi. Ed è proprio il passato di Sam, esperto paracadutista con esperienza di volo con zaini a razzo, che lo porta a diventare Falcon.

Inevitabile, dunque, dare al personaggio un taglio più militare e tecnologico, allontanandolo dalla visione fumettistica, soprattutto sul piano dei poteri. Rimane l’abilità di combattente, la sua devozione a Cap, ma il suo fedele Redwing, in assenza della telepatia con i volatili, diventa un piccolo drone utilizzato da Sam come supporto tattico, per quanto trattato in modo vezzoso, come visto nelle prime scene di Captain America: Civil War.

Marvel Studios
Falcon
Falcon

Una maggior definizione di Sam è arrivata dopo gli eventi di Endgame. Il passaggio di testimone dello Scudo ha visto Sam ottenere il simbolo di Cap direttamente da Steve Rogers, anche se per Falcon questo ruolo così iconico ha comportato un percorso personale di accettazione. The Falcon & The Winter Soldier, serie disponibile su Disney+, si è fatta interprete di questa maturazione di Sam, accennando alla sua radice di personaggio ‘sociale’, inserendo allegorie che riecheggiano alcune peculiarità della società americana. Una ricostruzione della figura di Sam come Cap che si è intrecciata al percorso personale di Bucky Barnes (Sebastian Stan), alle prese tanto con la perdita dell’amico Steve quanto con la sua coscienza, ora costretta ad accettare il suo passato di Winter Soldier.

Al termine di questa serie, Sam accetta di indossare il ruolo di Cap, dopo un accorato discorso che può risultare retorico a un pubblico esterno alle dinamiche sociali d’oltreoceano. Sarà però il prossimo film dedicato alla Sentinella della Libertà, Capitan America: New World Order, a mostrare quanto Sam Wilson sia ora pronto a ereditare pienamente il ruolo affidatogli da Steve.

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